10/03/2015
Francesco Ribaudo
Speranza, Culotta
2-00882

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che: 
è da diversi mesi che la Sicilia è oggetto di eventi meteorici di straordinaria portata e costante intensità che hanno causato danni ingenti sia alla popolazione che ai territori; 
la pioggia intensa ha provocato danni alle abitazioni, si sono verificati frane e smottamenti, strade di primaria importanza risultano intransitabili rendendo isolati molti comuni, l'agricoltura è stata messa in ginocchio poiché le colture risultano danneggiate e i terreni allagati, molti fiumi sono straripati interrompendo i collegamenti viari e ferroviari; 
molti comuni dell'isola risultano isolati e molte famiglie sono state evacuate dalle loro abitazioni, risultando ancora oggi senza alcuna fissa dimora; 
sono necessari interventi urgenti e immediati per ripristinare la viabilità soprattutto delle strade provinciali e comunali, piene di fango e oggetto di frane e smottamenti; sostenere gli agricoltori e gli allevatori la cui annata agraria è pesantemente compromessa; ripristinare le condizioni affinché le famiglie evacuate ritornino ad avere una dignitosa dimora; 
la protezione civile regionale ha stimato i suddetti danni in svariati milioni di euro; 
né la protezione civile regionale, né quelle provinciali, né tantomeno quelle comunali hanno i fondi per fronteggiare il continuo stato di emergenza che sta interessando l'intero territorio della regione Sicilia; 
i comuni si sono subito attivati al limite delle loro disponibilità di uomini, mezzi e finanziarie per far fronte ai danni e per mettere al sicuro le popolazioni, ma non riescono più a mettere in atto ulteriori interventi per mancanza di fondi; 
lo stato in cui versano le popolazioni siciliane è di totale abbandono e impotenza di fronte all'emergenza maltempo che continua senza sosta da mesi –: 
se il Governo non intenda dichiarare lo stato di emergenza e intervenire con ordinanza di protezione civile a favore della popolazione siciliana affinché i territori della Sicilia non si sentano abbandonati e si senta forte l'intervento dello Stato soprattutto in questo momento di estrema urgenza.

 

Seduta del 20 marzo 2015

Illustrazione e replica di Francesco Ribaudo, risposta di Luigi Bobba, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali

Illustrazione

Grazie, Presidente. L'interpellanza di oggi si riferisce a una richiesta ben specifica che viene dalla Sicilia. Abbiamo avuto in questo inverno, in particolare dalla metà di febbraio ai primi di marzo, un'incessante pioggia che ha fatto registrare 500 millimetri di pioggia sul suolo, cosa che la protezione civile ha valutato essere 6-7 volte in più rispetto alla media stagionale dei precedenti anni. Quindi, una pioggia che ha creato tanti problemi. Li ha creati alle strade provinciali, alla viabilità interna. Li ha creati a tutto il territorio siciliano, un territorio che, ahimè, è un po’ abbandonato a se stesso. Il problema, che in questi mesi abbiamo discusso e che abbiamo inserito anche in diversi provvedimenti di legge, è il dissesto idrogeologico, gli interventi per il dissesto idrogeologico. Ebbene, la nostra terra è più martoriata delle altre. Negli ultimi anni non sono stati più erogati i trasferimenti agli enti locali o sono stati ridotti. Noi sappiamo che le province vanno addirittura a scomparire e prima ancora che scompaiano le province stanno scomparendo i trasferimenti. Sappiamo che quest'anno ci sono un miliardo 200 milioni di tagli, per il prossimo anno 2 miliardi e per il terzo anno ancora, il 2017, 3 miliardi. 
  Considerate, volendo fare anche un esempio, la provincia di Palermo: nel 2009 aveva 54 miliardi di trasferimenti; oggi, quest'anno, ne ha 17 e non potrà pagare neanche gli stipendi ai dipendenti e non può chiudere neanche il bilancio. Figuratevi intervenire in quei servizi e in quelle funzioni che le sono attribuite dalla legge: parliamo di viabilità, parliamo di assetto idrogeologico, parliamo di edilizia scolastica, parliamo delle tante funzioni che la provincia aveva. 
  Ebbene, i commissari adesso si trovano a gestire – dico i commissari perché in Sicilia la legge non è stata ancora approvata e non sono stati insediati i nuovi organi rappresentativi – semplicemente gli stipendi ai dipendenti. 
  Nel frattempo, il territorio, tartassato da queste piogge, crolla, crolla inesorabilmente, e molte popolazioni rimangono addirittura isolate. In questo momento, mentre vi parlo, mi chiamavano perché, finite le piogge, comunque il territorio continua a muoversi per i danni, appunto, causati. Ci sono comuni, quali il comune di Vicari, quello di Campofelice e tutto il corleonese, che sono completamente isolati e dove questa mattina i bambini non vanno a scuola perché non c’è il collegamento con gli assi viari principali. 
  Lo abbiamo già chiesto l'altro giorno, con un'interrogazione a risposta immediata durante il question-time, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Gli abbiamo chiesto cosa intendeva fare in questa fase, che definiamo di transizione tra la vecchia provincia e la nuova città metropolitana. Che cosa facciamo con la viabilità di secondo livello, che è stata abbandonata e continua ad essere abbandonata ? Cosa facciamo ? La lasciamo perdere ?  E tutta la popolazione che vive nell'entroterra ? Adesso, con le città metropolitane, sappiamo che molto sarà concentrato lì: cablaggio, viabilità, servizi innovativi. Ma le aree interne vengono abbandonate, come sono state abbandonate finora. Saranno in condizione i nuovi consorzi di comuni di gestire i servizi e di far fronte anche agli interventi di area vasta ? Infatti, la provincia aveva questa competenza. 
  Adesso vedremo cosa succederà con i nuovi consorzi, ma, per prima cosa, occorrono le risorse. Se questo è un problema strutturale, ordinario, dall'altra parte la Sicilia, però, oggi, che si trova con le casse vuote, chiede un intervento straordinario per far fronte a un'emergenza. 
  Credo che il Governo, da questo punto di vista, non possa tirarsi indietro. Il Governo deve far fronte ad una popolazione che, in questo momento, vive disagi estremi. Vorrei capire se la Presidenza del Consiglio, e quindi il sottosegretario, nella risposta avranno già considerato questa richiesta della regione Sicilia; poi mi riservo, eventualmente, di replicare.

Risposta del governo

Signor Presidente, per quanto riguarda gli eventi meteoidrologici avvenuti in Sicilia nel periodo 5-8 novembre 2014, si ricorda che, con delibera della giunta regionale n. 329 del 7 novembre 2014, la regione siciliana aveva avanzato richiesta dello stato di emergenza per alcuni territori comunali delle province di Catania e Siracusa, interessati in modo particolare dal passaggio di trombe d'aria e, in subordine, da eventi meteoidrologici. 
Pertanto, in data 25 e 26 novembre, funzionari del Dipartimento della protezione civile hanno effettuato sopralluoghi tecnici, congiuntamente con i referenti del Dipartimento regionale della protezione civile, volti alla verifica dei presupposti per la dichiarazione dello stato di emergenza nelle località indicate da questi ultimi come maggiormente rappresentative in ordine allo scenario di danno, alle condizioni di rischio residuo e al pericolo per la pubblica e privata incolumità.  Al seguito della citata delibera della giunta regionale, con successiva delibera del 22 dicembre 2014, la regione siciliana ha integrato la citata delibera, estendendo la precedente richiesta dello stato di emergenza per gli eventi meteoidrologici al comune di Lampedusa e Linosa in provincia di Agrigento, ad alcuni comuni della provincia di Messina, nonché ad altri comuni della provincia di Catania e Siracusa, non compresi nella precedente delibera della giunta regionale. 
Di conseguenza, in data 27 e 28 gennaio 2015, sono stati effettuati ulteriori sopralluoghi tecnici congiunti nel territorio della provincia di Messina, unitamente ai colleghi del Dipartimento regionale della protezione civile, nelle località indicate da questi ultimi come maggiormente rappresentative in ordine allo scenario di danno, al rischio residuo e al pericolo per la pubblica e privata incolumità. 
Di entrambe le campagne di sopralluoghi effettuati nei territori delle province di Catania, Siracusa e Messina si riporta qui una sintesi degli esiti. Nel corso dei sopralluoghi tecnici effettuati sono stati riscontrati danneggiamenti generalmente modesti a infrastrutture pubbliche e proprietà private conseguenti al passaggio delle citate trombe d'aria, in particolare in provincia di Catania e Siracusa, e danni, anche in questo caso di modesta entità, conseguenti a eventi meteomarini intensi, smottamenti, frane, allagamenti, soprattutto nel territorio in provincia di Messina. 
A causa delle trombe d'aria in provincia di Catania e Siracusa, lo scenario di danno sembra essere contraddistinto da una concentrazione degli effetti in aree piuttosto circoscritte (Acireale, in Corso Italia, e Catania, quartiere Ognuna) o in alcuni siti produttivi, che, tuttavia, non ha determinato nocumento all'integrità fisica della popolazione né l'interruzione prolungata dell'attività produttiva. 
In provincia di Messina, gli eventi meteoidrologici hanno determinato eventi meteomarini intensi, frane, smottamenti ed allagamenti, senza, tuttavia, comportare il ricorso ad evacuazioni generalizzate, notevoli disagi per la popolazione e rilevanti danni ad infrastrutture pubbliche e private. 
In un numero limitato di Comuni (Taormina, Letojanni, Motta Camastra) sono state rilevate nel corso dei sopralluoghi situazioni di rischio per la pubblica e privata incolumità circoscritte ad aree di limitata estensione, tali da potere essere affrontate dalle autorità locali. In tutti e tre i casi i referenti tecnici sono stati sensibilizzati per le vie brevi a porre in essere i provvedimenti a salvaguardia della popolazione e, successivamente, sono state inviate ai citati comuni specifiche note a firma del capo del dipartimento. 
Per quanto riguarda la quantificazione delle risorse economiche occorrenti per il superamento dell'emergenza, la regione siciliana non ha ancora comunicato in modo dettagliato e analitico per l'intero comprensorio interessato dagli eventi in rassegna gli importi relativi alle voci di spesa indicate dall'articolo 5, comma 2, della legge 24 febbraio 1992. 
Sulla scorta degli elementi tecnici acquisiti, gli eventi del periodo 5-8 novembre 2014 possono essere ritenuti ascrivibili alla fattispecie di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b), della legge 24 febbraio 1992, n. 225, fronteggiabili dagli enti competenti in via ordinaria e, pertanto, non vi sono i presupposti per la dichiarazione dello stato di emergenza. Con nota n. 11001 del 2 marzo 2015 il capo del Dipartimento della protezione civile ha reso noto gli esiti dell'istruttoria al presidente della giunta della regione siciliana. 
Per quanto riguarda gli eventi meteoidrologici avvenuti, in modo discontinuo, nel periodo compreso fra dicembre 2014 e marzo 2015, si segnala la ricezione di un numero limitato di comunicazioni da parte di amministrazioni comunali interessate: gli effetti di nevicate e eventi atmosferici nel periodo fra il 31 dicembre 2014 e il 3 gennaio 2015; un evento meteorico caratterizzato dalla caduta di grandine, avvenuto in alcuni comuni della provincia di Catania in data 22 gennaio 2015; gli effetti di un evento meteorico che, dal mese di febbraio, ultimo scorso, e con fasi di differente intensità ha interessato in particolare i territori delle province occidentali dell'isola, causando frane e smottamenti. 
Si segnala che ad oggi la regione siciliana non ha avanzato istanza della dichiarazione dello stato di emergenza per nessuno degli eventi avvenuti nel suddetto periodo, propedeutica per l'avvio dell'iter istruttorio previsto ai sensi dalla direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 ottobre 2012, concernente gli indirizzi per lo svolgimento delle attività propedeutiche alle deliberazioni del Consiglio dei ministri e per la predisposizione delle ordinanze di cui all'articolo 5, della legge 24 febbraio 1992, n. 225, e successive modifiche ed integrazioni.

Replica

Presidente, sono insoddisfatto chiaramente, perché mi si dice che la regione non ha avanzato una richiesta. In realtà, non è così, la regione ha adottato, il 12 marzo, la delibera n. 76 per la richiesta di stato di emergenza. Capisco che la burocrazia dal 12 marzo ad oggi, 20 marzo, non consente di far arrivare un atto di emergenza e di urgenza, come questo, da un ufficio all'altro, da un ufficio della Protezione civile, alla Presidenza del Consiglio. Di questo me ne dispiaccio, ma da questo punto di vista credo che, da subito, il sottosegretario, se ne farà carico anche sollecitando ed aiutando questa procedura. 
La ricostruzione meticolosa dei fatti, degli eventi atmosferici dell'inverno, dal novembre fino a gennaio, va bene così, ma io nella mia interpellanza, sottosegretario, ho chiesto un intervento relativo al periodo che va dal 21 febbraio al 7 marzo, perché di quel periodo adesso la Protezione civile ha quantificato i danni, ha mandato già una prima quantificazione e ieri mi arrivata la richiesta del commissario alle infrastrutture che adesso ha una cognizione più chiara e completa dei danni (solo in provincia di Palermo ci sono 150 milioni di danni alle strade).  Non parliamo di tutta l'altra vicenda dello sfollamento. Alcune città, alcuni comuni, alcune piccole realtà hanno dovuto subire sfollamenti e addirittura spostamenti degli abitanti. Quindi, il danno c’è, è di una certa consistenza e ricorrono i presupposti dell'articolo 5 della legge n. 225 per dichiarare lo stato di emergenza. 
Quindi, veramente da questo punto di vista, non staremo qui a discutere ancora del perché non arriva. Dobbiamo semplicemente metterci al lavoro affinché la proposta arrivi subito sul tavolo della Protezione civile nazionale e sul tavolo della Presidenza del Consiglio dei ministri. 
Ricordo che in questo momento ci sono comuni che sono completamente isolati. Capisco che i fatti di cronaca di questo momento alla fine hanno rilevanza maggiore, rispetto a comuni che sono isolati e che non riescono a collegarsi con la città. I bambini che non vanno a scuola e famiglie sfollate in Sicilia sono piccola cosa rispetto agli eventi che stiamo vivendo in questi giorni, eventi internazionali, rispetto ai fatti che sono successi in Tunisia. 
Però, Presidente, vorremmo che anche la Sicilia, anche i siciliani, anche i cittadini di tanti piccoli comuni dell'entroterra siciliano – ma non solo dell'entroterra siciliano –, quando c’è un evento di emergenza, in qualche modo abbiano un punto di riferimento e si sentano parte di uno Stato che interviene prontamente. In questo caso non c'entra la richiesta di assistenzialismo, che è venuta negli anni passati e che viene spesso avanzata da parte dei territori. In questo caso c’è un problema di calamità, di emergenza, che va affrontato così come lo Stato lo ha affrontato in tutti i territori e per tutti i territori e a favore di tutte le realtà, quando succedono queste cose. Proprio il nostro territorio non può essere discriminato. 
Guardate, è vero, la struttura e l'organizzazione interna della Protezione civile poteva avere anche la possibilità di eseguire degli interventi, ma lo poteva fare se avesse avuto le risorse. Risorse non ce ne sono, non ne ha. Non c’è un euro. Il direttore della Protezione civile mi diceva che ha 100 mila euro per fare 100 milioni di interventi. Come si fa ? Non si può dare una risposta neanche all'emergenza. Allora, credo che questo Stato dovrà fare la sua parte. Ci attiveremo e ringrazio il sottosegretario se lo farà anche lui da subito. Forse non è responsabilità neanche del Governo di per sé come organo politico, chiaramente, se non ha ancora sul tavolo la richiesta. Però serve anche come esperienza. Dopo otto giorni che si è chiesta l'emergenza non può essere un'emergenza che viene dimenticata. Se è emergenza, è emergenza e si interviene subito, altrimenti non avrebbe senso. 
Quindi, saremo in questi giorni a monitorare e a controllare. Ringrazio il sottosegretario, ringrazio il Presidente del Consiglio, con i quali per via anche informale avevo ieri annunciato questa richiesta dello stato di emergenza, per la quale c’è sensibilità. Io penso che lo Stato italiano non si tirerà indietro.