06/05/2014
Veronica Tentori
Fragomeli, Gandolfi, Impegno, Monaco, Laforgia, Luciano Agostini, Petitti, Ventricelli, Cova, Cinzia Maria Fontana, Naccarato, Patriarca, De Micheli, Giuseppe Guerini, Montroni, Casati, Galperti, Bratti, Mariani, Zoggia, Lattuca, Gianni Farina, Tidei, Tino Iannuzzi, Donati, Richetti, Rotta, Cominelli, Pastorino, Cenni, Terrosi
2-00528

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che: 
la Strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga è la principale arteria di collegamento tra Lecco e la Valtellina ed è attraversata ogni giorno da migliaia di veicoli (lavoratori, pendolari, autotrasportatori, turisti, e altro); 
nella mattinata di mercoledì 23 aprile 2014 è stata chiusa in entrambe le direzioni di marcia la strada statale 36 nel tratto tra Lecco e Abbadia Lariana in seguito ad una frana che si è staccata dal monte San Martino; 
si apprende dagli organi di stampa che la chiusura della SS36 è avvenuta in via precauzionale dopo i sopralluoghi di ANAS, polizia locale e vigili del fuoco; 
si apprende altresì che la situazione della viabilità è risultata critica, con traffico bloccato e code di mezzi nell'intero territorio lariano, oltre al rischio per interi comuni rivieraschi, per la Valtellina e l'intera provincia di Sondrio di restare pressoché isolati; 
periodicamente e sempre più frequentemente si presentano emergenze che conducono al blocco parziale o totale del traffico sulla strada statale 36 con conseguenti ingenti disagi ai comuni attraversati, ai cittadini che li abitano e alle imprese, con fortissimi ritardi al traffico commerciale, rallentamento dei trasporti merce e logistica in tilt; 
con l'atto n. 5/00137 del 16 maggio 2013 il primo firmatario del presente atto aveva già denunciato la chiusura della strada statale 36 del lago di Como e dello Spluga conseguente al blocco della galleria Monte Piazzo avvenuto nel mese di maggio 2013 per problemi strutturali legati al dissesto del versante montuoso; 
sebbene siano ancora in corso gli accertamenti dei geologi sul tratto di versante interessato dalla frana, è noto il problema legato al rischio idrogeologico del versante montuoso adiacente la strada statale 36 e del Monte San Martino; 
il fatto in questiona riporta all'attenzione l'esigenza di un adeguamento della rete viaria e l'intero sistema della mobilità del territorio lariano, con particolare riferimento alla strada statale 36, che diventa di pregnante necessità se si pensa alle ricadute economiche sulle imprese dei territorio, sul turismo, sui lavoratori e sui pendolari, soprattutto in vista dell'imminente appuntamento di Expo2015; 
la durata semestrale di tale esposizione universale impone che sia messa in campo una strategia atta a garantire in maniera stabile, per tutto il periodo interessato, l'efficienza dell'intera rete di trasporto regionale, in particolare della zona lacuale (considerando anche la possibilità di prevedere specifiche corse per il servizio Autotraghetto verso le città capoluogo di Lecco e Como) e della Valtellina, che per i notevoli punti di interesse turistico, culturale ed enogastronomico potrà essere raggiunta e visitata da un sempre maggior numero di visitatori –: 
se non ritenga di intervenire per quanto di competenza, anche di concerto con ANAS s.p.a., al fine di affrontare in maniera definitiva la messa in sicurezza del territorio nel tratto di interesse della strada statale 36 e con particolare attenzione al Monte San Martino, per garantire la viabilità ed evitare situazioni emergenziali che si ripetono ormai da troppi anni in maniera ciclica. 

Seduta del 19 giugno

Illustrazione e replica di Veronica Tentori, risposta del Governo di Umberto del Basso de Caro, Sottosegretario di Stato alle Infrastrutture e i Trasporti.

Illustrazione 

Signor Presidente, signor sottosegretario, la presente interpellanza urgente al Governo arriva in seguito ad una serie ormai infinita di situazioni emergenziali che hanno coinvolto la strada statale n. 36 del Lago di Como e dello Spluga, che è la principale arteria di collegamento tra Lecco e la Valtellina, attraversata quotidianamente da migliaia di veicoli, lavoratori pendolari, autotrasportatori e turisti. Queste situazioni emergenziali che portano al blocco totale o parziale del traffico sulla SS 36 ormai si ripetono continuamente in maniera ciclica, con conseguenze disastrose sulla viabilità, sull'economia lariana e sul turismo e, dunque, sulla qualità della vita dei cittadini che abitano il territorio. 
Ci troviamo pressoché in una condizione di emergenza permanente. Dall'inizio della legislatura è la quarta volta che porto all'attenzione del Ministro delle infrastrutture, attraverso interrogazioni parlamentari, la questione della messa in sicurezza della strada statale n. 36 o di opere ad essa connesse non ancora completate. Inoltre, la drammatica situazione relativa al sistema viabilistico lariano è stata sollevata più volte anche dai colleghi delle vicine province di Como e di Sondrio, territori che subiscono pesantemente le ripercussioni delle emergenze della strada statale n. 36; mi riferisco, ad esempio, alla strada Regina che percorre la sponda occidentale del lago. 
Dunque, mi pare ormai evidente che il problema non può più essere ignorato ed è necessario intervenire per risolvere in maniera definitiva queste criticità. L'ultima, alla fine dello scorso mese di aprile, quando la strada statale n. 36 è stata chiusa in entrambe le direzioni di marcia nel tratto tra Lecco ed Abbadia Lariana in seguito ad una frana che si è staccata dal monte San Martino, causando ancora una volta una situazione viabilistica critica con traffico bloccato e code insostenibili di mezzi nell'intero territorio lariano anche sulla sponda comasca oltre al rischio per interi comuni rivieraschi, per la Valtellina e l'intera provincia di Sondrio di restare pressoché isolati. Se, oltre a tutto questo, si fosse verificata la necessità di interrompere anche il traffico ferroviario la situazione sarebbe diventata insostenibile. Vorrei ricordare che solo nel mese di maggio 2013 la strada statale n. 36 era già stata interessata da un gravissimo blocco

del traffico dovuto alla chiusura della galleria Monte Piazzo disposta da ANAS che è rimasta completamente interdetta al traffico per 43 giorni. I veicoli erano stati dirottati sulla strada provinciale n. 72 già a partire da Abbadia Lariana, strada che attualmente risulta essere l'unico collegamento alternativo, in particolare per i mezzi pesanti e che ha quindi dovuto sopportare un carico decisamente sovradimensionato per le caratteristiche della strada. Tutto questo aveva provocato enormi disagi ai comuni attraversati e ai cittadini che li abitano, fortissimi ritardi sia al traffico turistico che a quello commerciale e costi aggiuntivi per le imprese, con rallentamento dei trasporti merce, logistica in tilt e carenza di materie prime.

La situazione era stata critica al punto che gli enti avevano attivato la Protezione civile ed inoltre la polizia locale era stata impegnata su tutti i fronti possibili. La galleria Monte Piazzo necessitava da tempo di un intervento strutturale e, nonostante questo, ci si è trovati a dover contrastare una situazione di emergenza con tutti i disagi e gli ingenti costi sopraggiunti a carico della collettività.

Superata poi la fase critica una canna della galleria è stata aperta alla circolazione mentre l'altra è tuttora chiusa per consentire il completamento delle opere di consolidamento già programmate.

Inoltre, con lo svincolo per la Val Marrone chiuso, che costringe i cittadini della valle ad uscire a Bellano, il territorio risulta ulteriormente penalizzato. La Monte Piazzo avrebbe dovuto tornare alla normalità con doppio senso di circolazione entro metà giugno, ma le notizie che giungono dicono che le opere non si completeranno prima di metà luglio e che la strada statale n. 36 resterà quindi a metà servizio con crescente preoccupazione da parte di commercianti e amministratori che si vedono un'altra stagione turistica persa a causa dei disagi viabilistici.

La frana del San Martino è stata, quindi, un ulteriore pesante aggravamento per la già critica situazione di questa arteria stradale. Sebbene credo che siano in corso gli accertamenti dei geologi sul tratto di versante interessato dalla frana, è noto da tempo il problema legato al rischio idrogeologico del versante montuoso adiacente la strada statale n. 36 e del monte San Martino. Questo pericolo che potrebbe mettere a rischio l'incolumità delle persone è uno degli aspetti che mi preoccupa fortemente e sul quale chiedo al Governo approfondimenti e rassicurazioni sulla messa in sicurezza.

Non possiamo accettare che ogni volta che si verificano alcuni giorni di precipitazioni atmosferiche abbondanti poi ci sia il rischio di frane e smottamenti.

Oltre a questo ci sono molti altri problemi aperti relativi alla strada statale n. 36 e all'interconnessione tra l'asse portante della strada e la rete viaria provinciale. A giugno 2013 ho interrogato il Governo in merito al cosiddetto peduncolo di Dervio che collegherebbe la strada statale n. 36 e la strada provinciale n. 72 evitando ai veicoli in uscita dallo svincolo di attraversare le strette strade interne al centro del paese per potersi immettere sulla provinciale.

Questo è solo un esempio dei problemi oggettivi di interconnessione della strada statale n. 36 con la rete viaria provinciale che riguardano il traffico pesante durante tutto l'anno e si manifestano ancora con più forza nei casi in cui la strada statale n. 36 deve essere chiusa per lavori o per cause di forza maggiore, come ciclicamente avviene.

Confido, dunque, in un interessamento del Ministero in merito a tutte quelle opere di cui si parla da anni senza esito, fra cui il superamento del passaggio a livello di Bellano, il completamento dello svincolo di Piona, lo svincolo di Mandello e molte altre ipotesi volte a garantire una viabilità alternativa in caso di emergenza sulla strada statale n. 36. Non è possibile continuare in una situazione di incertezza, è necessaria una programmazione puntuale degli interventi per far fronte alla situazione critica della strada statale.  Inoltre, non mi soffermo in questa sede sulla vicenda della pista ciclabile che si affianca alla strada statale tra Lecco e Abbadia Lariana, il cui cantiere è in stato di abbandono da mesi. Ormai si stanno perdendo le speranze che le opere si possano concludere. Il Ministro è certamente a conoscenza della situazione, visto che in merito ho depositato un'interrogazione e mi è stato risposto che le opere non potranno riprendere sino alla conclusione dei contenziosi pendenti, lasciandoci in un perenne stato di incertezza. 

  Sottosegretario, credo che si debba fare tutto il possibile per uscire dalla continua emergenza. Si passa da un problema all'altro, si mettono delle pezze, ma non si risolve in maniera definitiva la situazione della viabilità e del collegamento tra Lecco e la Valtellina, che è indispensabile per l'intera regione Lombardia. 
  È chiara l'esigenza di un adeguamento della rete viaria e dell'intero sistema della mobilità del territorio lariano, nel quale la strada statale n. 36 è centrale. Non dimentichiamo che tra poco la nostra regione vedrà la presenza di un evento globale, Expo 2015: cosa succederebbe se si verificasse un disastro come quello appena accaduto con la frana del monte San Martino durante i sei mesi dell'evento ? Quali conseguenze dal punto di vista economico ? 
  Concludo e chiedo al Governo dei chiarimenti sulle prospettive relative alla strada statale n. 36 e al sistema viabilistico lariano. 
  Il primo punto da chiarire è se è possibile intervenire, anche di concerto con ANAS, al fine di affrontare in maniera definitiva la messa in sicurezza del territorio nel tratto di interesse della strada statale n. 36, con particolare attenzione al monte San Martino. Il secondo punto è se non reputi necessario mettere in campo un'attenta programmazione degli interventi per poter così garantire la viabilità ed evitare situazioni emergenziali che si ripetono ormai da troppi anni in maniera ciclica. 
 
Risposta del Governo
Signor Presidente, onorevoli colleghi, gli onorevoli interpellanti segnalano i disagi connessi al dissesto idrogeologico del versante montuoso adiacente la strada statale n. 36. Al riguardo, devo preliminarmente far presente che il fenomeno franoso ha avuto origine su terreni demaniali della regione Lombardia. Tuttavia, sono state assunte informazioni presso la società ANAS, considerato che il dissesto ha comportato ripercussioni sulla circolazione stradale. 
  Detta società riferisce che, in seguito alla frana del 23 aprile scorso, originatasi come detto su territorio di competenza della regione Lombardia, materiale detritico si è riversato a ridosso della strada statale n. 36 del Lago di Como e dello Spluga in prossimità del km 57. La stessa ANAS ha fatto presente che, per assicurare la tutela e la sicurezza degli utenti stradali, ha provveduto ad interdire il traffico sulla statale, effettuando i necessari sopralluoghi, anche con il personale della Protezione civile e dei Vigili del fuoco, al fine di valutare l'entità del fenomeno e stabilire le eventuali azioni da intraprendere. 
  La società ha quindi deciso di convogliare il traffico veicolare, a doppio senso di marcia, sulla carreggiata sud della strada statale n. 36, iniziando, nel contempo, i lavori di messa in sicurezza del fronte. Ultimati i lavori, il 30 aprile si è provveduto a ripristinare la normale circolazione sull'arteria stradale. 
  Purtroppo, analoghi eventi franosi si sono già verificati in passato, come l'onorevole interpellante ha esattamente ricostruito, e risultano imputabili, secondo gli esperti dell'ANAS, al degrado del territorio montano sovrastante la strada statale n. 36, sottoposto nel corso degli anni a violente azioni di gelo-disgelo e ad abbondanti precipitazioni piovose. 
  Segnalo al riguardo che le conseguenze avrebbero potuto essere ben più gravi se l'ANAS non avesse provveduto in precedenza ad installare apposite barriere paramassi
 sui versanti del monte San Martino che sono riuscite a trattenere gran parte del materiale detritico franato.
 
Replica 
Signor Presidente, signor sottosegretario, la ringrazio innanzitutto per la puntualità della risposta e della ricostruzione, ma ci tengo a richiamare l'attenzione su alcuni punti sui quali ritengo di dover ribadire la richiesta di un impegno da parte del Governo. 
  In particolare, torno a sottolineare la richiesta che il Ministero possa assumere un'iniziativa verso gli enti territoriali competenti – si è citata appunto la regione Lombardia, proprietaria dei terreni demaniali sui quali è avvenuto l'evento franoso – per una verifica per quanto riguarda la programmazione degli interventi. 
  Ci tengo a sottolineare nuovamente che la strada statale n. 36 non è solamente un'importante arteria stradale, ma è l'unica arteria strategica che collega Lecco e i comuni del litorale alla provincia di Sondrio, esclusi ovviamente i valichi alpini, che non considero. 
  In primo luogo, abbiamo una certezza, che è quella che fino a metà luglio una delle due canne della galleria Monte Piazzo resterà chiusa e, quindi, un intero territorio resterà ancora per almeno un mese – un mese che, ribadisco, ricade nel pieno della stagione turistica – collegato al resto del Paese attraverso un'arteria depotenziata, con tutto ciò che ne consegue. 
  Un altro fatto certo ed evidente è che serve maggiore attenzione anche riguardo alla cantierizzazione delle opere perché troppo spesso capitano emergenze e non è più possibile sostenere questa situazione di instabilità. 
   Ritengo che sia necessario un lavoro di verifica e coordinamento con gli enti locali per mettere in campo un'attenta programmazione degli interventi infrastrutturali sul tratto Lecco-Colico della strada statale n. 36. 
  Ho citato prima alcune questioni oggetto di discussione in tutte le sedi istituzionali da tempo: il peduncolo di Dervio, lo svincolo di Piona, il superamento del passaggio a livello di Bellano, lo svincolo di Mandello, oltre al completamento della pista ciclabile di Abbadia Lariana. Quest'ultima in particolare sarebbe strategica anche nell'ottica di un sistema di mobilità sostenibile e alternativo che guarda anche all'attrattività turistica, ma ripeto che attualmente le opere sono ferme con un cantiere aperto e tutti i problemi anche di sicurezza che ne conseguono. 
  E aggiungo anche la possibilità di valutare specifiche corse, ad esempio, per il servizio di auto-traghetto verso le città capoluogo di Lecco e Como o il potenziamento della linea ferroviaria Lecco-Sondrio, che sarebbero d'aiuto per garantire i collegamenti interprovinciali e regionali anche in un'ottica di riduzione del traffico su gomma e di una viabilità alternativa nel caso di nuove emergenze che riguardassero la strada statale n. 36. 
  Sono tutte opere che permetterebbero di pianificare e attuare, appunto, in caso di emergenza una viabilità alternativa efficace per non isolare un intero territorio, peraltro a vocazione turistica, ed evitare quindi conseguenze anche dal punto di vista economico che potrebbero essere davvero pesanti e disastrose. 
  Sottolineo nuovamente anche l'imminente inizio di Expo 2015, che ci impone, a parere dell'interpellante, di mettere in campo una strategia atta a garantire in maniera stabile, per tutto il periodo interessato e oltre, l'efficienza dell'intera rete di trasporto regionale, in particolare della zona lacuale della Valtellina, che per i notevoli punti di interesse turistico culturale ed enogastronomico potranno essere raggiunti e visitati da un sempre maggior numero di visitatori. 
  Aggiungo, inoltre, una considerazione per quanto riguarda il piano di emergenza da adottare, che forse necessita di una verifica da parte del Governo perché vi sia un coordinamento e sia promosso un piano di emergenza efficace e tempestivo, che possa evitare situazioni drammatiche e la paralisi dell'intero territorio in caso di interruzione della strada statale n. 36. Infine, resta da capire se permangano delle incognite gravi sulle condizioni di sicurezza dell'arteria stradale, insistendo sulla fase di controllo e monitoraggio circa la stabilità delle strutture delle gallerie e dei versanti montuosi, data la persistente preoccupazione e gli effetti delle spinte sulle strutture e data la criticità del tratto di montagna nel quale ci troviamo ad operare, come è stato appunto evidenziato anche dalla risposta del sottosegretario. 
  Dunque, in conclusione, io confido che il Governo possa seguire la situazione con la massima attenzione e non mancherò di continuare a vigilare in tal senso.