11/07/2016
Emanuele Cani
Marrocu
3-02375

Per sapere – premesso che: 
la Commissione internazionale Iccat, riunitasi il 17 novembre 2014 a Genova, ha preso in considerazione la possibilità di un aumento del 20 per cento per il 2015 delle quote di tonno rosso pescabile in quanto il controllo scientifico in atto per il monitoraggio dello stock di tonno ne ha rilevato un leggero aumento presumibilmente dovuto ad un corrispondente aumento della temperatura del mare, avvenuta in questi anni a causa dei cambiamenti climatici; 
per quanto riguarda l'Italia si passerà dalle attuali 1.950 tonnellate alle oltre 2.300 tonnellate nel 2015; 
tenendo conto della realtà odierna, oltre alle previste misure contro la pesca illegale non dichiarata e non regolamentata, bisognerebbe considerare un riequilibrio di assegnazione delle quote di pesca in base alle tecniche adottate. Sino ad oggi il Governo italiano ha assegnato la ripartizione delle quote mediante il decreto del 13 maggio 2014 assegnando ben il 75 per cento alla pesca a circuizione (così dette tonnare volanti), il 13,5 per cento ai palangari, solo l'8 per cento alle tonnare fisse e oltre il 10 per cento alla pesca sportiva ed indiviso; 
appare necessario un riequilibrio della ripartizione delle suddette quote prevedendo una ripartizione che assegni il 30 per cento delle quote alle tonnare fisse, un 30 per cento alla pesca con i palangari, un 30 per cento per la circuizione e il 10 per cento per la pesca sportiva e indiviso. Questa nuova ripartizione contribuirebbe non poco a salvaguardare la specie e aumentarne così la popolazione, in quanto le tonnare fisse rappresentano la pesca ecologicamente più sostenibile e con forti tradizioni locali come nel caso di quelle di Portoscuso e Carloforte; 
un ulteriore aspetto da valutare è quello relativo all'aumento del peso della taglia del pescato attualmente stabilito in 30 chilogrammi ossia quando il tonno è all'inizio della sua maturità sessuale e della fase riproduttiva; è quindi necessario prevedere un parametro diverso per dare il giusto tempo al tonno di riprodursi naturalmente. In pratica, la piccola taglia del pescato determina il fatto che oltre il 90 per cento viene portato nelle gabbie ad ingrasso per soddisfare la richiesta del mercato che richiede taglie ben superiori –: 
se il Ministro interrogato intenda intervenire per riequilibrare la ripartizione delle quote prevedendone l'assegnazione del 30 per cento a ciascuna delle tipologie di pesca quali tonnare fisse, pesca con i palangari e circuizione ed il rimanente 10 per cento per la pesca sportiva e «indiviso»; 
se si intenda aumentare il peso della taglia minima del pescato oggi fissato in 30 chilogrammi.