17/06/2014
Nicodemo Oliverio
Antezza, Stumpo, Pagani, Ginoble, Greco, Berretta, Gullo, Mariano, Miccoli, Impegno, Mongiello, D'Incecco, Piccione, Grassi, Valiante, Galperti, Pelillo, Tino Iannuzzi, Iacono, Covello, Vaccaro, Famiglietti, Carra, Garofani, Pierdomenico Martino, Losacco, Patriarca, Salvatore Piccolo, Lattuca, Anzaldi, Burtone, Garavini, Palma
2/00583

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti – per sapere, premesso che: 
come spesso avviene in prossimità dell'entrata in vigore dell'orario estivo delle ferrovie regionali, anche per l'offerta di treni valida dal prossimo 1o luglio 2014, si ripropone all'attenzione del pubblico la delicata questione del trasporto pubblico locale; 
invero, la problematica del trasporto pubblico locale dovrebbe costituire una priorità ineludibile dello Stato e del Governo, considerato che la collettività, soprattutto in momenti di crisi come l'attuale, avverte maggiormente la necessità di poter usufruire di mezzi pubblici di trasporto; 
il trasporto di passeggeri e merci nonché l'intero sistema della viabilità della Calabria sconta un pesantissimo ritardo, frutto di inefficienze nei lavori di ammodernamento e sviluppo della rete infrastrutturale regionale; 
le strategie industriali di Trenitalia hanno condotto alla soppressione di molti treni a lunga percorrenza, nonché dei principali collegamenti dei pendolari (soprattutto lavoratori), trascinando la Calabria in una condizione di vero e proprio isolamento geografico e di marginalità sociale; 
in particolare, la soppressione di 21 treni a lunga percorrenza è causa di disagi devastanti sulla mobilità di persone e soggetti economici lungo la linea jonica calabrese, obbligando gli stessi a ricorrere al mezzo proprio o all'autolinea per raggiungere le stazioni ferroviarie del versante tirrenico, alla volta del centro e nord Italia; 
stando alle prime indiscrezioni attualmente circolanti, sembrerebbe che dal 1° luglio 2014 i tagli proposti da Trenitalia per la regione Calabria interesserebbero le seguenti corse: il treno n. 3740 con partenza alle ore 5 da Reggio Calabria fino a Crotone, il treno n. 3751 con partenza da Catanzaro Lido alle ore 18,05 fino a Reggio Calabria, il treno n. 3752 da Reggio Calabria alle ore 16,05 fino a Catanzaro Lido, il treno n. 12712 da Reggio Calabria alle ore 7,05 fino a Roccella, il treno n. 12713 da Roccella alle ore 9,50 a Reggio Calabria, il treno n. 3696 da Cosenza alle ore 9,50 fino a Sapri ed il treno n. 3697 da Sapri alle ore 5,30 fino a Cosenza; 
il Crotonese e tutta la fascia jonica calabrese risulterebbero pertanto fuori dalle direttrici strategiche di Trenitalia; eppure, questo lato della Calabria vede la presenza di importanti centri urbani, molti dei quali a vocazione turistica, e la connessione con Taranto, considerata la volontà di procedere con l'alta velocità fino a Bari, assicurerebbe a questo territorio un trasporto ferroviario allineato agli standard minimi che un servizio pubblico di mobilità dovrebbe garantire; 
tutto ciò tenuto conto che, la legge, di stabilità 2014, legge n. 147 del 2013, oltre alle risorse previste dal «fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale, anche ferroviario, nelle regioni a statuto ordinario», ha disposto l'incremento del fondo per il miglioramento della mobilità dei pendolari, per importi pari a 300 milioni di euro per l'anno 2014 e a 100 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2015 e 2016; 
la cancellazione dei numerosi collegamenti a lunga percorrenza e a forte domanda si aggiunge ad una scarsa qualità del servizio, sia per la mancata sostituzione del materiale rotabile che per inefficienze di tipo organizzativo, quali la mancata armonizzazione oraria e tariffaria con gli altri vettori; 
i collegamenti regionali su ferrovia perciò vengono sovente sostituiti con pullman quasi esclusivamente appartenenti a ditte private: aumentano in questo modo i costi di esercizio e il traffico su gomma i quali incidono negativamente sul congestionamento di strade e autostrade regionali a danno della sicurezza stradale e di una mobilità sostenibile degna di una regione europea; 
nei giorni scorsi, una nota congiunta di Astra, Anav e sindacati ha denunciato che, stando a quanto comunicato dalla giunta regionale della Calabria, le risorse disponibili per il trasporto pubblico locale, fino al 31 dicembre 2014, ammontano a 15 milioni di euro; l'insufficienza dei finanziamenti comporterà il taglio dell'80 per cento dei servizi di autotrasporto pubblico locale in tutta la Calabria, con la conseguente eliminazione di servizi essenziali e la perdita di oltre mille posti di lavoro; 
in particolare, nel Crotonese, è previsto il taglio di centomila chilometri di linee nell'autotrasporto pubblico locale che negherà di fatto il diritto primario e costituzionale alla mobilità per migliaia di cittadini, con inevitabili esuberi del personale addetto; 
il casello autostradale più vicino dista 120 chilometri da Crotone e l'unica possibilità di collegamento per i cittadini resta il servizio autobus, messo ora in discussione dai tagli e dalla riprogrammazione regionale; 
l'aeroporto civile S. Anna di Crotone non vive certo un momento felice: il 17 aprile 2014 la rappresentanza legale della società aeroportuale di Crotone è stata convocata a Roma dai vertici dell'Enac con lo scopo di evidenziare tutte le criticità legate alla mancata ricapitalizzazione societaria e annunciare la possibile revoca dell'autorizzazione al volo, stante il mancato rispetto delle norme in materia; 
tale situazione si inserisce in un contesto, quello del Mezzogiorno d'Italia, già marginalizzato dalle politiche generali dei trasporti che, in particolare, hanno previsto l'attivazione dei treni ad alta velocità Freccia Rossa nelle sole tratte del centro-nord e la esclusione della Calabria dalla rimodulazione dei «corridoi europei» per i prossimi anni; 
nel corso di una recente audizione in Commissione trasporti alla Camera, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul Trasporto pubblico locale, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti ha affermato che l'esplosione della domanda dei servizi di trasporto pubblico degli ultimi anni mette in evidenza l'inefficienza del sistema. Al contrario, «il trasporto regionale e locale può diventare uno dei fattori competitivi e di sviluppo e pone una stretta relazione tra tema degli spostamenti, che devono essere più fluidi, più efficaci, più rapidi, e rispetto all'ambiente. È evidente che si gioca una partita strategica non solo da un punto di vista sociale, ma anche ai fini della modernizzazione del Paese. (...) Se il trasporto pubblico locale è inefficiente, i cittadini italiani sono costretti a sopportare un extracosto stimato in 6 miliardi di euro l'anno rispetto alla media europea. In media il 22 per cento degli italiani utilizza il mezzo pubblico, rispetto al 32 per cento, che rappresenta il dato medio dell'Unione europea a 27. L'inefficienza comporta, dunque, costi più elevati e meno fruizione del servizio. Anche a causa di un sistema inadeguato, l'Italia sopporta un costo associato alla congestione, che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha stimato pari, nel 2011, a 11 miliardi di euro» –: 
se corrisponda al vero che in occasione dell'entrata in vigore del nuovo orario ferroviario estivo previsto per la regione Calabria, verranno effettuati tagli di relazioni su numerose tratte regionali, con particolare riferimento ai treni evidenziati in premessa; 
quali iniziative di competenza, di carattere ordinario e straordinario, intenda mettere in atto per perseguire una efficiente politica dei trasporti nella regione Calabria, in particolare nella zona jonica, attualmente in condizione di vero e proprio isolamento geografico rispetto al resto d'Italia; 
quali iniziative intenda adottare al fine di effettuare una puntuale ricognizione sullo stato dei lavori di ammodernamento e adeguamento delle infrastrutture in Calabria, al fine di ripristinare e potenziare l'offerta attuale di mezzi pubblici; 
qualora ciò corrispondesse al vero, quali iniziative intenda assumere per scongiurare che i predetti tagli vengano effettuati e quali iniziative intenda ad ogni modo intraprendere affinché, non solo in occasione del nuovo orario ferroviario estivo, ma per il futuro, non siano programmati ulteriori ridimensionamenti del sistema pubblico calabrese dei trasporti, già segnato, ad avviso degli interpellanti, dalla incapacità del Governo regionale di gestire le risorse disponibili e dalla mancata copertura dei contributi di esercizio degli esercenti; 
conseguentemente se non intenda attivare, nell'ambito delle proprie, competenze, un tavolo istituzionale di I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti – per sapere, premesso che: 
come spesso avviene in prossimità dell'entrata in vigore dell'orario estivo delle ferrovie regionali, anche per l'offerta di treni valida dal prossimo 1o luglio 2014, si ripropone all'attenzione del pubblico la delicata questione del trasporto pubblico locale; 
invero, la problematica del trasporto pubblico locale dovrebbe costituire una priorità ineludibile dello Stato e del Governo, considerato che la collettività, soprattutto in momenti di crisi come l'attuale, avverte maggiormente la necessità di poter usufruire di mezzi pubblici di trasporto; 
il trasporto di passeggeri e merci nonché l'intero sistema della viabilità della Calabria sconta un pesantissimo ritardo, frutto di inefficienze nei lavori di ammodernamento e sviluppo della rete infrastrutturale regionale; 
le strategie industriali di Trenitalia hanno condotto alla soppressione di molti treni a lunga percorrenza, nonché dei principali collegamenti dei pendolari (soprattutto lavoratori), trascinando la Calabria in una condizione di vero e proprio isolamento geografico e di marginalità sociale; 
in particolare, la soppressione di 21 treni a lunga percorrenza è causa di disagi devastanti sulla mobilità di persone e soggetti economici lungo la linea jonica calabrese, obbligando gli stessi a ricorrere al mezzo proprio o all'autolinea per raggiungere le stazioni ferroviarie del versante tirrenico, alla volta del centro e nord Italia; 
stando alle prime indiscrezioni attualmente circolanti, sembrerebbe che dal 1° luglio 2014 i tagli proposti da Trenitalia per la regione Calabria interesserebbero le seguenti corse: il treno n. 3740 con partenza alle ore 5 da Reggio Calabria fino a Crotone, il treno n. 3751 con partenza da Catanzaro Lido alle ore 18,05 fino a Reggio Calabria, il treno n. 3752 da Reggio Calabria alle ore 16,05 fino a Catanzaro Lido, il treno n. 12712 da Reggio Calabria alle ore 7,05 fino a Roccella, il treno n. 12713 da Roccella alle ore 9,50 a Reggio Calabria, il treno n. 3696 da Cosenza alle ore 9,50 fino a Sapri ed il treno n. 3697 da Sapri alle ore 5,30 fino a Cosenza; 
il Crotonese e tutta la fascia jonica calabrese risulterebbero pertanto fuori dalle direttrici strategiche di Trenitalia; eppure, questo lato della Calabria vede la presenza di importanti centri urbani, molti dei quali a vocazione turistica, e la connessione con Taranto, considerata la volontà di procedere con l'alta velocità fino a Bari, assicurerebbe a questo territorio un trasporto ferroviario allineato agli standard minimi che un servizio pubblico di mobilità dovrebbe garantire; 
tutto ciò tenuto conto che, la legge, di stabilità 2014, legge n. 147 del 2013, oltre alle risorse previste dal «fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale, anche ferroviario, nelle regioni a statuto ordinario», ha disposto l'incremento del fondo per il miglioramento della mobilità dei pendolari, per importi pari a 300 milioni di euro per l'anno 2014 e a 100 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2015 e 2016; 
la cancellazione dei numerosi collegamenti a lunga percorrenza e a forte domanda si aggiunge ad una scarsa qualità del servizio, sia per la mancata sostituzione del materiale rotabile che per inefficienze di tipo organizzativo, quali la mancata armonizzazione oraria e tariffaria con gli altri vettori; 
i collegamenti regionali su ferrovia perciò vengono sovente sostituiti con pullman quasi esclusivamente appartenenti a ditte private: aumentano in questo modo i costi di esercizio e il traffico su gomma i quali incidono negativamente sul congestionamento di strade e autostrade regionali a danno della sicurezza stradale e di una mobilità sostenibile degna di una regione europea; 
nei giorni scorsi, una nota congiunta di Astra, Anav e sindacati ha denunciato che, stando a quanto comunicato dalla giunta regionale della Calabria, le risorse disponibili per il trasporto pubblico locale, fino al 31 dicembre 2014, ammontano a 15 milioni di euro; l'insufficienza dei finanziamenti comporterà il taglio dell'80 per cento dei servizi di autotrasporto pubblico locale in tutta la Calabria, con la conseguente eliminazione di servizi essenziali e la perdita di oltre mille posti di lavoro; 
in particolare, nel Crotonese, è previsto il taglio di centomila chilometri di linee nell'autotrasporto pubblico locale che negherà di fatto il diritto primario e costituzionale alla mobilità per migliaia di cittadini, con inevitabili esuberi del personale addetto; 
il casello autostradale più vicino dista 120 chilometri da Crotone e l'unica possibilità di collegamento per i cittadini resta il servizio autobus, messo ora in discussione dai tagli e dalla riprogrammazione regionale; 
l'aeroporto civile S. Anna di Crotone non vive certo un momento felice: il 17 aprile 2014 la rappresentanza legale della società aeroportuale di Crotone è stata convocata a Roma dai vertici dell'Enac con lo scopo di evidenziare tutte le criticità legate alla mancata ricapitalizzazione societaria e annunciare la possibile revoca dell'autorizzazione al volo, stante il mancato rispetto delle norme in materia; 
tale situazione si inserisce in un contesto, quello del Mezzogiorno d'Italia, già marginalizzato dalle politiche generali dei trasporti che, in particolare, hanno previsto l'attivazione dei treni ad alta velocità Freccia Rossa nelle sole tratte del centro-nord e la esclusione della Calabria dalla rimodulazione dei «corridoi europei» per i prossimi anni; 
nel corso di una recente audizione in Commissione trasporti alla Camera, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul Trasporto pubblico locale, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti ha affermato che l'esplosione della domanda dei servizi di trasporto pubblico degli ultimi anni mette in evidenza l'inefficienza del sistema. Al contrario, «il trasporto regionale e locale può diventare uno dei fattori competitivi e di sviluppo e pone una stretta relazione tra tema degli spostamenti, che devono essere più fluidi, più efficaci, più rapidi, e rispetto all'ambiente. È evidente che si gioca una partita strategica non solo da un punto di vista sociale, ma anche ai fini della modernizzazione del Paese. (...) Se il trasporto pubblico locale è inefficiente, i cittadini italiani sono costretti a sopportare un extracosto stimato in 6 miliardi di euro l'anno rispetto alla media europea. In media il 22 per cento degli italiani utilizza il mezzo pubblico, rispetto al 32 per cento, che rappresenta il dato medio dell'Unione europea a 27. L'inefficienza comporta, dunque, costi più elevati e meno fruizione del servizio. Anche a causa di un sistema inadeguato, l'Italia sopporta un costo associato alla congestione, che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha stimato pari, nel 2011, a 11 miliardi di euro» –: 
se corrisponda al vero che in occasione dell'entrata in vigore del nuovo orario ferroviario estivo previsto per la regione Calabria, verranno effettuati tagli di relazioni su numerose tratte regionali, con particolare riferimento ai treni evidenziati in premessa; 
quali iniziative di competenza, di carattere ordinario e straordinario, intenda mettere in atto per perseguire una efficiente politica dei trasporti nella regione Calabria, in particolare nella zona jonica, attualmente in condizione di vero e proprio isolamento geografico rispetto al resto d'Italia; 
quali iniziative intenda adottare al fine di effettuare una puntuale ricognizione sullo stato dei lavori di ammodernamento e adeguamento delle infrastrutture in Calabria, al fine di ripristinare e potenziare l'offerta attuale di mezzi pubblici; 
qualora ciò corrispondesse al vero, quali iniziative intenda assumere per scongiurare che i predetti tagli vengano effettuati e quali iniziative intenda ad ogni modo intraprendere affinché, non solo in occasione del nuovo orario ferroviario estivo, ma per il futuro, non siano programmati ulteriori ridimensionamenti del sistema pubblico calabrese dei trasporti, già segnato, ad avviso degli interpellanti, dalla incapacità del Governo regionale di gestire le risorse disponibili e dalla mancata copertura dei contributi di esercizio degli esercenti; 
conseguentemente se non intenda attivare, nell'ambito delle proprie, competenze, un tavolo istituzionale di confronto tra azienda Trenitalia e Regione Calabria per affrontare l'urgente necessità del trasporto ferroviario calabrese, in risposta alle esigenze della popolazione e a tutela del fondamentale diritto di collegamento con il resto del Paese. tra azienda Trenitalia e Regione Calabria per affrontare l'urgente necessità del trasporto ferroviario calabrese, in risposta alle esigenze della popolazione e a tutela del fondamentale diritto di collegamento con il resto del Paese.

Seduta del 19 giugno 2014

Illustrazione e replica di Nicodemo Oliverio, risposta del governo di Umberto Del Basso de Caro, sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti

Illustrazione

Signor Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi, la nostra preoccupazione, quella di tanti colleghi del PD di diverse regioni italiane e quella di tantissimi cittadini e di diverse organizzazioni economiche e sociali che ci hanno chiesto di intervenire, è veramente grande e mai come ora si sta trasformando, sempre di più, in un grido di rabbia e di dolore, che parte dal sud Italia e arriva fino al resto del Paese. 
  Per questo abbiamo deciso di presentare l'interpellanza urgente che in quest'Aula ora illustriamo e discutiamo, perché è necessario che il Parlamento e il Governo sappiano come si stiano ulteriormente aggravando le condizioni infrastrutturali del Mezzogiorno. In particolar modo, quelle del versante ionico calabrese, che ormai è sprofondato in un vero e proprio isolamento strutturale, economico, sociale, che non riguarda solo la Calabria e il Sud ma che tocca gli interessi vitali di grande parte del Paese. 
  Entriamo nello specifico. Noi ci permettiamo di chiedere attraverso lei, signor Presidente, al sottosegretario per le infrastrutture e i trasporti, con forza e dignità, senza il cappello in mano, se corrisponda al vero che, in occasione dell'entrata in vigore del nuovo orario ferroviario estivo previsto per la regione Calabria, verranno effettuati tagli significativi su numerose tratte e, in particolare, ai treni della linea ionica calabrese. 
  Chiediamo, inoltre, al Ministro e al sottosegretario qui presente quali misure di carattere ordinario e straordinario intendano mettere in atto per perseguire un'efficiente politica dei trasporti della regione Calabria, in particolare della zona ionica attualmente in condizione di un vero e proprio isolamento geografico rispetto al resto d'Italia. Chiediamo quali iniziative intenda adottare il Governo al fine di effettuare una puntuale ricognizione sullo stato dei lavori di ammodernamento e di adeguamento delle infrastrutture in Calabria, per ripristinare e potenziare l'offerta attuale di mezzi pubblici. 
  Signor Presidente, vogliamo inoltre chiedere al Ministro e al sottosegretario, qui presente, quali provvedimenti intendono assumere, qualora ciò corrispondesse al vero, per scongiurare che i predetti tagli vengano effettuati e quali iniziative intendano ad ogni modo intraprendere affinché, non solo in occasione del nuovo orario ferroviario estivo ma per il futuro, non siano programmati ulteriori ridimensionamenti del sistema pubblico calabrese dei trasporti, già segnato dalle incapacità dei governi regionali di gestire le risorse disponibili e dalla mancata copertura dei contributi di esercizio degli esercenti. Conseguentemente, chiediamo se il Governo non intenda attivare, nell'ambito delle proprie prerogative, un tavolo istituzionale di confronto tra Trenitalia e regione Calabria, per affrontare l'urgente necessità del trasporto ferroviario calabrese, in risposta alle esigenze della popolazione e a tutela del fondamentale diritto di collegamento con il resto del Paese. Infine, se corrisponde al vero la notizia che ieri, in occasione di un importante pre-CIPE, si sia approvato il finanziamento del nono lotto della statale n. 106 Ionica, che collega Crotone con Mandatoriccio. 
  Signor Presidente, senza una vera e moderna rete infrastrutturale, a servizio del sistema delle comunicazioni e dei trasporti, non vi sarà mai alcuna possibilità di sviluppo per un'area regionale e nazionale, in particolar modo per regioni come la Calabria, che è periferica non solo all'Italia ma è periferica anche rispetto all'Europa e al mercato internazionale. 
  La Calabria, la costa ionica-calabrese e, in modo particolare, la provincia di Crotone sono del tutto tagliate fuori dai collegamenti locali e nazionali. La nostra regione non ha collegamenti efficienti tra comuni, anche contermini, ed è completamente tagliata fuori da ogni collegamento con il nord del Paese e con importanti nodi ferroviari come Roma, Bologna, Milano, Torino, e persino Napoli e Bari. Molti residenti di questo vitale e popoloso territorio dell'entroterra ionico-calabrese sono, tra l'altro, emigrati, nella seconda metà del Novecento, in Germania e nell'Italia settentrionale. L'attuale condizione di gravissimo deficit infrastrutturale è destinata a peggiorare, tenuto conto che i servizi ferroviari statali e regionali restano impostati su logiche incomprensibili. 
  Nel tempo non si è realizzata, di contro, nemmeno l'annunciata concertazione delle risorse Fas su interventi di rilevanza strategica nazionale, quali i corridoi transeuropei intermodali di trasporto. Per quanto riguarda i collegamenti ferroviari, vengono, di anno in anno, effettuati tagli di collegamenti, a cui corrispondono, paradossalmente, gli aumenti delle tariffe. Quindi, oltre al danno, la beffa: sempre meno treni e sempre maggiori prezzi, meno servizi e più alte tariffe, tanto è vero che, dal 1oluglio 2014, come dicevamo, se le prime indiscrezioni venissero confermate, i tagli proposti da Trenitalia nella regione Calabria interesserebbero numerose corse. 
  Lascio immaginare a lei, signor Presidente, e soprattutto al Governo, come le conseguenze di questi tagli siano, questa volta, davvero insostenibili, tanto da far emergere una forte e considerevole violazione del diritto universale alla mobilità. I cittadini del sud Italia, e quelli calabresi in particolare, si troveranno dal 1o luglio più poveri, più isolati, più deboli e più lontani da ogni possibilità di reinserirsi in una nuova logica di crescita e di sviluppo, che il Governo Renzi ha impostato sin dalla sua nascita e che, anche con i recenti provvedimenti, ha confermato. A questo quadro, di per sé sconsolante, si aggiunge anche la totale assenza di risorse finanziarie destinate alla sicurezza e alla manutenzione degli impianti ferroviari: è di pochi giorni fa la notizia di un grande incidente ferroviario. 
  Il servizio ferroviario di trasporto notturno ha un ruolo essenziale nel collegamento tra il nord e il sud del Paese, anche per i ricongiungimenti familiari: interessa, in particolare, relazioni di pendolarismo non giornaliero. Peraltro, il trasporto notturno implica costi elevati, sia in termini di personale che di materiale, che, per la valenza sociale del servizio, non possono essere compensati da tariffe elevate. La soppressione del servizio ferroviario notturno di lunga percorrenza non sembra poter essere sostituita dal trasporto aereo low cost
  Vi è ancora da segnalare come il trasporto di passeggeri e merci, nonché l'intero sistema della viabilità della Calabria, sconti un pesantissimo ritardo, frutto di inefficienze nei lavori di ammodernamento e sviluppo della rete infrastrutturale regionale, con responsabilità gravi anche dei diversi governi regionali che nel tempo si sono succeduti, i quali non hanno avuto una visione moderna, funzionale ed efficiente del sistema locale dei trasporti. 
  Vorrei, in particolare, segnalare, signor Presidente, come l'intera fascia del crotonese, insieme alla più ampia e strategica fascia ionica-calabrese, sia stata definitivamente 
tagliata fuori dalle direttrici strategiche dei collegamenti ferroviari gestiti da Trenitalia. Per chi non ne fosse a conoscenza, vi è da segnalare come questa parte della Calabria veda la presenza di importanti centri urbani, molti dei quali a vocazione turistica, e la connessione con Taranto, considerata la volontà di procedere con l'alta velocità fino a Bari, assicurerebbe a questo territorio un trasporto ferroviario allineato agli standard minimi che un servizio pubblico di mobilità dovrebbe garantire. 
  Il casello autostradale più vicino a Crotone dista 120 chilometri dalla città e l'unica possibilità di collegamento per i cittadini resta il servizio di autobus, messo ora in discussione dai tagli e dalla riprogrammazione regionale. L'aeroporto civile Sant'Anna di Crotone non vive certo un momento felice. La società aeroportuale è in concordato preventivo e l'Enac evidenzia spesso criticità: pochi sono i voli, nessuno, per esempio, da e per Roma. 
  Con le scelte riguardanti il sistema dei trasporti, pertanto, viene preclusa all'economia calabrese ogni ragionevole prospettiva di sviluppo. Basti pensare che l'attivazione dei treni ad alta velocità Frecciarossa ha riguardato solo le tratte del centronord, per cui la Calabria risulta esclusa dalla rimodulazione dei corridoi europei per i prossimi anni. Nel corso di una recente audizione in Commissione trasporti della Camera, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul trasporto pubblico locale, il Ministro per le infrastrutture e i trasporti ha affermato che l'esplosione della domanda dei servizi di trasporto pubblico degli ultimi anni mette in evidenza l'inefficienza del sistema. 
  Signor Presidente, il sud del Paese e la Calabria in particolare hanno bisogno di sollevarsi rapidamente dalle condizioni di arretratezza infrastrutturale, economica e sociale in cui sono scivolati negli ultimi trent'anni. Una condizione che, aggravandosi, pone il sud fuori dal contesto politico e culturale nazionale ed europeo con rischi seri per la stessa tenuta dell'istituzione democratica. La mancanza di investimenti produttivi provoca nelle regioni fortemente a rischio come la Calabria una crisi gravissima dalla quale non sarà più possibile uscire. Noi non siamo qui per difendere piccoli e banali interessi di bottega, siamo invece qui per difendere il Mezzogiorno, la Calabria e in particolare i territori della costa ionica, dal definitivo declino, nella certezza che questo porterebbe al declino dell'intero Paese, perché il Paese esce dalla crisi e dalla recessione solo se cresce il sud e si sviluppano le zone più deboli ed emarginate. 
  Per questo motivo chiediamo che si investa nella crescita del sud, che si mettano in piedi investimenti produttivi e si potenzi la rete stradale, autostradale, ferroviaria e aeroportuale, che si punti anche sulle autostrade del mare e si rilancino settori strategici come l'agricoltura e il turismo. È in questo contesto che l'intero settore delle infrastrutture diventa fondamentale per salvare il Mezzogiorno e rilanciare l'economia nazionale. 
  Noi su questo facciamo appello al Governo: non abbandonate il sud dell'Italia, non lasciatelo solo, perché è anche grazie al sud che si gioca la ripresa economica di tutto il Paese e il Mezzogiorno e la costa ionica calabrese credo che devono diventare protagoniste di questa scelta. Noi contiamo moltissimo anche sugli investimenti che questo Governo vorrà e dovrà fare.

Risposta del governo

 Signor Presidente, onorevoli colleghi, gli onorevoli interpellanti pongono all'attenzione la delicata questione del trasporto pubblico locale, con particolare riferimento alla regione Calabria. La problematica segnalata è stata oggetto di diversi atti di sindacato ispettivo sui quali il Governo ha già avuto modo di riferire. 
  In primo luogo, per quanto riguarda gli specifici rilievi sulla temuta riduzione di alcuni collegamenti regionali, devo ricordare che secondo la normativa vigente (decreto legislativo n. 422 del 1997) la programmazione dei servizi ferroviari regionali è di competenza delle singole regioni, i cui rapporti con Trenitalia sono disciplinati da un contratto di servizio, nell'ambito del quale vengono definiti, tra l'altro, il volume e le caratteristiche dei servizi da effettuare, sulla base delle risorse economiche rese disponibili da ciascuna regione. 
  Nel caso specifico, la regione Calabria, con propria deliberazione di giunta n. 124 dell'8 aprile 2014, ha stabilito, fra l'altro, «l'adeguamento dei programmi di esercizio dei servizi affidati a Trenitalia, con riduzioni dei servizi sulle linee a più bassa domanda servita», ciò per effetto di una minore disponibilità di risorse economiche. Pertanto, sulla base delle indicazioni della regione Calabria, Trenitalia ha predisposto un piano di riorganizzazione dell'offerta regionale, tenendo conto, in particolare, del livello di frequentazione rilevato su ciascuna linea. Il suddetto piano, approvato dalla regione stessa, si è concretizzato con l'orario entrato in vigore lo scorso 15 giugno. 
  Tra i collegamenti oggetto di riorganizzazione rientrano anche i servizi citati dagli interpellanti, ad eccezione dei treni regionali n. 3696 e n. 3697 da Cosenza a Sapri (e viceversa) e del regionale n. 3740 da Reggio Calabria a Crotone, che vengono attualmente effettuati. 
  Tengo inoltre ad evidenziare che la regione Calabria ha recentemente comunicato l'intendimento di destinare fondi aggiuntivi per i servizi di trasporto pubblico locale. Pertanto, Ferrovie dello Stato sta predisponendo un programma di ulteriore rimodulazione dell'offerta regionale, prevedendo, a partire dalla metà del prossimo mese di luglio, l'eventuale reintroduzione di alcuni servizi, tra cui quelli attualmente sospesi e citati dagli interpellanti. 
  Al riguardo è doveroso segnalare che, per consentire la rimozione dello squilibrio finanziario derivante dagli oneri relativi all'esercizio 2013 posti a carico del bilancio della regione Calabria, relativi a servizi di trasporto pubblico locale già erogati, nonché al fine di assicurare per il biennio 2014-2015 un contributo straordinario per la copertura dei costi del sistema di mobilità regionale di trasporto pubblico locale, da sostenere per garantire la continuità di adeguati livelli di servizio, nelle more della piena implementazione delle misure di efficientamento previste dall'articolo 16-bis del decreto-legge n. 95 del 2012 ed al fine di consentire un rapido raggiungimento degli obiettivi di riduzione del rapporto costi-ricavi, così come previsto dal citato decreto legislativo n. 422 del 1997, a livello parlamentare è stato predisposto un apposito emendamento che consentirebbe alla regione Calabria di utilizzare le risorse ad essa assegnate a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione per il periodo di programmazione 2007-2013, nel limite massimo di 40 milioni di euro per il 2014, di cui 20 milioni a copertura degli oneri relativi all'esercizio 2013 e 20 milioni di euro per il 2015. Tale emendamento, già contenuto nei disegni di legge di conversione dei primi due decreti-legge, i cosiddetti «salva Roma», decaduti (decreti-legge n. 126 e n. 151 del 2013), è da ultimo confluito nell'atto Senato n. 1322, approvato dalla V Commissione del Senato in sede deliberante ed è attualmente in corso di esame da parte della V Commissione della Camera dei deputati in sede referente (atto Camera n. 2256). 
  Per quanto concerne, poi, l'offerta di servizi ferroviaria di media-lunga percorrenza, Ferrovie dello Stato ha fatto presente che, ad eccezione di due coppie di Frecciabianca e di una coppia di Frecciargento, in servizio sulla tratta Roma-Reggio Calabria (e viceversa), che vengono effettuate in regime di mercato, tutti i treni di media e lunga percorrenza che servono il territorio calabrese sono inseriti nel contratto di servizio stipulato tra Trenitalia e lo Stato. 
  Giova ricordare che la caratteristica dei treni oggetto del contratto è quella di non essere economicamente sostenibili da parte di Trenitalia e, pertanto, i Ministeri contraenti, MIT e MEF, nell'ambito delle risorse di cui dispongono, erogano corrispettivi in coerenza con quanto stabilito nel piano economico-finanziario, anch'esso inserito nel contratto. 
  In particolare, per quanto concerne l'offerta da e per la Calabria ionica, già con l'entrata in vigore dell'orario di giugno 2013, su richiesta del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, è stato istituito un nuovo collegamento Intercity tra Reggio Calabria e Taranto (e viceversa), che effettua fermata nelle principali stazioni del versante ionico ed è in connessione, a Taranto, con la coppia di Intercity Notte n. 765 e n. 758 da e per Milano, migliorando così il collegamento tra l'area ionica calabrese e il centro-nord. 
  Peraltro, in merito ai temuti ridimensionamenti, posso assicurare che con l'orario entrato in vigore lo scorso 15 giugno l'offerta di media-lunga percorrenza della Calabria non è stata interessata da alcuna modifica. 
  Per quanto concerne, poi, i lavori di ammodernamento e di adeguamento delle infrastrutture ferroviarie, ricordo che nel 2012 è stato sottoscritto dal Governo (MIT e Ministro per la coesione territoriale), con le regioni Calabria, Basilicata e Campania, Ferrovie dello Stato e Rete ferroviaria italiana, il contratto istituzionale di sviluppo (CIS) per il completamento della direttrice ferroviaria Salerno-Reggio Calabria. Evidenzio, in proposito, che il CIS, istituito dall'articolo 6 del decreto legislativo n. 88 del 2011, costituisce un atto innovativo ed efficace, finalizzato ad imprimere una accelerazione ai processi di realizzazione delle infrastrutture di rilievo strategico nazionale. Con tale strumento Governo, regioni, Ferrovie dello Stato e Rete ferroviaria italiana si impegnano, tra l'altro, a collaborare e a coordinarsi, ad eseguire un monitoraggio periodico degli impegni assunti e a rimuovere gli ostacoli che dovessero sorgere nel corso della realizzazione degli interventi, accettando, in caso di inerzie, ritardi o inadempienze accertate, le misure sanzionatorie previste dal contratto stesso. 
  Il programma prevede cinque interventi, di cui tre sull'asse ferroviario Salerno-Reggio Calabria, uno sulla linea Lamezia-Catanzaro Lido e uno sulla trasversale ferroviaria Taranto-Sibari-Reggio Calabria, per un importo complessivo di 500 milioni di euro, con totale copertura finanziaria. Di fondamentale importanza per velocizzare la dorsale ionica sono i tratti ferroviari Metaponto-Paola e Lamezia-Catanzaro. Nel dettaglio, le risorse sono previste a carico del Fondo sviluppo e coesione (40 milioni di euro), a carico del Piano di azione e coesione (80 milioni di euro), a carico dei fondi comunitari (353 milioni di euro) e a carico del contratto di programma RFI (31 milioni di euro). 
  Gli interventi previsti consentiranno di incrementare la velocità di progetto, ridurre i tempi di percorrenza e garantire una migliore offerta di servizi lungo tutta la direttrice da Salerno a Reggio Calabria. Gli interventi risultano tutti avviati, sia per quanto riguarda gli studi di fattibilità e i progetti sia per gran parte dell'esecuzione dei lavori. 
  Vi è, peraltro, un pezzo ellittico della relazione che ha svolto l'interpellante che non è contenuto – perciò l'ho definito ellittico rispetto al testo e al contenuto dell'interpellanza, che è interamente riferita al trasporto pubblico locale della Calabria – ed è il tema posto dall'onorevole interpellante sulla strada statale n. 106 ionica per la tratta Crotone-Mandatoriccio. Posso riferire – e posso farlo perché ieri ho partecipato, per delega del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al pre-CIPE; credo che il CIPE ci sarà mercoledì prossimo, credo, ma sono sicuro di quello a cui ho partecipato ieri – che vi è stata un'approvazione – ripeto – preliminare del nono lotto, che si chiama «megalotto», Crotone-Mandatoriccio, con una previsione finanziaria di oltre 2 miliardi di euro. Quindi, anche su questo ho avuto piacere di rispondere all'interpellante, che mi aveva posto il problema, al di là e al di fuori dell'interpellanza. 

Replica

Signor Presidente, ringrazio veramente di cuore il sottosegretario Del Basso De Caro per aver gentilmente risposto alla nostra interpellanza, per averlo fatto con attenzione rispetto ad una condizione grave e non più tollerabile, quale è quella delle infrastrutture del Mezzogiorno e, in particolar modo, della Calabria. E vorrei ringraziarlo anche per queste rassicurazioni ellittiche che ci ha voluto dare sulla strada statale n. 106, che è veramente un'emergenza. La chiamano la «strada della morte» in Calabria. Quindi, quest'impegno del Governo Renzi e del sottosegretario va nel segno di una garanzia di sviluppo anche per questo tratto della Calabria. 
  Sono in parte soddisfatto, quindi, per l'attenzione mostrata, ma sono, allo stesso tempo, molto preoccupato, perché non si intravedono a breve termine possibilità di una rapida inversione di tendenza sulle ferrovie. Quello che io, anche a nome di tutti i colleghi che hanno sottoscritto l'interpellanza, intendevo e intendo tuttora sottolineare è la necessità di inquadrare il gravissimo problema dei ritardi infrastrutturali nel Mezzogiorno nella più ampia e fondamentale necessità di rilancio dell'intera economia nazionale. 
  E come ormai abbiamo capito tutti, non riparte l'Italia se non riparte il sud. Un importante vescovo italiano diceva che esisterà la questione meridionale fino a quando si impiegheranno 50 minuti per andare da Bologna a Milano e 3 ore per andare da Palermo a Catania. Noi purtroppo, nella stessa costa ionica, per percorrere soltanto cento chilometri, impiegheremmo, con le Ferrovie dello Stato, oltre 3 ore. Questa è una condizione che non può essere tollerata. 
  Nel sud vi sono potenzialità enormi non utilizzate, perché nel sud sono possibili investimenti produttivi in settori come l'agricoltura, il turismo e l'ambiente, che sono in grado di produrre ricchezza e nuova occupazione. Ma tutto questo sarà possibile se il sud sarà messo nelle stesse condizioni di altre regioni italiane, soprattutto nel sistema dei trasporti, dei collegamenti, delle infrastrutture, dove si registrano ritardi trentennali, errori gravissimi e soprattutto è mancata una visione moderna e strategica delle potenzialità immense del sud, un sud che non chiede assistenza o compassione, un sud che chiede rispetto. 
  Quello che intendiamo chiedere al Governo, che senza alcun dubbio si muove con un atteggiamento diverso rispetto al passato, è di non trattare il Mezzogiorno d'Italia con quel senso di sufficienza e quasi di fastidio che è molto diffuso nel Paese. 
  Il sud d'Italia ha una voglia straordinaria di crescere e di svilupparsi, di contribuire con determinazione alla ripresa economica del Paese e di mettersi in discussione con le sue energie migliori, le sue eccellenze, la sua storia e la sua cultura. Il sud ha bisogno di mezzi, di investimenti e di infrastrutture per crescere, ha bisogno di collegamenti rapidi e sicuri, ha bisogno di moderne tecnologie e di reti informatiche e soprattutto di superare il ritardo tecnologico. 
  Per restare nel merito dell'interpellanza, sottolineo con ancora più forza la necessità di garantire al sud ed alla Calabria in particolare collegamenti ferroviari adeguati, in grado di evitare l'isolamento in cui sta precipitando la regione. Non è possibile assistere ad un continuo ed incessante taglio di convogli, anche quelli a lunghe percorrenze, perché così si impedisce la crescita e lo sviluppo di questa terra. Occorre quindi fermare a tutti i costi la fuga di giovani dal sud e dalla Calabria in particolare, una fuga che sta svuotando città e paesi in modo impressionante. Nel quinquennio 2008-2012 al sud si sono persi oltre 500 mila posti di lavoro, un numero che mostra in maniera evidente come per un giovane del sud rimanere nel proprio paese di nascita significa non avere prospettive di lavoro. 
  A ciò si aggiunga il dato della disoccupazione giovanile, che nel sud sfiora il 50 per cento, un dato devastante, che dà l'idea della drammatica condizione in cui si vive dalle nostre parti. Noi tutto questo non ce lo possiamo più permettere, non lo possiamo accettare, non si può in alcun modo tollerare. 
  Ringrazio pertanto il sottosegretario per questo impegno, anche quello ellittico, e per questo vorrei ringraziare tutto il Governo. Impegniamoci per il sud, impegniamoci per le infrastrutture del sud, perché soltanto con le infrastrutture si possono creare le condizioni di sviluppo di questo territorio. Grazie, signor Presidente.