05/02/2016
Marco Miccoli
Damiano, Giacobbe, Patrizia Maestri, Vico, Terrosi, Carloni, Mognato, Marzano, Gnecchi, Albanella, Montroni,Minnucci, Gribaudo, Mariano, Giorgio Piccolo, Tidei, Piazzoni, Di Salvo, Rotta, Laforgia, Rostellato, Palma, Rostan, Manfredi,Sgambato, Carra, Cuomo, Baruffi, Marroni, Marrocu, Crivellari
2-01255

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che: 

la Costituzione sancisce «l'inviolabilità, la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione» (articolo 15) e la Corte di cassazione (5 ottobre 1982) ha sentenziato che tra gli esercenti di servizio pubblico possono rientrare i portalettere e i fattorini postali; 
per quanto riguarda diversi aspetti della corrispondenza e delle comunicazioni, lo Stato italiano assegna specifici compiti all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e al Garante per la protezione dei dati personali; 
la Gepin Contact spa (azienda del gruppo Gepin) dopo il riassetto societario è proprietaria del 70 per cento di Uptime spa, l'altro 30 per cento e di Sda Express Courier (gruppo Poste Italiane) e dal 2003 cura l'assistenza dei clienti Sda Express Courier, per tutto ciò che concerne il servizio «pacchi», la gestione del call center e i servizi di back office (pratiche reclami e altro); 
i lavoratori impegnati nell'azienda sono 559 tra la sede di Roma (347) e Napoli (212); vi sono alcune altre unità tra Firenze e Milano; 
nel febbraio 2015 il presidente di Gepin Contact è stato oggetto di un provvedimento della magistratura per fatti relativi ad una società da lui gestita in anni precedenti, la Getek Information Communication Technology srl, fallita nel 2012; 
nel marzo 2015, presso il Ministero dello sviluppo economico si è tenuto un incontro con il gruppo Gepin, le organizzazioni sindacali e le rappresentanze sindacali unitarie. In apertura, il Ministero dello sviluppo economico ha chiesto all'azienda di dare informazioni precise rispetto ai fatti che stanno coinvolgendo alcuni amministratori del Gruppo. Nel corso della riunione l'azienda, ha evidenziato che i fatti sui quali la magistratura sta svolgendo indagini non riguardano le società del gruppo Gepin e che il collegio sindacale, dopo i passaggi di rito ha comunicato al gruppo dirigenziale le modalità operative da attuare con immediatezza e ha chiesto alle strutture aziendali e ai dipendenti di proseguire le attività secondo i piani aziendali; 
per quanto riguarda la situazione finanziaria di Gepin Contact s.p.a., a seguito della perdita delle commesse di Poste Italiane ed Enel, si è aperta una crisi economica che potrebbe portare ad una revisione drastica del numero degli addetti, 60 per cento in meno (130/213); 
nell'azienda Gepin, a maggio del 2015, inizia la cassa integrazione ordinaria (CIGO): tredici settimane, dall'11 maggio all'8 agosto 2015 a Roma, nelle sedi di via degli Artificieri 53 e in via Cornelia 498. Ad essere interessate sono state 287 unità su un totale organico di 347 lavoratori, dirigenti inclusi, per un 20 per cento del monte ore. Poi ancora si è proceduto ad altre fasi di Cigo: dal 10 agosto al 7 novembre 201 e dal 9 novembre al 5 dicembre 2015, a zero ore in regime di rotazione. Nella sede di Casavatore (NA) Napoli, fino ad agosto, la cassa integrazione ha coinvolto il 60 per cento degli addetti e si protrarrà fino al 18 gennaio 2016; 
Poste Italiane, tra agosto e settembre 2015, tra le altre, ha indetto una gara telematica con scadenza 17 settembre 2015 per l'accordo quadro riguardante «L'erogazione di servizi di Customer Services del gruppo Poste Italiane» per la durata di 24 mesi, per un valore complessivo di euro 59.073.296 divisa in quattro lotti alla quale possono partecipare imprese specializzate in servizi di «Contact Center» multicanale tra i quali: customer care; informazioni sui prodotti del gruppo Poste Italiane; assistenza e tracciatura delle spedizioni; telemarketing; assistenza pre e post vendita; indagini telefoniche – campagne promozionali, nonché gestione dei contatti per e-mail, internet, skype, chat, social network e altro; 
il 21 settembre 2015 la Gepin Contact ha inviato una lettera a SDA Express Courier Spa e Poste Italiane, avente ad oggetto «la risoluzione unilaterale da parte del Gruppo Poste Italiane dei contratti di fornitura industriale in essere tra Gruppo Gepin Contact Spa, Uptime Spa e Gruppo Poste Italiane», nella quale l'azienda ha presentato tre proposte per una «risoluzione equilibrata e stragiudiziale del rapporto industriale con Poste Italiane» e dove Gepin ha esternato tutti i propri timori riguardo almodus operandi di Poste, la quale, decidendo di dismettere la propria partecipazione nel gruppo genererebbe una «deflagrazione in termini di avvitamento negativo e di mancate referenze sull'intero gruppo Gepin contact»; 
il 16 ottobre 2015 Poste Italiane spa, ai sensi del decreto legislativo n. 163 del 2006, ha pubblicato il bando gara per una «Procedura aperta in modalità telematica per l'istituzione di Accordi Quadro per la fornitura di servizi per la gestione integrata delle comunicazioni di atti amministrativi e di servizi a valore aggiunto» suddivisa in due lotti non cumulabili tra loro. La gara riguarda i servizi di categoria n. 7 (servizi informatici e affini) per una durata di 36 mesi con possibilità di un rinnovo per un massimo di 12 mesi ed un valore iniziale complessivo di euro 10.998.720. La scadenza di presentazione era il 26 novembre 2015; 
la materia di cui trattasi rientra, almeno in parte, tra i settori strategici di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 agosto 2014, il cosiddetto golden power; 
gli attuali poteri dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e le risorse ad esse destinate potrebbero risultare insufficienti a far fronte al crescente numero di fatti illeciti a danno della collettività, danni morali e materiali alle persone ma anche all'immagine dello Stato italiano; 
per quanto riguarda la gara per «l'erogazione di servizi di Customer Services del gruppo Poste Italiane» si lamentano una non corretta ponderazione con riferimento alla qualità dei servizi erogati e all'affidabilità professionale, una generale insufficiente valutazione e/o certificazione circa la professionalità del personale delle imprese candidate, ovvero sia delle singole figure professionali da adibire che dei relativi addetti; 
nella successiva gara d'appalto, nonostante la formula della «offerta economicamente più vantaggiosa» prevale l'aspetto economico-finanziario (60 per cento su quello tecnico del (40 per cento). La valutazione sul capitolato tecnico si basa esclusivamente su valori quantitativi (giorni) e non qualitativi. Anche in quest'ultima gara, infatti, i parametri riguardanti ogni aspetto professionale, quindi di know-how appaiono limitati solo alla formale partecipazione dell'azienda ad altre gare ed esperienze, senza specifici, dettagliati e certificabili criteri di valutazioni riguardanti le esperienze acquisite e/o gli studi o approfondimenti d'ogni specifica qualifica del personale adibito; 
la logica sottintesa alle gare, quindi, pare agli interpellanti basarsi quasi esclusivamente sull'efficienza, ovvero sulla abilità di espletare il servizio pubblico impiegando le risorse minime, anziché sull'efficacia: relazionare gli obiettivi di tale servizio all'accuratezza e completezza dei risultati raggiunti anche nella tutela dell'utente che appare, anch'essa, solo formale o residuale, come la certezza dei tempi di esecuzione; 
per i motivi di cui sopra la soluzione di ogni potenziale turbativa della continuità e qualità del servizio in argomento non può essere rimessa solo alle Poste Italiane, né gli effetti possono ricadere sull'utenza; 
il Governo, nel rispetto della garanzia per l'iniziativa privata (Poste Italiane), ha facoltà d'iniziativa politica e legislativa, anche ricorrendo a strumenti d'urgenza quando ne ricorrano i presupposti; 
delle responsabilità derivanti dall'esercizio del servizio pubblico svolto da Sda Express Courier per Poste italiane e dagli addetti alle molte funzioni e mansioni previste dalle gare, mansioni dalle quali emergono delicate attività, ma anche altre a queste sottese, possono attraversare o estendersi alle telecomunicazioni e ad altre aree; 
in alcuni servizi pubblici la qualità degli stessi non è determinata da enti certificatori terzi, ma dallo stesso aggiudicatore e la stessa qualità, in alcune gare, potrebbe essere rimessa solo alla partecipazione dell'azienda ad altre gare simili o ad una sorta di autocertificazione; 
in alcune delle gare in questione, i parametri per il calcolo sulla congruità del prezzo potrebbero condurre a valori inferiori a quelli di mercato trasformando, di fatto, le gare stesse da «offerta economicamente vantaggiosa» a «massimo ribasso»; 
va tenuto conto del delicato servizio di garanzia svolto dagli organi e delle autorità di cui in premessa –: 
se i Ministri interpellati siano a conoscenza dei fatti e delle dinamiche dei fatti descritti in premessa; 
se i Ministri interpellati intendano, nelle more dell'emanazione dei decreti legislativi previsti a seguito dell'approvazione della legge delega in materia di appalti pubblici, assumere iniziative al fine di potenziare il sistema di controllo e vigilanza sugli enti appaltanti; 
se intendano adottare iniziative finalizzate a potenziare la sfera di autonomia ed i poteri sanzionatori delle autorità di garanzia, di cui in premessa, per una maggiore e prioritaria tutela degli interessi degli utenti, nonché degli stakeholder; 
se intendano intervenire, per quanto di competenza a tutela della dignità degli addetti al servizio pubblico di Poste Italiane, nonché a tutela dei livelli occupazionali delle maestranze di Gepin Contact spa. 
 

Seduta del 5 febbraio 2016

Illustra e replica Marco Miccoli, risponde Biondelli Franca (PD), Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali 

Illustrazione

Grazie, Presidente. L'interpellanza in oggetto riguarda alcune gare d'appalto di Poste Italiane; una di queste, a invito, è suddivisa in quattro lotti e, anche se formalmente rispetta il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, nei fatti si è trasformata in una gara al massimo ribasso, che rischia di produrre una grave ripercussione sui livelli occupazionali. Stiamo parlando di circa 700 lavoratori tra Gepin Contact e Uptime, aziende che da quindici anni si occupano del servizio di customer care della partecipata dello Stato, Poste Italiane. 
Possiamo dire che questa vicenda ha inizio nel febbraio 2015, quando il presidente di Gepin Contact è stato oggetto di un provvedimento della magistratura per fatti relativi ad una società da egli gestita in anni precedenti, la Getek Information Communication Technology, fallita nel 2012. Dopo ciò, pur in presenza di un intervento del Ministero dello sviluppo economico, che chiedeva di essere tenuto al corrente riguardo l'andamento del Gruppo, e a seguito delle richieste delle organizzazioni sindacali di proseguire nell'attività, Gepin perde le commesse di Poste Italiane ed Enel, prospettando così una crisi occupazionale che potrebbe portare ad una drastica riduzione degli addetti, pari al 60 per cento in meno. Inizia così, a maggio 2015, l'utilizzo della Cassa integrazione ordinaria, sia nelle sedi di Roma, che in quelle di Casavatore, provincia di Napoli. Poste Italiane, tra agosto e settembre 2015, tra le altre, ha indetto una prima gara telematica, con scadenza al 17 settembre 2015, per l'accordo quadro riguardante l'erogazione dei servizi di customer service del Gruppo Poste Italiane per la durata di 24 mesi, per un valore complessivo di circa 59 milioni di euro, divisa appunto in quattro lotti, alla quale possono partecipare imprese specializzate in servizi di contact center multicanale, tra i qualicustomer care, informazioni sui prodotti del Gruppo Poste Italiane, assistenza e tracciatura delle spedizioni, telemarketing, assistenza pre e post vendita, indagini telefoniche, campagne promozionali, nonché gestione dei contatti per e-mail, Internet, Skype, chat, social network ed altro. 
Il 16 ottobre 2015, sempre Poste Italiane, ai sensi del decreto legislativo n. 163 del 2006, ha pubblicato il bando gara per una procedura aperta in modalità telematica per l'istituzione di accordi quadro per la fornitura di servizi per la gestione integrata delle comunicazioni di atti amministrativi e di servizi a valore aggiunto, suddiviso in due lotti non cumulabili tra loro. La gara riguarda i servizi di categoria n. 7 (servizi informatici affini) per una durata di 36 mesi, con possibilità di un rinnovo per un massimo di 12 mesi ed un valore iniziale complessivo di 10 milioni di euro; la scadenza di presentazione era, appunto, fissata per il 26 novembre 2015. 
E qui veniamo ai punti che, per quanto ci riguarda, provocano la similitudine con le gare al massimo ribasso o, perlomeno, con quelle dinamiche. Intanto c’è da dire che, per quanto riguarda la gara per l'erogazione di customer service del gruppo Poste Italiane, è del tutto evidente che ci troviamo di fronte ad una non corretta ponderazione, con riferimento alla qualità dei servizi erogati e all'affidabilità professionale, una generale insufficiente valutazione o certificazione circa la professionalità del personale delle imprese candidate, ovvero sia delle singole figure professionali da adibire, che dei relativi addetti. Abbiamo descritto prima che parliamo di servizi erogati di una certa delicatezza ed importanza: questo è un punto fondamentale rispetto a tutta la vicenda.  E veniamo però alla vicenda del mascherato massimo ribasso. Nonostante la formula dell'offerta economicamente più vantaggiosa, ci troviamo di fronte ad un dato che prevede che l'aspetto economico-finanziario incide nella prima gara per il 50 per cento e nella seconda per il 60 per cento rispetto al dato tecnico. È bene capire che la valutazione sul capitolato tecnico si basa esclusivamente su valori quantitativi, in questo caso i giorni, e non qualitativi. Infatti, i parametri riguardanti ogni aspetto professionale, quindi di know how, appaiono limitati solo alla formale partecipazione dell'azienda ad altre gare ed esperienze, senza specifici, dettagliati o certificabili criteri di valutazione riguardanti le esperienze acquisite, gli studi o gli approfondimenti di ogni specifica qualifica del personale adibito. 
Questa modalità – i parametri per il calcolo sulla congruità del prezzo – portano inevitabilmente a valori inferiori a quelli di mercato, trasformando di fatto le gare stesse da offerta economicamente vantaggiosa in gare al massimo ribasso. Il risultato, infatti, nella gara in quattro lotti, quella del settembre 2015, viene preassegnato ad un'azienda al prezzo di mercato con cui dovrebbero essere retribuiti i lavoratori, che assisteranno appunto i clienti, al prezzo di 0,29 centesimi lordi per minuto/chiamata, che risulta essere inferiore del 30 per cento al normale costo del lavoro. Se così è, le aziende vincitrici non avrebbero che due strade da percorrere: fallire o licenziare il personale. Al riguardo, vorrei ricordare che nel disegno di legge sul nuovo Codice degli appalti abbiamo, grazie al Partito Democratico, introdotto la clausola di salvaguardia occupazionale per i lavoratori dei call center durante i cambi di appalto. Pertanto il Governo, noi crediamo, proprio in virtù dell'approvazione di questa legge delega e anche al fine di potenziare il sistema di controllo e vigilanza degli enti appaltanti, dovrebbe intervenire. Si tratta in questo caso di Poste e riguarda, come abbiamo detto, i lavoratori di Gepin Contact, ma anche di Uptime. 
Ma quello che è importante sottolineare è che in molte aziende pubbliche – purtroppo, mi riferisco all'Enel, prima ancora ad Acea, all'Inps ora, e anche ad altri enti locali, a partire dai comuni, in questo caso quelli di Roma e di Milano – sui servizi che riguardano i call center si sono verificate le stesse situazioni, con le stesse dinamiche. Chi ne paga il prezzo sono sempre gli stessi: i lavoratoriin primis e poi i cittadini, che spesso si trovano di fronte a servizi di minore qualità.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Passo ad illustrare l'atto parlamentare dell'onorevole Miccoli ed altri, concernente la nuova gara di appalto per l'erogazione di servizi di customer service di Poste Italiane Spa e le conseguenti vicende occupazionali dei lavoratori della Gepin Contact. 
In proposito, faccio presente che la salvaguardia dei posti di lavoro nei casi di subentro di nuovo appaltatore è stata proprio oggetto di riflessione del Governo nell'ambito dei lavori parlamentari per l'approvazione del disegno di legge delega recante delega al Governo per la riforma del Codice degli appalti, legge n. 11 del 2016. Ricordo, infatti, che l'articolo 1, comma 1, lettera fff), della predetta legge, individua, tra i principi e i criteri direttivi cui dovrà attenersi il Governo nell'esercizio della delega, la previsione di una disciplina specifica per gli appalti pubblici di servizi, con particolare riguardo a quelli ad alta intensità di manodopera, prevedendo l'introduzione di clausole sociali per la stabilità occupazionale del personale impiegato, prendendo a riferimento il Contratto collettivo nazionale di lavoro, che presenta le migliori condizioni per i lavoratori, ed escludendo espressamente al ricorso al solo criterio di aggiudicazione del prezzo o del costo inteso come criterio del prezzo più basso o del massimo ribasso d'asta o, comunque, nel rispetto del diritto dell'Unione europea. 
Questo rappresenta un'importante innovazione, soprattutto per le imprese che svolgono attività di call center, poiché mira a salvaguardare i livelli occupazionali, favorisce il ruolo della contrattazione a livello nazionale ed aziendale, contrastando proprio quelle pratiche di dumpingsociale a scapito dei lavoratori. Più in particolare, per quanto riguarda la recente gara per l'assegnazione, da parte di Poste Italiane Spa, di servizi di customer care, nel cui ambito si collocano i precedenti appalti del gruppo Gepin Contact, il Ministero dello sviluppo economico ha fatto sapere che la menzionata gara è tuttora in corso di svolgimento e che è in atto, da parte di Poste Italiane Spa, la verifica di congruità delle offerte. 
Relativamente ai criteri di aggiudicazione stabiliti in capitolato, Poste Italiane ha riferito che il criterio adottato nella gara non è quello del prezzo più basso ma quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa che, come è noto, prevede una ponderazione del parametro economico con i parametri tecnico-qualitativi. Inoltre Poste Italiane Spa ha precisato che nella gara in argomento il criterio del prezzo non è prevalente ma ha un'incidenza pari al 50 per cento, analogamente ai parametri tecnico-qualitativi. Poste Italiane Spa ha evidenziato altresì di essersi dotata di un proprio albo fornitori dedicato ai servizi di contact center nell'ambito del quale effettua valutazioni periodiche sulla base di determinati parametri di natura economico-amministrativa, al fine di evitare la partecipazione alle gare di soggetti privi delle caratteristiche necessarie per l'erogazione di servizi di qualità. Per quanto concerne gli aspetti di specifica competenza del mio Ministero, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, voglio ricordare che con decreto direttoriale del 2 aprile 2015 è stato autorizzato, con riferimento alla sede di Roma, il trattamento di integrazione salariale a seguito della stipula di un contratto di solidarietà in favore di 131 unità per il periodo dal 1o gennaio al 31 dicembre 2015. Segnalo inoltre, sempre con riferimento alla medesima sede, che la società ha presentato lo scorso 16 dicembre un'istanza per l'accesso al trattamento di integrazione salariale per il periodo dal 18 gennaio 2016 al 17 gennaio 2017, a seguito della stipula di un contratto di solidarietà. Tale istanza è infatti attualmente in fase di istruttoria. In ordine alle problematiche segnalate dagli onorevoli interpellanti, è stata convocata presso il Ministero dello sviluppo economico una riunione avente ad oggetto la situazione della società di Gepin Contact proprio per il prossimo 9 febbraio, quindi a giorni. Da ultimo, nell'evidenziare la rilevanza della vicenda in parola e nel rappresentare che ad oggi non risulta comunque avanzata al Ministero che rappresento alcuna istanza di valutazione della situazione aziendale in questione, posso però assicurare sin d'ora la disponibilità a valutare eventuali futuri sviluppi della situazione occupazionale mettendo eventualmente in campo, ove ne ricorressero i presupposti, tutti gli strumenti di sostegno al reddito previsti dalla vigente normativa.

Replica

Signor Presidente, mi ritengo soddisfatto per la risposta per quanto riguarda le cose dette dal Governo, sia dal Ministero dello sviluppo economico che da quello del lavoro. Sono un po’ meno soddisfatto per quanto riguarda la risposta che fornisce Poste Italiane, nel senso che ovviamente, proprio perché l'indirizzo sulla legge delega del Governo va in una direzione che tutti noi abbiamo sostenuto e che è stata apprezzata anche dalle organizzazioni sindacali e dai lavoratori, quella proprio di salvaguardare, laddove nei settori ad alta densità di manodopera le gare al massimo ribasso vanno a incidere sostanzialmente sempre e comunque sul costo del lavoro e quindi sui livelli occupazionali, la formulazione e quindi l'incidenza che quel 50 o 60 per cento dal punto di vista del dato tecnico sulla gara di Poste va proprio ad incidere su quel costo del lavoro, tant’è che quel prezzo che ho citato anche nella relazione è il prezzo finale a cui viene preassegnata la gara appunto del servizio di customer care. Quindi il tema che noi continuiamo a proporre al Governo è proprio quello, ci troviamo di fronte a un periodo probabilmente intermedio tra i decreti attuativi della legge delega, l'applicazione della clausola sociale che invece entra in vigore subito e le gare che ad oggi sono state immesse sul mercato da aziende e da enti pubblici. In questa situazione ibrida noi crediamo che il Governo debba fare appello a queste aziende partecipate e controllate dallo Stato affinché l'indirizzo che immettono nelle gare sia quello del Governo e della legge delega. Non vorremmo adesso trovarci di fronte magari a un'immissione di gare e di bandi che sostanzialmente anticipano i decreti attuativi del Governo irrompendo in una direzione che non è quella che appunto il Governo vuole dare al Paese e alle sue aziende. Quindi abbiamo accolto con favore il fatto che il Ministero dello sviluppo economico abbia convocato un tavolo per il 9 febbraio e le rassicurazioni dell'impegno del Ministero del lavoro, ci riserviamo di continuare ad affiancare le organizzazioni sindacali dei lavoratori nella loro battaglia contro queste pratiche che appunto dirompono soprattutto sui livelli occupazionali ma, come si sta verificando, irrompono anche sulla qualità dei servizi offerti, servizi delicati che vanno rivolti soprattutto ai cittadini. Quelli di Poste in questo caso vanno rivolti molto ai pensionati, ai disabili, alle persone che hanno bisogno anche di essere assistite telefonicamente riguardo alle loro pratiche. Quindi ci auguriamo che appunto già dal 9 febbraio possa esserci una soluzione che appunto superi quelle difficoltà che hanno prodotto queste gare cosiddette al massimo ribasso.