I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per la pubblica amministrazione, per sapere – premesso che:
il 31 gennaio 2020 il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza al fine di contrastare e contenere la diffusione del COVID-19;
mentre il Paese è, giustamente in via prioritaria, impegnato ad affrontare l'emergenza sanitaria, è fondamentale predisporre tutti gli strumenti necessari per consentire al sistema produttivo del Paese di innescare, nella fase successiva, una ripartenza capace di superare i rischi di crisi e di recessione;
fondamentali sono certamente le misure di ordine economico che il Governo ha già adottato e che sta tuttora adottando, ma altrettanto importante sarà garantire la rapidità e la speditezza dei processi, sia decisionali che operativi nella fase post emergenziale;
oggi sull'attività della pubblica amministrazione, sui poteri di presidenti di regione e di sindaci, sulle opere pubbliche, sulle infrastrutture, sulle attività economiche e produttive delle imprese gravano il peso di vincoli e iter burocratici che, se da una parte sono certamente garanzia di sicurezza e trasparenza, dall'altra, non piccola, possono tradursi in un rallentamento dei processi decisionali e, in definitiva, in un pesante onere in termini di costi;
il 31 maggio di ogni anno scade il termine fissato dall'articolo 20 della legge 15 marzo 1997, n. 59 (cosiddetta Bassanini), per la presentazione del disegno di legge di semplificazione annuale in base al quale il Governo, seguendo un programma di priorità di interventi, definito in relazione alle proposte formulate dai Ministri competenti, sentita la Conferenza unificata, presenta al Parlamento un disegno di legge per la semplificazione e il riassetto normativo, volto a definire, per l'anno successivo, gli indirizzi, i criteri, le modalità e le materie di intervento, anche ai fini della ridefinizione dell'area di incidenza delle pubbliche funzioni, con particolare riguardo all'assetto delle competenze dello Stato, delle regioni e degli enti locali;
tale legge annuale, negli anni, ha avuto un'applicazione via via diversa rispetto al modello disegnato originariamente, fino ad arrivare a non essere più adottata a cadenza periodica. Il risultato è che non è venuto meno l'obiettivo della semplificazione, che, sia pure nelle sue molteplici e diverse accezioni, continua a essere presente in alcune scelte legislative, ma lo strumento che avrebbe dovuto garantire invece una certa stabilità nelle politiche in materia;
gli strumenti normativi vigenti consentono, quindi, già di intervenire in materia di semplificazioni amministrative;
si ritiene, pertanto, fondamentale intervenire in modo tempestivo e risoluto su questo annoso problema, utilizzando al meglio questo tempo in cui l'attività è ridotta alle funzioni essenziali per consentire alle imprese e alla pubblica amministrazione di trovarsi, al momento della ripartenza, con processi decisionali ed operativi più snelli, rapidi e più adeguati a far fronte alle difficoltà di questa fase; occorre approntare con somma urgenza «un'Agenda per la semplificazione», come prevista anche dal decreto-legge n. 90 del 2014, da condividere con il Parlamento, tutti i Ministeri, le regioni e gli enti locali, con l'obiettivo di dare un contributo decisivo per sbloccare gli investimenti e liberare risorse per la ripresa e la crescita;
alla fase di predisposizione normativa dovrà, poi, necessariamente seguire una fase di verifica circa l'avvenuto cambiamento dei comportamenti quotidiani delle amministrazioni, dell'organizzazione, delle modalità di cooperazione, dell'uso delle tecnologie e dell'utilizzazione delle piattaforme telematiche –:
se intenda adottare iniziative, con la massima tempestività, sulla base anche delle disposizioni legislative vigenti, per definire urgenti misure, articolate e puntuali, anche di carattere normativo, di snellimento, riduzione e semplificazione di tempi, vincoli e iter burocratici vigenti.
Seduta del 16 aprile 2020
Illustrazione di Antonello Giacomelli, risposta del governo di Fabiana Dadone, Ministra per la pubblica amministrazione, replica di Stefano Ceccanti.
Illustrazione
Grazie, signora Presidente. Signor Ministro, la nostra interpellanza sollecita il Governo a presentare rapidamente al Parlamento un intervento drastico di riduzione della ipertrofia burocratica e normativa, che pesa sulla vita delle persone e ostacola l'attività delle imprese.
Il tema è così poco originale nei dibattiti parlamentari da rendere necessario da parte mia un chiarimento preliminare. Potremmo partire da qualunque punto della storia del nostro Paese: già Francesco De Sanctis, 1865, lamentava come la burocrazia avesse tolto spinta all'attuazione di alcuni provvedimenti; ma, per prenderla dall'inizio della storia repubblicana, Emilio Sereni, Ministro dell'Assistenza post bellica, nel 1946 definiva incontrollabile il potere della burocrazia. Vanoni si lamentava dei processi burocratici interminabili; Fanfani si propose di intervenire contro un'amministrazione pubblica lenta e arrugginita; Rumor tentò di intervenire contro il potere condizionante, se non decisionale, della burocrazia; Nenni, erano gli anni Sessanta, chiedeva di intervenire contro l'infinità di enti pubblici, che, più che essere diretti, finivano per dirigere il Governo stesso; Andreotti, e siamo agli anni Settanta, portava in Consiglio dei ministri proposte per snellire la macchina statale.
Potrei continuare, potrei elencare le iniziative di ogni Governo, fino ai giorni nostri e fino al Governo in carica, ma mi fermo qui, nell'excursus.
Voglio solo dire e sottolineare che non siamo velleitari sognatori: la mancanza di consapevolezza, di realismo, sarebbe grave per ogni parlamentare, per chi, come me, ha diversi anni di vita parlamentare alle spalle sarebbe addirittura imperdonabile.
Conosciamo, signora Ministro, quanto il problema sia radicato, quanto sia annoso e come sia stato oggetto di iniziative e tentativi di ogni Governo, e in ogni legislatura, della storia repubblicana. Perché allora questo nostro atto di sindacato ispettivo? Perché una sollecitazione di oltre 50 deputati del gruppo del Partito Democratico? Perché il tempo che stiamo vivendo è un tempo non ordinario e sollecita risposte non ordinarie. Fronteggiamo una inedita drammatica emergenza sanitaria e già ci prepariamo ad affrontare il percorso arduo di una crisi economica che si annuncia dura e piena di rischi. Possiamo riuscire - questo è il senso dell'interpellanza - a togliere dal cammino difficile delle imprese, dei comuni, dei sindaci, dei professionisti, del nostro sistema produttivo, dei cittadini, del Paese, almeno una parte del peso nel sostenibile di adempimenti, iter dilatati, tempi morti, incertezze, lentezze, incongruenze, che rappresentano un freno, un peso, un costo per ogni settore dell'attività civile? Lei potrebbe ricordarmi, signora Ministro, che non mancano nell'ordinamento strumenti, come dire, ordinari: cito soltanto il recepimento della direttiva europea che prevede l'impegno a diminuire del 25 per cento gli oneri burocratici; penso al principio di non introduzione di nuovi oneri e adempimenti, senza ridurne o eliminarne altri; ma è lo stesso Dipartimento della funzione pubblica, nonché il Consiglio di Stato, a rilevare come i Ministeri si siano attenuti fin qui molto poco a questi principi. In ogni caso, si tratta di risposte, appunto, ordinarie, per un lavoro certo importante ma continuato nel tempo e complessivo, al quale altri colleghi meglio di me, a cominciare da Stefano Ceccanti, per il ruolo che svolge, sapranno contribuire. Su questo io dico soltanto che, per quanto mi riguarda, la linea, che dalla riforma Bassanini porta alla più recente riforma Madia, rappresenta il riferimento fondamentale. Suggerisco, semmai, un rilievo di metodo: credo che sia necessario un lavoro condiviso tra maggioranza e opposizione, per evitare che ogni cambio di Governo, ogni cambio di maggioranza, rappresenti un nuovo inizio, come in un interminabile e sterile gioco dell'oca. No: quello che chiediamo con questo atto, signora Ministro, al Governo, è un intervento straordinario, rapido, profondo, con il carattere di una eccezionalità almeno pari a quella che stiamo vivendo. Anche in questi giorni drammatici abbiamo dovuto fare i conti con il potere di una burocrazia che sembra impermeabile ad ogni tragedia. Mi limito a citare la necessità del continuo adeguamento del modulo di autocertificazione, perché il combinato disposto di alcune norme rende impossibile l'adozione di un semplice testo che richiami in termini generali al rispetto delle norme vigenti; oppure potrei citare il rischio che iter troppo dilatati e appesantiti da oneri e distinguo, riducano la portata dello sforzo straordinario del Governo con il decreto liquidità. Qui ci sarà - io spero - il passaggio e l'esame parlamentare a evitare questo rischio. Su questo tema, signora Ministro, il gruppo del Partito Democratico, sul tema della lotta alla burocrazia e della semplificazione, il gruppo del PD, come dimostra il numero di firme su questa interpellanza, intende impegnarsi a fondo; ed il Partito Democratico nel suo insieme, come annunciato pubblicamente dal segretario Nicola Zingaretti, intende fare di questo tema una priorità di lavoro. Desidero che questo punto rimanga a verbale, non certo come l'avviso di un problema per il Governo, semmai come l'impegno a un contributo, a una collaborazione, a una spinta dichiarata nella stessa direzione - sono certo - che anche lei, signora Ministro, vorrà percorrere.
Con questo spirito costruttivo quanto determinato, con lo spirito di chi è consapevole del proprio ruolo e delle responsabilità della maggioranza e di chi si sente, per questo, corresponsabile di ogni scelta di Governo, abbiamo avanzato e oggi presentiamo questa sollecitazione ad un intervento rapido, profondo, eccezionale, come i tempi che stiamo vivendo, di semplificazione e sburocratizzazione, che aiuti la ripresa e la ripartenza del sistema produttivo e del Paese. E' con lo stesso spirito costruttivo di cui parlavo, con la stessa fiducia, che ascolteremo, signora Ministro, la sua risposta.
Risposta del governo
Grazie Presidente e onorevoli deputati, io ringrazio gli interpellanti per l'opportunità di intervenire su un tema che è così rilevante, proseguendo nel solco di quello che già ho esposto in audizione presso la Commissione parlamentare per la semplificazione qualche mese fa e di definire, dunque, le modalità di intervento che sono state messe in atto già in questi mesi. La drammatica diffusione del Covid-19 ha costretto le amministrazioni a fornire delle risposte immediate con degli strumenti d'urgenza, ma sappiamo bene che la contingenza attuale acuisce ancora di più un'esigenza di snellimento e di abbattimento dei tempi e dei costi della burocrazia, che vanno a pesare sui cittadini e sulle imprese, che è ancora fortemente sentita - come ricordava prima l'interpellante - e che perdura da anni, e non risulta ancora soddisfatta o esaudita del tutto. Vale la pena ricordare che il disegno di legge annuale di semplificazione, che citano gli interpellanti, si è fermato quindici anni fa; ciò però non significa ovviamente che in materia di semplificazione non sia stato fatto nulla nel frattempo. Come è noto, è già stato previsto un pacchetto di azioni, cosiddette rapide, per affrontare tempestivamente una serie di criticità. L'attuale contingenza ha richiesto l'attivazione di misure urgenti e straordinarie che hanno, di fatto, anticipato una parte di questo pacchetto di azioni rapide; queste saranno accompagnate da ulteriori e successive azioni, che necessitano, chiaramente, di un percorso condiviso all'interno di tutta la maggioranza, come bene ricordava prima l'interpellante. A titolo di mera semplificazione, ma per rendere l'idea chiara di alcune misure di semplificazione, penso allo smartworking, che abbiamo dovuto mettere in atto nei tempi più rapidi possibili, e allo snellimento delle procedure per esempio per l'acquisto di beni e servizi informatici digitali da parte di Consip e delle singole amministrazioni. Questi sono esempi concreti di come, a fronte dell'esigenza di snellire e di stare accanto alle pubbliche amministrazioni, siamo riusciti ad intervenire in maniera rapida. Avevamo avviato una consultazione su “partecipa alla piattaforma”, che avevamo lanciato anche in sede di audizione e di linee programmatiche, proprio sulla semplificazione; questa si è conclusa pochi giorni fa e ci tengo a darvi qui anche un piccolo riassunto del risultato di questa consultazione pubblica. Al primo posto, tra le segnalazioni dei cittadini rispetto alle richieste della pubblica amministrazione e delle lentezze burocratiche, è emersa l'insopportabile richiesta di informazione di atti e documenti che sono già in possesso da parte delle pubbliche amministrazioni. Molti sono i casi che i cittadini ci hanno voluto rappresentare, come per esempio le richieste di dati catastali, la registrazione del contratto d'affitto per il cambio di residenza, che è già in disponibilità della pubblica amministrazione, la richiesta dei dati reddituali o dell'ISEE, anche più volte lungo l'anno. Al secondo posto, la scarsa digitalizzazione di alcuni settori. Noi sappiamo bene che la digitalizzazione c'è, ma è ancora a macchia di leopardo, quindi su questo intervento serve, anche per la difficoltà, per esempio, ad effettuare i pagamenti telematici con la pubblica amministrazione. Al terzo posto, troviamo gli ostacoli burocratici in materia di edilizia. E' evidente che le pubbliche amministrazioni, per essere efficaci, hanno bisogno di una forte azione da parte del Governo in tema di semplificazione, con un coordinamento che coinvolga maggioranza e opposizione, ma che coinvolga anche tutti i livelli, quindi non soltanto il Ministero ma anche le regioni e gli enti locali. In tal senso il Governo ha deciso, quindi, di potenziare uno strumento che vi era già - che era l'agenda - traducendolo però in un vero e proprio piano di semplificazione per l'Italia, che abbiamo condiviso con le regioni e con gli enti locali, individuando obiettivi e risultati attesi, responsabilità e tempi di realizzazione, con delle azioni, poi, di monitoraggio e di verifica dei risultati di rafforzamento della capacità amministrativa. Al riguardo ci tengo a informare che, la scorsa settimana, la Conferenza dei Presidenti delle regioni ha inviato le sue designazioni e ci tengo anche a segnalare che gli interlocutori istituzionali sono comunque quotidianamente impegnati con le problematiche connesse all'emergenza; quindi li ringrazio anche per questo sforzo di partecipazione col Governo su queste politiche.
Le politiche di semplificazione che si intende condurre trovano fondamentali le seguenti azioni, dal mio punto di vista: ridurre lo scarto temporale che c'è tra l'emanazione di una norma e poi la sua efficacia con la traduzione dei provvedimenti attuativi concreti, che forse è una delle fasi che più esaspera sia i cittadini che le imprese; assicurare anche la massima velocità di accesso ai benefici attraverso un sistema definito, che sia chiaro, di controlli ex post dei requisiti, e per gli operatori economici anche commisurare gli oneri burocratici alle attività esercitate e alla loro grandezza, per evitare di avere lo stesso peso su attività che hanno grandezze oggettivamente differenti.
In via immediata ma anche con ripercussioni che, secondo me, devono essere di tipo sistemico, si deve intervenire sul cosiddetto principio del “once only”, che c'è già nell'ordinamento da molto tempo ma che di fatto è inapplicato. Le pubbliche amministrazioni non devono più chiedere ai cittadini e alle imprese i dati e i documenti di cui sono già in possesso o che possono reperire da altre amministrazioni. Questo intervento trova, però, necessariamente la sua cornice nella costruzione di un'amministrazione digitale ed interconnessa. Questo vuol dire che dobbiamo garantire ed essere in grado di garantire ai cittadini e alle imprese la possibilità di svolgere le pratiche a distanza, imprimendo una spinta forte, potente e decisa in questa fase, perché questa, come diceva lei, è una fase emergenziale straordinaria, quindi merita attenzione un potenziamento sulla digitalizzazione della PA e una vera e propria riorganizzazione dei processi nell'ottica della semplificazione e della omogeneizzazione della modulistica, fermo restando sempre il diritto da parte dell'utente di avere un'assistenza anche dal vivo su ricevimento qualora sia necessario.
In sostanza, si tratterebbe di garantire il diritto di accesso multicanale ai servizi e agli uffici sia in maniera digitale a distanza che - ove necessario - con un supporto dal vivo, per evitare che il cosiddetto digital divide crei ulteriori problemi.
Altre misure prioritarie, che sono condivise, dell'azione di semplificazione e che sarebbero fondamentali per la ripresa del Paese, ne cito solo alcune: gli interventi di semplificazione in ambito edilizio per agevolare la rigenerazione urbana; quindi, contrastare il consumo del suolo e migliorare le prestazioni energetiche di messa in sicurezza antisismica degli edifici, permettendo anche di riattivare tutto il settore delle imprese e dell'occupazione, senza però ovviamente abbassare la tutela del paesaggio e dei beni culturali. Si tratta proprio di snellire quelle procedure burocratiche che rendono impossibile questo tipo di rilancio. Interventi di accelerazione per la cosiddetta green economy, quindi tagliando i tempi e le procedure per agevolare il raggiungimento degli obiettivi del piano nazionale per l'energia e il clima, e interventi, come accennavo prima, rivolti alla diffusione della banda ultra larga attraverso, per esempio, la semplificazione degli iter burocratici per gli scavi o la posa delle infrastrutture che in questi anni hanno creato, paradossalmente, il blocco dell'espansione dei lavori della banda larga in tutta Italia.
Con riguardo alla necessità di una fase di verifica delle misure di semplificazione di volta in volta introdotte, come richiesto e segnalato dagli interpellanti, ritengo opportuno segnalare che ciò già è parte integrante delle linee di questo Governo e che sono fortemente consapevole del fatto che, finché i cittadini e le imprese non percepiranno che ci sarà stata una semplificazione effettiva, vorrà dire che avremo fallito questo tipo di obiettivo.
In conclusione, sono lieta e colgo favorevolmente l'invito degli interpellanti a collaborare tutti assieme per riuscire a raggiungere uno degli obiettivi; molto spesso si è detto con tanta semplicità “semplifichiamo, semplifichiamo” ma raramente si è riuscito poi a farlo con risultati concreti. Quindi, prendo questa interpellanza come uno spunto positivo a un'azione di sostegno del Governo.
Queste sfide che abbiamo di fronte oggi sono grandi e richiedono un impegno senza precedenti da parte di tutti e, dal mio punto di vista, non solo da parte del Governo; devono essere fatte anche da parte del Parlamento tutto - maggioranza e opposizione - di tutti gli attori istituzionali e delle parti sociali ed economiche.
Replica
Gentile Ministro, noi per ora siamo soddisfatti, poi c'è in programma anche una sua audizione che abbiamo richiesto alla I Commissione e siamo soddisfatti per le cose di oggi. Evidentemente, ci saranno dei problemi aggiuntivi perché le ipotesi di riapertura progressiva del Paese chiederanno di distinguere molto nettamente e molto chiaramente, andando proprio ai dettagli, che cosa è possibile che riparta subito, che cosa dopo una settimana, che cosa dopo due, sia per aree territoriali che per settori di attività. Questo rischia di creare a coloro che vogliono ripartire, almeno potenzialmente, dei problemi burocratici. Quindi, la prossima frontiera temporale della semplificazione penso che riguarderà lo sblocco del lockdown. Quindi, è anche lì che ci attendiamo di avere sue preziose indicazioni, al passo con questa emergenza che si presenterà.