14/04/2015
Irene Manzi
Lodolini, Morani, Petrini, Carrescia, Carella, Albini, Ermini, Taricco, Castricone, Manfredi, Arlotti, Rotta, Cova,Giuseppe Guerini, Gribaudo, Zappulla, Porta, Gnecchi, Carnevali, Tidei, Miccoli, Becattini, Mauri, Cominelli, Luciano Agostini,Marchetti, Malpezzi, Magorno, Richetti, Rocchi
2-00926

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che: 
a seguito di un accordo siglato lo scorso 27 marzo, la Buzzi Unicem, multinazionale piemontese attiva nella produzione e distribuzione di cemento, calcestruzzo e aggregati naturali, ha acquistato, per circa 120 milioni di euro, il 99,5 per cento del capitale della Sacci Spa, gruppo che, con i suoi stabilimenti in Italia, da circa 70 anni opera nel settore; 
l'accordo prevede il contestuale risanamento di tutta l'esposizione debitoria della Sacci, conseguente al precedente accordo di ristrutturazione, ma per completare la procedura d'acquisto occorre attendere alcuni mesi, in quanto è necessario il parere favorevole dell'autorità garante della concorrenza e del mercato, nonché l'approvazione delle banche e dei creditori del gruppo Sacci, la cui esposizione finanziaria ammonta a circa 400 milioni di euro; 
attraverso l'acquisizione della Sacci spa, la Buzzi Unicem intende svolgere un ruolo di primo piano nel processo di consolidamento del settore in Italia, potendo vantare già di suo un fatturato di due miliardi e mezzo di euro e dunque una grande solidità finanziaria; 
la situazione aziendale della Buzzi Unicem lascia presupporre per il gruppo la possibilità di investire nella nuova proprietà e rilanciare l'attività produttiva degli stabilimenti Sacci che già da qualche tempo, in alcuni casi, lavorano a singhiozzo e dove sono state avviate procedure di mobilità a carico dei lavoratori per complessive 135 unità, in organico presso le sedi di: Roma, Castelraimondo (MC), Livorno, Pescara, Monte Roberto (AN), Bagno a Ripoli (FI), S. Martino sulla Marrucina (CH), Mondolfo (PU), Roseto degli Abruzzi (TE), Tavernola Bergamasca (BG), San Giovanni Teatino, Collecorvino (PE), Notaresco (TE), Roma Portuense; 
di fronte ad un così complesso ed importante piano di acquisizione è opportuno conoscere concretamente il contenuto e gli indirizzi del piano industriale del gruppo Buzzi; 
di recente i sindacati hanno unitariamente indetto lo stato di agitazione in tutti i siti produttivi della Sacci spa, a sostegno delle posizioni dei lavoratori, chiedendo l'apertura di un tavolo nazionale, finalizzato alla ricerca di soluzioni utili ad evitare le chiusure degli stabilimenti in questione e, più in generale, ad accertare la natura e le caratteristiche del piano industriale del gruppo Buzzi –: 
quali siano le intenzioni e le iniziative in itinere intraprese dal Governo per verificare il contenuto e gli obiettivi del piano industriale del gruppo Buzzi, al fine di tutelare la piena occupazione dei siti produttivi, scongiurando la chiusura di stabilimenti in grado di dare anche ai nuovi acquirenti solidi elementi di continuità produttiva se non addirittura di espansione.

Seduta del 17 aprile 2015

Illustra Alessia Morani, risponde Carlo Calenda, Viceministro dello sviluppo economico, replica Irene Manzi

Illustra

Grazie Presidente e grazie anche ai membri del Governo che sono qui in Aula. 
Con questa interpellanza urgente, in seguito a un accordo siglato lo scorso 27 marzo, abbiamo voluto esprimere la preoccupazione circa il futuro della Sacci spa poiché la Buzzi Unicem, che è una multinazionale piemontese, attiva nella produzione e distribuzione di cemento, calcestruzzo e aggregati naturali, ha acquistato, per circa 120 milioni di euro, il 99,5 per cento del capitale della Sacci spa, gruppo che, con i suoi stabilimenti in Italia, da circa 70 anni opera nel settore. 
L'accordo prevede il contestuale risanamento di tutta l'esposizione debitoria della Sacci, conseguente al precedente accordo di ristrutturazione, ma per completare la procedura d'acquisto occorre attendere alcuni mesi, in quanto è necessario il parere favorevole dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato e l'approvazione delle banche e dei creditori del gruppo Sacci, la cui esposizione finanziaria ammonta a circa 400 milioni di euro. 
Attraverso l'acquisizione della Sacci spa, la Buzzi Unicem intende svolgere un ruolo di primo piano nel processo di consolidamento del settore in Italia, potendo vantare già di suo un fatturato di due miliardi e mezzo di euro e dunque una grande solidità finanziaria. 
La situazione aziendale della Buzzi Unicem lascia presupporre per il gruppo la possibilità di investire nella nuova proprietà e rilanciare così l'attività produttiva degli stabilimenti Sacci che già da qualche tempo, in alcuni casi, lavorano a singhiozzo e dove sono state avviate procedure di mobilità a carico dei lavoratori per circa 135 unità, in organico presso le sedi di Roma, Castelraimondo (Macerata, nelle Marche), Livorno, Pescara, Monte Roberto (Ancona), Bagno a Ripoli, S. Martino sulla Marrucina, Mondolfo, Roseto degli Abruzzi, Tavernola Bergamasca, San Giovanni Teatino, Collecorvino, Notaresco e Roma Portuense. 
Di fronte ad un così importante e complesso piano di acquisizione è opportuno conoscere quale sia in concreto il contenuto e gli indirizzi del piano industriale del gruppo Buzzi Unicem. 
Di recente, i sindacati hanno unitariamente indetto lo stato di agitazione in tutti i siti produttivi della Sacci spa, a sostegno delle posizioni dei lavoratori, chiedendo l'apertura di un tavolo nazionale per ricercare soluzioni utili ad evitare le chiusure degli stabilimenti in questione e, più in generale, ad accertare la natura e le caratteristiche del piano industriale del gruppo Buzzi. 
Perciò, vorremmo capire quali siano le intenzioni e le iniziative in itinere intraprese dal Governo per verificare il contenuto e gli obiettivi del piano industriale del gruppo Buzzi e per tutelare la piena occupazione dei siti produttivi, scongiurando, così, la chiusura di stabilimenti in grado di dare, anche ai nuovi acquirenti, solidi elementi di continuità produttiva, se non addirittura di espansione.

Risposta del governo

Grazie mille, signor Presidente. In riferimento all'interpellanza in questione, come peraltro noto, lo scorso marzo è stata accettata la proposta di acquisto, formulata da Buzzi Unicem, per l'acquisizione del 99,5 per cento del capitale della Sacci SpA, uno dei principali operatori nel settore del cemento in Italia, attivo nelle regioni centrali e settentrionali, con una quota di mercato stimata intorno al 6 per cento. 
La Sacci SpA, invece, è parte attualmente di un accordo di ristrutturazione dei debiti, ex articolo 182-bis della legge fallimentare, omologato dal tribunale di Roma nel luglio 2013. 
L'offerta di acquisto prevede il risanamento dell'esposizione debitoria, di cui alla procedura di ristrutturazione sopra indicata, anche se l'esecuzione del contratto, con il quale la Buzzi Unicem acquisirebbe la Sacci, è attualmente al vaglio dell'Antitrust, per l'approvazione dell'operazione per quanto riguarda i profili eventuali di eccessiva concentrazione e violazione della concorrenza, nonché l'assenso delle banche e dei creditori aderenti all'accordo di ristrutturazione dei debiti. 
Il valore dell'operazione ammonta a circa 120 milioni di euro. 
Il Ministero dello sviluppo economico ha dato e dà la propria disponibilità all'apertura di un imminente tavolo di confronto. Lo stesso avrà l'obiettivo di verificare, all'esito dei pareri attualmente in fase di elaborazione, la fattibilità del piano industriale di Buzzi Unicem, accertando, altresì, che il medesimo non comporti penalizzazioni, sotto il profilo economico, produttivo e occupazionale, nei territori nei quali la Sacci SpA ha finora operato.

Replica

Grazie, Presidente. Grazie al Governo. Mi dichiaro soddisfatta e speranzosa, se così vogliamo dire, rispetto alle parole del Viceministro. Soddisfatta e speranzosa proprio perché, come ricordava la collega Morani in sede di illustrazione dell'interpellanza, questo atto nasce da una preoccupazione specifica tanto di noi parlamentari quanto, ancora di più, delle istituzioni locali e dei lavoratori, lavoratori che sono attualmente interessati, nell'ambito del piano di risanamento del gruppo Sacci, da procedure di mobilità, tra l'altro, che mettono a rischio i posti di lavoro in numerose sedi del gruppo. 
La Sacci è stata per molti anni un gruppo di riferimento importante nel settore cementifero, con sedi principali collocate in parti dell'Italia centrale come Greve in Chianti, come Castelraimondo, in provincia di Macerata, Tavernola Bergamasca, Pescara, Cagnano Amiterno. Il gruppo Sacci ha affrontato, in questi ultimi anni, una grave fase di incertezza finanziaria, dovuta a una crisi del settore cementifero, più in generale in Italia, con perdite finanziarie considerevoli del gruppo e con turni di lavoro svolti a singhiozzo dai dipendenti, in questi ultimi anni. Le regioni interessate, tra l'altro, stanno seguendo con attenzione le procedure di mobilità. Mi riferisco al caso che conosco più direttamente, quello della regione Marche, ma anche, ovviamente, alle altre regioni interessate. È chiaro che i lavoratori, interessati, tra l'altro, dalle procedure di mobilità, hanno accolto con interesse, ma anche con grande attenzione, quella che è la proposta di acquisizione del gruppo Buzzi, sia perché il gruppo Buzzi è uno dei principali gruppi nazionali e internazionali, anche, del settore, con quasi 11 mila dipendenti, sparsi veramente in tutto il mondo, e il secondo operatore italiano. Lo accolgono chiaramente con grande interesse, ma anche con la volontà di comprendere più attivamente e meglio quali siano le intenzioni del gruppo Buzzi, soprattutto perché in alcune delle zone territoriali interessate – e in questo caso, essendo io marchigiana, faccio riferimento, chiaramente, alla sede di Castelraimondo, dove opera lo stabilimento – la chiusura di questo stabilimento produrrebbe delle conseguenze molto pesanti, in termini non solo di posti di lavoro ma in termini di indotto, che verrebbe ovviamente penalizzato. Si tratta di un'area interna delle Marche, che verrebbe ovviamente penalizzata da una complessiva chiusura degli stabilimenti. 
Quindi, colgo, come anticipavo in apertura della mia risposta, con speranza, in questo senso, le indicazioni che provengono dal Ministero dello sviluppo economico in merito alla disponibilità e all'attenzione, che vedo condivisa, a verificare quelli che sono i contenuti del piano industriale del gruppo Buzzi e a verificare, più in particolare, soprattutto, che non siano compromessi quelli che sono i livelli occupazionali e la tutela dei lavoratori. 
Porto in questa sede, tra l'altro, anche le dichiarazioni dell'assessore regionale toscano alle attività produttive, Simoncini, che sollecita, anche lui, la costituzione del tavolo e l'apertura anche alle forze sindacali e alle istituzioni nazionali e locali. Continueremo, chiaramente, a seguire con grande attenzione i passi successivi del Ministero, e quindi la convocazione del tavolo. 
Penso, però, che, in questa prima occasione pubblica, istituzionale, in cui si sia posto questo problema, queste parole, chiaramente, ci inducono a sperare positivamente su quello che può essere il lavoro comune che saremo chiamati a fare da qui alle settimane e ai mesi prossimi. Quindi, la ringrazio e mi dichiaro soddisfatta.