02/05/2017
Lia Quartapelle
Zampa, Amato, Becattini, Beni, Stella Bianchi, Blazina, Boccadutri, Paola Boldrini, Braga, Paola Bragantini, Bruno Bossio, Capone, Capozzolo, Carnevali, Carrozza, Cassano, Causi, Coccia, Cominelli, Coppola, Culotta, Marco Di Maio, Gianni Farina, Fedi, Cinzia Maria Fontana, Fregolent, Garavini, Gasparini, Ghizzoni, Giuliani, Gnecchi, Gribaudo, Giuseppe Guerini, Incerti, La Marca, Lodolini, Patrizia Maestri, Manzi, Mariani, Minnucci, Miotto, Morani, Moretto, Nicoletti, Parrini, Patriarca, Peluffo, Pes, Petrini, Prina, Realacci, Rocchi, Romanini, Rostellato, Rubinato, Tacconi, Taricco, Tidei, Vazio, Vico, Giampaolo Galli, Lavagno, Gadda, Manfredi, Carella, Albanella, Arlotti, Senaldi, Sereni
2-01781

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
   la gravità della situazione umanitaria nel golfo di Sicilia persiste: secondo quanto riportato dall'UNHCR, il 2016 è stato l'anno record per il numero di vittime nella traversata del Mediterraneo. Dai 3.771 morti e dispersi nel 2015, si è passati agli oltre cinquemila del 2016. La situazione risulta ancora più grave se si esamina la rotta del Mediterraneo centrale, ossia quella che mette in comunicazione il Nord Africa con il nostro Paese. In questo caso si passa dai 2.913 decessi del 2015 ai 4.527 del 2016, mentre è di 1.002 il numero di decessi dall'inizio del 2017;
   questi dati testimoniano ciò che numerosi esperti ed osservatori internazionali, tra cui la portavoce dell'UNHCR in Italia Carlotta Sami, non esitano a definire come una «crisi umanitaria senza precedenti». Questa crisi richiede la continuazione e il rafforzamento di tutte le operazioni e dei programmi di ricerca e salvataggio;
   nel solo 2016, sono stati tratti in salvo e portati in sicurezza in Italia un totale di 181.436 migranti; tra questi, la maggior parte sono stati tratti in salvo dalla Guardia costiera, dalla Marina italiana e dalle navi di Frontex (85.575), mentre 49.796 sono stati soccorsi dalle imbarcazioni delle organizzazioni non governative (Ong) coinvolte nelle operazioni di Search&Rescue;
   il lavoro degli operatori di soccorso e gli sforzi combinati delle Ong nel Mediterraneo centrale sono quindi essenziali per salvare decine di migliaia di vite umane. Ciononostante, è stata data una lettura parziale di queste operazioni, ipotizzando che i trafficanti che operano in Libia stiano approfittando dell'obbligo internazionale di salvare vite in mare per aumentare il traffico e i relativi introiti;
   tale lettura che identifica nei programmi di ricerca e salvataggio un «fattore di attrazione che incita la migrazione» è stata respinta tra gli altri dal capo dell'ufficio di coordinamento per il Mediterraneo dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM), Federico Soda, il quale ha ricordato che le stesse osservazioni furono fatte all'avvio dell'Operazione Mare Nostrum, ma che nei fatti, quando l'Operazione venne portata a termine senza essere sostituita da altre missioni di salvataggio, fu registrato un aumento delle partenze dei migranti dalla Libia e conseguentemente un aumento delle morti in mare;
   alla fine di marzo 2017, in una sede politica, ossia nel quadro di un'audizione al Comitato di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, il procurato capo di Catania Carmelo Zuccaro confermava l'apertura di una «indagine» sulle Ong che partecipano nel canale di Sicilia, dichiarando di volere appurare da un lato se le modalità operative delle navi umanitarie finiscano con il favorire i trafficanti e dall'altro le fonti di finanziamento di alcune Ong;
   in recenti dichiarazioni rilasciate ad alcuni organi di stampa, il procuratore Zuccaro ha dichiarato che «a mio avviso alcune ONG potrebbero forse essere finanziate dai trafficanti» trovandosi poi a dover precisare di avere raccolto «materiale probatorio non utilizzabile giudiziariamente». Ciò ha indotto il vice presidente del Consigliò superiore della magistratura, Giovanni Legnini, ad annunciare l'opportunità di attivare un accertamento sulle modalità con cui il procuratore capo di Catania sta gestendo l'indagine sulla presunta collusione tra alcune Ong e i trafficanti di esseri umani;
   in un momento in cui l'attenzione mediatica è concentrata sul tema, anche le dichiarazioni di alcuni esponenti politici hanno contribuito a gettare un'ombra sulla genuinità dell'operato delle Ong impegnate nelle attività di Search & Rescue nel Golfo di Sicilia, rischiando di compromettere la capacità di risposta alla sfida umanitaria, senza contribuire in alcun modo alla sfida fondamentale del contrasto ai trafficanti di esseri umani;
   il Coordinamento di iniziative popolari di solidarietà internazionale (CIPSI), l'Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione (AOI) e altre reti di Ong italiane hanno espresso indignazione e condanna in merito alle gravi dichiarazioni e accuse nei confronti delle organizzazioni umanitarie che soccorrono in mare i naufraghi provenienti dalle coste libiche, vittime dei trafficanti;
   in relazione alla questione è intervenuto in sede parlamentare anche il Ministro dell'interno Marco Minniti che, in risposta all'interrogazione n. 3-02977, ha ricordato che «le attività di ricerca e soccorso non possono prescindere dal rispetto del principio fondamentale della salvaguardia della vita umana», sottolineando l'esigenza di «evitare generalizzazioni e i giudizi affrettati» e attenendosi quindi ad una rigorosa valutazione degli atti delle indagini ancora in corso da parte della procura della Repubblica di Catania, nonché del Comitato parlamentare Schengen e della Commissione difesa del Senato, che stanno svolgendo attività di indagine sull'impatto delle attività delle organizzazioni non governative e sui flussi migratori; posizioni analoghe sono state espresse dal Ministro della giustizia Andrea Orlando, dal segretario del Partito Democratico Matteo Renzi e anche dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che ha sottolineato come l'attività delle organizzazioni di volontariato sia da considerarsi «preziosa e benvenuta» per salvare vite in mare;
   diverso è sembrato l'orientamento del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale che ha dichiarato alla stampa di dare «cento per cento di ragione al procuratore Zuccaro perché ha posto una questione vera. Tutti coloro i quali devono sapere sanno che questo rischio c’è»;
   il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale fornisce contributi per lo svolgimento di attività di cooperazione promosse dalle Ong e cura l'elenco delle Ong riconosciute idonee ai sensi della legge 11 agosto 2014, n. 125, ed è pertanto il Ministero che lavora più direttamente con le Ong italiane e internazionali –:
   quali siano gli elementi che inducono il Ministro interrogato a esporre il Governo italiano in merito a una vicenda che è oggetto di un'indagine giudiziaria in corso, mettendo in dubbio la genuinità e la legittimità delle operazioni di salvataggio in mare di migliaia di migranti effettuate da alcune organizzazioni non governative
in stretta collaborazione con la Guardia costiera, la Marina italiana e Frontex. 

 

Seduta del 5 maggio 2017

Illustra e replica Lia Quartapelle, risponde Mario Giro, Vice Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale

Illustrazione

Grazie Presidente. Io, oggi, vorrei affrontare una questione, che sta a cuore non solo a me ma a più di settanta colleghi parlamentari del Partito Democratico, che hanno sottoscritto questo atto; quindi, una grossa parte del gruppo del nostro partito. È una questione sollevata per prima dal procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, che, in un'audizione al Comitato Schengen alla Camera, ha ventilato che ci sia la possibilità che tra alcune delle organizzazioni non governative che salvano le vite nel canale di Sicilia possano esserci legami con gli scafisti, che invece trafficano persone dalla costa libica.

La questione, poi, è stata ovviamente ripresa da esponenti politici, a partire dal Vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, che ha definito in modo, a mio giudizio, vergognoso le ONG “taxi del mare”, facendo una generalizzazione, strumentalizzandola per ragioni meramente elettorali, e ha animato e sta animando il dibattito politico italiano ormai da qualche settimana.

In questa questione ci sono alcuni fatti e alcune opinioni. Io inizierei dai fatti, perché le parole che sono stato usate sono parole molto pesanti e, siccome si tratta di organizzazioni che fanno un lavoro prezioso, è giusto iniziare dai fatti.

In primo luogo, inizierei dalla gravità della situazione nel Golfo di Sicilia. Nonostante le operazioni navali della Marina militare italiana, della nostra Guardia costiera, della missione Eunavfor-Med e di alcune organizzazioni governative, che hanno mandato di ricerca e soccorso, il 2016 è stato l'anno con più vittime nella traversata del Mediterraneo. Sono state oltre 4.500 le persone morte nel 2016 e nel 2017 le vittime sono state più di mille, 1.002 per la precisione, di cui più di 150 bambini. Le operazioni di salvataggio nel 2016 hanno permesso di portare in salvo più di 180.000 persone, 49.000 delle quali sono state portate in salvo dalle operazione delle ONG, il resto sono state portate in salvo dalle operazioni della Marina militare italiana, della Guardia costiera, da Eunavfor-Med. Va detto che le operazioni delle ONG avvengono sempre in stretto coordinamento con le autorità navali italiane, come testimoniato, in audizione in Commissione difesa al Senato, sia da responsabili di Medici senza frontiere che dal capo della Guardia costiera italiana.

Senza queste operazioni - va detto e va chiarito - non diminuirebbero le partenze, ma le morti aumenterebbero. Questo è quello che è successo, quando è stata interrotta l'operazione Mare Nostrum, che già all'epoca venne accusata, esattamente come sono accusate oggi le ONG, di funzionare come un fattore di attrazione delle migrazioni. Mare Nostrum venne accusata da Frontex, che è una delle organizzazioni che in questo momento sta diffondendo informazioni contrastanti sul ruolo che le ONG giocano nel Mediterraneo.

Si può dire, quindi, che quella nel Golfo di Sicilia è una crisi senza precedenti, non ci sono altri luoghi nel mondo, se si esclude forse il conflitto siriano, in cui muoiano in un giorno solo o in una ripetizione di giorni così tante persone come accade, purtroppo, ancora, a volte, nel Golfo di Sicilia. Questa crisi umanitaria senza precedenti richiede la continuazione delle operazioni di salvataggio, che, appunto, sono operazioni assolutamente necessarie per provare a contenere le morti.

Ora passo alle opinioni e le opinioni, purtroppo, sono quelle del procuratore Zuccaro, che ha detto agli organi di stampa che, a suo avviso, potrebbero esistere legami tra ONG e scafisti, ma di non avere assolutamente prove utilizzabili in sede giudiziaria, suggerendo quindi che potesse esserci nelle sue mani del materiale proveniente da dossier di servizi segreti.

Io, le dichiarazioni del procuratore Zuccaro, le qualifico come opinioni, perché sono state poi smentite da altre dichiarazioni, tenute in altre audizioni parlamentari da altri esponenti della magistratura, e poi anche dall'ammiraglio Credendino, dal capo della Guardia costiera.

Prima di tutto, il procuratore capo di Siracusa ha detto che non esistono prove di legami obliqui o inquinati tra le ONG e gli scafisti, mentre il presidente del Copasir, il senatore Stucchi, senatore della Lega Nord, ha dichiarato che non esistono dossier dei servizi segreti italiani sui rapporti tra ONG e scafisti. Le opinioni di Zuccaro si scontrano anche con la testimonianza dell'ammiraglio Credendino e con il capo delle Capitanerie di porto, l'ammiraglio Melone, che ieri, in audizione, ha detto che non c'è una responsabilità chiara della Libia sulle proprie acque territoriali e ha definito, quindi, un buco nero quello che sono le acque territoriali libiche, quello che avviene oltre le acque territoriali italiane; ha detto che è necessario che ogni nave in mare sia responsabilizzata a soccorrere e salvare e che le operazioni della Marina militare italiana, della Guardia costiera italiana, di Eunavfor-Med non sono abbastanza, che servono più risorse e che le ONG certamente danno un aiuto in questo senso.

Alle opinioni di Zuccaro ha risposto la politica, purtroppo in alcuni casi, perché ci sono state le dichiarazioni di Di Maio, che sono state, appunto, dichiarazioni drammatiche - devo dire -, perché hanno creato una generalizzazione e una confusione senza precedenti. Poi ci sono state alcune dichiarazioni puntuali e utili da parte del Governo. I Ministri Orlando e Minniti hanno invitato ad evitare pericolose generalizzazioni, che non servono ad appurare la verità; il Ministro Orlando ha chiesto che Zuccaro parli attraverso l'utilizzo di dati e di prove in giudizio e da più parti, a partire dal Presidente del Consiglio Gentiloni, è arrivato il riconoscimento del lavoro dei tanti volontari che si adoperano per salvare le vite in mare.

In questo panorama, devo dire che ci sono state delle dichiarazioni abbastanza contrastanti del Ministro Alfano, il quale si è detto sostanzialmente al cento per cento d'accordo con quanto affermato dal procuratore Zuccaro. Al netto del fatto che le dichiarazioni del procuratore Zuccaro sono un po' cambiate, tra la prima audizione alla Camera e l'ultima audizione al Senato, la nostra interpellanza ha l'obiettivo di capire se il Ministero degli esteri, che è il Ministero che ha a che fare di più con le ONG, per quanto contenuto nella legge n. 125, abbia degli elementi in più per far dire al Ministro Alfano di essere al cento per cento d'accordo con il procuratore Zuccaro. Grazie.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Credo, innanzitutto, che il dibattito di questi giorni sulle notizie circa i presunti legami fra alcune ONG e i trafficanti di uomini non debba farci perdere di vista il principale obiettivo del Governo: stabilizzare la Libia, gestire l'emigrazione insieme ai nostri partner africani, per mettere un argine ai flussi, contrastare il traffico di esseri umani. Vogliamo rispondere alle esigenze del nostro Paese di avere attorno a sé uno scenario di maggior sicurezza, che corrisponde tra l'altro anche a quello della Libia, spegnendo le tensioni, contribuendo a concrete prospettive di pace nel Mediterraneo centrale ed orientale, contrastando ogni estremismo e combattendo senza tregua il terrorismo.

Come più volte affermato sia dal Premier Gentiloni che dal Ministro Alfano, stiamo mettendo in campo una serie complessa di misure, allo scopo di gestire al meglio i flussi, trattenere nei Paesi di origine i migranti, dando loro prospettive, contrastare e stroncare il traffico di essere umani. In Libia siamo impegnati in accordi, sia a nord che a sud, con il Governo di Al Sarraj e con le tribù del sud libico, allo scopo di contrastare le milizie che trafficano in esseri umani; con il Niger e altri Paesi di transito, per sostenerli nel controllo delle loro frontiere; con i Paesi di origine, per favorire i rimpatri volontari assistiti e il trattenimento delle partenze. A quest'ultimo scopo, ricordo lo strumento di investimenti europeo, External Investment Plan, voluto dall'Italia, che sarà il vero game changer, permettendo di investire in maniera cospicua in Africa laddove la cooperazione non è sufficiente a creare le condizioni per lo sviluppo.

Per riprendere ancora le parole del Ministro Alfano siamo “campioni del mondo” nel salvataggio di vite nel Mediterraneo e di accoglienza a chi scappa da guerre, fame, persecuzioni. Ogni vita umana che si salva è sempre un risultato per l'umanità intera. Siamo un Paese che non ha dovuto rinunciare a solidarietà e sicurezza, perché solidarietà e sicurezza possono camminare insieme, restare umani e assieme fermare i traffici. Per raggiungere tale obiettivo, la cooperazione allo sviluppo è uno strumento strategico, come il Ministro Alfano ha sottolineato in un incontro tenutosi alla Farnesina lo scorso 8 febbraio, proprio ai rappresentanti delle tre maggiori reti italiane delle ONG. In quest'ottica e in tale contesto vanno lette le recenti affermazioni del Ministro citate dall'onorevole interpellante. Il Ministro Alfano ha, infatti, ben scandito che, lo cito: “Il procuratore Zuccaro non ha generalizzato, non ha accusato genericamente tutte le ONG né ha inteso criticare l'impegno di salvataggio che resta un nostro vanto nazionale”. Ha posto semplicemente un problema di opportunità sulla base degli elementi sin qui emersi e, lo cito: “è per questo che l'indagine merita di essere portata in fondo, senza rovinarla con la polemica politica”. Il Ministro Alfano desidera offrire sostegno al bisogno di verità che potrebbe derivare dall'inchiesta di alcune procure, tra cui quella di Catania, sulla base di notizie riferite da Frontex. Lo stesso Vice presidente del CSM ha assicurato ieri ogni sostegno possibile, perché le indagini possano svolgersi con la massima efficacia e celerità.

Come molti altri, tra cui anche il Ministro della giustizia, Andrea Orlando, il Ministro Alfano auspica che tali indagini si “concludano presto”, senza strumentalizzazioni né nessun tipo di generalizzazioni. È emersa, in altre parole, come ribadito dal Ministro Alfano, lo cito: “la necessità di alcuni approfondimenti”. Il Ministro crede che sia interesse di tutti che eventuali azioni illecite vengano fermate; è sempre interesse di ordine generale che la legge sia rispettata anche per preservare l'attività delle stesse ONG che svolgono, come ancora ha detto ieri il Premier Gentiloni, un'opera preziosa in questo come in altri campi.

Replica

Ringrazio molto il viceministro Giro per le puntualizzazioni che, davvero, danno un'idea più complessiva degli interventi dell'Italia sul tema delle migrazioni. Credo, in primo luogo, che se c'è qualcosa da indagare lo si debba fare bene e presto, senza generalizzazioni e senza dare cifre e numeri che allargano una questione che può probabilmente riguardare una operazione, qualche caso isolato, ci auguriamo di no, ma può essere. Credo che arrivare alla verità il prima possibile sia il primario interesse non solo dei cittadini italiani, ma proprio di quegli operatori che, tutti i giorni, lavorano con grande fatica, grande sacrificio e anche straordinaria generosità in mare per salvare le persone; credo che a loro, per primi, noi dobbiamo la verità, il prima possibile, e, quindi, mi associo alle richieste che sono venute da più parti, affinché le indagini, se hanno bisogno di più risorse, effettivamente, le abbiano, ma si concludano, in particolare, il prima possibile.

Dico però, per suo tramite, al Ministro Alfano, che, purtroppo, non è presente oggi, che su questi temi, sul tema, in particolare, della gestione delle migrazioni, non servono opinioni, ma servono fatti. Quelli che lei ha evidenziato sono, effettivamente, dei fatti, che l'Italia fa da molti anni, in alcuni casi essendo anche precursore di un'azione europea, in particolare nei confronti del continente africano, e sono i fatti che, in questo caso, spazzano via la demagogia. Su un tema serio, come il tema, appunto, della gestione delle migrazioni, dei viaggi, della sicurezza di chi lavora in mare e di chi cerca di attraversare il mare, appunto, non serve fare della polemica politica, serve esserci, con trasparenza, con buone intenzioni, con i mezzi necessari. Capisco, in un certo senso, l'uso politico che delle dichiarazioni del procuratore Zuccaro ha fatto il MoVimento 5 Stelle alla ricerca di qualche voto in più, probabilmente, da strappare alla Lega; ho più difficoltà a capirlo se un discorso di questo tipo viene fatto da forze che stanno al Governo e, quindi, ringrazio per il chiarimento rispetto alla posizione del Ministro, perché il risultato della campagna di screditamento delle ONG di questi giorni, che ormai è diventata quasi una campagna d'odio, lo abbiamo visto, purtroppo, tragicamente, ieri, nell'assalto da parte di Forza Nuova alla sede dell'Organizzazione mondiale delle migrazioni e lo abbiamo visto nella preoccupazione che alcune ONG hanno mostrato sul tema delle donazioni.

Sono più di 400.000 i cittadini italiani che, ogni anno, affidano una parte di risorse, anche piccola, piccole donazioni, perché le ONG possano lavorare e alcune ONG in questi giorni hanno detto che queste donazioni rischiano di decrescere, come conseguenza della sfiducia generata dal dibattito politico di questi giorni e abbiamo visto, in particolare, alcune ONG che proprio in questi giorni si sono riunite per rafforzare i presidi di sicurezza nei progetti che hanno di accoglienza in Italia. Noi non possiamo permettere che alcune dichiarazioni incaute della politica mettano in discussione il tanto capitale di solidarietà e di impegno che c'è in Italia e all'estero per opera di tutti coloro che lavorano in questo settore, che è un settore fondamentale della cooperazione ed è un settore fondamentale per la nostra risposta ai grandi temi e alle grandi sfide globali. Quindi, ringrazio, davvero, per il chiarimento che mi sembra doveroso soprattutto fatto in una sede istituzionale.