18/01/2017
Giuseppe Berretta
2-01597

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che: 
a seguito della riduzione dei posti di guardia negli ospedali del territorio di Catania, si è registrato un aumento di episodi di violenza e aggressione nei confronti del personale di servizio (medici, infermieri e operatori sanitari) come riportato dalle cronache giornalistiche locali e nazionali; 
in data 1o gennaio 2017 si è verificato, in orario notturno, un violento pestaggio di un medico del pronto soccorso dell'ospedale Vittorio Emanuele di Catania; 
a seguito degli avvenimenti citati si ritiene necessario che il prefetto di Catania convochi celermente il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica per stabilire insieme al questore, al sindaco e a tutti i vertici delle forze dell'ordine quali misure urgenti possano essere adottate per garantire sicurezza e serenità agli operatori sanitari del Vittorio Emanuele e degli altri ospedali, oltre che agli utenti; 
la mancanza di sicurezza in luoghi particolarmente sensibili come le strutture di pronto soccorso rischia di produrre una pericolosissima mancanza di serenità e lucidità nello svolgimento delle proprie mansioni da parte del personale ospedaliero –: 
se sia a conoscenza di quanto sopra esposto e se non ritenga necessario intervenire per individuare le opportune misure di supporto per il mantenimento degli standard di sicurezza nelle strutture ospedaliere del territorio catanese. 

 

Seduta del 23 maggio 2017

Risponde Filippo Bubbico, Vice Ministro dell'Interno

Risposta del governo

Grazie, signor Presidente. Rispondo congiuntamente all'interpellanza dell'onorevole Berretta e alle interrogazioni degli onorevoli Burtone e Catanoso, che richiamano l'attenzione su un tema già oggetto in passato di discussione in quest'Aula, sempre in sede di sindacato ispettivo, vale a dire la sicurezza all'interno delle strutture sanitarie siciliane e in particolar modo degli ospedali di Catania.

Nello specifico, viene richiamata la questione relativa ad alcuni episodi che si sono verificati, segnatamente aggressioni avvenute nei confronti di medici ed infermieri all'interno di alcuni ospedali catanesi. Viene chiesto quanto è stato fatto circa l'individuazione di opportune misure per il mantenimento degli standard di sicurezza in tali strutture.

Va innanzitutto sottolineato che, in tema di ospedali, trova applicazione il principio della cosiddetta sicurezza sussidiaria, in base alla quale la sorveglianza viene espletata da istituti di vigilanza privata attraverso postazioni fisse agli ingressi e servizi di ronda notturna, previa stipula di appositi contratti tra gli istituti medesimi e le aziende ospedaliere. Rimangono ferme ovviamente le funzioni di sicurezza primaria, affidate alle forze di polizia, che, in base alle direttive delle autorità provinciali di pubblica sicurezza, provvedono ad integrare il dispositivo di sicurezza di competenza delle aziende sanitarie con misure di diversa tipologia, fino ad arrivare, nei casi di ospedali particolarmente esposti a rischi di natura criminale, alla presenza in loco di posti fissi di polizia non disgiunti, se del caso, da servizi aggiuntivi.

È evidente che queste situazioni vengono definite anche rispetto alle caratteristiche proprie delle strutture ospedaliere, nel senso che, ove gli ospedali svolgono anche funzione di pronto soccorso, sono dotati di Trauma Center, eccetera, sono oggetto evidentemente di destinazione di pazienti o di persone che hanno subito fatti traumatici in maniera diretta o indiretta.

Per quanto riguarda specificamente la situazione di Catania, voglio subito assicurare che l'attenzione delle autorità provinciali di pubblica sicurezza sulle problematiche evidenziate non è mai venuta meno. Essa è stata più volte affrontata dalla prefettura di Catania, nel corso di riunioni tecniche di coordinamento interforze, a seguito delle quali è stata evidenziata l'esigenza di installare e potenziare, laddove già esistenti, i sistemi di difesa passiva presso i siti a rischio, con specifico riferimento ai dispositivi di videosorveglianza e ai collegamenti telefonici emergenziali diretti con le forze di polizia.

Va anche evidenziato che, all'interno dei presidi ospedalieri Vittorio Emanuele, Garibaldi (plesso vecchio) e Cannizzaro di Catania, sono presenti dei posti di polizia, attivi dal lunedì al sabato, con lo specifico compito di acquisire denunce, querele e referti.

Inoltre, in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, le citate strutture ospedaliere sono state inserite nel piano coordinato di controllo del territorio, in modo da assicurare, soprattutto nelle ore serali e notturne, frequenti passaggi delle pattuglie di Polizia di Stato e dell'Arma dei carabinieri.

Sempre nella stessa direzione, d'intesa con l'assessorato regionale alla salute e sotto l'egida della prefettura di Catania è stato realizzato un collegamento telefonico diretto ed esclusivo tra la sala operativa della questura e i vari pronto soccorso della provincia. In particolare, per l'azienda ospedaliera Vittorio Emanuele, ubicata in uno dei rioni cittadini a più elevata densità criminale, è stato previsto, all'interno del reparto di pronto soccorso, un sistema di videosorveglianza direttamente collegato con la sala operativa.

Rappresento, inoltre, che, proprio a seguito dell'episodio di violenza citato nell'interpellanza dell'onorevole Berretta, avvenuto il 1° gennaio di quest'anno, si è svolta un'apposita riunione interforze, all'esito della quale è stata disposta l'intensificazione delle misure di vigilanza dell'ospedale Vittorio Emanuele nell'ambito del piano coordinato di controllo del territorio, con previsione di passaggi più frequenti delle pattuglie delle forze di polizia e soste, al fine di verificare situazioni di potenziale pericolo. È stata, inoltre, ribadita la necessità di mantenere in efficienza i sistemi di videosorveglianza e di collegamento diretto con i plessi di polizia all'interno dalle strutture sanitarie.

Da ultimo, la settimana scorsa, e precisamente il 16 maggio, si è svolta una ulteriore riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, che ha affrontato la problematica in oggetto, e nel corso della citata riunione è stato stabilito che nelle more della rimodulazione dei pronto soccorso catanesi, già in itinere e per la quale occorre comunque attendere i provvedimenti di competenza regionale, verrà costituito un tavolo tecnico presso la questura, al fine di assicurare un più incisivo controllo dei presidi di emergenza al momento in attività.

Quanto all'esito delle indagini sul citato episodio criminoso, sul quale mi soffermo in quanto ha destato particolare allarme sociale, informo che l'aggressore è stato individuato ed arrestato nell'immediatezza per interruzione di pubblico servizio e lesioni, mentre il 16 febbraio scorso è stata data esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal GIP del tribunale di Catania nei confronti di sette persone (tra cui lo stesso aggressore) ritenute tutte, a vario titolo, responsabili di lesioni aggravate, violazione di domicilio, interruzione di pubblico servizio e minacce a pubblico ufficiale. Si evidenzia che si sono rivelate determinanti per le indagini l'attenta visione dei filmati di video sorveglianza dell'ospedale e le testimonianze di coloro che si trovavano all'interno.

Ritengo che il complesso delle misure appena illustrate e il loro recente rafforzamento siano una chiara testimonianza del livello di attenzione che le autorità provinciali di pubblica sicurezza e le forze di polizia prestano, proprio nel senso auspicato dagli onorevoli interroganti, al tema della elevazione degli standard di sicurezza degli ospedali catanesi, in chiave di contrasto e anche di prevenzione di episodi di aggressione e violenza in danno degli operatori sanitari.

In conclusione, si rappresenta che sui temi oggetto degli atti di sindacato ispettivo, il Ministero della Salute ha riferito di aver elaborato e inoltrato alle aziende sanitarie, già nel 2007, una specifica raccomandazione volta alla prevenzione degli atti di violenza ai danni degli operatori sanitari. Il documento indica tutta una serie di misure organizzative, strutturali e tecnologiche volte a fronteggiare il fenomeno, puntando anche sul coinvolgimento del personale attraverso una sua specifica formazione alla prevenzione e gestione degli episodi di violenza e, inoltre, puntando molto sul coordinamento con le forze di polizia o gli altri soggetti che possono fornire un valido supporto alla eliminazione e alla attenuazione degli atti di violenza nei servizi sanitari. Le regioni e le province autonome sono impegnate nell'implementazione di tale raccomandazione, curandone l'effettiva ricaduta a tutela della sicurezza e della qualità assistenziale. Tale attività rientra nell'ambito della verifica dei livelli essenziali di assistenza, nonché nelle azioni di monitoraggio delle raccomandazioni per la sicurezza, effettuato anche dalla Agenzia nazionale per i servizi sanitari.