29/11/2014
Roberto Morassut
2-00764

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che: 

nella riunione del 16 ottobre 2014, la conferenza unificata ha sancito l'intesa, prevista dall'articolo 3 comma 1 della legge n. 80 del 2014, sullo schema di decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, recante la definizione di procedure di alienazione degli immobili di proprietà dei comuni, degli enti pubblici territoriali, nonché degli istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati; 
dalle notizie fornite da vari organi di stampa e televisivi, si evince che il provvedimento, tra le altre misure: introduce il meccanismo della vendita all'asta degli immobili, tenuto conto dei valori rilevati, per la medesima fascia e zona, dall'Agenzia delle entrate osservatorio del mercato immobiliare; prevede che all'assegnatario venga riconosciuto il diritto di prelazione nell'acquisto a seguito dell'espletamento delle procedure d'asta; consente la vendita in blocco degli immobili fatiscenti; 
i sindacati degli inquilini hanno manifestato viva preoccupazione per le possibili ripercussioni che l'applicazione delle norme previste potrebbero determinare nei complessi delle case popolari, in particolare per l'introduzione del meccanismo della vendita all'asta e hanno chiesto il ritiro del suddetto provvedimento; 
risulta che già alcune regioni, nella fattispecie la Campania e il Lazio, hanno avanzato rilevi critici e richiesto il ritiro del provvedimento e il suo riesame nella conferenza unificata; 
lo scorso 2 novembre 2014, in una intervista al Corriere della sera, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti aveva annunciato la firma del decreto per il giorno successivo, lunedì 3 novembre; 
si sono svolte, successivamente a quella data, numerose manifestazioni, organizzate dall'unione inquilini e da altre organizzazioni sindacali rappresentative degli assegnatari di protesta e per richiedere la non pubblicazione del decreto e la sua ridiscussione; 
l'agenzia ADN Kronos il 15 novembre 2014 ha dato notizia che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha emanato una nota di rettifica in cui, tra l'altro, si afferma che «non vi è alcun decreto attuativo» ma che, in accordo con il Ministero dell'economia e delle finanze con la Conferenza unificata, si «sta lavorando al testo di un decreto attuativo del cosiddetto Piano casa che prevede, per gli enti proprietari in accordo con le regioni, la possibilità di messa in vendita degli alloggi di edilizia popolare la cui manutenzione sia economicamente onerosa», aggiungendo in particolare «il decreto permetterà agli inquilini di poter acquistare l'alloggio in cui vivono con diritto di prelazione e a condizioni vantaggiose» –: 
se il suddetto comunicato del 15 novembre 2014 prefiguri un ritorno del decreto alla Conferenza Unificata per un ulteriore approfondimento; 
se l'affermazione contenuta nel suddetto comunicato, secondo cui agli assegnatari sarebbe riconosciuto il diritto di prelazione prefiguri una modifica sostanziale nelle procedure di vendita, con la rinuncia al meccanismo dell'asta pubblica e l'inserimento della preventiva richiesta all'assegnatario dell'esercizio del diritto di prelazione; 
se verrà esplicitamente, in ogni caso, previsto per gli assegnatari, in possesso dei requisiti della permanenza nell'edilizia residenziale pubblica, qualora non potessero esercitare il suddetto diritto di prelazione, il diritto a rimanere nell'alloggio in cui risiedono.

 

Seduta del 19 dicembre 2014

Illustrazione e replica di Roberto Morassut e risposta di Umberto Del Basso De Caro (PD), Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti.

Illustrazione

Presidente, nella riunione del 16 ottobre 2014, la Conferenza unificata ha sancito l'intesa, prevista dall'articolo 3, comma 1, della legge n. 80 del 2014, sullo schema di decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze e con il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, recante la definizione di procedure di alienazione degli immobili di proprietà dei comuni, degli enti pubblici territoriali, nonché degli istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati. 
Dalle notizie fornite da vari organi di stampa e televisivi si evince che il provvedimento, tra le altre misure, introduce il meccanismo della vendita all'asta degli immobili, tenuto conto dei valori rilevati, per la medesima fascia e zona, dall'Agenzia delle entrate – Osservatorio del mercato immobiliare; prevede quindi che all'assegnatario venga riconosciuto il diritto di prelazione nell'acquisto a seguito dell'espletamento delle procedure d’’asta; consente la vendita in blocco degli immobili fatiscenti. 
Cittadini e sindacati degli inquilini hanno manifestato preoccupazione per le possibili ripercussioni che l'applicazione delle norme previste potrebbe determinare nei complessi delle case popolari, in particolare per l'introduzione del meccanismo della vendita all'asta e hanno chiesto il ritiro del sopradetto provvedimento. Risulta che già alcune regioni – nella fattispecie la Campania e il Lazio – hanno avanzato rilevi critici e richiesto il ritiro del provvedimento e il suo riesame nella Conferenza unificata. Si sono svolte poi successivamente a quella data numerose manifestazioni di protesta, organizzate da numerose organizzazioni sindacali rappresentative degli assegnatari, per chiedere la non pubblicazione del decreto e la sua ridiscussione. Le agenzie di stampa il 15 novembre hanno dato notizia che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha emanato una nota di rettifica in cui, tra l'altro, si afferma che «non vi è alcun decreto attuativo» ma che, in accordo con il Ministero dell'economia e delle finanze con la Conferenza unificata, si «sta lavorando al testo di un decreto attuativo del cosiddetto Piano casa che prevede, per gli enti proprietari in accordo con le regioni, la possibilità di messa in vendita degli alloggi di edilizia popolare la cui manutenzione sia economicamente onerosa», aggiungendo in particolare che «il decreto permetterà agli inquilini di poter acquistare l'alloggio in cui vivono con diritto di prelazione e a condizioni vantaggiose». 
L'interpellanza quindi rivolge al Governo la richiesta per capire se il suddetto comunicato del 15 novembre prefiguri già oggi un ritorno del decreto alla Conferenza unificata per un approfondimento; se l'affermazione contenuta nel suddetto comunicato, secondo cui agli assegnatari sarebbe riconosciuto il diritto di prelazione, prefiguri una modifica di sostanza nelle procedure di vendita, in particolare con la rinuncia al meccanismo dell'asta pubblica e l'inserimento di una preventiva richiesta dell'assegnatario dell'esercizio del diritto di prelazione; se verrà esplicitamente, in ogni caso, previsto per gli assegnatari, in possesso dei requisiti della permanenza nell'edilizia residenziale pubblica, qualora non potessero esercitare il sopraddetto diritto di prelazione, il diritto a rimanere nell'alloggio in cui risiedono; se la valutazione degli immobili debba essere considerata valutazione a prezzo di mercato. 

Risposta del Governo

Presidente, rispondo ai quesiti posti dagli onorevoli interpellanti in merito alle richieste di chiarimento sulle procedure di alienazione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, ivi compresi gli immobili di proprietà ex IACP, rilevando come il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti sia particolarmente sensibile alle problematiche connesse al disagio abitativo. Infatti il MIT, nella necessità di assicurare una particolare tutela agli assegnatari di alloggi di edilizia popolare, ha predisposto apposite modifiche integrative al testo del decreto interministeriale oggetto dell'intesa espressa dalla Conferenza unificata nella seduta del 16 ottobre 2014 e citato dagli onorevoli interpellanti. 
Proprio ieri, 18 dicembre, detto schema è stato nuovamente sottoposto alla stessa Conferenza ai fini della prescritta intesa. Più precisamente, le modifiche intendono venire incontro alle esigenze degli assegnatari in possesso dei requisiti di permanenza nel sistema dell'edilizia residenziale pubblica fissati dalle vigenti normative regionali. Infatti, il provvedimento prevede per i legittimi assegnatari la precedenza per l'acquisto degli alloggi di proprietà degli ex IACP loro assegnati e l'applicazione di specifici sconti. Nel caso in cui gli assegnatari non intendano o non possano acquistare detto alloggio, ricade sull'ente proprietario l'onere di verificare la disponibilità di altro alloggio idoneo. Evidenzio, inoltre, che qualora gli assegnatari decidessero di acquistare l'alloggio ove risiedono potranno beneficiare di quanto disposto dall'articolo 3, comma 1, lettera b), del decreto legge n. 47 del 2014, il quale prevede la concessione di contributi in conto interessi sui finanziamenti per l'acquisto dei suddetti immobili. Sarà cura del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti seguire con la massima attenzione il prosieguo dell'iter affinché questo si concluda in tempi brevissimi.

Replica

Presidente, soddisfatto parzialmente, sostanzialmente sì, volevo sottolineare soltanto un aspetto, cioè la necessità negli atti che seguiranno, per seguire la partita della vendita degli alloggi, di tener conto che stiamo parlando molto spesso di famiglie. È vero che il mondo della residenza negli alloggi popolari, nei complessi case popolari è anche caratterizzato da molte forme di abusivismo e anche di illegalità, che vanno sanate, ma è anche vero che ancora permangono grandissime fasce di ceti popolari non in condizioni spesso anche di acquistare; quindi, probabilmente il processo di vendita, pur nelle nuove condizioni che prevede anche degli sconti e degli abbattimenti di prezzo, si troverà di fronte a situazioni familiari in cui ci sarà l'impossibilità di acquistare l'alloggio. Il suggerimento è di ridurre al minimo le fattispecie, le situazioni nelle quali sia alla fine necessario un trasferimento in altro alloggio, perché, in gran parte dei casi suddetti, stiamo parlando di nuclei familiari anziani. La seconda osservazione è un po’ più generale, cioè tende a sottolineare che il processo di dismissione del patrimonio residenziale pubblico è articolato in vari soggetti. 
Qui stiamo parlando, ovviamente, del patrimonio comunale o del patrimonio IACP o ATER o ALER, enti comunque denominati sul territorio. Ma, per esempio, c’è anche il processo di dismissione del patrimonio degli enti previdenziali pubblici e privatizzati. 
Quindi, l'invito al Governo, poiché spesso gli immobili e anche i soggetti conduttori sono abbastanza omogenei e in molte situazioni noi troviamo immobili dove abbiamo, all'interno delle stesse scale, proprietà comunali o proprietà ATER o proprietà INPS e famiglie, bene o male, dello stesso ceto sociale, di valutare la possibilità di una normativa omogenea, il più possibile omogenea, che tratti gli sconti di prezzo, sulle valutazioni effettuate dall'Agenzia delle entrate, nella forma più omogenea possibile e che dia il minore spazio possibile a interpretazioni e a valutazioni di disparità di trattamento. Per il resto, la risposta del sottosegretario, che ringrazio, mi soddisfa.