19/04/2017
Camilla Sgambato
Marchi, Lacquaniti, D'Ottavio, Bargero, Amato, Casellato, Incerti, Carella, Montroni, Giovanna Sanna, Ventricelli, Rocchi, Dell'Aringa, Zampa, Manfredi, Famiglietti, Rampi, Naccarato, Paola Boldrini, Cuomo, Carloni, Di Lello, Berretta, Giacobbe, Cominelli, Sbrollini, Mazzoli, Meta, Stella Bianchi, Patrizia Maestri, Paolo Rossi, Marantelli, Grassi
2-01760

 Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   la provincia di Caserta, con deliberazione di consiglio provinciale n. 37 del 29 dicembre 2015, esecutiva come per legge, ha dichiarato lo stato di dissesto finanziario ai sensi dell'articolo 244 del decreto legislativo n. 267 del 2000, a causa della sopravvenuta impossibilità di garantire l'assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili, determinata dall'imposizione, da parte della manovra finanziaria per il 2015 (legge n. 190 del 2014), di insostenibili obblighi di contenimento della spesa, accompagnati da conseguenti oneri di riversamento dei risparmi, così conseguiti nelle casse dello Stato;
   il contributo richiesto, per l'esercizio 2015, alla provincia di Caserta, è stato di un'entità tale (euro 31.273.307,73) da risultare, secondo gli interpellanti, palesemente dissimile rispetto a quelli chiesti agli altri enti, se confrontato in ambito nazionale;
   in ambito regionale, la provincia di Salerno ha versato euro 24.920.650,48, quindi oltre 6 milioni di euro in meno rispetto a Caserta, e che, a livello nazionale, città metropolitane e province come Bologna (5,327 milioni di euro), Brescia (23,226 milioni di euro, Varese (4,836 milioni di euro), Genova (5,374 milioni di euro), Bari (12,510 milioni di euro) e Milano (18,155 milioni di euro) si sono viste imporre contributi certamente più sostenibili, pur in presenza di un tessuto socio-economico più strutturato rispetto a quello casertano, dal punto di vista finanziario;
   solo le città metropolitane di Roma e Napoli sono state più penalizzate della provincia di Caserta, che certamente per consistenza demografica ed estensione territoriale sono, con ogni evidenza, del tutto incomparabili con la realtà casertana;
   tra l'altro la quantificazione del contributo complessivo per il 2016 (euro 41.000.000,00 circa), pur se fondata su criteri in parte riformati rispetto al 2015, conduce al paradossale risultato che le risorse disponibili nel bilancio della provincia di Caserta, considerate al netto del contributo de quo, sono largamente insufficienti alla copertura delle spese che lo stesso Ministero dell'interno ha certificato come inderogabili;
   nelle condizioni date, la provincia di Caserta è venuta a trovarsi nella oggettiva impossibilità di procedere all'approvazione di un bilancio di previsione stabilmente riequilibrato, non essendo il livello della spesa ulteriormente comprimibile in misura sufficiente a colmare lo squilibrio, ammontante, in termini previsionali, in euro 63.324.152,00;
   diversi incontri e manifestazioni si sono tenuti tra sindaci, associazioni e sindacati e che hanno visto la partecipazione anche di dirigenti scolastici, visto che la grave situazione finanziaria non consente loro tra l'altro di provvedere a fare manutenzione straordinaria e ordinaria negli istituti scolastici;
   la provincia di Caserta presenta peculiarità assolutamente eccezionali, non equiparabili a nessun'altra provincia italiana, in quanto a compromettere irrimediabilmente le condizioni finanziarie dell'ente è bastata la singolare quantificazione del contributo per l'anno 2015, che non ha avuto eguali a livello nazionale; pertanto, solo il mancato consolidamento, a decorrere dall'esercizio in corso, degli oneri di che trattasi, a partire dalla quota 2015, può offrire alla provincia di Caserta l'opportunità di evitare l'imminente blocco totale di tutte le attività e di non rinunciare al ruolo istituzionale riconosciutoLe dalla nostra Costituzione;
   l'esercizio finanziario 2017 risulta, quindi, ad oggi, privo di una programmazione contabile cui si possa riconoscere carattere autorizzatorio della gestione finanziaria, ponendo con straordinaria urgenza il problema della continuità stessa delle funzioni e delle attività dell'ente;
   il decreto-legge recante misure in favore degli enti locali, tra cui le province, approvato nell'ultimo Consiglio dei ministri di martedì 11 aprile 2017 non contiene alcuna norma e/o stanziamento che possa alleviare o far superare alla provincia di Caserta la drammatica situazione finanziaria che vive l'ente ed eliminare l'emergenza per le scuole e le strade della provincia di «Terra di Lavoro», a rischio di imminente chiusura per l'impossibilità della stessa provincia di garantire la manutenzione anche ordinaria delle infrastrutture e degli immobili, oltre che le spese fisse per utenze e funzionamento –:
   se intenda assumere iniziative quanto prima per l'adozione di un provvedimento ad hoc per la provincia di Caserta al fine di scongiurare l'interruzione dei pubblici servizi oltre che di evitare dolorose ripercussioni sui cittadini del territorio.
 

Seduta del 5 maggio 2017

Illustra e replica Camilla Sgambato, risponde Domenico Manzione, Sottosegretario di Stato per l'Interno

Illustrazione

Grazie Presidente. Grazie sottosegretario, la questione che poniamo oggi è gravissima e si protrae da ben tre anni. Se oggi il Governo non interviene avremo la morte di un ente pubblico previsto in Costituzione, quale la provincia, che non potrà più garantire le funzioni obbligatorie essenziali che le sono proprie negando così diritti essenziali ai cittadini, agli studenti, alle famiglie e ai dipendenti della provincia stessa. La provincia di Caserta con deliberazione del consiglio provinciale del 2015, esecutiva come per legge, ha dichiarato lo stato di dissesto finanziario ai sensi dell'articolo 244 del decreto legislativo n. 267 del 2000 a causa della sopravvenuta impossibilità di garantire l'assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili, determinata dall'imposizione da parte della manovra finanziaria per il 2015, la legge n. 190 del 2014, di insostenibili obblighi di contenimento della spesa, accompagnati da conseguenti oneri di riversamento dei risparmi, così conseguiti nelle casse dello Stato. Il contributo richiesto per il 2015 alla provincia di Caserta, infatti, è stato di un'entità tale - più di 31 milioni di euro - da risultare, secondo noi, palesemente dissimile rispetto a quelli richiesti agli altri enti in ambito regionale e in ambito nazionale. A mero scopo esemplificativo diamo qualche dato: in ambito regionale, ad esempio, la provincia di Salerno ha versato quasi 25 milioni di euro, quindi oltre 6 milioni di euro in meno rispetto a Caserta; a livello nazionale, ad esempio, Bologna ha versato poco più di 5 milioni di euro; Brescia 23 milioni di euro; Varese 4 milioni di euro; Genova 5 milioni di euro e così via e tali città metropolitane e province si sono viste imporre contributi certamente più sostenibili pur in presenza di un tessuto socio-economico più strutturato rispetto a quello casertano dal punto di vista finanziario.

Tra l'altro la quantificazione del contributo complessivo per il 2016, 41 milioni di euro circa, conduce al paradossale risultato che le risorse disponibili nel bilancio della provincia di Caserta considerate al netto del contributo de quo sono largamente insufficienti alla copertura delle spese che lo stesso Ministero dell'interno ha certificato come inderogabili. Nelle condizioni date la provincia è venuta a trovarsi nell'oggettiva impossibilità di procedere all'approvazione di un bilancio di previsione stabilmente riequilibrato, non essendo il livello della spesa ulteriormente comprimibile in misura sufficiente a colmare lo squilibrio ammontante in termini previsionali in più di 63 milioni di euro. Diversi incontri e manifestazioni si sono tenuti tra i sindaci, associazioni, sindacati e hanno visto la partecipazione anche dei dirigenti scolastici perché tutto ciò si riversa pesantemente sulle scuole del casertano. Infatti la grave situazione finanziaria non consente nemmeno di provvedere a fare la manutenzione straordinaria e ordinaria degli istituti scolastici. Se è vero che questa è la condizione di molte, quasi tutte le province italiane, la provincia di Caserta presenta peculiarità assolutamente eccezionali, non equiparabili a nessun'altra provincia italiana in quanto a compromettere irrimediabilmente le condizioni finanziarie dell'ente è bastata la singolare quantificazione del contributo per l'anno 2015 che non ha avuto eguali a livello nazionale. Pertanto solo il mancato consolidamento, a decorrere dall'esercizio in corso, degli oneri di cui trattasi a partire dalla quota 2015, può offrire alla provincia di Caserta l'opportunità di evitare l'imminente blocco totale di tutte le attività e di non rinunciare al ruolo istituzionale riconosciutole dalla nostra Costituzione. L'esercizio finanziario 2017 risulta, quindi, ad oggi privo di una programmazione contabile cui si possa riconoscere carattere autorizzatorio della gestione finanziaria, ponendo con straordinaria urgenza il problema della continuità stessa delle funzioni e delle attività dell'ente. Il decreto-legge recante misure in favore degli enti locali, tra cui le province, in cui speravamo tanto, approvato nell'ultimo Consiglio dei ministri di martedì 11 aprile 2017, non contiene alcuna norma o stanziamento che possa alleviare o far superare alla provincia di Caserta la drammatica situazione finanziaria che vive l'ente ed eliminare l'emergenza per le scuole, per le strade della provincia di Terra di Lavoro, a rischio di imminente chiusura per l'impossibilità della stessa provincia di garantire la manutenzione anche ordinaria delle infrastrutture e degli immobili, oltre che le spese fisse per utenze e funzionamento. Chiediamo quindi se il Governo intenda assumere iniziative quanto prima per l'adozione di un provvedimento ad hoc per la provincia di Caserta al fine di scongiurare l'interruzione di pubblici servizi oltre che evitare dolorose ripercussioni sui cittadini del territorio.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Con l'interpellanza urgente all'ordine del giorno l'onorevole Sgambato, unitamente ad altri deputati, segnalava la grave situazione finanziaria in cui versa la provincia di Caserta - l'abbiamo sentito or ora - per la quale è stato dichiarato lo stato di dissesto. Al riguardo chiede l'adozione di iniziative ad hoc mirate a consentire all'ente l'assolvimento delle funzioni connesse allo svolgimento dei servizi pubblici essenziali che rischierebbero altrimenti di subire interruzioni. La questione posta dall'onorevole interpellante è nota al Governo anche perché è già oggetto di esame in sede parlamentare e altresì sottoposta più volte alla sua attenzione dai vertici della stessa provincia di Caserta. In effetti, come rammentato nell'atto di sindacato ispettivo, con la legge di stabilità per il 2015 è stato previsto un concorso alla finanza pubblica da parte delle province e delle città metropolitane delle regioni a statuto ordinario e delle regioni Sicilia e Sardegna, concorso in ragione del quale è stata disposta una riduzione complessiva della spesa corrente dei predetti enti. Tale opzione è legata sostanzialmente al risparmio di spesa che il comparto in questione avrebbe dovuto conseguire con il processo di riforma delle funzioni previsto dalla legge n. 56 del 2014, la cosiddetta legge Delrio.

Tuttavia, nella piena consapevolezza sia dei tempi necessari alla definizione dell'iter complessivo della citata riforma sia delle difficoltà finanziarie incontrate dagli enti in questione, il legislatore ha disposto in loro favore l'attribuzione di specifiche risorse finanziare con diversi provvedimenti normativi succedutisi nel tempo, da ultimo il decreto-legge n. 50 del 2017, entrato in vigore la settimana scorsa.

In particolare, per l'anno 2016, a fronte di un taglio di 1 miliardo e 800 milioni di euro, sono state assegnate risorse per 913 milioni di euro, di cui 595 milioni per le funzioni di viabilità ed edilizia scolastica, ai sensi della legge di stabilità 2016 e del decreto-legge n. 113 del 2016. Per il triennio 2017-2019, invece, a fronte di un taglio annuale di 2 miliardi e 700 milioni di euro, sono state concesse risorse complessivamente pari a 1 miliardo e 665 milioni per il 2017 e a 1 miliardo e 370 milioni per ciascuno degli anni 2018 e 2019, di cui 470 milioni annui destinati specificamente alla viabilità e all'edilizia scolastica. Limitatamente all'anno 2017, sono previsti inoltre contributi a favore delle province e città metropolitane pari a 75 milioni di euro per il trasporto disabili e a 220 milioni di euro per il finanziamento dei centri per l'impiego.

Sempre nella medesima direzione si pone ora il decreto-legge n. 50 del 24 aprile scorso, adottato sulla base di uno specifico accordo raggiunto in sede di Conferenza Stato-città e autonomie locali. L'articolo 20 del provvedimento d'urgenza ha destinato alle province delle regioni a statuto ordinario fondi pari a 110 milioni di euro per l'anno in corso e a 80 milioni di euro a decorrere dal 2018, ai fini dell'esercizio delle funzioni fondamentali loro affidate. Ulteriori 100 milioni sono stati stanziati specificamente per la manutenzione straordinaria delle strade nell'anno in corso. Aggiungo che, a decorrere dal 2019, verrà meno il contributo alla finanza pubblica a carico degli enti in questione di cui all'articolo 47 del decreto-legge n. 66 del 2014, per un importo annuo complessivo di circa 517 milioni.

Alle misure finanziarie fin qui illustrate si è aggiunta, a testimonianza dell'attenzione che viene prestata alla situazione economico-finanziaria delle province e delle città metropolitane, l'adozione di disposizioni di carattere speciale, che hanno riconosciuto la facoltà di approvare il bilancio di previsione limitato a una sola annualità piuttosto che al triennio, nonché di applicare al bilancio l'avanzo di amministrazione libero e destinato.

Ricordo anche che, solo per tali enti, il Ministro, quindi il Ministero dell'interno, ha prorogato al prossimo 30 giugno il termine per l'approvazione del bilancio di previsione per il 2017.

Concludo con questa panoramica di carattere generale, rappresentando che, anche dopo l'emanazione del decreto-legge n. 50, permane il confronto fra il Governo e l'Unione province d'Italia, al fine di stabilire il nuovo quadro finanziario di riferimento a regime per le province e le città metropolitane, alla luce delle funzioni fondamentali individuate dalla legge n. 56 del 2014, che ho appena citato, e delle disposizioni in materia di spending review e di riduzione della spesa del personale.

In tale contesto si inserisce la problematica della provincia di Caserta, che effettivamente ha subito anch'essa, come già è stato detto, riduzione delle risorse a disposizione, in ragione degli obblighi di concorso alle politiche di contenimento della spesa pubblica. Tuttavia segnalo che, nell'ambito delle operazioni di ripartizione delle risorse finalizzate ad allentare l'impatto di tali riduzioni sugli enti di area vasta, la provincia di Caserta è stata destinataria di diversi contributi finanziari. Con il decreto-legge n. 113 del 2016 è stato assegnato a tale ente l'importo di circa 4 milioni 120 mila euro, quale quota parte del contributo a favore delle province per il finanziamento delle spese connesse alle funzioni essenziali; allo stesso titolo il decreto-legge n. 50 del 2017 ha attribuito all'ente, per il quadriennio 2017-2020, poco più di 3 milioni 700 mila euro l'anno, che diventeranno circa 2 milioni 500 mila a decorrere dal 2021. La provincia di Caserta potrà beneficiare di altre somme in sede di ripartizione dei fondi che, come ho già riferito, sono stati stanziati in favore degli enti in questione dall'articolo 20 dello stesso decreto-legge n. 50. Il provvedimento di ripartizione sarà adottato dal Ministero dell'interno, di concerto con quello dell'economia e delle finanze, entro il prossimo 15 maggio, previe intese in sede di Conferenza Stato-città e autonomie locali.

Infine, ulteriori risorse, pari a circa 20 milioni 900 mila euro, sono state recentemente destinate alla provincia in questione a seguito della ripartizione, avvenuta con decreto del Presidente del Consiglio del 10 marzo scorso, in corso di registrazione alla Corte dei conti, del Fondo per il finanziamento di interventi a favore degli enti territoriali, istituito dalla legge di bilancio 2017.

Per quanto riguarda, infine, la specifica richiesta di un provvedimento ad hoc, che preveda ulteriori risorse a favore della provincia di Caserta, evidenzio che, anche alla luce delle misure già adottate dal Governo e in precedenza ricordate, ogni ulteriore intervento dovrà essere disposto sulla base di una preliminare valutazione politica nelle sedi parlamentari competenti e, comunque, previa individuazione delle necessarie risorse finanziarie. Grazie, Presidente.

Replica

Soddisfatta non del tutto, perché le risorse di cui parlava il sottosegretario, nella prima parte, riguardano tutte le province che non si trovano certo nella condizione drammatica in cui si trova la provincia di Caserta, perché sono alcune in pre-dissesto. Soltanto la provincia di Caserta - e quella di Vibo Valentia - è in una situazione di dissesto, essendo Biella uscita da questo. Un ente in dissesto non può procedere al riequilibrio di bilancio in presenza di ulteriori gravami e non comprendiamo perché, solo per aver dichiarato il dissesto un anno dopo rispetto alle province di Vibo Valentia e di Biella, non possa essere esonerata dai contributi come le province precedenti.

Noi non nascondiamo che la condizione di disastro finanziario in cui versa la provincia di Caserta è frutto anche di un'amministrazione precedente, che certamente non ha brillato e che certamente avrebbe potuto non solo dichiarare il dissesto l'anno precedente, ma avrebbe potuto amministrare meglio; pur tuttavia, le risorse stanziate per la provincia di Caserta non sono assolutamente sufficienti.

Allora, non ci sono alternative, visto che la provincia resta un ente previsto in Costituzione: o togliamo loro le funzioni o diamo alle province stesse le risorse necessarie per svolgerle. La provincia di Caserta ha un'entrata di 62 milioni di euro circa e 42 milioni sono le somme da versare allo Stato attualmente, di questi, 23 milioni sono le spese per il personale e per l'ammortamento dei mutui. Capirete bene che la provincia, così, non può provvedere alle altre spese obbligatorie: la sicurezza, la manutenzione stradale e quella delle scuole. L'ultima lettera è quella del procuratore capo di Napoli nord che ricorda alla provincia l'obbligatorietà delle sue funzioni.

Solo con questa deroga, che noi chiediamo, e con rigore gestionale si arriverebbe al riequilibrio, ridando ai lavoratori, agli studenti, alle famiglie, ai cittadini in genere, pari dignità ed uguali diritti. In una sede legislativa prossima noi presenteremo un emendamento e speriamo che avremo il parere favorevole del Governo. Grazie.