05/05/2015
Lia Quartapelle Procopio
Raciti, Salvatore Piccolo, Giorgio Piccolo, Zampa, Rampi, Giuditta Pini, Porta, Realacci,Piccoli Nardelli, Preziosi, Scanu, Sereni, Prina, Zanin, Taricco, Rossi, Albanella, Antezza, Ginato, Berlinghieri, Gnecchi, Cuperlo,Cassano, Capone, Patriarca, Beni, Lacquaniti, Garavini, Chaouki, Stella Bianchi, Montroni, Tentori, Marchetti, Mazzoli, Mattiello,Piazzoni, Guerra, Monaco
2-00955

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che: 
ad ottobre 2012 il Governo italiano ha aderito insieme ad altri dieci Paesi membri dell'Unione europea (Austria, Belgio, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia, Spagna) al progetto di cooperazione rafforzata, autorizzata dal Consiglio economia e finanza dell'Unione il 22 gennaio 2013, per l'introduzione di una tassa europea sulle transazioni finanziarie; 
la tassazione delle transazioni finanziarie (TTF), se efficacemente introdotta negli 11 Paesi dell'Unione europea partecipanti, assicurerebbe il giusto contributo del settore finanziario per programmi di stimolo e di rilancio delle economie, nonché una più giusta parità di trattamento con altri settori produttivi soggetti ad oggi a prelievo fiscale di maggiore entità; garantirebbe la riscossione di un gettito prevedibile permettendo di stabilire politiche di medio-lungo periodo sia per far fronte alle conseguenze sociali della crisi, recuperando risorse per azioni di lotta alla povertà in Italia, sia per sostenere programmi di aiuto allo sviluppo dei Paesi poveri e di contrasto ai cambiamenti climatici a livello internazionale; frenando la speculazione, diminuirebbe l'instabilità dei mercati con ricadute positive anche per le imprese, in termini di minor rischio valutario e minori incertezze sui prezzi delle materie prime; 
il 14 febbraio 2013 la Commissione europea ha presentato una proposta di direttiva COM(2013)71 per delineare il modello di tassa da implementare e tale proposta è da più di due anni oggetto di negoziato tra gli 11 Stati membri aderenti alla procedura di cooperazione rafforzata; 
nel corso dell'ultimo vertice Ecofin sotto la Presidenza italiana, svoltosi il 9 dicembre 2014, i Paesi aderenti alla procedura di cooperazione rafforzata sulla tassazione delle transazioni finanziarie hanno confermato l'impegno di proseguire i lavori negoziali per arrivare alla definizione del modello di tassa entro i primi mesi del 2015; 
un recente studio dell'autorevole German Institute for Economic Research (DIW Berlin) pubblicato a marzo 2015 ha approfondito i profili di gettito fiscale derivanti dalla tassazione delle transazioni finanziarie europea; secondo le conclusioni dello studio una tassa con ampia base imponibile, ovvero applicata alla più ampia gamma di strumenti finanziari (secondo l'impianto della direttiva proposta dalla Commissione europea), con il ricorso al doppio principio di tassazione (di residenza dell'operatore/intermediario e di nazionalità del titolo) e con aliquote dello 0,1 per cento per le azioni e dello 0,01 per cento, per i derivati porterebbe nelle casse dello Stato italiano dai 3 ai 6 miliardi di euro all'anno, risorse vitali che l'Italia potrebbe impiegare sul versante della lotta alla povertà a livello nazionale ed internazionale; 
l'introduzione di un'efficace tassa sulle transazioni finanziarie è sostenuta da un vasto movimento globale ed anche in Italia è attiva la Campagna ZeroZeroCinque che riunisce oltre 50 organizzazioni della società civile, tra cui le principali sigle sindacali, associazioni del terzo settore e ONG di sviluppo; un milione di cittadini hanno sottoscritto la petizione internazionale a sostegno della tassazione delle transazioni finanziarie europea, rivolta agli 11 capi di Stato e di Governo dei Paesi della cooperazione rafforzata –: 
quale sia ad oggi lo specifico posizionamento della delegazione negoziale italiana sul disegno della tassazione delle transazioni finanziarie europea in termini di azioni, obbligazioni e classi di strumenti derivati da includere nella base imponibile, aliquote e principi di tassazione da adottare, inclusione del regime intra-day ed esenzioni per i market-makers, e quale sia lo stato di avanzamento dei lavori negoziali e l'orizzonte temporale per il raggiungimento di un accordo sull'impianto della tassazione delle transazioni finanziarie europea, nonché la disponibilità del team negoziale italiano a promuovere un comune impegno di destinazione del gettito della tassazione delle transazioni finanziarie europea, in parte per le politiche di lotta alla povertà a livello nazionale ed, in parte, per sostenere l'aiuto allo sviluppo ed il contrasto ai cambiamenti climatici a livello internazionale. 

 

Seduta del 22 maggio 2015

Illustra e replica Lia Quartapelle Procopio, risponde PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze

Illustrazione

Grazie, Presidente. L'interpellanza tratta del tema della tassazione sulle transazioni finanziarie. Nel 2012 il Governo italiano ha aderito, insieme ad altri dieci Paesi membri dell'Unione europea, al progetto di cooperazione rafforzata per l'introduzione di una tassa europea. 
L'interpellanza ha l'obiettivo di chiedere quale sia ad oggi lo specifico posizionamento della delegazione nazionale italiana sul disegno della tassazione delle transazioni finanziarie in termini di base imponibile, aliquote e principi di tassazione da adottare; quale sia lo stato di avanzamento dei lavori negoziali e l'orizzonte temporale per il raggiungimento di un accordo, nonché l'orientamento del team negoziale italiano sulla destinazione dei proventi della tassazione, in particolare con riferimento alle politiche nazionali di lotta alla povertà e alle politiche di cooperazione internazionale e di contrasto ai cambiamenti climatici a livello internazionale.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Onorevole Quartapelle Procopio, nel febbraio 2013 la Commissione europea ha adottato, a seguito della richiesta avanzata da undici Stati membri (Austria, Belgio, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna), una proposta di direttiva che attua una cooperazione rafforzata nel settore dell'imposta sulle transazioni finanziarie. Il contesto negoziale si è presentato sin da subito molto complesso, a causa della forte connotazione politica del dossier, della preesistenza di forme di prelievo sulle transazioni finanziarie in alcuni dei Paesi cooperanti e dell'esistenza di rischi di delocalizzazione delle medesime transazioni, potenzialmente acuiti dalla limitata estensione geografica di applicazione dell'imposta. 
In occasione dell'incontro Ecofin del 6 maggio 2014, tutti gli Stati cooperanti, ad eccezione della Slovenia, hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta, con la quale hanno affermato la volontà di raggiungere un accordo politico finalizzato alla creazione di un regime armonizzato di tassazione delle transazioni finanziarie, a partire dal 1o gennaio 2016, dichiarando di voler estendere in maniera progressiva il campo di applicazione dell'imposta, al fine di poterne valutare in itinere gli impatti economici. 
Successivamente, il 27 gennaio 2015, i Ministri di dieci Stati cooperanti, ad eccezione della Grecia, hanno sottoscritto una nuova dichiarazione congiunta, ribadendo l'impegno finalizzato al raggiungimento di un accordo politico che potesse consentire l'applicazione dell'imposta sulle transazioni finanziarie a partire dal 1o gennaio 2016. Nella costruzione dell'imposta, i Ministri hanno, inoltre, espresso la volontà di tenere in debita considerazione il potenziale impatto della stessa sull'economia reale, nonché il rischio di delocalizzazione nel settore finanziario. 
Sulla base degli orientamenti espressi dai Ministri dei Paesi europei cooperanti, i lavori tecnici proseguono a ritmo serrato, al fine di conseguire gli obiettivi temporali indicati nella dichiarazione congiunta e di raggiungere un compromesso conforme allo spirito dell'iniziativa che ha portato all'avvio dei lavori in cooperazione rafforzata. 
Il tema della cooperazione rafforzata nel settore dell'imposta sulle transazioni finanziarie sarà inserito nell'agenda di una delle prossime riunioni dell'Ecofin. L'Italia, che già applica a livello nazionale forme di prelievo sulle transazioni finanziarie, sin dalla presentazione della proposta di direttiva ha assunto un ruolo attivo, sia per quanto riguarda la discussione sui tavoli tecnici, sia dal punto di vista politico. 
Nel corso del semestre di Presidenza del Consiglio dell'Unione europea, pur essendosi modificato il suo ruolo istituzionale, ha continuato ad attribuire grande importanza al dossier in esame, lavorando all'individuazione di possibili soluzioni di compromesso in coordinamento con le istituzioni dell'Unione interessate. In linea con le indicazioni politiche più volte espresse dai Ministri in sede Ecofin, la delegazione italiana supporta la costruzione di un modello di imposta che possa avere, anche a seguito di progressive estensioni, un campo di applicazione appropriato, scongiurando, tuttavia, potenziali impatti negativi sul funzionamento del mercato finanziario e sull'economia reale. 
Infine, in merito alla destinazione del gettito dell'imposta in argomento, che, sulla base dell'idea originaria della Commissione, avrebbe dovuto dare vita ad una nuova risorsa propria dell'Unione Europea, occorre precisare che la trattazione di tale argomento nell'ambito dei lavori tecnici appare al momento prematura, in quanto il negoziato è concentrato in questa fase sulla precisa definizione degli elementi strutturali dell'imposta.

Replica

Grazie, Presidente, ringrazio il sottosegretario De Micheli per la risposta, anche se è una risposta parziale, nel senso che, proprio in virtù del ruolo che l'Italia ha assunto su questo dossier, ci aspetteremmo un pochino più di chiarezza, sia sul tema della base imponibile, soprattutto sui prodotti del mercato secondario su cui si intende andare ad applicare la tassazione, sia, in particolare, sugli orientamenti della destinazione del gettito. 
Ricordo, a questo proposito, che la tassazione sulle transazioni finanziarie è sostenuta da una campagna globale che ha raccolto più di un miliardo di firme a sostegno della tassazione. In Italia, in particolare, è attiva una campagna delle organizzazioni non governative e del terzo settore, la campagna Zerozerocinque, che preme con grande forza su questo tema e, in particolare, alcuni esponenti di questo Governo si sono espressi nel corso della loro attività politica a favore della tassazione sulle transazioni finanziarie. 
Sarebbe certamente auspicabile, quindi, giungere ad un più chiaro orientamento italiano sul tema, così come sarebbe auspicabile che il nostro Paese si facesse promotore di una iniziativa sulla valutazione di impatto dell'introduzione della tassazione, che crea certamente una serie di questioni aperte con tutti coloro che ci stanno ragionando e, al tempo stesso, se ci possa essere, da parte del nostro Governo, un orientamento più chiaro sulla destinazione del gettito. Il nostro è un Paese ha fatto una riforma importante sul tema della cooperazione internazionale, è un Paese che a livello internazionale si sta molto spendendo sulla questione del generare risorse addizionali per la cooperazione internazionale, anche attraverso misure di questo tipo, e quindi sarebbe interessante capire se sul gettito della tassazione delle transazioni finanziarie si può fare un ragionamento che tenga conto della leadership espressa dall'Italia sul tema delle risorse addizionali per lo sviluppo.