30/10/2015
Tommaso Currò
Parrini, Pelillo, Petrini, Patriarca, Piccione, Dallai, Senaldi, Berretta, Greco, Ginoble, Iacono, Ginato, Falcone,Impegno, Tentori, Moretto, Albanella, Burtone, Rampi, Quartapelle Procopio, Ribaudo, Sanga, Manfredi, Crimì, D'Arienzo, Fanucci,Realacci, Scuvera, Sbrollini, Vecchio, Rizzetto, Pastorelli, Gullo, Pagano
2-01132

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che: 

a partire dal 2013 sono stati convocati quattro tavoli tecnici presso il Ministero dello sviluppo economico, per discutere circa le problematiche del settore della microelettronica (settore che ha visto negli ultimi anni uno spostamento del fulcro della produzione e dei consumi mondiali di elettronica sull'asse del Pacifico, a discapito del mercato europeo) e già dal primo incontro risultava evidente come, da un lato, il mercato della microelettronica in Italia risultasse marginale rispetto al resto dell'Europa a causa del valore di tale settore (il cui valore ammonta circa ad 1 miliardo di euro rispetto ai 38 miliardi di euro di quello europeo e i 230 miliardi di euro di quello globale) e, dall'altro, come nel territorio italiano vi fossero realtà industriali che competevano ad alto livello sul mercato mondiale (STM primo in Europa e settimo nel mondo e Micron, con 3.000 addetti); 
nei tre successivi tavoli svoltisi nel 2014, a poca distanza tra loro, le organizzazioni sindacali, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, le regioni interessate (Abruzzo, Campania, Sicilia e Lombardia), l'Anie, l'associazione delle imprese elettrotecniche ed elettroniche e il Viceministro dello sviluppo economico, hanno convenuto sulla necessità di un piano strategico per lo sviluppo del settore microelettronico in Italia, al fine di rilanciare la competitività sul mercato globale delle imprese presenti sul territorio nel settore dei componenti elettronici; 
lo strumento proposto per realizzare tali obiettivi è stato individuato in un documento, la cui prima bozza doveva essere definita entro il 2014, che contenesse le strategie e definisse gli strumenti per avviare concretamente le attività legate a questi tavoli; 
nonostante l'impegno dimostrato dal Governo nell'ultimo tavolo tenutosi nel settembre 2014, dove appunto veniva annunciato entro pochi mesi la redazione del documento strategico nel settore della microelettronica finalizzato al rilancio dello stessa, non si hanno ancora notizia circa lo stato di avanzamento dello stesso; 
il quadro sul settore della microelettronica risulta, inoltre, oggi ancora più complicato alla luce: 
a) dell'annuncio, contenuto nel Documento di economia e finanze presentato nell'aprile del 2015 dal Governo, nella parte dedicata alle «privatizzazioni», circa il completamento in corso della preparazione della cessione della partecipazione detenuta in STM, da operarsi nei confronti di un soggetto pubblico, individuato nel Fondo strategico italiano; 
b) del mercato mondiale che vede concorrenti sempre più forti nel settore della microelettronica; 
sul primo punto, già le organizzazioni sindacali, nell'ultimo tavolo organizzato, avevano espresso preoccupazione nei confronti di tale cessione evidenziando, infatti, come fosse necessaria la conferma del controllo pubblico paritetico tra Italia e Francia del gruppo STMicroelectronics (che vede oggi la Francia pronta a rilanciare il settore a spese dei siti italiani), specialmente in un momento in cui la situazione dell'azienda è caratterizzata da una contrazione del fatturato, da una consistente perdita in alcuni settori e da un'importante perdita di quote di mercato, con il risultato di essere scesa – nel ranking mondiale – all'undicesimo posto;
sul versante del mercato mondiale, la microelettronica sta inoltre subendo la forte competizione di aziende dell'estremo oriente e statunitensi che ormai si accingono ad essere i Paesi leader nel settore: basti pensare alla Corea del Sud, dove è nata la Samsung, o al Giappone, dove si investe nella ricerca e sviluppo una cifra pari ad oltre il 3 per cento del prodotto interno lordo, o agli Usa e (per tornare in Europa) alla Germania che ne investono oltre il 2 per cento; 
in confronto ai Paesi sopra riportati, l'Italia risulta il fanalino di coda dei Paesi dell'Ocse con una spesa di poco superiore all'1 per cento –: 
se il Ministro interpellato ritenga necessario un intervento imminente sul settore della microelettronica, anche in vista del programma Horizon 2020 che potrebbe vedere l'Italia beneficiare di finanziamenti europei nel settore, e a che punto si trovi la redazione del documento strategico per il rilancio della microelettronica come promesso nel tavolo tecnico del 2014. 
 

Seduta del 30 ottobre 2015

Risponde Antonello Giacomelli, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, replica Tommaso Currò 

Risposta del governo

Signor Presidente, vorrei ricordare – è stato citato nell'interpellanza – che nel febbraio del 2014, la costituzione di un tavolo di confronto permanente sul settore della microelettronica, presieduto dall'allora Viceministro, professore De Vincenti, fu dettata dall'esigenza di mantenere nel nostro Paese le numerose e qualificate risorse umane e, soprattutto, le imprese in esso impegnate, alla luce dei casi di grandi aziende del comparto. I primi confronti con le rappresentanze di categoria hanno fatto emergere come le problematiche correlate di molteplici PMI che operano nella componentistica, subfornitori del settore, abbiano tematiche e direttrici di sviluppo parzialmente sovrapponibili a quelle delle medie e grandi imprese della microelettronica. Il Ministero ha, quindi istituito un gruppo di lavoro per la redazione di un piano di settore che, partendo dall'analisi delle contingenze, potesse delineare le migliori pratiche attivabili per consolidare il patrimonio industriale in questo specifico segmento. Nel piano si delineano le possibili azioni positive attivabili per lo sviluppo del comparto nel medio e lungo termine. 
Il piano effettua una disamina delle caratteristiche e della valenza economica del settore, con riferimento alle competenze consolidate in ambito nazionale e in raffronto alle strategie di sviluppo tecnologico delineate nell'ambito del nuovo programma Horizon 2020 che, attraverso il paradigma delle Key Enabling Technologies, include la micro e la nanoelettronica. 
L'analisi tiene conto degli orientamenti della Commissione europea per la «specializzazione intelligente», riguardanti il ruolo della nano e microelettronica anche nell'ambito delle politiche di coesione, favorendo la crescita delle diverse regioni per aumentarne la capacità competitiva e la possibilità di connessione con la catena industriale del valore di altre regioni d'Europa. Queste considerazioni evidenziano la possibilità del nostro Paese di invertire la tendenza alla deindustrializzazione e rimanere al passo dei principali concorrenti internazionali, necessariamente passando per una forte e solida strategia nazionale sulle tecnologie abilitanti fondamentali. 
Sono stati, inoltre, esaminati gli aspetti specifici dei settori e gli ambiti applicativi trainanti per la microelettronica, dove maggiore risulta essere l'impatto delle tecnologie microelettroniche, nonché i necessari riferimenti a livello scientifico e accademico e, più in generale, il ruolo fondamentale che le istituzioni educative, in primis le università, possono e devono svolgere per la crescita e il miglioramento del contesto socio-economico. Il tema del potenziamento dell'apparato produttivo di settore passa attraverso la necessità di risorse particolarmente qualificate, con la possibilità che le stesse possano essere formate nell'ambito di programmi di medio termine coordinati tra pubblico e privato. Sono state, infine, affrontate le linee per rilanciare la competitività sul mercato globale delle imprese del settore microelettronico valorizzando le competenze e le caratteristiche italiane e le possibili aree di intervento, quali la politica industriale, la capitalizzazione delle PMI, l'attrazione degli investimenti esteri, il ruolo della ricerca pubblica, gli strumenti di sostegno alla ricerca e sviluppo e innovazione, la pianificazione degli interventi, il quadro delle regole certe e univoche, la semplificazione amministrativa e le altre misure per la crescita più in generale delle PMI e l'incremento della catena del valore. 
Alla luce delle analisi effettuate e, in accoglimento di quanto emerso nella riunione plenaria del tavolo sulla microelettronica del settembre 2014, è stato quindi predisposto un documento strategico per il rilancio del settore, che sarà presentato alle rappresentanze settoriali e alle organizzazioni sindacali, tra pochi giorni, nel prossimo incontro previsto per il mese di novembre.

Replica

Ringrazio il signor Sottosegretario. La notizia che ci sta dando oggi è interessante: il documento è stato quindi redatto e verrà presentato a novembre alle rappresentanze sindacali. Di questo sono sicuramente soddisfatto. 
Ritengo che il Ministero dello sviluppo economico debba continuare in questa attività di approfondimento del settore della microelettronica. Lei stesso, signor Sottosegretario, riconosce, perché competente in questa materia, che il ruolo delle cosiddette tecnologie abilitanti fondamentali per il nostro paese è un ruolo assai strategico. Abbiamo già detto come queste tecnologie, se implementate, consentano di fatto ad altri settori di migliorare la propria capacità innovativa, il proprio contenuto tecnologico e di innovazione e quindi in questo modo riusciamo ad affrontare la sfida occupazionale, non soltanto attraverso l'aumento della domanda, ma anche attraverso il valore stesso dei beni di largo consumo; pensiamo alle automobili, agli smartphones e a tutti quegli oggetti che normalmente e quotidianamente utilizziamo.  Sulle automobili c’è poi un tema molto interessante, perché il settore dell'automobile è in fortissima espansione. Se pensiamo al tema della sicurezza, del comfort, dell'intelligenza nella guida, ci aspettiamo nei prossimi decenni un aumento consistente della quantità di silicio integrato all'interno di una autovettura, per non parlare poi delle cosiddette «Internet of things», cioè di questa nuova concezione di Internet, che pervaderà le nostre vite. Lei comprende quindi, signor Sottosegretario, che se vogliamo giocarci questa partita, dobbiamo avere un ruolo determinante all'interno dell'Unione europea. La Vicepresidente Neelie Kroes ha dato questo input, riconoscendo che l'Europa non può stare fuori da questa partita. Dopo la crisi finanziaria del 2008, gli americani ne hanno tratto una dura lezione, e da un'economia basata essenzialmente sulla finanziarizzazione hanno cambiato totalmente rotta, capendo che il futuro passa attraverso il manifacturing, attraverso la creazione di posti di lavoro reali, attraverso l'implementazione di fabbriche ad altissimo contenuto tecnologico, con investimenti di capitali che, lei sa benissimo, sono davvero enormi. Allora quando le cito l'M6 di Catania non è perché voglio fare meridionalismo o fare discorsi di campanilismo. Le dico soltanto che quella struttura grida vendetta, perché è una struttura meravigliosa, bella, tecnologica, avanzata. Avrebbe potuto ospitare attrezzature del costo di milioni di euro, per consentire a migliaia di ragazzi, laureati in discipline scientifiche – quindi parliamo delle eccellenze del nostro paese – di lavorare e costruirsi un futuro. Questo purtroppo non è avvenuto, perché il timing si è perso, perché non siamo stati bravi a fare rete, a coordinare i diversi livelli istituzionali. Ci vuole infatti un impegno anche da parte delle regioni e qui faccio una denuncia della mia regione. La regione siciliana è sempre stata assente. Non si interessa di questi temi. A loro non interessano i temi dello sviluppo produttivo. È una vergogna, signor Sottosegretario ! Il Ministero dello sviluppo economico si deve impegnare anche per raccordare i diversi livelli istituzionali, al fine di consentire alle aziende, alle imprese, ai nostri gioielli, di cui la STM è un esempio, di essere preservati. 
Concludo con questo auspicio e la ringrazio davvero per il suo intervento.