26/01/2016
Francesco Ribaudo
Culotta, Tino Iannuzzi, Ventricelli, Currò, Moscatt, Censore, Iacono, Cinzia Maria Fontana
2-01238

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che: 
Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, ha pubblicato, sul proprio sito e sulla Gazzetta Ufficiale n. 183 dell'8 agosto 2015, un avviso che comunica che dal 9 agosto 2016 non è più possibile presentare la richiesta di accesso alle agevolazioni all'autoimpiego a causa dell'esaurimento delle risorse disponibili; 
in conseguenza di ciò, startup, progetti innovativi e investimenti per tutti coloro che volevano accedere al bando per gli incentivi per l'autoimpiego, previsto dal titolo II del decreto legislativo n. 185 del 2000, sono stati bloccati; 
occorre tenere presente due considerazioni: la prima è che Invitalia avrebbe dovuto deliberare le domande entro e non oltre sei mesi dalla data di presentazione, quindi ci ritroviamo già alla data del 31 agosto 2015 con circa 700 domande presentate senza essere ammesse a valutazione; la seconda considerazione è che tutte e società che hanno deciso di intraprendere un percorso imprenditoriale grazie all'aiuto posto dal decreto legislativo n. 185 del 2000, hanno dovuto sostenere dei costi iniziali (costituzione società, atti notarili, iscrizione CCIAA, attribuzione partita iva, costi di realizzazione format di domanda), i quali non ottenendo più nessun aiuto, si trasformerebbero in perdite pure; 
oltre alle 700 domande in attesa di valutazione, si aggiungono altre 180 domande circa, che sono state già valutate, sono state ammesse alle agevolazioni e che attendono la delibera e la convocazione per la stipula del contratto; attualmente, nella sola Sicilia ci sono circa 700 domande in attesa di valutazione per l'ammissione alle agevolazioni concesse dal decreto legislativo n. 185 del 2000, presentate a partire dal mese di marzo sino al 31 agosto 2015 (data del blocco) e circa 2.200 domande, nel complesso delle altre regioni meridionali interessate alla misura; 
alcune di queste 180 domande sono state presentate nel 2014 e tali attese stanno solo causando perdite e debiti ad attività nascenti; 
è ovvio che detta situazione, oltre ad aver creato un danno economico ai tanti soggetti che avevano con entusiasmo, intra reso una iniziativa di lavoro autonomo o imprenditoriale, con riferimento alle suddette misure agevolative, ha generato sconforto e sfiducia nello Stato e nelle istituzioni tutte. Occorre pertanto che le istituzioni recuperino in termini di credibilità; 
a giudizio degli interpellanti, uno strumento finanziario importante come quello previsto dal decreto legislativo n. 185 del 2000, non può essere soppresso in un momento così delicato per lo sviluppo economico del nostro Paese e specialmente per il Meridione; 
in data 10 febbraio 2015, a seguito del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 14 febbraio 2014, n.121, attuato con successivo decreto ministeriale 4 novembre 2014, la direzione generale degli ammortizzatori sociali e degli incentivi all'occupazione, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha assunto la titolarità della materia de quo; 
alle interrogazioni sullo stesso tema, presentate da diversi colleghi, alla fine dell'anno scorso, era stato risposto che il Governo stava reperendo le risorse per rifinanziare Invitalia, anche in vista della legge di stabilità 2016, impegno rispettato con l'approvazione di ordini del giorno alla stessa legge di stabilità 2016; 
tale rifinanziamento non può essere ulteriormente rinviato o ritardato, proprio perché si tratta di una misura che, in tutti questi anni ha sempre prodotto risultati significativi ed importanti per la intera comunità e, in particolare, nel Mezzogiorno, con la nascita di tantissime piccole e valide imprese e con tanti nuovi effettivi e stabili posti di lavoro in favore di donne e di giovani disoccupati o alla ricerca di prima occupazione e con effetti assolutamente positivi per tanti giovani professionisti (commercialisti, fiscalisti, consulenti del lavoro) che hanno seguito le relative pratiche. Del resto, sono diversi mesi che gli interpellanti si stanno adoperando, anche con ripetute ed argomentate sollecitazioni nei confronti di diversi rappresentanti del Governo –: 
se i Ministri interpellati, per quanto di propria competenza intendano assumere iniziative per rifinanziare la misura prevista dal decreto legislativo n. 185 del 2000 Titolo II ed, eventualmente, quali siano i tempi previsti per il rifinanziamento e la riapertura delle agevolazioni; 
quali provvedimenti intenda adottare Invitalia, nei riguardi delle 2.206 domande presentate precedentemente al blocco dell'8 agosto 2015 e quanto debbano ancora attendere le 180 aziende le cui domande sono già state valutate e attendono solo la delibera. 
 

Seduta del 19 febbraio 2016

Illustra e replica Francesco Ribaudo, risponde Antonio Gentile, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico

Illustrazione

Presidente, come tutti sappiamo, ad agosto dell'anno scorso, è stata pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale un avviso in cui si diceva che da quel momento in poi non sarebbe più stato opportuno presentare domande per avere contributi Invitalia, perché erano esauriti i finanziamenti. Chiaramente questo ha creato un po’ di sconforto, un po’ di disorientamento, per due ordini di problemi: il primo, riguarda quelli che avevano già presentato le domande (abbiamo domande presentate da marzo ad agosto, alla data di avviso sulla Gazzetta Ufficiale; circa 2.200 domande); poi, vi sono 180 domande già valutate dal comitato – quindi già riconosciute possibili di avere un finanziamento e che avrebbero permesso di avviare un'impresa – che sono rimaste bloccate, rimaste in aria e non sanno che fine faranno. Parliamo di agosto 2015 e siamo a febbraio: sono passati sei mesi e ancora ad oggi questi probabili piccoli imprenditori non sanno che cosa dovranno fare. Tenete conto anche di un'altra cosa – lo dico al Presidente e lo dico al sottosegretario –: per quanto riguarda il lavoro autonomo, la misura prevede addirittura che nella fase istruttoria della pratica, della domanda, dell'istanza, in sostanza venga anche aperta la partita IVA, la posizione, quindi vengono fatte anche della spesse. Parliamo di giovani imprenditori che fanno delle spese per avviare un'attività di lavoro autonomo in continua relazione con lo Stato, che accompagnava anche questo processo di formazione del progetto con un monitoraggio, un tutoraggio, che viene fatto dalla stessa Invitalia. A un certo punto si dice: sì, ma i fondi sono finiti. Guardate che questo ha creato veramente scompiglio, ha creato disorientamento, ha creato sfiducia tra tutti quei giovani che pensavano di poter avviare un'attività lavorativa, pensavano di potere avere finalmente una possibilità di lavoro ! Quest'aspetto riguarda per il 70-80 per cento il sud, perché abbiamo visto i dati, che sono dati che non invento io ma vengono diramati dallo stesso Ministero dello sviluppo economico e Invitalia. Le domande, le 2.200 domande, per l'80 per cento sono fatte al sud e 700 di queste sono fatte in Sicilia; quindi, parliamo di lavoro, di possibilità, di opportunità, di prospettiva, di possibilità di trovare occupazione per i nostri giovani e poi ci troviamo di fronte a una beffa di questo tipo. Non sono il primo deputato a sollevare queste questioni, perché altri miei colleghi hanno fatto le dovute pressioni, formali ed informali, ma anche con interrogazioni ed interpellanze, per chiedere cosa è successo, come è finita. Bene, a quelle interrogazioni, non solo qui alla Camera ma anche al Senato, è stato risposto che il Governo stava reperendo le risorse; il Governo stava cercando di reperire risorse per eventualmente arrivare alla legge di stabilità con una possibilità di finanziamento. Beh, questo non c’è stato, tuttavia noi abbiamo trasformato anche emendamenti, che erano stati proposti, in ordini del giorno, che sono stati accolti dal Governo, accolti quindi da questo Parlamento, però, ancora oggi queste persone, questi giovani, aspettano una risposta dal Governo. Allora, voglio capire cosa vuole fare il Governo, cosa vuole fare. Voglio sapere cosa farà Invitalia delle domande che ha già «in pancia», cosa sarà delle 180 domande che già avevano avuto un esito positivo. Comunque, questo non basta. Se parliamo di investimenti al sud, se parliamo che finalmente il sud deve ripartire. Se il Governo dice che finalmente avrà a cuore, in agenda, le sorti del sud, del Meridione, abbandonato per tanti anni, allora non voglio solo guardare al passato, voglio guardare cosa facciamo da domani, se questo è veramente uno strumento che ha funzionato. 
Ripeto, non lo dico io, ma lo dicono i vostri numeri, ho qui un vademecum di Invitalia, parla di numeri abbastanza importanti: in rapporto agli investimenti, quanti posti di lavoro sono stati creati con Invitalia. Per quelle aree del Sud, questo è uno strumento fondamentale. Non si può bloccare e non ci si può fermare. Allora voglio capire: il Governo – le domande sono due che ho posto in maniera precisa – cosa vuole fare con le domande già fatte, già presentate, che sono in attesa di riscontro, e se vuole o non vuole investire ancora su questo strumento.

Risposta del governo

Rispondere a questa interpellanza urgente su un tema che è un po’, diciamo, storico nel nostro Paese, sulla carenza o la mancanza di lavoro delle industrie nel Mezzogiorno d'Italia, non è compito facile, però, egregio Presidente e onorevoli deputati, l'atto di sindacato ispettivo investe la questione del rifinanziamento e delle agevolazioni previste dal decreto legislativo n. 185 del 2000, tema al quale il Governo annette particolare importanza. 
In base al suddetto decreto, la società Invitalia provvede alle attività di selezione, erogazione delle agevolazioni ed assistenza tecnica ai progetti, sulla base di apposita convenzione con il Ministero del lavoro (articolo 23, comma 2, del citato decreto legislativo). Le norme che disciplinano le agevolazioni oggetto dell'interpellanza dispongono che il soggetto gestore blocchi la possibilità di accedere a detti strumenti all'esaurimento dei fondi disponibili e agli stessi assegnati, come avvenuto altre volte prima del 2015. 
Prima di procedere in tal senso, Invitalia ha, però, ritenuto di farsi parte attiva con le istituzioni competenti, al fine di identificare fonti finanziarie aggiuntive che consentissero di scongiurare la citata sospensione. In assenza di decisione sul rifinanziamento, in data 8 agosto 2015, Invitalia ha comunicato, tramite la Gazzetta Ufficiale, la chiusura dello sportello per la presentazione delle domande per l'ottenimento delle agevolazioni previste dalla citata disposizione, avendo verificato l'esaurimento dei fondi per effetto del completamento dell'iter istruttorio delle domande presentate a tutto il 25 marzo 2015. Invitalia ha provveduto, quindi, a comunicare ai proponenti, la cui domanda è stata presentata successivamente al 25 marzo 2015, l'avvenuto esaurimento dei fondi e, di conseguenza, la sospensione dell'iter istruttorio della loro domanda, che, in assenza di un rifinanziamento della misura, non poteva essere svolto. Solo a seguito dell'assegnazione di risorse finanziarie sufficienti a coprire i fabbisogni richiesti, Invitalia, quindi, sarà in condizione di procedere all'istruttoria di dette domande. 
Devo aggiungere alcune considerazioni: con nota successiva, Invitalia e si è curata di informare i medesimi soggetti circa le nuove misure per le quali avrebbero potuto presentare domanda sulla base dei progetti già in loro possesso. Tra tali strumenti viene ricordato: «Nuove imprese a tasso zero», di cui al decreto legislativo n. 185 del 2000, per investimenti promossi da società e «Microfinanziamenti garanzia giovani», per investimenti promossi da giovani disoccupati nel limite di 50 mila euro. 
Inoltre, è stato recentemente sottoscritto fra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e Invitalia l'accordo di finanziamento per la costituzione del Fondo rotativo nazionale a valere sul PON «Iniziativa occupazione giovani 2015-2015» e sul PON «Sistemi di politiche attive per l'occupazione 2014-2020». Naturalmente questi sono tutti fondi strutturali europei, come lei sa, e per l'incentivazione dell'autoimpiego destinato ad alcune categorie di soggetti svantaggiati nel mercato del lavoro, consistente in una misura agevolata che prevede prestiti a tasso zero in favore di iniziative di autoimpiego e di autoimprenditorialità. 
Con riferimento, in particolare, all'ultimo quesito da lei posto, relativo alle domande presentate prima del marzo 2015 e non ancora deliberate, si rappresenta quanto comunicato dalla società Invitalia. Il numero e lo stato di tali domande il seguente: per l'anno 2014, su un totale di 1.313 domande, 843 risultano ammissibili, 377 risultano inammissibili e 93 con istruttorie in corso; numero 1069 domande autorizzate, delle quali 504 sono inammissibili e 106 con istruttorie in corso. Per l'anno 2015, su un totale di 366 domande, 226 risultano ammissibili, 127 risultano inammissibili e 13 con istruttorie in corso. Le domande che con «istruttorie in corso» sono quelle per le quali sono ancora richieste integrazioni e le cui analisi istruttorie sono ancora in fase di definizione, data l'esistenza di alcuni motivi ostativi. 
Invitalia sta formalizzando le risposte negative ai proponenti per le loro controdeduzioni. Per le strutture positive, invece, considerato l'esaurimento dei fondi fin dal secondo semestre 2014 ed in assenza di rifinanziamento, Invitalia potrà procedere alla deliberazione solo in presenza di disponibilità finanziarie da impegnare per le stesse. Oggi tale disponibilità per Invitalia può derivare esclusivamente dai rientri dei mutui agevolati e dal recupero di risorse da iniziative revocate, i cui tempi però non sono attualmente stimabili. 
Io aggiungo, a nome del Governo, che ci impegneremo a richiedere ulteriori finanziamenti sulla misura in oggetto, sul primo provvedimento utile, in modo da assicurare ulteriori risorse alle imprese che vogliono ricorrere a tale misura. Per questo il Governo rimane, comunque, a disposizione, anche nelle prossime settimane, per fornire agli onorevoli interpellanti ulteriori elementi che dovessero essere utili al Parlamento.

Replica

Presidente, non posso essere soddisfatto. Certamente non me ne voglia il sottosegretario, fra l'altro è nuovo dell'incarico e gli faccio anche gli auguri di buon lavoro.........ma è ovvio che non posso essere soddisfatto, perché qui si rivela una verità, che va oltre le liturgie che ogni anno noi facciamo in quest'Aula e che riguardano gli impegni e le politiche sul Meridione, del Sud. In realtà, solo un mese fa abbiamo celebrato l'ennesima liturgia, dicendo con grande impegno quello che il Governo dovrebbe fare al Sud. Il Governo non lo sta facendo. E mi rammarico del fatto che si possa pensare che uno strumento – che prevedeva alcune agevolazioni ben precise, quindi col Fondo perduto, con l'aiuto, perché no, con l'aiuto, ma questa volta era un aiuto a una possibile creazione d'impresa, a un possibile lavoro vero – viene soppresso, viene in qualche modo non più finanziato, viene sostituito da una proposta. Caro sottosegretario, lei dovrebbe sapere che questa proposta del «tasso zero», già pubblicata il 13 gennaio 2015, il 15 gennaio, cioè quarantotto ore dopo, aveva esaurito i fondi a disposizione. E parliamo di interventi a tasso zero. 
Ma questo, però, ci dà un altro segnale: è il segnale che, insieme a questo strumento, abbiamo anche l'altro strumento, che è sempre gestito da Invitalia, i «contratti di sviluppo», e in questo momento il Presidente di Invitalia, il precedente semestre, da luglio, agosto e settembre, è andato in giro, in tutta Italia, a dire che, finalmente, con questo strumento di contratto, di sviluppo, attuato, se riusciamo a metterlo in campo come si deve, abbiamo proposte e richieste di finanziamento agli atti per 5 miliardi di euro: non sono 5 milioni, sono 5 miliardi di euro di imprese che vorrebbero investire al Sud. Allora, sfatato il mito che al Sud non siamo attrattivi, che non vuole investire nessuno, che è rischioso, c’è la mafia e c’è il malaffare, ma se è vero che ci sono – ed è vero, perché mi devo fidare dei dati del Ministero – 5 miliardi di richieste di investimenti di privati, che farebbero al Sud (l'80 per cento di questi 5 miliardi sono tutti investimenti al Sud), e se è vero che anche quello strumento che avete messo in campo, a tasso zero, alla fine nel giro di quarantotto ore viene esaurito, significa che c’è una volontà, c’è una voglia di riscatto di quell'area. E allora a questa voglia, a questa a questa volontà, è possibile che il Governo non risponda con adeguati finanziamenti e con adeguate misure ?  È possibile che i famosi ex fondi FAS, poi fondi FSC, non possono essere utilizzati, almeno in parte, per incrementare questo ? Se non vogliamo più che si pensi all'assistenza, al lavoro assistito, al lavoro dipendente, al posto fisso, e credo che la nuova generazione di ragazzi sia uscita da questa logica, tant’è vero che molti, non trovando altre opportunità, vanno fuori e non aspettano più il famoso posto fisso. Se vogliamo creare un tessuto produttivo, un tessuto economico, se non lo creiamo con questi strumenti, con che cosa lo facciamo ? Se l'investimento del privato non è accompagnato da opportune misure di sostegno, quindi di collaborazione – il contratto di sviluppo, fra l'altro, è stato studiato e pensato per questo – quelle aree del Sud, quel territorio non avrà mai una prospettiva ! 
Sono preoccupato del fatto che dopo sei mesi si ripeta ancora «il Governo vedrà». Il Governo siete voi, il Governo deve assumere impegni certi ! Guardate che questa è una fase veramente difficile per il Sud, noi, in questi mesi, in questi giorni, stiamo toccando il massimo della crisi, perché da noi la crisi è arrivata un po'più tardi rispetto alle altre parti d'Italia. Se non diamo segnali di intervento non so come andremo avanti, anche perché i segnali che arrivano sono tutti contrastanti, sono tutti di segno inverso, sono tutti asimmetrici. L'altro giorno Il Mattino scriveva: il 90 per cento degli investimenti per quanto riguarda le Ferrovie dello Stato sono fatte al centro nord, quindi il sud non avrà investimenti che riguardano la mobilità. Se penso che l'alta velocità si ferma in Campania, prima si fermava a Eboli, adesso si ferma in Campania, al massimo dalla Campania si arriva nel versante dell'Adriatica, con la Napoli-Bari. Se penso ancora che questa agevolazione prevista per le nuove assunzioni, il famoso job act, noi prima al sud avevamo la legge n. 407, che prevedeva questo scarico fiscale e contributivo per le nuove assunzioni. Poi è arrivato il job act che fino all'anno scorso prevedeva la stessa misura, con fondi tra l'altro tutti già destinati al Sud; adesso con la legge Finanziaria questa misura viene ridotta. Abbiamo detto, in sede anche di legge di stabilità: ma le aree del Sud che mettono risorse, perché sappiamo tutti che questa misura la stiamo finanziando con le risorse che erano accantonate per il Sud, previste per le regioni comprese nell'Obiettivo 1, non dovremmo avere un minimo di differenziazione nel finanziamento ? Non dovremmo prevedere ancora per queste assunzioni il 100 per cento di copertura ancora per qualche anno ? Beh, vi è stata una discussione, vi è stato un confronto e una dialettica ma anche questo intervento non è stato fatto ! Quindi, ci troviamo in un condizione in cui il Sud viene letteralmente penalizzato dalle scelte che negli ultimi mesi si stanno facendo. 
Quindi, mobilità, infrastrutture, agevolazioni e finanziamenti che vengono considerati, pur essendo per le aree dell'Obiettivo 1 vengono considerati alla stregua delle altre regioni. Non capisco come sia possibile considera tutto allo stesso modo se tutti riconosciamo che c’è una questione meridionale ! 
Lo dico chiaro: io faccio parte di questa maggioranza, ma adesso le parole non bastano più ! Ne abbiamo dette tante, ne sono state dette tante in quest'Aula, tanti impegni, tante buone volontà, adesso però vogliamo i fatti ! 
Io mi auguro che da qui a qualche mese si trovino le risorse con il CIPE, perché le risorse ci sono, perché questo strumento venga di nuovo finanziato. Non capisco come sia possibile che un Governo, che ha uno strumento già sperimentato sul campo, che è certificato, che produce dei posti lavoro, produce sicuramente risultati, non capisco come sia possibile non rifinanziarlo ! E non mi si venga a dire che il «tasso zero» risponda all'esigenza ! Il «tasso zero» può rispondere alle grandi imprese che ci sono, risponde a chi vuole fare investimenti e per fortuna ci sono; ma poi ci sono tanti piccoli, tanti giovani che non hanno le risorse, non hanno forse neanche la capacità di attivare un mutuo, né di 50.000 euro né di un milione di euro. Hanno bisogno senz'altro di un contributo a fondo perduto, di un aiuto dello Stato, che può verificare e può monitorare, come abbiamo sperimentato negli anni. Se andiamo a vedere i dati, una parte di queste piccole imprese muore, ma una parte è lì e lavora; abbiamo creato tanti posti di lavoro così. Non capisco che logica si persegue, e se non questo strumento mi aspettavo che stamattina se ne proponesse qualche altro: ma non è così ! 
Si blocca quello, non si finanzia più quello, ma non ci sono altre soluzioni, e io sono preoccupato ! Sono preoccupato perché il quadro di insieme, il mosaico si completa: se c’è l'abbandono delle infrastrutture, se non c’è più l'incentivo all'assunzione, come dovrebbe essere, non vedo una politica chiara e netta su che cosa si voglia fare di questo Sud allora mi preoccupo. 
Io mi auguro che nei prossimi giorni qualcosa si muova; faremo delle iniziative insieme, dicevo prima, con gli altri colleghi, deputati del Sud, che, per la verità, prima di me avevano sollevato questo problema e non ci fermeremo qui ! Sicuramente non ci fermeremo qui, non abbiamo altra scelta, questo è il nostro Governo; e io credo che questo Governo, se è vero come è vero, che ha messo al centro le politiche del Meridione, e se quel luogo comune secondo cui diciamo tutti «l'Italia parte se riparte il Meridione», se è vero questo, allora Presidente, io credo che dobbiamo fare delle iniziative e dobbiamo essere conseguenti con atti, azione e interventi concreti. Mi auguro quindi che nei prossimi giorni avremo degli incontri con il ministro e se del caso anche il Presidente del Consiglio, per capire effettivamente se il Governo vuole dare seguito agli atti di indirizzo di questo Parlamento, se vuole dare seguito alle parole che va dicendo sul Sud e sul Meridione.