05/10/2016
Diego Crivellari
Naccarato, Moretto, Mognato, Rostellato, D'Arienzo, Miotto e De Menech
3-02530

Per sapere – premesso che: 
durante la mattinata del 1o ottobre 2016, il sindaco di Rovigo Massimo Bergamin avrebbe promosso e partecipato di persona ad un non meglio precisato «controllo» all'interno di una abitazione della città in cui trovano regolarmente accoglienza richiedenti asilo, riferendosi a «clandestini e persone senza documenti» ed esibendo platealmente e pubblicamente la propria azione; 
la prefettura di Rovigo, nel replicare puntualmente al primo cittadino, ha già ribadito che le persone che trovano sistemazione in strutture che hanno aderito al bando della prefettura – come nel caso in questione – e ospitano richiedenti asilo risultano essere già tutte identificate dalla questura. Pertanto ogni riferimento a persone «clandestine e senza documenti» risulta infondato; 
non si sa dunque a quale titolo sindaco e polizia locale siano potuti entrare dentro alloggi privati e sempre a quale titolo abbiano potuto chiedere di identificare gli occupanti, attivandosi peraltro senza alcuna autorizzazione da parte dell'autorità giudiziaria e senza alcun coordinamento con prefettura e questura; 
sulla vicenda in questione è già stato annunciato un esposto alla procura di Rovigo, nel quale si configurano diverse ipotesi di reato; 
l'iniziativa promossa dal sindaco di Rovigo appare agli interroganti essere l'ennesima e, in questo caso, più grave strumentalizzazione a fini propagandistici del fenomeno migratorio –: 
di quali elementi disponga il Governo in relazione a quanto esposto in premessa e circa i presupposti di fatto e di diritto che possono aver giustificato le azioni compiute dal primo cittadino di Rovigo; 
quali iniziative, per quanto di competenza, il Governo intenda mettere in atto per evitare il ripetersi di simili attività di propaganda che vengono promosse da cariche istituzionali e per tutelare i diritti dei migranti richiedenti asilo.