10/01/2017
Lia Quartapelle
Sereni, Capozzolo, Carloni, Chaouki, Tullo, Rossi, Venittelli, Causi, Cassano, Cominelli, Carella, Lodolini, Rostellato, Schirò, Grassi, Garavini, Di Salvo, Lacquaniti, Fedi, Rampi, Raciti, Minnucci, Porta, Piazzoni, Tino Iannuzzi, Carrozza, Giachetti, Nardi, Censore, Stella Bianchi
2-01575

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che: 
in data 29 gennaio 2010 la Confederazione nazionale delle associazioni per la coscienza di Krishna, avente sede a Roma, in via Sardegna n. 55 – presentava al Ministero dell'interno una formale e documentata istanza, volta ad ottenere riconoscimento come ente religioso, ai sensi dell'articolo 2 della legge 1159 del 1929 e degli articoli 10 e 11 del regio decreto 289 del 1930, con la denominazione di «Congregazione Italiana per la Coscienza di Krishna». Dopo una lunga istruttoria, durata oltre 4 anni, ad ottobre 2014 il Consiglio di Stato esprimeva parere favorevole all'invocato provvedimento e la direzione centrale dei culti presso il Ministero dell'interno predisponeva lo schema del decreto del Presidente della Repubblica, finalizzato al richiesto riconoscimento, su proposta del Ministro dell'interno. Detto schema di decreto del Presidente della Repubblica veniva trasmesso alla Presidenza del Consiglio dei ministri – e, in particolare, al dipartimento per gli affari giuridici e legislativi (DAGL). Il 3 giugno 2015, in assenza di notizie, la Congregazione formulava una richiesta di aggiornamento alla direzione centrale dei culti del Ministero dell'interno, che, a quanto consta agli interroganti confermava la giacenza attuale dello schema di decreto del Presidente della Repubblica presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, evidentemente per un rallentamento delle procedure; 
gli Hare Krishna sono il ramo monoteista dell'Induismo, con decine di milioni di fedeli i India, in Bangladesh e in Indonesia, trapiantato cinquant'anni orsono in Occidente e oggi punto di riferimento e ponte culturale tra le comunità indiane e bengalesi del nostro Paese e l'Italia. Considerando che i ministri di culto sono tutti italiani, questo rende naturale lo scambio, la comprensione tra culture e tradizioni religiose diverse. Nel 1997, vista l'espansione del Movimento Hare Krishna in Italia, fu deciso di riunire le associazioni locali in una confederazione nazionale che fungesse da coordinamento e che rappresentasse il Movimento Hare Krishna, con i suoi valori, presso lo Stato italiano. Pertanto, il 10 settembre 1998, con decreto del Ministero dell'interno, la confederazione nazionale delle associazioni per la coscienza di Krishna è stata riconosciuta come ente morale. Al momento attuale si contano più di 400 templi nel mondo, con circa 50.000 devoti iniziati e consacrati alla missione, e milioni di devoti/fedeli che frequentano i templi. In Europa, in particolare, vi sono centri di Krishna in ogni grande città. Negli ultimi vent'anni le comunità indiana, mauriziana e del Bangladesh sono salite in Italia dalle 30.000 unità, alle 90.000 e, tra i membri di queste comunità, almeno il 30 per cento sono hindu di fede Vaishnava- Krishnaita; questo ha contribuito largamente allo sviluppo del movimento Hare Krishna in Italia ed al conseguente incremento dei devoti che partecipano alle attività nei centri della Confederazione, i quali ad oggi possono essere valutati in alcune migliaia, senza contare coloro che partecipano alle feste e alle processioni dei carri che si svolgono da anni a Milano, Viareggio e Roma –: 
se il Governo non ritenga sia giunto il momento di assumere tutte le iniziative di competenza per procedere al riconoscimento come ente religioso, dopo anni di attesa e dopo che la Congregazione ha ottemperato a tutte le richieste di chiarimento secondo la legge italiana e le sue procedure. 

Seduta del 20 gennaio 2017

Illustrazione e replica di Lia Quartapelle, risposta del governo di Davide Faraone, Sottosegretario di Stato per la Salute.

Illustrazione

Grazie, Presidente. Viviamo sempre di più in anni in cui è importante ribadire il concetto e il valore della strategicità del dialogo interreligioso come occasione di arricchimento, come imperativo morale e anche come necessità. Infatti, la nostra è un'epoca sempre di più globalizzata in cui, anche in Italia, a causa, ma non solo, delle migrazioni si sono affermate nuove presenze religiose, dalle comunità ortodosse ai buddisti, agli induisti, a una sempre più massiccia presenza musulmana. Tutto questo interroga la politica. 
Lo Stato in Italia regola i rapporti tra le religioni e lo Stato con un sistema di intese tra Stato e culti, previsto dalla legge del 24 giugno del 1929, n. 1159, che – io ritengo – andrebbe superata con una legge più complessiva sulla libertà di culto, basata su due principi: da un lato, appunto, riconoscere la libertà di culto e, dall'altro lato, all'interno di un quadro della laicità delle istituzioni; questo, non negando la dimensione religiosa dell'individuo, ma riconoscendo il valore anche di questa dimensione individuale all'interno di principi quali la libertà di coscienza, il libero esercizio delle convinzioni religiose, la tutela del pluralismo religioso, il divieto di discriminazione tra le religioni, la separazione dei poteri e il divieto di formare una o più chiese di Stato. Al momento questa legge non c’è e, appunto, c’è un processo di intese tra Stato e culti che ne facciano domanda.  Nello specifico l'interpellanza si riferisce al processo di intesa in corso tra la Confederazione nazionale delle associazioni per la coscienza Hare Krishna e lo Stato italiano. 
La Confederazione nazionale ha sede in Italia da quarant'anni, dal novembre del 2014 attende la firma alle intese depositate, il cui testo è stato depositato alla Presidenza del Consiglio. Sono stati, in questi anni, concessi firme e riconoscimenti ad altri culti. Gli Hare Krishna sono un ramo monoteista dell'Induismo, con decine di milioni di fedeli, in particolare in India, in Bangladesh, in Indonesia. È un culto che si è affermato in Occidente a partire da circa cinquant'anni fa. In Italia la Confederazione nazionale è un punto di riferimento sia per le comunità indiane e bengalesi che per una parte dei cittadini italiani. I ministri di culto sono per la maggior parte italiani, molti devoti sono italiani. Ci sono varie attività promosse dalla Confederazione e, quindi, con i colleghi chiediamo al Governo se non sia effettivamente arrivato il momento di procedere al riconoscimento come ente religioso della Confederazione nazionale per la coscienza Hare Krishna, dopo anni di attesa e dopo che la congregazione ha effettivamente ottemperato a tutte le richieste di chiarimenti e procedure previste dalla legge italiana. Grazie.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Con l'interpellanza all'ordine del giorno l'onorevole Quartapelle, unitamente ad altri deputati, chiede notizie in merito al procedimento di riconoscimento giuridico quale ente di culto della Congregazione italiana per la coscienza di Krishna. 
  Prima di entrare nel merito del quesito formulato dagli onorevoli interpellanti, si ritiene utile illustrare brevemente l'iter, piuttosto articolato, prescritto per il riconoscimento giuridico degli enti di culto diversi da quello cattolico, secondo la normativa che, come riferito nell'interpellanza, risale agli anni 1929-1930. 
  Il procedimento, attivabile ad istanza di parte, prevede una complessa istruttoria amministrativa da parte dell'Amministrazione dell'interno, volta a verificare la sussistenza di specifici requisiti prescritti dal codice civile e dalla normativa sull'esercizio dei culti religiosi e specificati dalle pronunce del Consiglio di Stato. L'attività istruttoria vede il coinvolgimento di organi periferici, nello specifico prefetture e questure, e, a livello centrale, del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione e del Dipartimento di pubblica sicurezza. A seguito degli accertamenti svolti è prevista anche l'acquisizione del parere del Consiglio di Stato. Successivamente interviene la valutazione della Presidenza del Consiglio dei ministri, nel cui ambito sono acquisiti anche i pareri dei Ministeri interessati. L'iter si conclude con deliberazione del Consiglio dei ministri e l'emanazione del decreto di riconoscimento da parte della Presidenza della Repubblica. 
  Quanto al caso sottoposto all'attenzione dell'odierna interpellanza, si informa che l'iter procedimentale è in corso di ultimazione. Si precisa che, in una prima fase, l'Amministrazione dell'interno aveva acquisito i necessari elementi istruttori, oltre che il parere del Consiglio di Stato; pertanto, aveva trasmesso lo schema di decreto di riconoscimento alla Presidenza del Consiglio dei ministri per il seguito di competenza. Tuttavia, prima della conclusione del procedimento, il Ministero dell'interno ha ravvisato l'opportunità di svolgere ulteriori approfondimenti che si sono conclusi proprio nei giorni scorsi. Di ciò è stata data comunicazione mercoledì scorso alla Presidenza del Consiglio dei ministri, che sta espletando gli adempimenti di competenza necessari al riconoscimento giuridico della Congregazione italiana per la coscienza di Krishna.

Replica
specifici requisiti prescritti dal codice civile e dalla normativa sull'esercizio dei culti religiosi e specificati dalle pronunce del Consiglio di Stato. L'attività istruttoria vede il coinvolgimento di organi periferici, nello specifico prefetture e questure, e, a livello centrale, del Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione e del Dipartimento di pubblica sicurezza. A seguito degli accertamenti svolti è prevista anche l'acquisizione del parere del Consiglio di Stato. Successivamente interviene la valutazione della Presidenza del Consiglio dei ministri, nel cui ambito sono acquisiti anche i pareri dei Ministeri interessati. L'iter si conclude con deliberazione del Consiglio dei ministri e l'emanazione del decreto di riconoscimento da parte della Presidenza della Repubblica. 
Quanto al caso sottoposto all'attenzione dell'odierna interpellanza, si informa che l'iter procedimentale è in corso di ultimazione. Si precisa che, in una prima fase, l'Amministrazione dell'interno aveva acquisito i necessari elementi istruttori, oltre che il parere del Consiglio di Stato; pertanto, aveva trasmesso lo schema di decreto di riconoscimento alla Presidenza del Consiglio dei ministri per il seguito di competenza. Tuttavia, prima della conclusione del procedimento, il Ministero dell'interno ha ravvisato l'opportunità di svolgere ulteriori approfondimenti che si sono conclusi proprio nei giorni scorsi. Di ciò è stata data comunicazione mercoledì scorso alla Presidenza del Consiglio dei ministri, che sta espletando gli adempimenti di competenza necessari al riconoscimento giuridico della Congregazione italiana per la coscienza di Krishna. di attività importanti in Italia di carattere culturale, di diffusione delle notizie sul culto e più in generale di assistenza ai poveri, in particolare nella città di Torino, con la distribuzione di cibo e, più in generale, di presenza religiosa. Quindi questa importanza delle attività che la Congregazione effettivamente svolge credo sia un riconoscimento di quanto la Congregazione sia ormai inserita nel tessuto italiano e sia importante effettivamente giungere a un riconoscimento del culto, come un culto riconosciuto dallo Stato italiano. 
Dall'altro lato penso che in questi giorni, in questi mesi, in questi anni, noi stiamo molto dibattendo del rapporto tra Islam e le nostre istituzioni e il nostro ordinamento. Credo che sia importante, per chi di noi crede nei diritti individuali, che il dibattito sul tema del riconoscimento religioso, della pluralità religiosa, non sia solo ricondotto a un derby tra Islam e il resto del mondo, ma che si dia l'idea che anche in Italia sono presenti diversi tipi di culti, diverse sensibilità religiose e che si giunga al riconoscimento di tutte queste. Noi viviamo in una società pluriculturale, non c’è solo diciamo l'Occidente contro altre culture, ma la cultura, la civiltà occidentale si fonda sul riconoscere la pluralità, la democraticità, i diritti individuali, all'interno di una cornice più ampia Quindi credo che arrivare anche a questa firma, di questa intesa, con la Congregazione degli Hare Krishna dia un po’ l'idea che l'Italia sia un Paese plurale e non sia in corso in Italia, oggi, uno scontro tra civiltà. Grazie.