03/08/2023
Arturo Scotto
Gribaudo, Fossi, Laus, Sarracino
2-00215

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   un influente maître à penser della destra di Governo ha chiarito che un povero non dovrebbe possedere un cellulare, quindi, se ha ricevuto l'sms dell'Inps, vuol dire che non è povero e non merita il reddito di cittadinanza;

   evidentemente, anche sulla base di tale inconfutabile evidenza scientifica, l'Inps ha provveduto, con leggerezza, a comunicare la sospensione del reddito di cittadinanza per 169.000 famiglie;

   che si sia trattato di leggerezza e superficialità lo attesta la stessa commissaria straordinaria dell'ente che, in un comunicato, ha dichiarato «Nell'ambito di un rapporto di trasparenza e lealtà con i cittadini, in ossequio al principio di proattività adottato dall'Inps, che è teso a fornire al cittadino tutte le informazioni relative alle prestazioni che lo riguardano e alle opportunità che potrebbe cogliere, Inps ha inviato un sms/email, che avrebbe dovuto essere più accurato nei contenuti e nella forma»;

   nella medesima nota, si assicura che «La tecnostruttura sta lavorando strenuamente da mesi, di concerto con il ministero del lavoro e delle politiche sociali, per la messa a punto della piattaforma Siisl a partire dal 1° settembre per dare attuazione al Supporto per Formazione e il Lavoro. Il nostro impegno ovviamente proseguirà per tutto agosto e per i mesi successivi al fine di consentire al cittadino occupabile di essere inserito nel mondo del lavoro, attraverso l'inserimento in appositi programmi di formazione e lavoro (tra cui anche corsi di orientamento, corsi di formazione specifica o progetti utili per la collettività)»;

   il fatto che la conseguenza di questa comunicazione fosse lo sconforto e la preoccupazione per il proprio futuro per circa 300.000 poveri, soprattutto del Mezzogiorno, è stato considerato un dettaglio trascurabile;

   un errore che si è prodotto con riferimento a una delle bandiere ideologiche che hanno caratterizzato, sin dai primi passaggi della Legislatura, l'azione di Governo e maggioranza;

   già in precedenza, pochi giorni dopo la nomina della Commissaria, l'Inps è incappata in un altro grossolano errore di comunicazione quando, in occasione dell'invio dei cedolini dei trattamenti pensionistici del mese di luglio, sotto la medesima dicitura: «aumento delle pensioni basse 2023» furono indicati anche gli importi della quattordicesima. Anche in quel caso, dopo le molteplici critiche delle organizzazioni sindacali, l'ente dovette rettificare le comunicazioni e chiarire la reale entità degli incrementi riconosciuti;

   il commissariamento del principale ente pubblico del Paese, secondo solo allo Stato, è stato fortemente voluto dalla Ministra interpellata che, in virtù dell'articolo 1, del decreto-legge n. 51 del 2023, ha provveduto a nominare a commissaria la dottoressa Gelera;

   per il nostro ordinamento il commissariamento è espressione del potere di controllo sugli organi e risponde alla logica del buon andamento e dell'imparzialità della pubblica amministrazione, ai sensi dell'articolo 97 della Costituzione, cui si provvede laddove l'ente sia stato previamente diffidato e siano emerse dalla pregressa istruttoria amministrativa gravi e persistenti violazioni di legge e carenze funzionali e amministrative;

   al momento dell'insediamento della commissaria, la Ministra ha avuto modo di dichiarare «Per me è importante aver indicato come Commissario straordinario dell'Inps una professionista di valore, una donna preparata»;

   la rilevanza sociale delle funzioni svolte dall'Inps che, solo per quanto riguarda le prestazioni pensionistiche, gestisce circa 23 milioni trattamenti, per un ammontare complessivo annuo di 313 miliardi di euro, non può essere affrontata, nel migliore dei casi, con leggerezza e approssimazione –:

   quale sia la valutazione della Ministra interpellata con riferimento alle circostanze sommariamente indicate in premessa e quali iniziative intenda adottare, per quanto di competenza, al fine di scongiurare ulteriori casi di gravi leggerezze comunicative da parte dell'Inps su trattamenti che interessano milioni di lavoratori e cittadini, anche in vista del superamento della fase commissariale.