05/09/2023
Michela Di Biase
Gianassi, Serracchiani, Lacarra, Zan
2-00218

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   l'11 agosto 2023 nel carcere delle Vallette di Torino due donne si sono suicidate a distanza di poche ore;

   nel primo caso una detenuta di nazionalità nigeriana di 43 anni – Susan Jhon – è deceduta in seguito ad uno sciopero della fame e della sete iniziato dal primo giorno del suo ingresso in carcere, il 22 luglio 2023;

   il suo decesso è stato classificato per «cause naturali» ma la donna ha portato avanti per settimane la sua protesta, come confermato dal Garante nazionale per i diritti dei detenuti Mauro Palma;

   della sua protesta, come appreso dalle dichiarazioni del Garante dei detenuti della città di Torino, non era stata data informazione;

   a distanza di poche ore un'altra detenuta – una ragazza di 28 anni – si è tolta la vita all'interno dello stesso penitenziario impiccandosi;

   con questi due nuovi episodi sono arrivati già a 43 i casi di suicidio nelle carceri italiane solo nel 2023, 16 tra i mesi di luglio e agosto;

   proprio nei mesi estivi si riaccendono le proteste legate al sovraffollamento delle carceri italiane, che determina condizioni di detenzione inaccettabili;

   attualmente risultano recluse 10 mila persone in più rispetto ai posti effettivamente disponibili nei penitenziari italiani;

   nonostante i tentativi parlamentari di proporre investimenti e risorse per l'edilizia carceraria e per la salute dei detenuti fino ad oggi l'attuale Governo non è intervenuto per migliorare le condizioni di detenzione in Italia;

   come gruppo del Partito Democratico gli interpellanti hanno richiesto un'indagine conoscitiva che risulta ancora ferma e sono state bocciate le proposte per l'erogazione di un incentivo per psichiatri, psicologi e per il personale sanitario che lavora in carcere –:

   se i Ministri interpellati, dopo la visita presso il carcere delle Vallette di Torino, abbiano deciso di assumere iniziative volte al miglioramento delle condizioni di detenzione, nonché quali iniziative siano state messe in campo per verificare e affrontare l'emergere di casi tragici come quelli citati in premessa, che manifestano una condizione dei detenuti incompatibile con le responsabilità di custodia che ha lo Stato; e quali siano le motivazioni che hanno condotto il Governo a esprimersi sistematicamente in senso contrario su tutti gli emendamenti sulla situazione delle carceri italiane, primo fra tutti quello che ripristinava i fondi tagliati al Dap e al Dipartimento giustizia minorile e di comunità fatti in legge di bilancio, sul personale Uepe, per il potenziamento e la rideterminazione gli organici dei funzionari della professionalità giuridico pedagogica, di servizio sociale e mediatore culturale, quelli per un'edilizia e architettura penitenziaria volte a definire e proporre modelli coerenti con l'idea di rieducazione nonché per la manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture esistenti, sulle richieste di intervento avanzate dal personale della polizia penitenziaria; quale sia, inoltre, la ragione dell'immobilismo del Governo sulla salute mentale in carcere.