23/04/2015
Camilla Sgambato
Maestri, Manfredi, Bossa, Tino Iannuzzi, Paris, Bratti, Palma, Giorgio Piccolo, Dell'Aringa, Murer, Covello,Salvatore Piccolo, Impegno, Migliore, Valiante, Famiglietti, Carloni, Amendola, Giovanna Sanna, Tartaglione, Paola Boldrini,Francesco Sanna, Rostan, Currò, Pagani, Mura, Camani, Naccarato, D'Arienzo, Miccoli, Sbrollini, Valeria Valente, Di Salvo
2-00946

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che: 
a seguito della crisi industriale di Indesit Company, a giugno 2013 è stato avviato un piano di salvaguardia e razionalizzazione dell'assetto industriale della società; 
il 3 dicembre 2013, presso il Ministro dello sviluppo economico si è tenuto un incontro riguardante l'esame della situazione della società Indesit nel quale è stato firmato un accordo con la società, la regione Campania, la regione Marche, Confindustria Ancona, Confindustria Caserta e le rappresentanze nazionali e territoriali di FIM, CISL, FIOM, CGIL, UILM, UIL, UGL metalmeccanici; tale accordo prevedeva un piano industriale triennale dell'azienda con tre punti: innovazione e ricerca; sistema di governo e gestione centrale; riorganizzazioni delle produzioni; 
quest'ultimo punto assegnava a Caserta la funzione di polo produttivo dell'incasso nel freddo e nei piani di cottura a gas prevedendo investimenti pari a 10,3 milioni di euro; il Ministero dello sviluppo economico si era impegnato ad utilizzare strumenti idonei (anche con contratti di sviluppo) finalizzati a supportare gli investimenti previsti nel piano industriale, al fine di consolidare produzione e occupazione; 
a seguito dell'acquisizione, nel luglio 2014, di Indesit da parte della Whirlpool Corporation – multinazionale statunitenseleader mondiale nella produzione di elettrodomestici – è stato presentato, alle associazioni sindacali, nei giorni scorsi, il piano industriale che prevedrebbe, secondo quanto dichiarato dall'azienda, investimenti per 500 milioni di euro, il rafforzamento del ruolo dell'Italia quale polo per la ricerca e sviluppo, volumi di produzione totali in Italia in crescita, la creazione a Fabriano (Ancona) del più grande stabilimento in Europa per la produzione di piani cottura e il rafforzamento a Cassinetta (Varese) del più grande polo europeo dei prodotti a incasso; 
a fronte dell'ingente somma di investimenti in Italia, il piano industriale preannuncia anche accorpamenti produttivi e chiusure di stabilimenti che determinano importanti ricadute in termini occupazionali; in particolare, è prevista la chiusura di tre siti produttivi e 1.350 esuberi di cui 1.200 nelle fabbriche e 150 nei centri di ricerca; 
i lavoratori interessati dal riassetto organizzativo, a fronte della prevista chiusura dello stabilimento di Carinaro (Caserta), di Albacina (Ancona) e del centro ricerca e sviluppo di None (Torino), hanno messo in atto sit-in di protesta bloccando la produzione; 
il Governo ha chiesto e ottenuto l'impegno dell'azienda a rispettare quanto stabilito nell'accordo del 2013 sull'acquisizione della Indesit che escludeva qualsiasi licenziamento unilaterale fino al 2018; 
è necessario scongiurare la chiusura dello stabilimento di Carinaro di Caserta per evitare l'ulteriore riduzione della base industriale di una delle più importanti regioni del Mezzogiorno; 
secondo dichiarazioni del Ministro interpellato, il piano «presenta aspetti positivi come i nuovi investimenti per mezzo miliardo di euro e il rientro in Italia di alcune linee di produzione dall'estero e aspetti fortemente negativi e inaccettabili come l'importante numero di esuberi, concentrati soprattutto sullo stabilimento di Caserta sul quale pesa la pesante crisi produttiva ereditata dalla Indesit. Il Governo si è pertanto impegnato ad attivare fin da subito un confronto che porti a tutelare al massimo la salvaguardia dell'occupazione e dei siti produttivi del gruppo Whirlpool-Indesit in Italia» –: 
quali siano le intenzioni del Governo e le iniziative in itinere intraprese per verificare il contenuto e gli obiettivi del piano industriale del gruppo Whirlpool, al fine di tutelare e salvaguardare i posti di lavoro e la piena occupazione dei siti produttivi, e scongiurare la chiusura degli stabilimenti in particolare quello di Carinaro (CE), che ad oggi impiega circa 800 lavoratori.

 

Seduta del 19 giugno 2015

Illustra e replica Camilla Sgambato, risponde Giacomelli Antonello, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico

Illustrazione

Grazie, signor Presidente. Colleghi, espongo brevemente le ragioni di questa interpellanza urgente, presentata dal Partito Democratico al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dello sviluppo economico. 
La crisi industriale che ha colpito la provincia di Caserta negli ultimi anni è senza precedenti e credo sia diventata un problema nazionale. In particolare, quella che ha investito la Indesit-Whirpool è ormai nota a tutti. A seguito di questa crisi, a giugno 2013, è stato avviato un piano di salvaguardia e razionalizzazione dell'assetto industriale della società. Nel dicembre dello stesso anno è stato firmato un accordo presso il Ministero dello sviluppo economico con la società, la regione Campania, la regione Marche, Confindustria Ancona, Confindustria Caserta e le rappresentanze sindacali, nazionali e territoriali, che prevedeva un piano industriale triennale dell'azienda con tre punti: innovazione e ricerca; sistema di governo e gestione centrale; riorganizzazione delle produzioni. E proprio nell'ambito della riorganizzazione delle produzioni, veniva assegnata a Caserta la funzione di polo produttivo dell'incasso nel freddo e nei piani di cottura a gas, prevedendo investimenti pari a 10,3 milioni di euro. 
A seguito dell'acquisizione, nel luglio 2014, di Indesit da parte della Whirlpool Corporation, multinazionale statunitenseleader mondiale nella produzione di elettrodomestici, è stato presentato alle associazioni sindacali, qualche mese fa, un piano industriale che prevedeva, secondo quanto dichiarato dall'azienda, investimenti per 500 milioni di euro, il rafforzamento del ruolo dell'Italia quale polo per la ricerca e sviluppo, volumi di produzione totali in Italia in crescita, la creazione, a Fabriano, del più grande stabilimento in Europa per la produzione di piani cottura e il rafforzamento a Cassinetta, in provincia di Varese, del più grande polo europeo dei prodotti a incasso. Ma, a fronte dell'ingente somma di investimenti in Italia, il piano industriale preannunciava anche accorpamenti produttivi e chiusure di stabilimenti, che determinavano importanti ricadute in termini occupazionali. In particolare, è prevista la chiusura di tre siti produttivi e 1.350 esuberi, di cui 1.200 nelle fabbriche e 150 nei centri di ricerca. La notizia è stata, per i lavoratori interessati dal riassetto organizzativo degli stabilimenti di Carinaro, di Albacina e del centro ricerca e sviluppo di None, motivo di continue proteste e manifestazioni. 
Il Governo, anche nella persona del Presidente Renzi, ha già più volte mostrato l'impegno dell'azienda a rispettare quanto stabilito nell'accordo del 2013 sull'acquisizione dell'Indesit, che escludeva qualsiasi licenziamento unilaterale fino al 2018, e si è reso disponibile fin da subito ad attivare un confronto che porti a tutelare al massimo la salvaguardia dell'occupazione e dei siti produttivi del gruppo Whirlpool-Indesit in Italia. 
È delle ultime ore la notizia che la multinazionale americana presenterà, entro pochi giorni, un nuovo piano industriale, che prevede missioni industriali per tutti i siti, incluso quello di Caserta, e che la produzione della fabbrica di Carinaro sarà a marchio Whirlpool. 
Accogliamo con grande entusiasmo questa notizia e chiediamo, quindi, a fronte anche di queste ultime novità, quale sarà la posizione del Governo sul delicato tema, assolutamente vitale per la provincia di Caserta, il cui tessuto sociale non potrebbe sopportare la chiusura di un altro importante sito industriale.

Risposta del governo

Signor Presidente, la vicenda Whirlpool è seguita con la massima attenzione dal Governo. Il Governo, infatti, ha tempestivamente attivato il tavolo di confronto, sviluppando un'analisi approfondita del piano industriale per gli anni 2015-2018, presentato dall'azienda. Questo piano prevede 500 milioni di investimenti in processi, prodotti, ricerca e sviluppo, e lo sviluppo di piattaforme produttive all'avanguardia, oltre al consolidamento di una forte presenza industriale nel nostro Paese.
Va anche sottolineato che Whirlpool collocherà in Italia oltre il 70 per cento della ricerca e sviluppo presente in Europa; sarà lasciato in un altro Paese solo lo sviluppo relativo alle lavastoviglie. Nello stesso piano, tuttavia, sono contenuti elementi del tutto inaccettabili: anzitutto, una quantità di eccedenze occupazionali, che, al netto delle assunzioni previste, è pari ad un quarto della forza lavoro esistente. 
Questo significa che l'occupazione dovrebbe ridursi di oltre 2 mila persone entro il 2018 (di queste 600 sono impiegati e quadri), attestandosi a circa 4.800 dipendenti. In questa difficile situazione si colloca l'annunciata volontà di chiudere il sito di Carinaro, dove sono occupate 820 persone, e quello di None, dove sono occupate altre 90 persone, mentre le eccedenze occupazionali tra gli impiegati sono tutte allocate a Fabriano e a Varese. 
Negli altri stabilimenti italiani del gruppo le eccedenze sono certamente minori, ma questo non vale per la Campania, ove, oltre a Carinaro, altre 200 eccedenze sono presenti anche nello stabilimento di Napoli. Su tutti gli aspetti del piano industriale e, soprattutto, sulle questioni occupazionali, si è svolta presso il Ministero dello sviluppo economico una serie di incontri, con l'attiva presenza anche del Ministero del lavoro; incontri che si sono sommati a quelli svolti direttamente tra le parti. 
Nell'incontro dello scorso maggio, il Governo ha dovuto prendere atto dell'indisponibilità di Whirlpool a modificare in modo significativo le parti di piano maggiormente negative, poiché il piano, nel suo complesso, non compensava gli aspetti positivi previsti e pur presenti nel progetto. Il Governo ha sempre ribadito la propria disponibilità a riconvocare le parti, ma soltanto dopo che l'azienda avesse presentato nuove proposte, capaci di dare maggiori certezze ai lavoratori e rispondenti all'esigenza, più volte sottolineata dallo stesso Ministro, di dare prospettive reali anche ai lavoratori degli stabilimenti campani. Questo, per un periodo, non è accaduto. 
Infine, nell'ultimo incontro, svoltosi il 17 giugno al Ministero dello sviluppo economico, si sono fatti significativi passi avanti nella vertenza in questione. L'azienda ha annunciato sostanziali modifiche al piano industriale, che, a breve, sarà presentato nel dettaglio. Nello specifico – ci basiamo, al momento, sulle dichiarazioni, non sul piano presentato – la Whirlpool ha dichiarato che lo stabilimento di Carinaro non cesserà l'attività, ma potrà avere una possibile e nuova missione strategica a livello europeo, con un ulteriore significativo aumento degli investimenti in Italia.
Con riferimento, invece, al sito torinese di None, l'azienda ha informato di un progetto di riconversione di una parte di esso, quella dedicata all'attività di logistica grazie all'intesa con un'importante società attiva nel settore. 
Il Ministero dello sviluppo economico ha espresso il proprio apprezzamento per l'apertura dell'azienda che ha accolto le richieste del Governo, o almeno ha mostrato di comprendere il senso delle richieste del Governo, soprattutto motivate dalla difesa dell'occupazione in una realtà economica come quella del Mezzogiorno particolarmente delicata. Il Ministero attende ora la presentazione del dettaglio del piano industriale.

Replica

Signor Presidente, ringrazio molto il sottosegretario che ha dato una risposta comprensiva anche di considerazioni che vanno al di là della domanda strettamente posta. Ringrazio il Governo per avere ritenuto inaccettabile il piano nella parte in cui prevede le riduzioni occupazionali. Ciò che tutti riteniamo indispensabile è la tutela, la salvaguardia dei posti di lavoro e la piena occupazione dei siti produttivi. In particolare, è necessario, quindi, scongiurare la chiusura dello stabilimento di Carinaro di Caserta anche per evitare ulteriori riduzioni sulla base industriale di una delle più importanti regioni del Mezzogiorno e, nello specifico, in una provincia che ha subito negli ultimi anni la chiusura di molti siti industriali. Siamo, quindi, fiduciosi che dalle dichiarazioni si passerà al piano particolareggiato che poi sarà illustrato dal Governo.