27/11/2017
Lia Quartapelle Procopio
2-02034
 

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della difesa, per sapere – premesso che:

il 3 ottobre 2013 morirono a poche miglia dal porto di Lampedusa centinaia di migranti; l'Italia rispose attivando una delle più grandi operazioni umanitarie della storia, «Mare Nostrum», che ha infatti salvato più di 100 mila vite umane in un anno, aprendo la strada a iniziative coordinate dell'Unione europea per la gestione dei flussi migratori, per favorire lo sviluppo nei Paesi d'origine e per assicurare sostegno tecnico e tecnologico alle autorità libiche, e in particolare alla guardia costiera libica, per il contrasto ai trafficanti di esseri umani;

le misure progressivamente adottate sul piano bilaterale con la Libia e quelle coordinate dall'Unione europea non hanno impedito, tuttavia, il verificarsi di un altro terribile naufragio il 18 aprile 2015 nel Canale di Sicilia, dove un'imbarcazione con più di settecento persone a bordo, di cui solo 28 riuscirono a sopravvivere, si inabissò, adagiandosi a 400 metri di profondità;

il 14 luglio 2016 si è conclusa l'operazione «Augusta» che ha visto impegnati i vigili del fuoco, assieme alla Marina militare e alla Croce rossa militare, nel recupero del peschereccio affondato più di un anno prima a 75 miglia dalla costa libica; il Laboratorio di antropologia e odontologia forense (Labanof) dell'Università degli studi di Milano ha quindi assunto l'incarico di un difficilissimo lavoro di conservazione dei resti delle vittime, per cercare per quanto possibile di restituire nomi e volti alle salme prelevate dalla tolda dell'imbarcazione di chi ha perso la vita in quella tragedia;

da allora, il relitto dell'imbarcazione è depositato all'aperto nella base della Marina militare di Augusta, in attesa di, trovare, entro la fine di quest'anno, una sistemazione definitiva; negli ultimi mesi sono state avanzate numerose ipotesi per il ricollocamento e la riconversione del barcone orientate a restituire la memoria del tragico evento evento e a richiamare l'attenzione, nonché a sollecitare un atteggiamento di maggiore responsabilità, sulle sofferenze e sui rischi a cui sono esposte le vittime dei trafficanti di essere umani;

tra le ipotesi che sono state oggetto anche di attenzione dell'allora Presidente del Consiglio Matteo Renzi e del sindaco di Milano Giuseppe Sala, spicca per concretezza la formalizzazione dell'offerta di spazi da parte dell'Università degli studi di Milano per un'installazione monumentale dell'imbarcazione presso il complesso di via Golgi, nel quartiere Città studi, come elemento centrale del progettato museo dei diritti umani, dall'altissimo valore simbolico, forte impatto emotivo e profonda utilità scientifica –:

se non intenda intervenire con urgenza per mettere in sicurezza il relitto del naufragio del 18 aprile 2015 e assicurarne la conservazione, accogliendo la proposta di riconversione avanzata dall'Università degli studi di Milano e favorendone la realizzazione in tempi certi.