10/06/2014
Bruno Censore
Bruno Bossio, Aiello, Amendola, Raciti, Albini, Stumpo, Oliverio, Ferro, Ferrari, Folino, Cinzia Maria Fontana, Zardini, Magorno, Zoggia, Fiorio, Fiano, Roberta Agostini, Tullo, Battaglia, Bersani, D'Attorre, Argentin, Causin, Bueno, Castricone, Chaouki, Rotta, Ribaudo, Carbone, Marchetti, Fioroni
2/00574

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, per sapere – premesso che: 
l'articolo 32 della Costituzione italiana, nel sancire la tutela della salute come «diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività» obbliga, di fatto, lo Stato a promuovere ogni opportuna iniziativa e ad adottare precisi comportamenti finalizzati alla migliore tutela possibile della salute; 
l'articolo 32 della Costituzione, oltre a stabilire che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, ha da un lato una valenza programmatica, poiché impegna il legislatore a promuovere idonee iniziative volte all'attuazione di un compito sistema di tutela adeguato alle esigenze di una società che cresce e progredisce, e dall'altro ha una valenza precettiva in quanto implica che l'individuo, come cittadino, vanti nei confronti dello Stato un vero e proprio diritto soggettivo alla tutela della propria salute, intesa non solo come bene personale, ma anche come bene della collettività, che ha bisogno della salute di tutti i suoi componenti per meglio crescere e affermare i propri valori; 
nelle varie riunioni congiunte del tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza, è emersa puntualmente la scarsa omogeneità dei livelli essenziali di assistenza (LEA), con una forte sperequazione dell'offerta sanitaria: in Calabria; 
la logica puramente e dissennatamente contabile che ha contraddistinto le politiche sanitarie della regione Calabria e del commissario ad acta a giudizio degli interpellanti hanno cassato il diritto alla salute, soprattutto in quelle province maggiormente penalizzate dalla forte ed evidente sperequazione dell'offerta sanitaria; 
l'esistenza di criticità nell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza è dovuta anche al blocco del turnover personale; 
da lungo tempo ormai, in Calabria, gli operatori sanitari continuano ad evidenziare ritmi e carichi di lavoro insostenibili e ingestibili, stante l'esiguo numero di medici e di operatori; 
il tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali ha negato alla struttura commissariale la deroga al blocco del turnover prevista dal decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dall'articolo 1, comma 1, della legge 8 novembre 2012, n. 189, recante «Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute» (cosiddetto decreto Balduzzi), chiedendo ulteriore documentazione, così come ha chiarito il sub-commissario per l'attuazione del piano di rientro, Andrea Urbani; 
alla luce dell'indagine conoscitiva sulla sfida della tutela della salute condotta dalle Commissioni V e XII è emerso che il perdurare del blocco del turnover e la necessità di assicurare comunque i livelli essenziali di assistenza rendono indifferibile una diversa regolazione delle politiche di reclutamento del personale dei servizi sanitari delle regioni in piano di rientro; 
il 22 aprile 2014 il Ministro interpellato ha firmato il decreto interministeriale per la concessione delle deroghe al blocco del turnover nella regione Campania ai sensi di quanto previsto dalla normativa vigente –: 
cosa il Governo intenda fare, vista la gravità della situazione e le criticità evidenziate in premessa, per evitare il collasso del sistema sanitario calabrese; 
se il Governo nell'ambito delle proprie competenze, intenda intraprendere iniziative normative per porre rimedio alla situazione esposta in premessa. 

Seduta del 19 giugno 2014

Illustrazione e replica di Bruno Censore, risposta del governo di Vito De Filippo, sottosegretario di Stato per la salute.

Illustrazione

Signor Presidente, signor sottosegretario, la questione odierna chiama in causa un principio fondamentale della nostra Carta costituzionale ed è proprio per l'esigenza di preservare la centralità di tale principio che richiedo l'attenzione di tutti gli onorevoli colleghi e del rappresentante del Governo. Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevole rappresentante del Governo, mi trovo costretto, ancora una volta, a sottoporre alla vostra attenzione una questione ormai nota tempo, certificata da tutti gli indicatori e dai tavoli tecnici di verifica. Lo sa benissimo l'onorevole rappresentante del Governo, in Calabria è stato messo in discussione il diritto costituzionale alla salute. Non sono io a dirlo, è stato il tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza a certificare puntualmente la scarsa omogeneità dei livelli LEA, con una forte sperequazione dell'offerta sanitaria. 
  Che dire poi della recente analisi condotta dall'università di Göteborg, che ha confermato che il sistema sanitario calabrese è il peggiore che ci sia in Europa ? Ed è stato il Governo, nel settembre scorso, attraverso un'esaustiva risposta dell'allora sottosegretario di Stato per la salute Paolo Fadda ad una mia precedente interpellanza, a confermare le criticità ormai note a tutti, perché anche in quest'Aula è ormai noto che in Calabria la rete emergenza e urgenza è poco funzionale, le liste di attesa si sono sempre più allungate, la dotazione di posti letto per la riabilitazione e la lungodegenza post-acuzie risulta inferiore al valore di riferimento fissato dal decreto-legge n. 95 del 6 luglio 2012. Risulta carente anche l'assistenza domiciliare e l'assistenza residenziale e semiresidenziale rivolta ad anziani, disabili e ai malati terminali. Inoltre, si è in ritardo sul cronoprogramma per il processo di riconversione delle strutture ospedaliere in più di appropriate strutture e, come se ciò non bastasse, ci sono criticità nell'erogazione dei servizi afferenti all'area della prevenzione, con particolare riferimento al settore degli screening oncologici. Insomma, i fallimenti del piano di rientro gestito da Scopelliti hanno sostanzialmente messo in discussione il diritto costituzionale alla salute, in una Calabria dove la visione miope e la logica puramente e dissennatamente contabile che hanno contraddistinto le politiche sanitarie del commissario ad acta hanno cagionato un'autentica desertificazione sanitaria, con servizi sulla solo sulla carta, posti letto del tutto inesistenti, ospedali depotenziati e lasciati con grave carenza di personale e di risorse tecniche e strumentali. 
  A rendere ancora più complicata la difficile accettazione c’è poi il blocco del turnover, aspetto sul quale mi soffermo quest'oggi. Da lungo tempo ormai, in Calabria gli operatori sanitari continuano ad evidenziare ritmi e carichi di lavoro insostenibili e ingestibili, stante l'esiguo numero di medici e di operatori. È da quattro anni che a fronte di tanti pensionamenti di importanti figure professionali non si è fatta una sola assunzione. Penso a figure come anestesisti, penso a figure come chirurghi. Eppure il tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali ha negato alla struttura commissariale la deroga del blocco del turnover prevista dal cosiddetto decreto Balduzzi, chiedendo ulteriore documentazione, quindi una risposta burocratica rispetto ad una criticità ormai cronica. 
  Signor Presidente, gentili colleghi, onorevole rappresentante del Governo, mi sia consentito ricordare che l'articolo 32 della Costituzione, oltre a stabilire che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo, ha, da un lato, una valenza programmatica, poiché impegna il legislatore a promuovere iniziative idonee volte all'attuazione di un compiuto sistema di tutela adeguato alle esigenze di una società che cresce e progredisce, e, dall'altro, ha una valenza precettiva, in quanto implica che l'individuo, come cittadino, vanti nei confronti dello Stato un vero e proprio diritto soggettivo alla tutela della propria salute intesa non solo come bene personale, ma anche come bene della collettività. 
  Concludo ricordando le risultanze di una recentissima indagine conoscitiva condotta congiuntamente dalle Commissioni bilancio e affari sociali, dalla quale è emerso che il perdurare del blocco del turnover e la necessità di assicurare comunque i LEA rende indifferibile una diversa regolamentazione delle politiche di reclutamento del personale dei servizi sanitari in quelle regioni, tra cui la Calabria, in piano di rientro. 
  Mi appello all'onorevole rappresentante del Governo per sapere cosa il Ministro della salute intenda fare, vista la gravità della situazione e le criticità evidenziate in premessa, per evitare il collasso della sistema sanitario calabrese e se nell'ambito delle proprie competenze intenda intraprendere provvedimenti normativi per porre rimedio al blocco del turnover e alla situazione sopraesposta. 

Risposta del governo

Signor Presidente, onorevole Censore, il tema che pone è noto a me personalmente e al Ministero. La regione Calabria è sottoposta, fino al 31 dicembre 2015, al blocco automatico del turnover del personale del Servizio sanitario regionale, ai sensi del comma 174, dell’ articolo 1, della legge n. 311 del 2004, il quale prevede tale misura per le regioni, come è stato già segnalato dall'onorevole Censore, sottoposte a Piano di rientro dai disavanzi sanitari – molto noto quello calabrese – nelle quali si prospetti, in esito al monitoraggio trimestrale, una situazione di squilibrio economico-finanziario del settore sanitario, non tempestivamente ed adeguatamente corretta. 
  Con l'articolo 4-bis del decreto-legge n. 158 del 2012, convertito, con modificazioni, in legge n. 189 del 2012, il legislatore ha previsto la possibilità, per le regioni sottoposte ai piani di rientro, nelle quali fosse scattato per l'anno 2012 il blocco automatico del turnover, come è stato ancora una volta riferito dall'onorevole interpellante, ai sensi dell'articolo 1, comma 174, della citata legge n. 311 del 2004. che tale blocco possa essere disapplicato, nel limite del 15 per cento e in correlazione alla necessità di garantire l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza. 
  Nella riunione di verifica del piano di rientro tenutasi nel mese di luglio 2013, i tavoli di verifica hanno accertato per la regione Calabria, a differenza di quanto verificatosi per la regione Campania, la perdurante presenza delle condizioni previste ancora dal già citato comma 174 che vieterebbe lo sblocco del turnover. Ciò ha nuovamente determinato quindi il blocco delturnover
  Il 21 marzo 2014 la regione Calabria ha richiesto ai Ministeri affiancanti – che sono il Ministero dell'economia e finanze e Ministero della salute – la possibilità di derogare al blocco del turnover, allegando alla richiesta in questione la documentazione di dettaglio per rappresentare le criticità ed i rischi di possibile compromissione dell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza in ragione della carenza proprio del personale. Relativamente a tale questione si è svolto, in data 28 maggio 2014, presso il Ministero della salute, un incontro tecnico di affiancamento, convocato nello specifico per chiedere chiarimenti sulla documentazione inviata dalla regione e, nel corso del quale, si è ritenuto utile ripercorrere, insieme ai tecnici della regione, le disposizioni normative vigenti in materia, che non avevano consentito fino ad ora alla regione Calabria di poter usufruire di quanto disposto dall'articolo 4-bis del decreto-legge n. 158 del 2012, meglio conosciuto come «decreto Balduzzi». 
  La questione è attualmente all'attenzione dei Ministeri affiancanti, cioè del Ministero dell'economia e finanze e del Ministero della salute, che stanno valutando la sussistenza di quelle condizioni di cui al comma 80, articolo 2, della legge n. 191 del 2009, che prevede che «qualora sia verificato che il rispetto degli obiettivi intermedi sia stato conseguito con risultati quantitativamente migliori, di riduzione delle aliquote fiscali nell'esercizio successivo per la quota corrispondente al miglior risultato ottenuto, analoga misura di attenuazione si può applicare anche al blocco del turnover e al divieto di effettuare spese non obbligatorie in presenza delle medesime condizioni di attuazione del piano». 
  Quindi, ho citato testualmente, mi scuserà l'onorevole interpellante, anche per essere stato troppo pedante nella citazione. Per uscire fuori anche da questo ermetismo, come potrebbe apparire in termini legislativi, vorrei comunicare che il percorso dei Ministeri affiancanti è codificato esattamente da quella norma e la regione deve dimostrare – cosa che sta facendo non da sola, ma anche con l'affiancamento tecnico operativo da parte del Ministero della salute – con la documentazione, che non sono rispettati uniformemente e universalmente i livelli essenziali di assistenza proprio in ragione della mancanza di personale. 
  Questo semplice e conseguente risultato, che potrebbe apparire, come diceva l'interpellante, burocratico, pretende dimostrazioni abbastanza puntuali per evitare che la regione Calabria e gli stessi Ministeri affiancanti possano in qualche modo non rispettare una norma, che ho dovuto testualmente riferire anche nella mia risposta. 
  Tali misure di attenuazione, tra le quali anche il blocco del turnover, trovano applicazione qualora si sia verificato ed accertato proprio in quel tavolo di monitoraggio un risultato economico migliore rispetto agli obiettivi intermedi del piano di rientro o dello stesso programma operativo. 
  Nello specifico, il Ministero della salute sta procedendo a questa istruttoria volta ad accertare che la presunta carenza di personale rappresentata dalla regione Calabria comprometta – è un tema che il Ministero della salute specificamente e particolarmente ha nel proprio interesse – l'erogazione dei livelli essenziali di assistenza. 
  La regione Calabria, di fatto il dipartimento tutela della salute e politiche sanitarie, ha comunicato, proprio in queste ore direi, di aver completato la documentazione richiesta dal Ministero della salute nell'incontro di affiancamento sullo sblocco delturnover del 28 maggio. Nei prossimi giorni i rappresentanti ministeriali saranno pronti ad incontrare i tecnici regionali per fornire tutti i chiarimenti, riunione che – posso assicurare all'interpellante – si svolgerà in un contesto e in un clima non burocratico, avendo anche personalmente potuto verificare con visite in quella regione qual è la situazione di difficoltà che quella regione sta vivendo e che non può essere sottovalutata in nessun modo. 
  Io rassicuro che questo interesse sarà prevalente rispetto ad una valutazione di impostazione meramente finanziaria e burocratica. 
  Da ultimo e a carattere generale comunico che la tematica delle regioni in fase di rientro sarà oggetto anche di approfondite valutazioni ai fini di specifiche ulteriori iniziative nell'ambito anche del confronto tecnico che il Ministero della salute e il Ministero dell'economia e delle finanze e le regioni stanno svolgendo per la definizione del nuovo Patto per la salute. 
  Proprio in questo senso un miglioramento dei rapporti nazionali e regionali e anche un aggiornamento di questa metodica, che in questi anni si è rivelata sicuramente fruttuosa per il rispetto dell'equilibrio di bilancio ma non sempre veloce in termini di istruttoria, ha consentito e ha determinato un cambiamento anche di impostazione del Ministero della salute che, proprio al tavolo del Patto per la salute, sta proponendo elementi di ragionamento in questa relazione fra Governo e regioni in fase di rientro. 
  Proprio nella giornata di ieri il Ministro Lorenzin, riferendo alla XII Commissione sul Piano della salute – vorrei citare soltanto questa frase che mi sembra molto importante per dare una risposta completa all'interpellante – ha affermato che, relativamente ai piani di rientro dai disavanzi sanitari, si intende rafforzare la capacità delle regioni di raggiungere gli obiettivi non solo strettamente finanziari, ma soprattutto gli obiettivi rivolti alla riqualificazione dei servizi e promuovere una nuova visione dei piani di rientro ed un nuovo paradigma che li concepisca come piani di rilancio e di riqualificazione dei servizi sanitari regionali. 
  Ritengo necessario che sia innalzato, quindi, il livello istituzionale della verifica, in particolare nelle regioni commissariate, in considerazione del fatto che i commissari ad acta sono organi straordinari nominati dal Governo, e nel contempo si ritiene necessario impegnare risorse e le agenzie nazionali – da Agenas all'Istituto superiore di sanità – per produrre un migliore lavoro di affiancamento e consentire a queste difficili situazioni regionali di uscire più velocemente da una condizione che è sì finanziaria, ma che determina, come giustamente ha riferito l'interpellante, effetti negativi e a volte devastanti su diritti inviolabili quali quelli della salute, che sono di tutti i cittadini, compresi i calabresi. 

Replica

Signor Presidente, ho ascoltato con vivo interesse la risposta del signor sottosegretario, anche perché i tanti cittadini calabresi che ho l'onore di rappresentare non sono più da tempo interessati a difese campanilistiche, a lotte senza confine per avere strutture improduttive che si sono rilevate nel tempo pericolose, ma sono consapevoli delle difficoltà che vive il nostro Paese, delle difficoltà economiche e finanziarie e della quantificazione della spesa sanitaria che incombe sul bilancio dello Stato. 
  Ma i miei concittadini chiedono la presenza di un'offerta sanitaria dignitosa, almeno per quanto riguarda alcune patologie e almeno per quanto riguarda le emergenze. Però oggi, di fronte alla mancanza di alcune figure professionali, soprattutto come gli anestesisti e i chirurghi, i miei concittadini sono in apprensione, sono preoccupati e pensano che questa loro domanda di bisogni sanitari sia un po’ negata. 
  Vede, signor sottosegretario, io ho colto positivamente tra le righe del suo discorso un'apertura, quindi una risposta non burocratica, anche se non intravedo la soluzione del problema. Ho capito che chiaramente la questione, oltre al suo Ministero, interessa anche altri Ministeri, i Ministeri «affiancanti» e, quindi, capisco che la situazione non è una situazione facile perché il «decreto Balduzzi» richiede, per lo sblocco del 15 per cento, il raggiungimento di alcuni obiettivi; obiettivi che la regione Calabria non ha raggiunto perché ha chiesto – come ha ricordato lei – lo sblocco del turnover il 21 marzo dello scorso anno e poi c’è stata una riunione il 28 maggio e sono stati chiesti chiarimenti alla regione. 
  Però, io ho colto nella sua risposta – come le dicevo prima – questa sua apertura, questa consapevolezza delle difficoltà, difficoltà che sono note anche al Ministero e, quindi, anche una percezione della necessità di dare una risposta non burocratica.
  Il fatto che c’è un'istruttoria in corso che chiaramente vuole verificare se sono effettivamente compromessi i LEA, i livelli essenziali di assistenza, mi fa ben sperare che possiamo essere sulla strada giusta e che, quindi, in breve tempo si possa pervenire ad una soluzione utile a quanti richiedono assistenza sanitaria nella mia regione. 
  Io mi ritengo in parte soddisfatto, signor sottosegretario, e auspico che lei, essendo anche lei un uomo che viene dal sud, da regioni che vivono mille criticità e che rischiano anche di implodere dal punto di vista della tenuta sociale – abbiamo assistito poco prima all'interpellanza del mio collega, onorevole Oliverio, che riguardava il sistema dei trasporti in Calabria –, segua di persona questa vicenda e che in un breve termine, che può essere un mese, si arrivi a sbloccare in parte il turnover, anche perché la regione Calabria è una regione turistica e non vorrei che nel mese di agosto, proprio mentre ci sono tanti vacanzieri che scelgono la nostra bella regione, ci trovassimo di fronte a una situazione in cui non riusciamo a garantire l'assistenza sanitaria non solo ai cittadini, ma anche ai tanti che vengono da fuori. 
  Quindi, io la ringrazio e confido in un proficuo lavoro da parte sua e da parte del Ministero.