21/11/2014
Luigi Famiglietti
Martelli, Paris, Tartaglione, Giuliani, Carra, Folino, Villecco Calipari, Ragosta, Giorgis, Berlinghieri, Ferranti, Gasparini, Amendola, Scanu, Marroni, Mariano, Salvatore Piccolo, Palma, Crimì, La Marca, Covello, Magorno, Valiante, Carloni, Gianni Farina, Migliore, Capozzolo, Anzaldi, Coppola, Roberta Agostini, Epifani, Valeria Valente, Fedi, Battaglia, Ginefra
2-00756

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che: 
il prossimo 23 novembre 2014 ricorre il 34mo anno dal terribile terremoto che nel 1980 devastò Irpinia e Lucania e che costò la vita a circa 3.000 persone; 
opera di ricostruzione ha sicuramente rappresentato una delle criticità più evidenti della storia, repubblicana anche in considerazione dei risultati della Commissione parlamentare d'inchiesta presieduta da presidente Scalfaro; 
ancora oggi risultano non liquidate risorse giacenti in favore dei comuni colpiti dal sisma e stanziate ai sensi della delibera CIPE n. 37 del 2006; 
si tratta di oltre 200 milioni di euro non ancora liquidati che sarebbero fondamentali per la chiusura del processo di ricostruzione sarebbero fondamentali per la chiusura della fase ricostruzione; 
lo sblocco di queste risorse, già presenti nel bilancio dello Stato e bloccate da meccanismi burocratici più volte denunciati dagli amministratori locali consentirebbero anche una boccata di ossigeno al comparto edilizio che negli ultimi anni soprattutto nei comprensori in questione ha visto crollare numero di imprese e lavoratori; 
con l'ordine del giorno, n. 9/1865-A/94, del 20 dicembre 2013, presentato dal primo firmatario del presente atto, ed accolto dal Governo, si impegnava l'Esecutivo pro tempore a sbloccare d'intesa con le amministrazioni interessate, le risorse giacenti ex lege n. 219 del 1981 finalizzate alla ricostruzione post sisma dei comuni irpini e lucani –: 
se e quali iniziative il Governo intenda adottare per lo sblocco delle risorse di cui in premessa e per consentire la chiusura, definitiva, del processo di ricostruzione post sisma a 34 anni di distanza. 

 

Seduta del 19 dicembre 2014

Illustrazione e replica di Luigi Famiglietti, risposta di Enrico Zanetti (SCpI), Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze

Illustrazione

Signor Presidente, signor sottosegretario, la presente interpellanza intende contribuire a fare chiarezza, dal punto di vista istituzionale, circa il completamento del processo di ricostruzione post sisma del 1980, che colpì Irpinia e Basilicata e dal quale pochi giorni fa sono trascorsi ben 34 anni. È un'interpellanza che, al netto delle polemiche e delle possibili strumentalizzazioni, ha come obiettivo quello di fare il punto sul processo di ricostruzione, in considerazione dei nodi tutt'ora aperti, che interessano amministrazioni locali e cittadini. 

A partire dal 1999 si è registrata una lentezza nell'erogazione dei contributi per effetto del coinvolgimento delle regioni nell'attività di reperimento delle risorse occorrenti. Con l'articolo 50, comma 1, lettera i), della legge 23 dicembre 1998, n. 448 (legge finanziaria per il 1999), la regione Campania è stata autorizzata a contrarre mutui di durata ventennale a decorrere dal 2000 e dal 2001, con copertura totalmente a carico del Ministero del tesoro. Tale coinvolgimento istituzionale, purtroppo, si è rivelato fonte di ulteriori lungaggini, anche a causa delle procedure per la contrazione dei mutui e per le necessarie autorizzazioni e del ritardato raccordo tra le regioni, Ministero del tesoro e Ministero delle infrastrutture. 
Alcuni dati danno la fotografia della situazione che si è venuta di fatto a registrare in Campania. Nell'ultimo decennio sono state, infatti, assegnate risorse per circa 350 milioni di euro in termini di competenza e per circa 200 milioni di euro in termini di cassa. Si tratta di somme pari a circa il 2 per cento del totale assegnato ai comuni a seguito del sisma ed enormemente inferiori a quelle stimate dalla regione Campania per la sola ricostruzione abitativa. 
La situazione, per effetto dell'entrata in vigore della legge finanziaria del 2007, che ha autorizzato un contributo quindicennale di 3,5 milioni di euro a decorrere da ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009, da erogare alle regioni Campania e Basilicata, secondo modalità e criteri di ripartizione determinati con DPCM, è diventata ancora più critica. 
Infatti, a seguito delle due citate leggi finanziarie, il Ministero delle infrastrutture, con ritardo ha assegnato le risorse ai comuni. Per l'esattezza ha assegnato risorse per circa 80 milioni di euro nel 2008 e 51 milioni di euro nel 2010. Queste ultime, a distanza di vari anni dalla pubblicazione sul sito istituzionale e sulla Gazzetta Ufficiale, non sono ancora materialmente affluite nelle casse dei comuni, poiché la regione Campania, in mancanza, prima, di un'ulteriore autorizzazione statale, che ora sembra essere arrivata, e, poi, per i limiti del Patto di stabilità, non ha provveduto a contrarre i mutui occorrenti per dare la provvista finanziaria alle citate assegnazioni. Pertanto i fondi sono ancora fermi a livello nazionale. 
Oggi, dopo oltre trent'anni dalla legge n. 219 del 1981 e dopo ventidue anni dalla legge n. 32 del 1992, in presenza di queste criticità si ritiene indispensabile affrontare definitivamente la chiusura di questo capitolo. Un'esigenza dettata dalla necessità di superare, da un lato, la stratificazione di norme e meccanismi che si sono succeduti nel tempo e, dall'altro, la chiusura definitiva dell'intervento straordinario e l'introduzione effettiva e operativa di quei principi che pure erano previsti nel 1992, quali il contenimento della spesa pubblica, la ridefinizione degli ambiti territoriali di intervento, la rideterminazione della platea degli aventi diritto al contributo. 
Queste sono le ragioni che animano questa interpellanza. I colleghi che l'hanno sottoscritta, anche in rappresentanza delle esigenze manifestate dai comuni, vogliono chiudere: l'intento di questa interpellanza è sostanzialmente quello di chiudere una volta per tutte questo capitolo della ricostruzione e si può chiudere solo se c’è una volontà vera da parte di tutti i soggetti istituzionali coinvolti, a partire dalla regione Campania ed ovviamente i Ministeri delle infrastrutture e dell'economia. Ci auguriamo che nella risposta ci saranno elementi utili in tale direzione.

Risposta del Governo

Signora Presidente, con l'interpellanza in oggetto l'onorevole Famiglietti ed altri chiedono quali iniziative si intendano adottare per sbloccare le risorse stanziate, ai sensi della delibera CIPE n. 37 del 2006 e non ancora liquidate ai comuni colpiti dagli eventi sismici del 1980, al fine di consentire la chiusura del processo di ricostruzione post sisma. 
Al riguardo, si fa presente che le risorse destinate ad interventi di ricostruzione, ai sensi della legge n. 219 del 1981, sono nella piena disponibilità degli enti locali interessati presso 631 diverse contabilità speciali, ciascuna corrispondente ad un ente locale per le risorse di sua spettanza, per un totale complessivo residuo di circa 219 milioni di euro. 
Preso atto che, pur in presenza di risorse, diverse contabilità speciali non risultano più movimentate per la finalità della predetta legge da oltre un biennio, il Ministero dell'economia e delle finanze, al fine di procedere alla razionalizzazione degli strumenti di gestione delle residue disponibilità finanziarie ed alla verifica dell'effettiva esigenza degli enti beneficiari di disporre delle risorse depositate sulle rispettive contabilità speciali non movimentate da un anno, ha richiesto a questi ultimi i motivi del mancato utilizzo delle risorse, gli interventi che si intendono ancora attuare con le risorse disponibili, nonché le disponibilità già impegnate dal punto di vista contabile e da impegnare entro la fine del 2014. 
L'elenco analitico dei 631 enti locali e delle corrispondenti risorse disponibili che giacciono inutilizzate dai medesimi presso le corrispondenti contabilità speciali, è disponibile a richiesta presso il Ministero. 
Inoltre, ai sensi dell'articolo 4, comma 91, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha attivato dei mutui con la Cassa depositi e prestiti a favore delle regioni Campania e Basilicata. 
In particolare, Cassa depositi e prestiti ha comunicato che, a valere sulle citate risorse, la medesima ha accordato alle regioni Campania e Basilicata mutui per un importo complessivo di Euro 81.450.000, di cui erogati ad oggi euro 67.350.000. 
Nel testo della risposta vengono riportati i dati relativi ai singoli mutui, distinti per beneficiario, importo, data di concessione e stato delle erogazioni al 3 dicembre 2014. 
Ovviamente, l'utilizzo di tali fondi in favore degli enti colpiti dagli eventi sismici dipende dalle modalità di erogazione poste in essere dalle regioni. 
Infine, Cassa depositi e prestiti ha precisato di aver concesso ulteriori finanziamenti destinati agli interventi nei territori colpiti dal sisma 1980 e mutui in favore delle regioni Campania e Basilicata.

Replica

Signora Presidente, io non sono soddisfatto della risposta per il semplice fatto che nella richiesta si faceva esplicito riferimento alle risorse che sono state assegnate per circa 80 milioni nel 2008 e per 51 milioni nel 2010 e che, facendo riferimento specialmente alla regione Campania, sono oggi bloccate, perché la regione Campania, seppure autorizzata dal Ministero dell'economia, non riesce a provvedere a contrarre i mutui occorrenti, per via del patto di stabilità. 
Fermo restando che invece do atto del fatto che presso molti comuni che furono giudicati terremotati, presso alcune contabilità speciali di alcuni comuni, sono fermi dei finanziamenti, soprattutto in comuni che erano molto lontani dal cratere, cioè comuni del napoletano magari o del salernitano. 
Quindi, l'invito che io faccio al Governo è di istituire una task force o qualcosa del genere effettivamente per capire, laddove ci siano dei fondi fermi presso gli enti locali, perché siano fermi ed eventualmente riportarli a livello centrale; però, nello stesso tempo, ci sono dei comuni, che furono gravemente danneggiati, che hanno diritto di completare la ricostruzione ed, in base a queste ultime risorse assegnate a cui ho fatto riferimento, nel 2008 e nel 2010, i sindaci – tra i quali anche io, perché continuo ad essere sindaco di un piccolo comune terremotato – hanno fatto delle delibere a loro volta; hanno assegnato dei fondi sulla base di questi ultimi fondi del 2008 e del 2010. 
Oggi ci troviamo nell'impossibilità di liquidare i destinatari e i beneficiari, che a loro volta hanno fatto i lavori di ristrutturazione, perché la regione Campania non riesce a contrarre i mutui per via del Patto di stabilità. 
Quindi, si dovrebbe intervenire con una apposita norma per evitare che questi soldi passino attraverso la regione Campania – come si faceva all'inizio del post sisma, c’è un rapporto diretto tra Ministero e comuni – oppure bisogna capire con la regione Campania se possa andare in deroga al Patto di stabilità oppure attendere l'inizio del 2015 per poter contrarre questi mutui. 
Comunque, stiamo parlando di fondi diversi. Quindi, riassumendo, chiederei al Governo, nella persona del sottosegretario Zanetti, di prendere questa iniziativa, di concerto anche con il Ministero delle infrastrutture, cioè fare, una volta per tutte, una ricognizione di tutte le risorse giacenti ed eventualmente dare vita ad una cassa unica, che soddisfi le esigenze dei comuni che sono stati virtuosi poiché hanno utilizzato e speso bene le risorse ed oggi hanno bisogno di ulteriori risorse, che sono quelli gravemente danneggiati. Mentre rispetto ai comuni che evidentemente non avevano bisogno di risorse o comunque che, per incapacità amministrativa, non sono stati capaci di spenderle, è giusto che le loro risorse vengano riportate a livello centrale. Però, non vanno confusi i due aspetti. Ripeto per l'ultima volta: ci sono comuni che sono gravemente danneggiati e che attendono i fondi che sono stati stanziati e per colpa della regione Campania non riescono a liquidare. Poi vi sono altre somme effettivamente giacenti che ritengo sia giusto riportare a livello centrale.