06/06/2017
Silvia Fregolent
Giorgis, Paola Bragantini, Boccuzzi, Damiano, D'Ottavio, Cinzia Maria Fontana, Bonomo, Rossomando, Mattiello, Falcone.
2-01824

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   nella serata di sabato 3 giugno 2017, in occasione della proiezione su un maxischermo della finale di Champions League, si è verificato, in piazza San Carlo a Torino, un gravissimo episodio di ordine pubblico;
   tale episodio ha causato il ferimento di migliaia di cittadini: si sono registrati 1.527 feriti medicati negli ospedali, 50 ricoveri e 4.000 segnalazioni alle forze dell'ordine;
   secondo le prime ricostruzioni, ad oggi al vaglio degli inquirenti, l'episodio sarebbe stato causato da un falso allarme bomba che avrebbe causato una improvvisa evacuazione della zona. La procura ha aperto un'inchiesta per procurato allarme;
   gli organi di informazione riportano che la gravità dell'episodio sarebbe stata notevolmente aggravata: da moltissime bottiglie di vetro presenti in piazza San Carlo le cui schegge hanno causato ferite; dalla presenza di venditori abusivi di bevande ed alcolici; dalla mancanza di vie di esodo visibili, sicure ed efficaci che hanno creato un effetto «imbuto» nella fuga; da controlli non capillari agli ingressi della piazza che hanno permesso, ad esempio, la presenza di centinaia di ultrà già soggetti a «daspo»; da una logistica incomprensibile dell'evento dove era presente soltanto un maxischermo (e non due come nelle precedenti occasioni), che ha facilitato l'afflusso massiccio dei cittadini verso una unica direzione e che ha poi reso conseguentemente difficile l'accesso dei soccorsi;
   sempre secondo fonti di informazione, l'amministrazione comunale non avrebbe emanato la consueta ordinanza, d'obbligo per questo tipo di eventi, che prevede il divieto di mettere in vendita e di somministrare alcolici in recipienti di vetro;
   tale episodio appare ancor più grave in relazione ai numerosi attentati ad opera del terrorismo internazionale che stanno colpendo in tutta Europa prevalentemente eventi di massa o luoghi centrali ed affollati delle metropoli;
   nei prossimi mesi sono in programma nelle piazze e nei luoghi pubblici di Torino numerose manifestazioni di ogni tipologia che attireranno centinaia di visitatori –:
   quali siano state le dinamiche che hanno causato l'episodio richiamato in premessa e se la mancanza di adeguate precauzioni di carattere amministrativo, logistico e di pubblica sicurezza abbia aggravato il bilancio dei feriti.

Seduta del 16 giugno 2017

Illustra e replica Silvia Fregolent, risponde Domenico Manzione, Sottosegretario di Stato per l'Interno

Illustrazione

Grazie, signor Presidente. Oggi parlare di questi fatti in realtà è ancora più triste, da ieri sera, dalle 21,56, ed è con pudore che il Partito Democratico parla di questi eventi, perché tutto si può fare tranne strumentalizzare le morti. Purtroppo, da ieri non si può più parlare di semplici feriti, di 1.527 feriti, perché è deceduta una dei feriti, Erika, una giovane donna che ha trovato una morte assurda. Era venuta a vedere una festa e si è trovata, invece, in mezzo alla tragedia. Il gruppo del Partito Democratico saluta con profondo rispetto i genitori, che in questi giorni hanno mantenuto un profilo invidiabile, perché io non so se sarei riuscita a essere così forte, in questi giorni, e a loro va il nostro profondo affetto e il nostro pensiero.

Signor sottosegretario, la mia città, da ventitré anni, è diversa rispetto alla città che è stata conosciuta negli anni Cinquanta e Sessanta. Noi siamo partiti dall'essere la città dell'auto, la città della fabbrica. Lo siamo ancora, ma in questi ventitré anni la mia città, proprio perché il mondo cambiava, è cambiata anch'essa: è diventata una città di eventi culturali, di eventi di spettacolo, è diventata una città turistica.

So che lei viene dalla Toscana, dove avete una tradizione con Firenze più antica. Tuttavia, vedere che nella mia città il turismo è diventato un elemento di creazione di ricchezza e di posti di lavoro è una cosa che a noi torinesi fa piacere e soprattutto a coloro che, invece, hanno visto una Torino diversa. In questi ventitré anni, questa città è rinata.

Noi abbiamo, tra i vari eventi, due squadre di calcio, tutte e due importanti. Una di queste, il 3 giugno, ha disputato una finale a Cardiff e, come sempre, perché non è la prima volta che viene fatto, l'evento è stato trasmesso nella nostra piazza.

Noi abbiamo due piazze a cui siamo molto legati: Piazza San Carlo e Piazza Vittorio. Tendenzialmente lì si concentrano gli eventi di festa, come sempre avvenuto: vorrei ricordarlo, perché non è la prima volta che viene fatto. Tuttavia, è accaduto qualcosa di diverso, perché, da quando noi siamo spettatori di questi eventi, non è mai accaduto che ci fossero morti e feriti.

La magistratura sta indagando e non ci vogliamo ovviamente sostituire alle indagini che la magistratura sta facendo, ma dalle prime rilevanze risulta che alcune cose non sono state fatte. In particolare, è abbastanza evidente la presenza di venditori ambulanti di sostanze alcoliche in bottiglie di vetro, quella sera in piazza. È evidente che il maxischermo era stato montato soltanto su un lato della piazza, e non su due, come era avvenuto, ad esempio, soltanto nel 2015, in modo tale che ha creato un imbuto nel momento in cui la folla ha iniziato a scappare.

Ricostruendo i fatti dalle inchieste, che ovviamente in questi giorni i vari quotidiani stanno facendo, si è scoperto, ad esempio, che il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, nel quale sono presenti prefetto, questore, sindaco e il comandante della polizia municipale, non si sarebbe riunito; il tavolo tecnico interforze non si è riunito; si è riunita solo la commissione di vigilanza del pubblico spettacolo, dove ci sono i rappresentanti della prefettura, della questura, del comune e dei vigili del fuoco, i medici dell'ASL e il tecnico del genio civile; il tavolo organizzativo Turismo Torino si è riunito solo due volte, coordinato dal capo di gabinetto della sindaca Appendino, Paolo Giordana, con i rappresentanti delle forze dell'ordine; il sopralluogo per verificare se si poteva organizzare l'evento e come organizzarlo è avvenuto il 3 giugno, cioè la mattina dell'evento.

Questo fatto, che a noi sembrava abbastanza improbabile, poiché noi siamo sabaudi e alla precisione ci teniamo, è stato confermato l'altro ieri in un'intervista dal titolare del Caffè San Carlo, che ha ricevuto un avviso di garanzia per inosservanza dei provvedimenti dell'autorità per aver disatteso l'ordinanza del questore di togliere i dehors, ordinanza che gli sarebbe stata comunicata alle 15 del sabato.

Ora io spero che lei venga a Torino e gli offrirò un caffè in quel luogo. Lei vedrà che è composto da cinquanta tavolini; duecentocinquanta sedie e nove ombrelloni ed è abbastanza difficile alle ore 15 del sabato smontare quella struttura per la sera.

Ora, noi non vogliamo fare campagne elettorali sulle tragedie. Non vogliamo, perché noi abbiamo combattuto e combattiamo quotidianamente le decisioni della sindaca Appendino e non abbiamo bisogno di una tragedia per fare attività politica. Questo non è il nostro stile.

Tuttavia, proprio per la premessa che ho fatto, ci teniamo alla nostra città e ci teniamo a dire ai torinesi e ai cittadini tutti che possono continuare a scendere nelle piazze, perché c'è qualcuno che pensa alla loro sicurezza.

Vede, in questi anni - ho parlato del 2015, la scorsa finale -, il mondo è cambiato. Purtroppo, gli attacchi terroristici avvenuti nel resto d'Europa ci hanno fatto trovare più fragili e noi continuiamo a dire ai nostri connazionali di non aver paura - ed è giusto che lo diciamo - ma sono sicuro che essi non hanno paura, se sanno che c'è qualcuno che pensa a loro.

Noi oggi vogliamo sapere da lei se qualcuno abbia pensato alla sicurezza dei cittadini di Torino, che poi non erano soli cittadini di Torino, perché la Juve è una squadra seguita in tutta Italia, la più amata e più odiata in Italia, e, quindi, spesso ci sono persone, come in quell'occasione, che venivano dal resto d'Italia per vedere la partita, perché si sperava - cosa che poi purtroppo non è avvenuta e, essendo anche tifosa, posso dirlo - che si vincesse la coppa e si festeggiasse il famoso triplete, che in realtà non abbiamo potuto avere.

Ma poi non abbiamo potuto festeggiare niente, perché non si festeggia neanche i trionfi che avevamo raggiunto, con un evento così drammatico, con i feriti e una piazza così devastata. Per questo chiediamo oggi delle risposte. Ringrazio il gruppo del Partito Democratico, che ha deciso di fare un'interpellanza urgente in questione, e i miei colleghi che oggi sono qui presenti e che hanno firmato questa interpellanza. Non vogliamo, ripeto, fare sciacallaggio politico, vogliamo solo sapere se i torinesi sono sicuri e se possono tornare nelle piazze a fare festa, come sono stati abituati in questi 23 anni.

Risposta del governo

Presidente, nella serata di ieri la signora Erika Pioletti è deceduta all'ospedale “San Giovanni Bosco”, a Torino, dove era ricoverata in codice rosso per un gravissimo danno cerebrale provocato da un arresto cardiaco da schiacciamento patito durante il grave episodio di ordine pubblico verificatosi nella serata del 3 giugno scorso in Piazza San Carlo, nel capoluogo torinese. Ho ritenuto di esordire con questa comunicazione, non solo per aggiungere che ovviamente questo produrrà degli affetti sulle inchiesta che in questo momento è in corso presso la procura di Torino, perché verosimilmente produrrà un cambiamento del titolo del reato per il quale si procede, ma soprattutto per manifestare in perfetta assonanza con quello che già diceva l'onorevole Fregolent tutto il cordoglio, tutta la solidarietà del Governo ai familiari della vittima dell'episodio, nonché ovviamente per attestare tutto l'impegno che è possibile mettere da parte del Governo per chiarire la dinamica dei fatti, affinché i cari della persona che è deceduta, di questa ragazza, abbiano la possibilità di capire le ragioni per le quali si è arrivati a questo.

Vengo all'interpellanza urgente presentata dall'onorevole Fregolent unitamente ad altri deputati. L'attenzione del Governo è richiamata ovviamente sull'episodio che ho già citato, quello del 3 giugno scorso in Piazza San Carlo, e chiedono al Governo quali siano state le dinamiche che l'hanno causato e se la mancanza di adeguate precauzioni carattere amministrativo, logistico e di pubblica sicurezza abbiano aggravato il bilancio dei feriti. Nella serata del 3 giugno, in occasione della finale di ChampionsLeague, nel capoluogo torinese sono stati allestiti, a cura dell'ente di promozione turistica Consorzio turismo Torino, due maxischermi per la pubblica proiezione dell'incontro patrocinata dal comune. Il primo maxischermo è stato allestito in Piazza San Carlo, abituale luogo di eventi pubblici di rilievo, il secondo è stato posizionato al Parco Dora, in una zona della periferia a nord della città, dove tutto si è svolto regolarmente alla presenza di circa 2.500 persone. Per la Piazza San Carlo è stato predisposto, secondo uno standard consolidato per questa tipologia di eventi e progressivamente affinato nel tempo, un dispositivo di sicurezza con il concorso anche della polizia locale, richiamato nel corso della riunione di coordinamento interforze tenutosi lo scorso 1° giugno. Nello specifico, la questura di Torino ha richiesto alle competenti articolazioni amministrative del comune, alle aziende erogatrici di servizi interessate e agli organizzatori l'adozione di una serie articolata di misure, e cioè: l'adeguata protezione dei cantieri, la rimozione o la messa in sicurezza dei dehor, panchine e altri arredi mobili, la chiusura delle cassette postali e la rimozione dei contenitori metallici per rifiuti, l'applicazione delle necessarie misure di protezione, al fine di impedire che gli spettatori occupassero aree e luoghi non autorizzati.

A tutela dell'incolumità pubblica, poi, sono state posizionate transenne per convogliare i flussi di accesso agli spettatori verso i punti muniti di metaldetector. Inoltre, in attuazione della circolare del Capo della polizia del 23 maggio scorso, concernente la governance del modello di sicurezza in relazione agli eventi programmati per la stagione estiva e sul territorio nazionale, è stato concordato il collocamento di ostacoli fissi e strutturali a protezione delle persone (betafence e veicoli di servizio adeguatamente posizionati) ed è stata richiesta agli organizzatori la predisposizione di altri servizi per le attività di controllo agli accessi; questo proprio per tener conto di quegli attacchi terroristici di cui la stessa onorevole Fregolent prima faceva cenno nell'illustrazione. Evidenzio poi che la commissione provinciale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo ha effettuato, nella stessa giornata del 3 giugno, il sopralluogo richiesto dagli organizzatori, esprimendo parere favorevole sull'agibilità tecnica delle strutture allestite per la proiezione.

Essa, inoltre, ha preso atto del piano di emergenza ed evacuazione e del piano di emergenza sanitaria, validato dal 118, stabilendo la capienza massima di 40.000 posti in luogo degli oltre 47.000 previsti dagli organizzatori. Lo stesso organismo collegiale ha impartito molteplici prescrizioni, tra le quali, in particolare, quelle finalizzati a: evitare la vendita abusiva di alimenti e bevande; assicurare un presidio dei Vigili del fuoco, con utilizzo di almeno undici vigili e un automezzo; prevedere la presenza di tecnici in grado di segnalare tempestivamente al pubblico eventuali criticità, attraverso un adeguato impianto di amplificazione; presidiare gli accessi al parcheggio sotterraneo e limitarne l'utilizzo in caso di necessità.

I servizi di ordine e sicurezza pubblica, disposti con ordinanza del questore, sono state attivate sino alle ore 13 del 3 giugno, al fine di consentire un'ordinata e graduale accesso delle persone con la preventiva bonifica dei luoghi, anche sotterranei, da parte delle unità specializzate antisabotaggio. I servizi hanno previsto l'impiego del quadrante interessato di Piazza San Carlo di almeno 150 unità di personale complessivamente tra Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di finanza, a queste vanno aggiunte 126 unità della polizia municipale di Torino, di cui 20 per Parco Dora, per i servizi di specifica competenza. È stata allestito in piazza anche un posto medico avanzato con due medici con funzioni di soccorso urgente, per eventuali malori degli spettatori, e di antenna per il sistema sanitario, secondo il piano sanitario validato per l'evento. Alla proiezione in Piazza San Carlo hanno assistito circa 30.000 persone, che sono entrate nella piazza previo controllo ai varchi ad opera delle forze di polizia, finalizzato a scongiurare l'introduzione degli oggetti vietati o pericolosi per la pubblica incolumità. Si annota, al riguardo, che il dispositivo è stato rafforzato rispetto a quello già adottato per analoghi eventi organizzati nel medesimo luogo, e d'altro canto che non appare pertinente il riferimento contenuto nell'interpellanza alla presenza di ultrà soggetti a Daspo, provvedimento che non attiene a eventi come quello in esame.

Quanto alla mancata adozione dell'ordinanza sindacale di limitazione delle vendite di bevande in contenitori di vetro, la prefettura ha rappresentato che, a una prima verifica, negli anni recenti non risultano adottate specifiche ordinanze, se non in occasione di eventi straordinari, quali la visita del Santo Padre nel 2015. Peraltro, la proiezione pubblica dell'evento sportivo non era certamente caratterizzata da conflittualità fra gruppi contrapposti, ma piuttosto da una folla omogenea unita dal tifo calcistico prevalentemente giovanile e avvezza eventi simili. I controlli effettuati hanno consentito di rinvenire alcuni fumogeni e recuperare centinaia di bottiglie di vetro vuote, che sono state fatte depositare nei contenitori predisposti a cura della locale azienda Multiservizi Igiene Ambientale di Torino, e dalla stessa prelevati e smaltiti. Nel quadro dei controlli agli accessi alla piazza, è stata concordata con l'ente gestore del parcheggio pubblico sotterraneo l'inibizione alle scale che adducono alla piazza. Inoltre, è stato effettuato un controllo relativo all'eventuale vendita di bevande in contenitori pericolosi da parte degli esercizi pubblici aperti sulla piazza. La polizia municipale, nella giornata del 3 giugno, ha sanzionato 34 venditori abusivi.

Quanto alla ressa che ha determinato i numerosi feriti, posso rappresentare che, poco dopo le 22, in un lato della piazza ha avuto origine un improvviso e incontrollato movimento della folla, generato da una situazione di panico e indotta da psicosi da attentato terroristico. Le ragioni dell'accaduto sono ancora in corso di accertamento, nonostante l'acquisizione di numerosi filmati e testimonianze a cura della DIGOS, delegata alla procura della Repubblica. Nella circostanza centinaia di persone hanno riportato ferite di varie entità, dovute alla pressione delle persone in fuga e cadute, al cedimento strutturale della balaustra di una scalinata adducente al sottostante parcheggio pubblico, alla rottura delle vetrate di un dehor, sempre per la pressione, e i numerosi cocci di vetro sul lastricato della piazza. La calca ha causato anche l'immediato e completo danneggiamento dell'impianto di amplificazione predisposto dagli organizzatori, come richiesto dalla commissione di vigilanza e utilizzato nell'intervallo della partita per i necessari avvisi al pubblico. La macchina del soccorso si è messa immediatamente in moto secondo le procedure previste per le maxi emergenze, con l'attivazione di ulteriori posti medici avanzati che hanno affiancato quello già presente sulla piazza. Sono confluiti poi, entro un'ora dall'intervento, circa 45 ambulanze, con l'ausilio del Gruppo trasporti torinese e dell'associazione di volontariato, dotate di mezzi polifunzionali utilizzati per il trasporto di pazienti lievemente feriti negli ospedali della cintura metropolitana, nella previsione, confermata dai fatti, che altri si sarebbero presentati direttamente nei nosocomi cittadini.

Dodici sono stati gli ospedali subito allertati che hanno accolto i pazienti. Inoltre, sotto il profilo del soccorso in senso lato, i pochi bambini dispersi sono stati riconsegnati ai genitori nel volgere di brevissimo tempo e sono stati raccolti tutti gli effetti personali dispersi in piazza per la restituzione ai legittimi titolari. Nel contempo è stato attivato un servizio anti-sciacallaggio, che ha portato a due fermi. La situazione di maxi emergenza è stata dichiarata chiusa alle 3,45 circa del 4 giugno, ma già tre ore dopo l'accaduto, cioè intorno alle ore 1,30, le operazioni di medicazione e soccorso erano pressoché terminate con l'assistenza fornita dalle strutture mobili ad oltre 1.200 persone. Informa che sul posto è stato istituito, a cura dei Vigili del fuoco e della Protezione civile comunale, un posto di comando avanzato con la presenza del prefetto, del questore e del comandante provinciale dell'Arma dei carabinieri.

Le persone che hanno fatto ricorso alle cure mediche sono state circa 1.500, in larghissima parte medicalizzate nelle strutture mobili o nei pronto soccorso e dodici feriti trasportati invece in codice rosso, questi ultimi con lesioni traumatiche da schiacciamento.

Questi i fatti, per i quali risulta pendente presso la procura della Repubblica di Torino, nella fase delle indagini preliminari, un procedimento penale a carico di ignoto per i reati, fino a ora, di lesioni personali, ovviamente da ora in poi verosimilmente con titolo diverso.

All'indomani il prefetto ha convocato una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica con la presenza della sindaca, in cui, oltre a una prima analisi dell'accaduto, si sono approfondite le caratteristiche di alcuni eventi programmati per il mese di giugno e cioè il Salone dell'auto, i concerti di Arianna Grande e di Tiziano Ferro, le manifestazioni del Torino Pride, i festeggiamenti di San Giovanni, patrono di Torino, con particolare riferimento ai fuochi d'artificio sul Po. La manifestazione del Salone dell'auto ha avuto regolare svolgimento dal 7 all'11 giugno con la partecipazione di circa 700 mila persone.

La predisposizione del dispositivo di sicurezza, in relazione agli altri eventi citati, è stata affrontata in due sedute del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica tenutesi l'8 e il 12 giugno scorso, nonché parallelamente nel corso di riunioni tecniche interforze presso la prefettura di Torino. È prevista l'indizione di altre riunioni con il coinvolgimento anche degli organizzatori, per mettere a punto le misure più idonee in relazione alle caratteristiche dei luoghi, alle pianificazioni e predisposizioni già consolidate anche alla luce delle più recenti direttive del capo della polizia. Intendo riferirmi, oltre alla già citata circolare del 23 maggio, alla direttiva generale del 7 giugno scorso contenente indicazioni volte ad affinare ulteriormente il modello di governo e di gestione delle pubbliche manifestazioni, alla luce dell'attuale scenario di allerta derivante dal terrorismo internazionale. La direttiva delinea un modello innovativo di gestione integrata della piazza da adottare anche con il concorso degli operatori di polizia locale, secondo criteri di prevenzione collaborativa. Il modello coniuga, ai fini della individuazione delle migliori strategie operative, le garanzie di safety, intese come dispositivi e misure strutturali a salvaguardia dell'incolumità delle persone, con le garanzie di security, intese come servizi di ordine e sicurezza pubblica; entrambi le garanzie sono da considerare imprescindibili e quindi le manifestazione potranno aver luogo soltanto dopo che sia stata verificata la sussistenza di entrambi questi requisiti. Grazie, Presidente.

Replica

Grazie, sottosegretario. Io apprezzo che lei sia venuto qua oggi a risponderci. Mi permetta di fare alcune considerazioni di dissenso rispetto a quello che lei ci è venuto a dire.

In primo luogo, con tutto il rispetto per il Parco Dora, è in piazza San Carlo che si vedono le partite e nel 2015 i due maxi schermi erano nella piazza. Questo fa la differenza tra come è stato organizzato questa volta l'evento e come fu organizzato nel 2015, perché se lo si mette soltanto in un punto della piazza è ovvio che si crea l'imbuto, se si mettono due maxischermi si ha la possibilità di accedere e fluire nella piazza da due punti. Questa è la prima cosa che mi viene da dire, quando si dice che anche questa volta abbiamo due maxi schermi. Anche il numero di persone che sono andate da una parte all'altra dimostra che per tutti la piazza centrale è quella che si viene vedere, i turisti che sono venuti per vedere la partita sono venuti in piazza San Carlo, perché storicamente si va lì.

Lei ha dato delle date che a me fanno abbastanza tremare i polsi, perché lei ci ha detto che un incontro tecnico è stato fatto il 1° giugno. Poi, quando lei ha concluso, ha raccontato che già dal giorno dopo la tragedia il Comitato per l'ordine e la sicurezza, che non è stato realizzato per questo evento, ha previsto la pianificazione degli eventi futuri. Ecco, sicuramente dagli errori si impara, però, vede, sta lì il punto nevralgico: è stata sottovalutata l'organizzazione dell'evento. Io capisco che, in fondo, era solo una partita di calcio e quindi uno non immagina che possa succedere questo, ma siamo in un mondo dove, se si va al supermercato, si rischia di avere un pazzo che decide di farsi esplodere, quindi noi dobbiamo essere previdenti e francamente dal 1° di giugno al 3 non c'è abbastanza tempo per organizzare nel dettaglio gli eventi.

Lei dice giustamente che c'è stato un divieto di introdurre bevande alcoliche in bottiglie di vetro. Allora mi verrebbe da chiedere queste bottiglie da dove sono arrivate, posto che c'è stato un controllo degli zainetti e sono stati tolti dai soggetti a cui probabilmente erano in possesso. Se ai bar è stato fatto divieto di vendere sostanze alcoliche in bottiglie di vetro, queste bottiglie da qualche parte devono essere arrivate. Possiamo dire, dalle testimonianze che sono state individuate, che sono state fatte da venditori ambulanti e quindi, ancora una volta, la sicurezza ha fatto delle falle, perché queste persone si sono introdotte nel quadrato dove c'erano le persone e qualcuno li ha fatti entrare, a meno che non siano spuntati come i funghi da chissà dove. Quindi, se tutto ha funzionato come lei ci è venuto a dire, queste persone come sono potute entrare?

L'altra cosa che mi fa veramente specie, soprattutto per il periodo in cui stiamo vivendo, è che il parcheggio di piazza San Carlo fosse inibito alle persone, ma non alle vetture. Come lei sa l'ingresso delle vetture è molto lontano rispetto alla piazza, quindi, mi viene da dire, il piano antiterrorismo ha funzionato perché non c'è stato un attacco terroristico, per fortuna, perché altrimenti ben altre sarebbero state le conseguenze.

La nostra è una città abituata a vivere periodi bui; noi abbiamo vissuto, come tutta l'Italia, ma Torino ne è stata pesantemente colpita, gli anni del terrorismo e non è una città che si lascia impressionare facilmente e ha anche un senso delle istituzioni molto profondo. Il Partito Democratico, a differenza di altre forze politiche, non ha chiesto le dimissioni della sindaca, perché - ripeto - non si fa sciacallaggio politico; tra noi e la sindaca ci divide tutto noi, ma noi pretendiamo solamente delle risposte. Queste risposte oggi non sono venute.

Io capisco che ci sono delle indagini che devono essere ancora affrontate, però, vede, il giorno dopo sindaco, prefetto e questore hanno rilasciato, secondo me, improvvide dichiarazione alla stampa. Posso sempre capire, c'era l'ansia, c'era il dispiacere che una serata fosse andata male, quindi posso anche mettermi nell'animo umano delle persone che si sentivano sotto accusa, però sono state dette frasi inappropriate. La sindaca ha dato colpa a Torino Turismo, l'organizzatore dell'evento, come se non fosse lei la responsabile politica di fare determinate ordinanze. Nel 2015 l'ordinanza antivetro c'era e questo è un evento straordinario, 30 mila persone in una piazza non è l'ordinarietà. Tra l'altro, anche sui fumogeni, se lei vede le fotografie 2015-2017 come sono state giustamente affrontate dalla stampa, i fumogeni in mezzo alla piazza ci sono ed è vero che non è luogo dove gli ultras che sono sottoposti a DASPO possono essere impediti di andare, dopodiché un controllo sugli ultras forse doveva essere fatto in maniera più approfondita, perché comunque era un luogo pubblico dove tanta gente si concentrava e ci mancava ancora che gli ultras creassero dei problemi.

Però, detto questo, la Sindaca ha dato colpa all'organizzatore dell'evento, il prefetto ha detto che il piano antiterrorismo aveva funzionato e il questore che l'ordinanza sulle bottiglie era incostituzionale.

Ora, noi abbiamo bisogno di organi dello Stato che siano efficienti, soprattutto laddove abbiamo amministratori giovani, di prima esperienza, che probabilmente non riescono ad arrivare profondamente nella conoscenza di come si amministra una macchina amministrativa. E queste frasi urtano la sensibilità e il buonsenso di noi cittadini, prima ancora di noi rappresentanti della politica. Perché io posso dire a una persona di andare tranquillamente in piazza, se sa che io, Stato, ho pensato, io, alla sua sicurezza.

Guardi, le faccio un esempio: nel 2015, alla finale di Coppa dei campioni a Berlino, si poteva entrare con lo zaino; nel 2017, a Cardiff, gli zaini sono stati lasciati negli autobus, perché le persone dovevano andare senza orpelli. Ciò perché dal 2015 al 2017 è cambiato il mondo: una settimana prima, a Manchester c'era stato un attentato a un concerto di Ariana Grande, con un attentatore che si era fatto esplodere con materiale esplosivo sullo zaino. Questo non vuol dire che le persone non devono più andare agli eventi, solo qualche giorno fa, a Imola e a Bari, ci sono stati due grandissimi concerti, con 40 mila e 90 mila persone e, vivaddio, gli italiani sono più saggi di quanto li descriviamo, ma sono andati lì perché c'erano delle misure di sicurezza straordinarie, che qua non sono avvenute.

Allora, noi del Partito Democratico continueremo a fare questa domanda: chi ha sbagliato? Ma non perché deve essere fucilato in pubblica piazza, come sarebbe avvenuto se fosse stato un rappresentante del PD ad aver sbagliato, perché noi il senso delle istituzioni lo manteniamo sempre, quando governiamo e quando siamo all'opposizione, ma perché lo dobbiamo alle persone che sono state lì, alle persone che volevano festeggiare e già si sono viste la squadra perdere e poi si sono viste travolgere da un'onda umana, senza che qualcuno abbia chiesto scusa. Abbiamo sbagliato: questo è il senso delle istituzioni che noi vogliamo da lei e dall'Amministrazione, che in questo momento, anche se non abbiamo votato, ci rappresenta. Allora le faremo di nuovo questa domanda, sottosegretario.

Io, tra l'altro, le voglio molto bene e, quindi, mi spiace dover essere dura con lei vicino, perché ci unisce un'affettuosa amicizia, ma, mi spiace, io oggi voglio sapere chi ha sbagliato e io da questa sua ricostruzione non l'ho capito. Ho capito che qualcosa non è andato, perché, se fosse successo tutto quello che c'è scritto, non sarebbe avvenuto questo. I soccorsi erano pochi e messi in un punto sbagliato della piazza, ma questo è avvenuto perché, di nuovo, è stato fatto un sopralluogo la mattina. La mattina dell'evento! Come si può organizzare la mattina dell'evento - 47 mila persone, che poi sono diventate 40 mila e per fortuna erano 30 mila? Per cui noi da questi banchi continueremo a chiedere una cosa al Governo e all'Amministrazione: chi ha sbagliato, paghi.