19/05/2020
Nicola Pellicani
Rotta, Dal Moro, De Menech, Zan, Zardini»
2-00804

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   il 15 maggio 2020, all'improvviso, è scoppiato un grave incendio nell'impianto della 3V Sigma, industria chimica di Marghera che produce tra l'altro vernici, solventi, sbiancanti; l'incendio, di dimensioni gigantesche, ha provocato con immediatezza una nube nera visibile in tutto il territorio veneziano;

   due risultano essere i feriti gravi dell'incendio, ricoverati per ustioni a Verona e a Padova;

   la Sigma avrebbe confermato le ipotesi del Nucleo investigativo antincendio territoriale di un incidente durante la fase di saldatura di una condotta di un serbatoio, in una zona che più volte era finita nel mirino dei sindacati per la scarsa sicurezza del luogo;

   il sistema istituzionale di comunicazione dell'emergenza alla popolazione è stato purtroppo tardivo e la città è rimasta con il fiato sospeso per ore, con l'invito in via prudenziale a restare a casa e chiudere porte e finestre a causa dei fumi tossici che si stavano sprigionando dall'incendio di materiale chimico altamente inquinante;

   l'incendio è stato domato solo dopo lunghe ore grazie all'intervento di 8 squadre a terra dei Vigili del fuoco e il nucleo Nbcr (Nucleare biologico chimico radiologico) accorse sul luogo, e ad una pioggia che ha favorito le operazioni di spegnimento, mentre fino al tardo pomeriggio di domenica i vigili del fuoco erano ancora alle prese con i focolai minori che hanno continuato ad avvolgere l'impianto chimico;

   la procura di Venezia ha aperto un fascicolo in attesa di documentazione fotografica e delle relazioni ambientali per capire eventuali sversamenti nel suolo e nelle acque e danni derivanti dai roghi;

   in attesa di individuare le responsabilità del disastro è l'ecosistema circostante a registrare le prime e pesantissime ricadute. Dai primi dati raccolti, l'Arpav ha stabilito che l'incendio ha provocato un innalzamento enorme dei livelli di inquinamento all'interno dello stabilimento della 3V Sigma (in particolare le percentuali di acetone erano 244 volte sopra i limiti di soglia) con ricadute fino a 5 chilometri di distanza e in centro storico a Venezia;

   l'utilizzo massiccio di acqua per spegnere le fiamme ha in parte raggiunto il canale e la laguna, provocando la morte di centinaia di pesci e danni all'ecosistema, creando molta preoccupazione nei cittadini; in particolare, si teme che le ricadute tossiche sviluppatesi in seguito all'incendio non fossero circoscritte come si diceva inizialmente a 5 chilometri dal luogo. Dall'Isola di Sant'Erasmo gli agricoltori hanno infatti lamentato una ricaduta di «sostanze nerastre» presenti nelle coltivazioni. In attesa dei rilievi resta da capire quali comportamenti adottare anche per quanto riguarda eventuali allevamenti e la pesca;

   la 3V Sigma era già stata al centro di polemiche molto gravi, anche con la presentazione di un esposto al prefetto; l'azienda chimica era stata infatti al centro delle accuse dei sindacati, che lamentavano la scarsa attenzione in materia di sicurezza sul lavoro; erano stati evidenziati orari di lavoro in grave eccedenza e turni di riposo saltati, a causa di una carenza di organico; era inoltre denunciata la mancanza di una seria attenzione alla prevenzione incendi e ai relativi impianti e la irregolarità degli stoccaggi, nonché l'inesistenza di un programma strutturato di addestramento del personale con corsi antincendio;

   inoltre, pur essendo inserita in un'area a rischio di incidente rilevante soggetta alle direttive Seveso, 3V Sigma non ha mai sottoscritto il protocollo di adesione al Sistema integrato per il monitoraggio ambientale e la gestione delle emergenze (Simage) che fa capo all'Arpav e coinvolge la rete di monitoraggio dell'Ente zona industriale di Porto Marghera;

   per tali motivi i sindacati hanno parlato di un «disastro annunciato»;

   la complessa situazione venutasi a creare richiama una pesante eredità di Porto Marghera che oggi deve evolvere verso una riconversione all'altezza della competitività globale; nell'area di Porto Marghera ci sono impianti abbandonati e terreni inquinati, poi ci sono esempi di innovazione come la bioraffineria Eni ed infine una serie di realtà minori, tra cui si può ricomprendere 3V Sigma, che lottano per essere competitive sui mercati. Per far evolvere questa situazione serve una regia nazionale che investa e rilanci un settore strategico come la chimica, mediante una politica di sviluppo in chiave green new deal –:

   quali iniziative i Ministri interpellati intendano immediatamente adottare, per quanto di competenza, per individuare le cause del gravissimo incendio presso lo stabilimento della 3V Sigma, attivandosi con tutti gli organi competenti direttamente e/o indirettamente responsabili per far piena luce sull'accaduto, anche al fine di garantire l'adozione, non più rinviabile, di un protocollo di sicurezza per lavoratori e cittadini per tutta l'area industriale di Marghera;

   quali urgenti iniziative si intendano porre in essere al fine di accertare ricadute ed effetti sulla salute della popolazione nonché sull'ambiente e sull'ecosistema marino e terrestre, della gravissima esplosione, anche considerando i gravi problemi ambientali che già gravano sulla laguna di Venezia, il diffuso inquinamento dell'aria e delle acque;

   quali iniziative di monitoraggio si intendano avviare con la dovuta urgenza per verificare quali pericoli tuttora esistano per la salute dei cittadini e dell'ambiente, anche al fine di assumere ogni opportuno provvedimento teso a ridurne portata e gravità, nel breve come nel lungo periodo;

   quali urgenti iniziative si intendano porre in essere per garantire a tutti i lavoratori impiegati negli impianti dell'area, particolarmente a rischio, adeguate forme di tutela della sicurezza sui luoghi di lavoro, che deve essere altresì implementata adeguatamente con controlli continui e verifiche adeguate;

   se i Ministri interpellati intendano affrontare, di intesa, il non più eludibile tema di garantire una politica di sviluppo in chiave green new deal per l'area, capace di coniugare sicurezza per i lavoratori e per la salute della popolazione, innovazione tesa al minor impatto sull'ambiente, opportunità di lavoro e sostenibilità ambientale, anche per tutelare un'area di grande complessità sociale, ambientale e territoriale quale quella di Marghera e della Laguna;

   se e quali iniziative di competenza si intendano assumere per ripensare al sistema di allarme per la popolazione, dell'area di Marghera, sottoposta con continuità a gravi rischi, garantendo che tale sistema sia tempestivo e allargato a tutto il territorio potenzialmente a rischio chimico.

Seduta del 22 maggio 2020

Illustrazione e replica di Nicola Pellicani, risposta del governo di Stanislao Di Piazza Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali.

Illustrazione

Sì, grazie, la illustro. Venerdì scorso è esplosa un'industria chimica a porto Marghera, la 3V Sigma, che produce etanolo, metanolo e sbiancanti per cementifici. Due operai, cui va il nostro pensiero, sono rimasti gravemente feriti e sono ricoverati per ustioni negli ospedali di Verona e Padova. C'è da chiedersi anzitutto, signor Presidente, come sia possibile che nel 2020 possa esplodere una fabbrica chimica che opera a poca distanza dal centro abitato ed è situata ai bordi di un ambiente fragile come la laguna di Venezia.

Voglio ringraziare qui i Vigili del fuoco, in quanto il loro intervento è stato decisivo per domare le fiamme impedendo che si propagassero ad altri impianti chimici che insistono nell'area industriale.

Siamo alle solite: Venezia è una città in balia delle emergenze. In centro storico suonano le sirene per l'acqua alta, come lo scorso 12 novembre, quando la marea ha raggiunto quota 187 centimetri e a Marghera le sirene suonano per gli incidenti industriali.

Non ci sono più alibi, il dossier Venezia deve essere una delle priorità del Parlamento e del Governo.

Mi chiedo come sia potuto accadere un incidente industriale di tale gravità, nonostante le reiterate denunce dei lavoratori in tema di sicurezza, in quella fabbrica l'ultima delle quali risale a soli due giorni prima dell'incidente.

Pochi mesi fa era stato presentato un esposto in prefettura e, come tutta risposta, l'azienda aveva denunciato i lavoratori per diffamazione.

Ma ci sono altre questioni poco chiare, signor Presidente. Nonostante la fabbrica sia inserita in un'area a rischio rilevante, soggetta alle direttive Seveso, non ha mai sottoscritto il protocollo per le emergenze SIMAGE, che prevede un sistema di allentamento che fa capo all'ARPAV, che in questo caso è stato il primo a lanciare l'allarme. In ballo c'è, inoltre, il futuro di cinquanta lavoratori e di cinquanta famiglie, che ora si trovano senza lavoro. I cittadini hanno diritto di sapere tutto su questa esplosione: perché è successo? Di chi sono le responsabilità? Quali sostanze sono state sprigionate nell'aria, nei terreni e nell'acqua?

Dai primi dati raccolti dall'ARPAV, l'incendio ha provocato un innalzamento dei livelli di inquinamento all'interno dello stabilimento con le percentuali di acetone ben 244 volte oltre i limiti e con ricadute fino a 5 chilometri di distanza e in centro storico a Venezia.

Dopo l'incidente, inoltre, sono affiorati nell'acqua dei canali industriali centinaia di pesci morti. E, ad oggi, le sostanze inquinanti sono ancora presenti in alcuni canali della lacuna. Gli enti preposti hanno compiuto tutti i controlli previsti dalle normative vigenti sugli impianti? Nel brevissimo periodo, però, servono tutele per i lavoratori e la progettazione di opere di bonifica che interessino l'azienda, per poter assicurare la continuità aziendale e i livelli occupazionali, ma con garanzie precise sula sicurezza degli impianti. In questo senso, mercoledì scorso si è svolto un incontro tra l'azienda e il prefetto di Venezia, Vittorio Zappalorto, per avere chiaro il futuro produttivo della fabbrica, la 3VSigma appunto. Restano molti dubbi sul comportamento tenuto finora dalla società in particolare in riferimento alle molteplici denunce dei lavoratori e sindacati sulle questioni relative alla sicurezza.

Resta, poi, da capire quali saranno le assicurazioni dell'azienda sugli scenari futuri per garantire appunto l'occupazione di cinquanta lavoratori. È evidente che le conseguenze dell'incendio che ha devastato la 3VSigma andranno valutate nel tempo: resta da definire la dinamica dell'incidente, su cui risponderà la magistratura e accertare le responsabilità, ma anche la precisa consistenza dell'impatto ambientale degli inquinanti, le conseguenze su flora e fauna e l'accumulo delle sostanze tossiche nei fondali lagunari, anche in previsione di futuri scavi e smaltimento di fanghi.

Alla luce dell'evento, va inoltre riconsiderato il monitoraggio ambientale di gestione delle emergenze da parte delle aziende dell'area e implementato il sistema di allertamento della popolazione, che ha dimostrato tutte le sue carenze durante l'incidente. L'esplosione di venerdì scorso, con la colonna di fumo nero che ha avvolto l'intera città, compreso il centro storico di Venezia, ci rimanda indietro nel tempo, mostrandoci rischi che ancora comporta l'industria chimica di Porto Marghera e ci inchioda alle nostre responsabilità, anzitutto alla responsabilità delle istituzioni.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Buongiorno, onorevoli deputati, con il presente atto parlamentare, l'onorevole interpellante chiede di conoscere quali siano le iniziative che il Governo intende adottare per accertare le cause e le responsabilità del gravissimo incidente verificatosi il 15 maggio scorso presso lo stabilimento 3VSigma di Marghera e quali siano gli impatti sulla salute della popolazione e le azioni di monitoraggio che il Governo intende porre in essere per la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro.

Preliminarmente mi preme evidenziare che proprio con riferimento all'ultimo dei quesiti sopra espressi viene richiamata l'attenzione su un tema come quello della salute e sicurezza sul lavoro. che questo Governo, fin dal suo insediamento, ha inserito tra le priorità da affrontare. A testimonianza di ciò, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha avviato da tempo un confronto sui temi della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, con l'obiettivo di instaurare un dialogo costruttivo tra i diversi attori coinvolti finalizzato alla individuazione di proposte condivise in ordine al rafforzamento e all'eventuale aggiornamento del quadro di tutele e di misure di prevenzione già disciplinate in maniera organica dal decreto legislativo n. 81 del 2008. Sono stati, inoltre, avviati tavoli tecnici di confronto con le parti sociali anche in vista della ricostituzione della commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro. Dunque, è ferma intenzione del Governo accrescere sempre più i livelli di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori mediante il graduale potenziamento dell'organico tecnico dell'Ispettorato nazionale del lavoro ed anche attraverso un più efficace coordinamento dell'azione di controllo, in particolare tra INL e servizi ispettivi delle aziende sanitarie regionali con particolare riferimento ai settori a più alto rischio infortunistico.

In relazione al gravissimo incidente oggetto dell'odierna interpellanza, mi corre l'obbligo di precisare che gli accertamenti sulla dinamica degli incidenti in cui sono coinvolti i lavoratori che subiscono gravi lesioni o che hanno conseguenze mortali, sono disposti e coordinati dalla procura della Repubblica, che di norma si avvale dei servizi di prevenzione delle ASL, accertamenti e indagine che sono ancora in corso.

Lo stabilimento 3VSigma Spa, sito nel comune di Venezia Porto Marghera, risulta essere, nell'intervento nazionale, uno stabilimento “di soglia superiore” a “rischio di incidente rilevante” ai sensi del decreto legislativo n. 105 del 2015, che detta norme relative al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose, e per questo motivo, oltre a essere sottoposto a verifiche periodiche da parte dei Vigili del fuoco, è tenuto ad adottare un documento denominato Rapporto di sicurezza, da presentare al Comitato tecnico regionale.

Per tali motivi sullo stabilimento in questione è chiamato a vigilare anche l'INAIL che, in qualità di organo tecnico nazionale per l'attuazione, in sinergia con altre amministrazioni, delle misure previste dal citato decreto legislativo n. 150 del 2015, partecipa alle commissioni di sopralluogo al fine di raccogliere evidenze ed elementi che si sostanziano nella predisposizione di un report da inviare anche alla Commissione europea, attività questa che l'INAIL ha assicurato essere attualmente in corso al Ministero che rappresento.

Le verifiche svolte sino ad ora hanno consentito di appurare che entrambi gli operai più gravemente coinvolti erano dipendenti di due ditte esterne che operavano in virtù di contratti di appalto per attività manutentive. Pertanto sono in corso da parte dell'Ispettorato territoriale del lavoro competente accertamenti sulla genuinità di tali appalti, oltre che sulle regolarità dei singoli rapporti di lavoro. Gli accertamenti sulla dinamica dell'incidente e sul rispetto delle norme di sicurezza sono tuttora in corso ad opera del Comando dei Vigili del fuoco del nucleo carabinieri dell'Ispettorato del lavoro di Venezia e del Servizio prevenzione igiene e sicurezza in ambienti di lavoro, che hanno provveduto all'informativa all'autorità giudiziaria.

In merito, quindi, specificamente a fatti e responsabilità potrà essere solo l'organo inquirente a rendere, in esito all'indagine, informazioni puntuali. Mi corre l'obbligo di rendere noto che anche il Comando dei Carabinieri per la tutela della salute, interpellato al riguardo, ha riferito che sull'azienda 3V Sigma Spa è in corso, dal mese di marzo, un'attività ispettiva originata da segnalazioni pervenute da parte di alcune sigle sindacali operanti sul territorio. Ad oggi, dunque, non è ancora possibile fornire una ricostruzione complessiva della dinamica degli eventi che possa soddisfare la richiesta dell'interpellante sulle cause dell'incidente e sui danni all'ambiente. Voglio comunque assicurare che il Governo seguirà con grande attenzione la vicenda, per acquisire un quadro completo utile ad evitare il ripetersi di fatti così gravi, anche al fine di porre rimedio ad eventuali impatti sull'ambiente.

Replica

Grazie, Presidente. L'azione del Governo, fin dal suo insediamento, ha dimostrato grande attenzione per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e per l'ambiente, annunciando anche un Green Deal ancora sempre di là da venire, ma sul quale abbiamo grande aspettativa e che rappresenta ormai una strada obbligata da seguire, che dovrà necessariamente prevedere un investimento significativo per la messa in sicurezza, la bonifica e la riconversione di un'area industriale sterminata di oltre 2 mila ettari, come quella di Porto Marghera, dove persiste ancora una presenza significativa di produzioni chimiche.

Abbiamo, in tal senso, accolto con soddisfazione l'accordo di programma di 102 milioni che consente di riprendere gli interventi per il marginamento della laguna e per impedire agli sversamenti dei veleni nell'acqua. Ora, però, è indispensabile reperire le risorse necessarie per concludere l'opera di conterminazione, altrimenti i lavori fin qui eseguiti, già costati quasi circa un miliardo, saranno stati vani. Ma, all'indomani di un incidente così grave, non è più rinviabile una strategia che punti convintamente sulla green economy, su interventi innovativi, come è stato fatto per la bioraffineria ENI. Non è più rinviabile un piano serio di riconversione industriale, ma, più in generale, è necessario non solo l'interesse di Venezia e di Porto Marghera, ma pensare a una politica industriale adeguata a un Paese del rango dell'Italia. Non è possibile aspettare oltre: bisogna lavorare concretamente al Green Deal che per Venezia e Marghera significa anzitutto investire in modo adeguato, in sicurezza, bonifica e riconversione industriale nel segno dell'economia verde. Quindi io sono fiducioso che il Governo operi in questa direzione e vi auguro buon lavoro.