24/06/2014
Monica Gregori
Ferro, Tidei, Carella
2-00588

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che: 
   Rodolfo Graziani è stato un criminale di guerra. Egli è stato un esponente del regime fascista italiano ed è stato un convinto alleato della Germania nazista; 
   il 20 agosto 1945 venne cancellato dai ruoli dell'Esercito italiano e perse il grado di maresciallo d'Italia; 
   queste sono acquisizioni ufficiali e storiografiche non contestabili, giacché sono risultanze ministeriali e costituiscono l'esito del lavoro di un'apposita commissione delle Nazioni unite nel 1948 (che ha accertato che fece uso di gas nella campagna d'Etiopia) e di un giudizio del tribunale militare di Roma, che il 2 maggio 1950 lo ha condannato per atti di collaborazione con l'occupante tedesco; 
   numerose opere di storici seri hanno confermato il carattere delinquenziale della sua vicenda militare e politica (si vedano per tutti Z. O. Algardi, Processi ai fascisti, Parenti, Firenze, 1958, pagine 125 e seguenti; G. Mayda, Graziani l'africano, Nuova Italia, Firenze, 1992, pagine 3 e seguenti); 
   nell'opera citata da ultimo, per fare solo un esempio, si riporta la testimonianza significativa del generale fascista Daodiace, che aveva seguito le vicende africane fin da prima della campagna d'Etiopia. Dichiarerà Daodiace: «Il 15 gennaio 1932 fu festeggiata a Bengasi la raggiunta pacificazione tra Tripolitania e Cirenaica. In presenza della folla Graziani mi abbracciò e la sua faccia mi apparve raggrinzita in un ghigno, una smorfia di sinistra espressione che ancora rivedo. Fra i ribelli che si erano presentati mancava un certo Aissa el Acquac, disertore d'uno squadrone e che aveva il grado di sciumbasci». Daodiace rintracciò Aissa perché sapeva dov'era e – intervenuta la pace – pensava che la sua diserzione potesse risolversi con un interrogatorio. Lo convinse a consegnarsi con le armi. Graziani lo fece fucilare seduta stante. Concluderà Daodiace: «Da quel momento considerai Graziani un assassino perché avevo la prova che lo era»; 
   ancora nella scrupolosa ricostruzione di Mayda (si veda pagina 98), vengono riportate le risultanze ufficiali del bombardamento ordinato da Graziani del campo della Croce rossa a gestione svedese presso Gogorù, in Etiopia, il 30 dicembre 1936; 
   l'efferatezza di Graziani - ove ve ne fosse stato bisogno - è peraltro confermata anche dalla storiografia fascista. Nel volume Graziarli, edito dal Centro editoriale nazionale, nella collana di studi storici, del 1956, a pagina 145, si mena vanto di aver «liquidato le bande» locali e «giudicato e fucilato» personalità etiopi perché «ribelli»; 
   esaltare la figura di Graziani e perpetuarne la memoria in chiave agiografica costituisce pertanto una grave lesione del diritto di una collettività a conoscere senza distorsioni le proprie radici, a creare un ambiente sociale e civico sano e – in definitiva – all'ordine pubblico; 
   il pericolo per l'ordine pubblico della rievocazione esaltatrice di Graziani trova nella vicenda del comune di Affile, in provincia di Roma, la sua più drammatica conferma; 
   nell'agosto 2012, con fondi forniti da un'amministrazione regionale, connotata anche dalla presenza di Franco Fiorito, condannato per peculato, il comune di Affile ha eretto un monumento a Rodolfo Graziani; 
   l'immediata e scandalizzata reazione di molti cittadini e delle istituzioni ha condotto, con il cambio della giunta nel febbraio 2013, alla revoca della seconda tranche del finanziamento, che sarebbe stato destinato alla creazione di un parco attorno al monumento al gerarca fascista. Gli interpellanti esprimono gratitudine al presidente Nicola Zingaretti per la pronta sensibilità storica e la correttezza istituzionale; 
   sulla vicenda, la prima firmataria della presente interpellanza – unitamente ad altri deputati – ha presentato un'interpellanza urgente (la n. 2-00036) volta a conoscere se fosse possibile impedire al comune di Affile l'intitolazione del monumento a Graziani. Invero, con un certo tasso burocratico (non certo ascrivibile al Sottosegretario delegato alla risposta), il Ministero dell'interno si è limitato a rispondere – nella seduta dell'Assemblea del 16 maggio 2013 – che la legge n. 1188 del 1927 prevede quale unico requisito dell'intitolazione toponomastica a persone quello della morte da almeno 10 anni; 
   per tale ragione, la prima firmataria della presente interpellanza ha già presentato la proposta di legge n. 1172, volta a modificare la legge n. 1188 del 1927 per aggiungere alle clausole di divieto d'intitolazione quella di essere stata la persona criminale di guerra; 
   successivamente, il 29 giugno 2013 il sindaco di Affile, Ercole Viri, ha organizzato una pubblica commemorazione del gerarca, svolgendo un intervento commemorativo e chiamando la popolazione ad associarsi alla lode e al ricordo. Nell'occasione – come riporta Il Messaggero del 30 giugno 2013 – sono accorse molte persone, anche da fuori Affile, che hanno più volte inneggiato al fascismo e fatto il saluto romano. Tra i presenti, uomini processati in passato per le stragi fasciste degli anni ’70 dello scorso secolo; 
   si noti che mai il sindaco Viri ha organizzato pubbliche celebrazioni per il Giorno della memoria il 27 gennaio o per la Liberazione il 25 aprile; 
   le forze dell'ordine, prontamente informate dell'accaduto, non hanno ritenuto di ravvisare elementi per redigere un rapporto o un verbale; 
   viceversa, era accaduto il 12 settembre 2012 che ignoti avevano vergato sulle pareti del monumento con lo spray scritte di censura a Graziani. Le scritte erano del tenore: «Chiamate eroe un assassino», «Vile onore e patria assassina» e consimili; 
   su questo fatto i carabinieri avevano svolto immediate indagini, tanto che si era arrivati a un'imputazione di danneggiamento aggravato a carico di tre giovani, processati innanzi al tribunale di Tivoli. Il tribunale in composizione monocratica – fortunatamente – ha assolto gli imputati perché il fatto non sussiste (si veda la sentenza del giudice Minutillo Turtur del 1o aprile 2014); 
   il 16 maggio 2014, in vista del passaggio del Giro ciclistico d'Italia ad Affile, il sindaco Viri – che presiede anche l’«Associazione culturale maresciallo d'Italia R. Graziani» – ha fatto affiggere nel paese dei manifestini di ringraziamento agli organizzatori del Giro per aver voluto – a suo dire – omaggiare la memoria di Graziani, stabilendo il passaggio della corsa per il luogo. È stato anche steso uno striscione tra i pali della corrente elettrica di analogo contenuto; 
   appare evidente che il sindaco Viri si sia messo a capo di un'operazione organizzata che, ad avviso degli interpellanti, turba l'ordine pubblico e appare esprimere simpatie verso l'ideologia fascista e un suo rappresentante; 
   l'articolo 141, comma 1, lettera a), del testo unico sugli enti locali così recita: «I consigli comunali e provinciali vengono sciolti con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro dell'interno, quando compiano atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge, nonché per gravi motivi di ordine pubblico»; 
   il persistente comportamento del sindaco di Affile ad avviso degli interpellanti potrebbe integrare gli estremi di cui al citato articolo; 
   a ciò si aggiunga quella che appare una possibile violazione da parte del sindaco dello statuto del comune di Affile, che, all'articolo 2, prevede quali principi ispiratori della comunità cittadina la solidarietà, i diritti dei cittadini, il superamento degli squilibri sociali, civili e culturali, l'uguaglianza e la pari dignità sociale dei cittadini e dei sessi; 
   pare, al riguardo, discutibile che non risulti alcuna iniziativa da parte del prefetto di Roma al riguardo, proprio mentre invece le forze dell'ordine sono zelanti nel verbalizzare atti di critica e denunzia dei giovani contrari al mausoleo di Affile –: 
   quali direttive intenda impartire alla prefettura di Roma e al commissariato competente per territorio per verificare il rispetto degli articoli 54 del testo unico sugli enti locali (che prevede i compiti del sindaco quale ufficiale di governo) e 33 dello statuto del comune di Affile (che prevede l'obbligo d'informativa del sindaco al prefetto in materia di ordine pubblico) specie alla luce del fatto che Ercole Viri è anche presidente di un'associazione neofascista; 
   quali atti intenda disporre autonomamente per la tutela dell'ordine pubblico in relazione agli eventi di sostanziale esaltazione del fascismo e di un criminale di guerra; 
   se sussistano i presupposti per lo scioglimento del comune di Affile per atti contrari alla Costituzione. 

Seduta del 16 giugno 2015

Illustrazione e replica di Monica Gregori, risposta del governo di Giampiero Bocci, sottosegretario per l'Interno.

Illustrazione

Signora Presidente, signor sottosegretario, mi trovo qui per la seconda volta in quest'Aula a cercare da parte del Governo una risposta che sia concreta e archivi definitivamente la storia del comune di Affile, nella provincia di Roma, che nell'agosto 2012, grazie ad un finanziamento della giunta regionale guidata dall'ex presidente Polverini, ha eretto un monumento al gerarca fascista, Rodolfo Graziani, che tutti sappiamo è stato un criminale di guerra, nonché condannato dal tribunale militare di Roma nel 1950 per collaborazionismo. 
  Come tutti sappiamo, questa situazione ha creato delle tensioni a livello nazionale e internazionale, in special modo, con il popolo etiope che ha subito crimini indicibili da parte del Graziani. Solamente grazie all'intervento dell'attuale giunta regionale siamo riusciti a ritirare il finanziamento per il completamento di un parco che doveva essere allestito intorno a quel monumento e qui voglio ringraziare, ancora una volta, il presidente della giunta regionale, Nicola Zingaretti. 
  Questa è una situazione che, come dicevo, va avanti da molti anni e sono noti dei fatti molto gravi avvenuti nel 2013 e nel 2014. Nel 2013, il sindaco Viri, organizzò una pubblica commemorazione al gerarca e nell'occasione – come riportato dalla stampa – i presenti più volte hanno inneggiato al fascismo con il saluto romano. Qui, le forze dell'ordine non hanno ritenuto necessario comunicare a organi più alti o comunque fare delle denunce su questo fatto, ma non si sono tirati indietro quando invece è stata imbrattato il monumento del gerarca e hanno denunciato tre ragazzi, poi prosciolti dal tribunale di Tivoli per insussistenza del fatto.
  Il 16 maggio 2014, invece, durante il passaggio del Giro d'Italia, il sindaco Viri – che presiede l'Associazione culturale maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani – fece affiggere dei manifesti lungo il percorso che il Giro doveva compiere ringraziando gli organizzatori dello stesso Giro per aver omaggiato alla memoria di Graziani. È evidente che con tali atti il sindaco Viri turba l'ordine pubblico esprimendo simpatia verso l'ideologia fascista e un suo rappresentante.  L'articolo 141, comma 1, lettera a), del testo unico sugli enti locali prevede lo scioglimento di consigli comunali e provinciali «quando essi compiano atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge, nonché per gravi motivi di ordine pubblico». Il persistente comportamento del sindaco di Affile potrebbe integrare gli estremi di cui al citato articolo. 
  Inoltre, vi è poi la violazione dell'articolo 2 dello statuto comunale di Affile che prevede, quali principi ispiratori della comunità cittadina, la solidarietà, i diritti dei cittadini, il superamento degli squilibri sociali, civili e culturali, l'uguaglianza e la pari dignità sociale dei cittadini e dei sessi. Appare discutibile che non risulti alcuna iniziativa da parte del prefetto al riguardo, proprio quando le forze dell'ordine sono zelanti nel verbalizzare atti di critica e denunzia dei giovani contrari al mausoleo di Affile. 
  Con questa interpellanza vogliamo sapere quali sono le direttive che il Ministero intende impartire alla prefettura di Roma e al commissariato competente per territorio e verificare il rispetto degli articoli 54 del Testo unico sugli enti locali, che prevede i compiti del sindaco quale ufficiale di Governo, e 33 dello Statuto del comune di Affile, che prevede l'obbligo d'informativa del sindaco al prefetto in materia di ordine pubblico, specie alla luce del fatto che il sindaco, Ercole Viri, è anche presidente di un'associazione neofascista. Quali atti, inoltre, intenda disporre autonomamente per la tutela dell'ordine pubblico in relazione agli eventi di sostanziale esaltazione del fascismo e di un criminale di guerra. Infine, se sussistano i presupposti per lo scioglimento del comune di Affile per atti contrari alla Costituzione.

Risposta del governo

Grazie Presidente, con l'interpellanza all'ordine del giorno l'onorevole Gregori, unitamente ad altri deputati, richiama nuovamente l'attenzione del Ministero dell'interno sulla vicenda del monumento dedicato dall'amministrazione comunale di Affile al generale e gerarca fascista Rodolfo Graziani e segnala, quali ulteriori episodi di esaltazione del fascismo verificatisi in quel comune, una commemorazione pubblica dello stesso Graziani organizzata dal sindaco Viri nel giugno 2013 e l'affissione di manifesti inneggianti al gerarca in occasione del passaggio del Giro ciclistico d'Italia 2014. 
  In relazione a ciò, l'interpellante chiede quali interventi si intendano porre in essere a tutela dell'ordine pubblico e se esistano i presupposti per lo scioglimento del comune per atti contrari alla Costituzione. 
  Sullo stesso argomento verte l'interrogazione dell'onorevole Boccadutri, anch'essa all'ordine del giorno, alla quale risponderò congiuntamente. Sulla questione del monumento dedicato a Graziani, richiamo integralmente quanto già riferito dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Sesa Amici nella seduta di questa Assemblea del 16 maggio 2013, in risposta ad una interpellanza urgente presentata sempre dall'onorevole Gregori. 
  Soggiungo che sulla vicenda la procura della Repubblica di Tivoli ha avviato nel 2013 un procedimento penale nei riguardi del sindaco e di due amministratori di Affile e, a chiusura delle indagini preliminari, è stata fissata l'udienza dibattimentale davanti al giudice monocratico di Tivoli per il prossimo 21 settembre. 
  Informo, altresì, che nello scorso mese di aprile la regione Lazio ha revocato il finanziamento, come è stato adesso ricordato dall'onorevole Gregori. 
  In relazione agli altri episodi menzionati nell'atto di sindacato ispettivo, preciso quanto segue. Il 29 giugno 2013, all'interno del giardino pubblico dove sorge il monumento, l'Associazione culturale maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani ha organizzato un convegno commemorativo della figura di Rodolfo Graziani. Nella circostanza, circa cento persone hanno dato luogo a un raduno pacifico, durante il quale non sono stati registrati inneggiamenti al partito fascista, né sono stati esposti simboli o bandiere riconducibili a quell'ideologia. L'unico episodio di rilievo riguarda il saluto fascista fatto, dopo la commemorazione, da circa quindici persone nel locale cimitero, davanti alla tomba del generale. Per questo atto la compagnia dei carabinieri di Subiaco ha inoltrato, il 1o luglio 2013, un'informativa alla procura della Repubblica di Tivoli, che non ha ravvisato alcuna ipotesi di reato. Per quanto riguarda il passaggio del Giro d'Italia 2014, comunico che il 16 maggio di quell'anno la stazione dei carabinieri di Affile è stata avvisata dell'affissione, lungo il percorso della settima tappa, di uno striscione e di alcuni manifesti della già citata Associazione culturale inneggianti a Graziani, definito «il più giovane colonnello dell'Esercito italiano ed eroe della Grande Guerra». I militari, giunti immediatamente sul posto hanno accertato la veridicità della segnalazione. Il sindaco di Affile, prontamente contattato e invitato a far rimuovere il citato materiale al fine di evitare ripercussioni sull'ordine pubblico, ha dato effettivo seguito alla richiesta. 
  Nelle ore successive, due parlamentari, tra i quali l'onorevole interpellante, hanno lamentato la perdurante esposizione, in una strada non interessata dal passaggio del Giro, di due manifesti dello stesso tenore di quelli rimossi. Il sindaco, contattato nuovamente, ha disposto la rimozione anche di questi ultimi. Dell'episodio descritto è stata informata la procura della Repubblica di Tivoli, che, anche in questo caso, non ha ravvisato ipotesi di reato. 
  L'Amministrazione segue gli sviluppi della vicenda penale pendente, ai fini dell'assunzione di eventuali provvedimenti. Quanto ai problemi di ordine pubblico evocati dalla stessa onorevole, il dipartimento della pubblica sicurezza ha informato che non se ne sono verificati, né in occasione dei tre episodi appena ricordati, né durante le manifestazioni di segno opposto che si sono tenute il 23 settembre e il 10 e 24 novembre 2012, il 25 aprile 2013 e il 27 giugno 2014, con una presenza media di circa cinquanta partecipanti. Ciò grazie anche ai servizi di polizia disposti volta per volta dalla questura con il supporto di congrui rinforzi dei reparti inquadrati. 
  Rispondo, infine, allo specifico quesito dell'onorevole Boccadutri, che chiede l'assunzione di iniziative normative volte a vietare che nei siti Internet istituzionali possano essere celebrati personaggi compromessi con la dittatura fascista, come starebbe avvenendo ancora oggi nel portale del comune di Affile con riferimento a Rodolfo Graziani. 
Si ritiene che nell'ordinamento giuridico siano già presenti efficaci sanzioni penali contro chi esalta pubblicamente, anche a mezzo stampa o Internet, esponenti, princìpi, fatti, metodi o finalità antidemocratiche del fascismo. 
  Non è sul versante normativo, quindi, che occorre concentrare gli sforzi, bensì su quello delle attività informative e investigative, naturalmente oltre che di prevenzione. 
  Assicuro, in proposito, che la polizia postale e delle comunicazioni della Polizia di Stato, prioritariamente competente in materia di prevenzione e contrasto dei reati perpetrati con l'utilizzo della rete Internet, sta facendo un monitoraggio costante sui siti web, ponendo particolare attenzione alla presenza di contenuti orientati verso forme di discriminazione razziale, di estremismo politico e di altre manifestazioni di intolleranza. Le fattispecie illecite accertate nel corso di tale attività sono e saranno tempestivamente segnalate all'autorità giudiziaria.

Replica

Grazie sottosegretario, nella risposta è stato molto puntuale, però io debbo sottolineare alcune cose per le quali non mi ritengo soddisfatta della risposta. Infatti, con riguardo a quanto avvenuto durante il passaggio del Giro d'Italia e, quindi, con riguardo alla rimozione dei manifesti e degli striscioni dove passava il Giro, è assolutamente falso il fatto che il sindaco abbia fatto rimuovere il tutto, così come è falso che l'Arma dei carabinieri si sia prodigata per rimuovere i manifesti. Infatti, quando insieme al mio collega Carella arrivammo sul posto, nessun manifesto era stato tolto dal percorso del Giro d'Italia. 
  Questa ovviamente non è una bella immagine che lo Stato italiano e la Repubblica italiana danno, con striscioni e manifesti come quelli, che chiamano «eroi» in realtà criminali di guerra. 
  Onestamente rimango basita per la decisione della procura di dire che non sussiste reato neanche quando si effettua un saluto romano riportato dalla stampa con delle foto; e, quando parliamo di stampa, non parliamo di stampa locale, ma nazionale, perché lo riportò proprio il quotidiano Il Messaggero
  Noi sappiamo tutti che il reato di apologia al fascismo sta anche nel divieto assoluto del saluto romano perché questo va contro quelli che sono i principi e quindi il dettato costituzionale. A maggior ragione, un sindaco che rappresenta la Repubblica italiana a questo punto rappresenta un'offesa per lo Stato italiano e la Repubblica e non dovrebbe, a mio avviso, indossare assolutamente la fascia tricolore, essendo lui il presidente di un'associazione che – come già ho detto – inneggia al fascismo. Per carità, noi nel dettato costituzionale abbiamo libertà di associazionismo – nessuno sta negando questo – ma io credo che non sia normale che, in un Paese come il nostro, si possa creare un'associazione per un criminale di guerra. 
  Ovviamente, noi seguiremo l'iter presso la procura della Repubblica di Tivoli. Stiamo aspettando da anni che la procura si pronunci su questa cosa, perché è un fatto veramente gravissimo quello che sta accadendo, con soldi pubblici che fortunatamente in parte sono stati ritirati. 
  Però, a questo punto, proprio per l'ultima risposta che lei ha dato anche all'interrogazione dell'onorevole collega Boccadutri, io sollecito il Governo ad incardinare due proposte di legge in Commissione affari costituzionali, che io e lo stesso collega abbiamo presentato, che riguardano la modifica della toponomastica, per far sì che tali accadimenti non vi siano più in un Paese democratico e, quindi, nella nostra Repubblica. Noi, in realtà, abbiamo dei problemi legislativi, in quanto si possono ancora intitolare dei monumenti a persone che hanno commesso dei crimini (purtroppo, questo lo sappiamo). Infatti, non ci siamo spinti a chiedere l'abbattimento, proprio perché la legge purtroppo non lo prevede. Però, possiamo fare un ulteriore passo in più e, quindi, modificare quella legge, aggiornarla. 
  Quindi, io chiedo al Governo, a questo punto, di prendere questa decisione e di incardinare due proposte di legge, che saranno ovviamente unificate, e che da due anni sono ferme nella Commissione affari costituzionali e, quindi, di evitare che si ripetano a livello nazionale questi episodi che danno un'immagine assolutamente vergognosa nei confronti del mondo, non solamente del popolo etiope, ma del mondo tutto.