14/03/2016
Diego Crivellari
Dal Moro, D'Arienzo, De Menech, Mognato, Murer, Narduolo, Moretto, Rubinato, Zan, Zardini, Zoggia e Rostellato
3-02102

Per sapere – premesso che: 
da quanto dichiarato dalla prefettura di Rovigo, ovvero che «l'avvio di nuove strutture detentive non è tra le priorità del Governo, visto che si sono risolti alcuni problemi delle vecchie carceri in altre maniere», e risulta il momentaneo blocco dei lavori di realizzazione della nuova struttura penitenziaria della Città di Rovigo; 
per il nuovo carcere sono già stati spesi circa 29 milioni di euro e dal punto di vista strutturale il sito è di fatto terminato già da due anni; 
dal 2013 ad oggi sono stati costruiti anche 90 appartamenti di servizio destinati al personale della struttura e due destinati al comandante del Corpo di polizia penitenziaria; 
secondo quanto è possibile verificare non sarebbe stata costruita una sezione per i semiliberi;
ad oggi non sarebbe stata eseguita la climatizzazione di molti locali all'interno; 
mancherebbero l'asfaltatura della strada esterna al carcere e quella interna ad esso e i mobili sia per i detenuti sia per il personale; non sarebbero state terminate le cucine; il nuovo carcere assorbirebbe almeno 150 agenti da aggiungere alla cinquantina già in servizio nella vecchia casa circondariale; lo stop alla realizzazione non è riconducibile all'impossibilità di assumere nuovi agenti in quanto è stato comunicato che a dicembre termina un corso di allievi di polizia penitenziaria (circa 370) e successivamente sarà indetto un concorso per 440 poliziotti penitenziari;
la nuova struttura penitenziaria di Rovigo riveste un importante peso anche rispetto all'attuale carcere di via Verdi, il quale da tempo lamenta una situazione critica per spazi e disponibilità organizzative, con difficoltà per la popolazione carceraria e per il personale impegnato; 
il nuovo penitenziario permetterebbe di dare avvio alle progettualità di recupero e riqualificazione dell'area del vecchio carcere nel cuore della città stessa di Rovigo –: 
se intenda verificare le cause dell'interruzione dei lavori di ultimazione della nuova struttura penitenziaria presente tra la tangenziale cittadina e via Calatafimi a Rovigo e quali siano i tempi previsti per la fine del cantiere e successivamente per l'avvio delle attività penitenziarie.

Seduta del 15 marzo 2016

Risposta del governo di Cosimo Maria Ferri, sottosegretario di Stato per la giustizia, replica di Diego Crivellari

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Le interrogazioni presentate sul nuovo carcere di Rovigo, sul quale tra l'altro ero già intervenuto in questa sede sempre a seguito di altre interrogazioni, mi consentono, e ringrazio i deputati che le hanno sottoscritte, di aggiornare la mia risposta alla luce anche dell'inaugurazione di questa struttura che è stata fatta nei giorni scorsi dal ministro Orlando e dal ministro Del Rio. 
Le interrogazioni presentate sul nuovo carcere di Rovigo dagli onorevoli Crivellari e Turco pongono in evidenza una realtà carceraria decisamente complessa ed articolata, rispetto alla quale l'impegno dell'Amministrazione penitenziaria, oltre che l'attenzione dell'onorevole ministro della giustizia, sono stati indubbiamente massimi, e quindi anche in questa sede desidero nuovamente sottolinearli ed evidenziarli. Posso affermare ciò, non soltanto perché il 29 febbraio, come dicevo i due ministri già citati, il capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e le più alte cariche della regione hanno inaugurato insieme il nuovo carcere di Rovigo, ma soprattutto perché sono in via di definitiva risoluzione le residue problematiche ancora esistenti. 
Peraltro, come ricordato in occasione di una risposta resa ad un recente question-time sull'utilizzo del nuovo carcere di Rovigo, l'opera in questione è stata lungamente interessata da operazioni di collaudo, sia statico che di natura tecnico-amministrativa, rientranti nella competenza del ministro delle infrastrutture e soltanto il 31 dicembre 2015 la stessa è stata provvisoriamente presa in consegna dall'amministrazione penitenziaria, ancorché priva di utenze, energia elettrica, gas, acqua e telefono. n ogni caso, anche nella fase poi di provvisoria acquisizione, sono state attivate, da parte dell'Amministrazione, tutte le iniziative possibili per favorire la tempestiva funzionalità della struttura, ed anzi per assicurare le esecuzioni di lavorazioni aggiuntive, finalizzate alla sicurezza e alla funzionalità del nuovo istituto, emerse in corso d'opera. 
È stata assegnata alla sede centrale del Provveditorato interregionale delle opere pubbliche per il Triveneto la somma di 233.750 euro e in merito, invece, alla segnalata possibilità di ricorrere ai fondi della Cassa delle ammende, comunico che detta cassa, istituita ai sensi della legge nove maggio del 1932 n. 547, presso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, è un ente dotato di personalità giuridica, che ha tra le proprie finalità quella di finanziare progetti di edilizia penitenziaria funzionali al miglioramento delle condizioni carcerarie, ma che opera con organi propri e con una gestione delle risorse che non inerisce poteri discrezionali del Ministero della giustizia. 
Venendo, quindi, al carcere di Rovigo, ritengo opportuno evidenziare che tutte le attività realizzate per la nuova struttura si inseriscono nel più ampio progetto di rivisitazione e ridefinizione dell'edilizia penitenziaria residenziale e di servizio negli istituti penitenziari del Paese e rientrano nell'ambito dei numerosi interventi, messi in campo nell'ultimo anno, per superare definitivamente la criticità del sovraffollamento attraverso l'adozione di misure strutturali realmente efficaci, come di recente riconosciuto anche da Strasburgo. Sono stati, infatti, emanati i decreti ministeriali di chiusura di alcuni istituti con caratteristiche non adeguate al nuovo modello detentivo ed è, altresì, proseguita l'attività istituzionale volta alla riqualificazione e valorizzazione del patrimonio demaniale in uso governativo all'Amministrazione penitenziaria, con l'obiettivo di conferire adeguate condizioni di dignità e vivibilità ai distretti e agli operatori in carcere. In tale contesto, il nuovo carcere di Rovigo si pone come una struttura innovativa, che corrisponde ad un'idea più evoluta di esecuzione della pena, in linea con i lavori degli stati generali dell'esecuzione della pena che si concluderanno il prossimo aprile. Il nuovo istituto continuerà a mantenere la vocazione di casa circondariale, con annessa una sezione di reclusione, destinata ad accogliere detenuti condannati in via definitiva e con fine pena superiore ai cinque anni. Tale previsione si è resa necessaria dopo un'analisi complessiva delle esigenze del distretto, che ha fatto emergere l'esigenza di posti detentivi destinati ai detenuti condannati alla pena della reclusione superiore ai cinque anni ed interessati dal rispetto dei vincoli di territorialità. 
Per cogliere appieno il salto di qualità realizzato nel nuovo istituto, faccio presente che sono state previste numero sei stanze per soggetti disabili – e questo è molto importante – di cui numero 2 ubicate nella sezione circondariale e numero 4 nella sezione di reclusione. Le camere detentive sono a due posti letto, con servizio igienico dotato di tutti i servizi lavabo, doccia, water, a cui si accede da antilocale adibito a cucinino, separato da un infisso vetrato. Ogni sezione sarà dotata di un'ampia sala per la socialità polivalente e di locali lavanderia, barberia e telefoni. La sala della socialità svolgerà anche funzioni di sala mensa collettiva e, nella prima fase, è previsto che il Provveditorato regionale proceda al trasferimento dei detenuti presenti nel vecchio istituto – detenuti, che alla data dell'11 marzo, erano 29 – per poi assegnare i soggetti a suo tempo trasferiti negli istituti di pena limitrofi. 
Per quanto riguarda l'aspetto trattamentale, grazie ai nuovi spazi a disposizione non soltanto sarà consentito organizzare attività trattamentali distinte a seconda delle esigenze dei ristretti, ma con il progetto di istituto 2016 sarà possibile per l'Amministrazione connotare la struttura ad alta valenza trattamentale. Oltre ad essere proseguite le attività trattamentali in atto nel vecchio penitenziario, tra cui il corso di alfabetizzazione di lingua italiana e il laboratorio di lavorazione degli scarti di sapone, potranno essere realizzati anche progetti formativi che garantiscano ai detenuti che vi parteciperanno l'acquisizione di qualifiche professionali, facilmente spendibili nel mondo del lavoro. 
Come riferito dall'amministrazione penitenziaria, alcuni di detti progetti sono già stati presentati da enti di formazione accreditati, presenti sul territorio, quali la Coldiretti di Rovigo, la Confcooperative di Rovigo, la cooperativa sociale «Titoli Minori Onlus» di Porto Viro, Rovigo, la T2I – Trasferimento Tecnologico e Innovazione di Rovigo, l'Enaip, l'ente nazionale ACLI per l'istruzione professionale di Rovigo. Il Dipartimento, il DAP, in specie, riferisce che con tali soggetti potrà essere stipulato un protocollo di intesa finalizzato alla realizzazione di molteplici iniziative, tra cui vengono indicate le seguenti, e le voglio riportare e mettere all'attenzione dei deputati oggi presenti che hanno firmato l'interrogazione: con la Coldiretti di Rovigo, corsi di formazione, presso la propria sede operativa, nel settore dell'agricoltura e di manutenzione del verde con abilitazione all'uso di attrezzature agricole e corso in materia di sicurezza sul lavoro; con la Confcooperative di Rovigo, corsi di formazione, da realizzarsi sia all'interno che all'esterno della nuova struttura, finalizzati all'acquisizione di titoli professionali spendibili nel campo lavorativo e riguardanti, tra l'altro, l'attività di ristorazione interna al carcere, con possibilità di distribuzione e servizio catering per attività esterne al carcere; con la cooperativa sociale «Titoli Minori Onlus» di Porto Viro, la realizzazione, nell'ambito del progetto Kaleidos, di percorsi specifici di formazione all'interno dell'istituto, seguiti da un maestro d'opera e la possibilità di un inserimento lavorativo all'esterno in aziende partner e la realizzazione di un laboratorio di falegnameria; con la T2I di Rovigo la realizzazione di un laboratorio grafico e di stampa, volto all'acquisizione di competenze nell'ambito della grafica computerizzata e della fotografia digitale; con l'Enaip di Rovigo, brevi corsi di formazione nel settore della ristorazione, con laboratori di panificazione, pizzeria e cucina. 
Quanto ai tempi per l'allacciamento delle utenze, che era un altro quesito sottoposto al Ministero della giustizia, il provveditorato interregionale alle opere pubbliche ha fornito assicurazioni di adempiere a quanto richiesto entro la prossima settimana, sì da consentire, entro la fine del corrente mese, il completamento di tali opere. La rete per la trasmissione dati sarà invece attivata entro trenta giorni dal completamento delle reti telefoniche. Entro il mese di marzo saranno consegnati gli arredi per la cucina detenuti e sono in corso di definizione le procedure d'appalto a cura del provveditorato alle opere pubbliche per la cucina del personale. 
Per quanto concerne l'organo di Polizia penitenziaria del nuovo istituto, comunico che è stato di recente implementato di ulteriori 15 unità, raggiungendo le 80 presenze. Rilevo, peraltro, come il nuovo penitenziario sia certamente una struttura architettonica importante, capace di destinare ampi spazi, al chiuso e all'aperto, non solo all'insediamento di 
attività produttive a favore delle persone detenute, come ho cercato di evidenziare, soffermandomi nella mia risposta, in tutta la parte che riguarda l'area trattamentale, i progetti in corso, le novità dal punto di vista progettuale e trattamentale, l'integrazione con la società civile, con il mondo esterno. Ho citato alcune associazioni impegnate, sia all'esterno che all'interno delle strutture penitenziarie, che, con la loro progettualità, aiutano l'amministrazione penitenziaria a compiere quell'area trattamentale che è fondamentale per la rieducazione delle persone detenute, e quindi recepisce il contenuto dell'articolo 27 della Costituzione.Questa nuova struttura penitenziaria è certamente un modello ed è completa, perché cura non solo tutto quello che riguarda la tutela dei diritti umani, della dignità umana, e quindi tutto quello che riguarda la dignità di coloro che, comunque, devono scontare una pena in locali idonei, che, quindi, rispettano non solo gli standard europei, e quindi quello che ci chiede la Corte europea dei diritti dell'uomo, alla luce anche del sovraffollamento carcerario. Voglio ricordare in questa sede che la stessa Europa ha chiuso, con una risoluzione, la procedura di infrazione, dando atto degli sforzi dell'attività normativa posta in essere dal Governo e da questo Parlamento, Camera e Senato, che si è impegnato nell'approvare tutta una serie di norme, anche velocemente, e quindi è stato un risultato che il Governo, insieme al Parlamento, ha ottenuto e di cui dobbiamo andare tutti fieri. 
E, quindi, nell'aprire questa nuova struttura, noi, oggi, possiamo anche, nel circuito penitenziario, guardare a un nuovo modello di detenzione: come ho sottolineato, celle dove ci sono solo due persone, con tutti i servizi, dove vengono garantiti tutti i diritti, e non solo. In questa nuova struttura, vi è non solo la parte che riguarda la socialità, l'area trattamentale, più spazi comuni, più spazi da condividere fuori dalla cella, perché per noi lo stato detentivo, nello scontare la pena, deve essere inteso non come stare dalla mattina alla sera chiusi nella cella, ma dentro il carcere per chi non può avere le misure alternative, perché è chiaro che, poi, vi è tutto il discorso, in cui crediamo e che stiamo valorizzando, delle misure alternative alla detenzione. 
Ma oggi parliamo di misure all'interno delle strutture detentive, in occasione, appunto, dell'apertura del carcere di Rovigo. Abbiamo anche organizzato la struttura in modo tale che, oltre alle aree di insediamento di attività produttive a favore delle persone detenute, ci sia tutta anche una parte che consenta di ospitare, in termini residenziali, almeno venti famiglie di operatori penitenziari negli alloggi che sono stati realizzati a questo scopo e di offrire residenzialità ad almeno 150 appartenenti al Corpo nella nuova caserma moderna. 
E questo lo voglio sottolineare, perché abbiamo pensato, da una parte, alla rieducazione del detenuto, dall'altra, alla Polizia penitenziaria, la quale, insieme agli educatori e al volontariato, garantisce la sicurezza e anche l'area trattamentale dentro gli istituti, e abbiamo pensato, giustamente e correttamente, anche alla loro ospitalità e a consentire agli stessi di vivere, qualora decidano di farlo, all'interno anche con le proprie famiglie, e quindi garantiamo residenzialità per 20 famiglie, per 150 appartamenti al Corpo. 
Quindi, valorizziamo questo momento di questa nuova struttura del carcere di Rovigo, perché racchiude una sintesi non solo di modernità architettonica e strutturale, ma recepisce tutto quello che non solo abbiamo costruito insieme dal punto di vista normativo, ma tutto quello che è contenuto nei valori e nei principi della nostra Carta costituzionale. Faccio quindi presente, e concludo, che il nuovo complesso di Rovigo potrà essere destinato a svolgere anche la funzione di polo formativo regionale, potendo ospitare un importante numero di corsisti da tutto il Triveneto; ciò consentirà un sicuro abbattimento dei costi e favorirà una formazione permanente, a livello regionale, di tutti gli operatori penitenziari. 
Quindi, concludo veramente ringraziando per l'attenzione e dicendo che Rovigo e questa apertura deve essere l'occasione per riflettere su tutto quello che è stato fatto e su come vogliamo costruire un nuovo modello detentivo, inteso non solo dal punto di vista strutturale, ma proprio il modello detentivo come area trattamentale, area rieducativa, e, nello stesso tempo, tutto quello che c’è dal punto di vista progettuale e formativo, non tralasciando un'attenzione anche a chi vive e rappresenta lo Stato dentro la struttura penitenziaria, come la Polizia penitenziaria, e tutto il mondo che ruota intorno al sistema carcerario già citato, educatori, volontariato e non solo.

Replica

Presidente, lo dico subito: mi dichiaro soddisfatto per la risposta avuta dal sottosegretario e lo ringrazio. Quella del carcere di Rovigo è una scommessa che oggi, possiamo dirlo, è stata vinta, anche grazie all'accelerazione di queste ultime settimane. Il 29 febbraio scorso – lo si ricordava – è la data che ha visto anche la presenza dei Ministri Orlando e Delrio a Rovigo. Io credo che sì, si possa parlare sicuramente anche di una struttura innovativa, che potrà sicuramente anche servirci e servire a rinnovare il modello penitenziario di questo Paese e dare risposta rispetto ai diritti dell'individuo e quelle sentenze, anche Europee, che venivano richiamate nell'intervento del sottosegretario. Qualcuno a livello locale ci ha anche accusati in qualche modo di voler enfatizzare o esultare per l'apertura di un carcere, ma ci rendiamo perfettamente conto che la filosofia carceraria non esaurisca tutto quello che è il tema della giustizia e delle persone detenute. Ci rendiamo conto che occorre in questo Paese anche saper rinnovare e innovare quelle che sono le infrastrutture. La risposta di oggi del Governo testimonia anche il fatto di volere in qualche misura ripensare quello che è il modello e la maniera con cui oggi accogliamo queste persone. Voglio ricordarlo, anche perché in questa legislatura si sono succeduti moniti autorevoli di figure come Napolitano e Marco Pannella. Ricordo anche che Rovigo è la città di un avvocato e giurista come Giacomo Matteotti, che intitolò la sua tesi di laurea «La recidiva». Questo voglio ricordarlo, anche per chiedere ulteriormente al Governo di rilevare l'esigenza di continuare a rinnovare e a sperimentare rispetto a quello che è oggi il modello della detenzione di questo Paese. Altro tema su cui poi sarà opportuno rilanciare è il recupero della vecchia struttura del carcere di via Verdi, che è adiacente al tribunale. Su questo credo che ci sarà la necessità e l'esigenza di confrontarci con il Governo e con il Ministero per capire come recuperare questa vecchia struttura all'interno di una più funzionale e moderna organizzazione della giustizia. Per cui, ringrazio ancora il sottosegretario e mi dichiaro soddisfatto per risposta.