07/02/2017
Patrizia Maestri
Carnevali, Giacobbe, Albanella, Amato, Patriarca, Paola Boldrini, Murer, Piazzoni, Incerti, Gnecchi e Beni
3-02759

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che: 
l'articolo 1 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 151, ha previsto l'emanazione, entro centottanta giorni, di uno o più decreti del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, previa intesa in sede di Conferenza unificata, con cui definire le linee guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità; 
benché l'emanazione delle linee guida rappresenti un tassello essenziale della riforma del collocamento mirato delle persone con disabilità ed il termine temporale sia ormai abbondantemente decorso, ad oggi non risulterebbe emanato alcun provvedimento da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali –: 
quale sia lo stato di redazione delle linee guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità e in che tempi il Ministro interrogato intenda adottare i decreti previsti ai sensi dell'articolo 1 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 151.

Seduta del 7 febbraio 2017

Risponde Franca Biondelli, Sottosegretaria di Stato per il Lavoro e le politiche sociali replica Patrizia Maestri

Risposta del governo

Grazie, signor Presidente. Le interrogazioni degli onorevoli riguardano il collocamento mirato delle persone con disabilità. Per tale ragione si fornirà per esse una trattazione congiunta. 
Voglio innanzitutto sottolineare che il Governo ha dedicato a questo tema la massima attenzione. Di recente il decreto legislativo n. 151 del 2015 è intervenuto in maniera significativa su tutta la normativa riguardante il collocamento obbligatorio dei lavoratori disabili. In particolare, viene demandata ad uno specifico decreto di attuazione la definizione delle linee guida in materia di collocamento mirato, con lo scopo di promuovere una rete integrata di servizi sociali, sanitari ed educativi, di promuovere accordi territoriali con specifici soggetti che operano nel contesto sociale (sindacati, organizzazioni dei datori di lavoro, associazioni delle persone con disabilità, eccetera), nonché di istituire la figura del responsabile dell'inserimento lavorativo nei luoghi di lavoro. 
Sullo stato di redazione delle linee guida segnalo che esse sono in via di definizione. In attuazione dell'articolo 3 del decreto legislativo n. 151 del 2013, sono stati necessari opportuni confronti con i soggetti interessati in sede di Conferenza unificata. Al riguardo, sulla base delle designazioni comunicate dal coordinamento delle regioni, è stato poi costituito un gruppo di lavoro, che ha esaminato i primi aspetti salienti connessi proprio all'elaborazione delle linee guida. Un confronto più ampio sul tema è avvenuto anche in seno all'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. Inoltre, anche nell'ambito della quinta Conferenza nazionale sulle politiche per la disabilità, che si è tenuta a Firenze, settembre 2016, si è dato conto del processo di elaborazione delle linee guida. 
Inoltre, sull'argomento occorre considerare il complesso e articolato scenario di riforma delle politiche attive, che ha visto, come è noto, la costituzione di una specifica agenzia nazionale, l'ANPAL, ed un processo di riorganizzazione dei servizi territoriali. Gli interventi in materia di collocamento mirato sono infatti necessariamente chiamati a coordinarsi e a inserirsi, pertanto, nella più ampia riforma delle politiche attive, per essere portati a sistema. Segnalo, altresì, che con l'ANPAL sono in corso da tempo interlocuzioni, e a breve dovrebbe formalizzarsi un apposito gruppo di lavoro con le regioni teso proprio ad affrontare le questioni connesse al collocamento mirato nella riorganizzazione dei servizi per l'impiego. 
Informo che è in corso di adozione il secondo Programma biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità, alla cui redazione preparatoria ha provveduto, come previsto dalla norma vigente, l'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. Il Programma non poteva che ispirarsi agli stessi principi che hanno dato spessore e contenuto al primo Programma, tra i quali il rispetto per la dignità intrinseca, l'autonomia individuale, compresa la libertà di compiere le proprie scelte, l'indipendenza delle persone, la non discriminazione, la piena ed effettiva partecipazione e inclusione nella società, il rispetto per la differenza e l'accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell'umanità stessa. 
Da ultimo, segnalo che il decreto legislativo n. 151 del 2015 è intervenuto prevedendo anche alcuni incentivi a favore dei datori di lavoro che assumono disabili. C’è stata anche una particolare attenzione al disagio intellettivo, per molti e molti anni un po’ dimenticato. A tal proposito, segnalo che è stato già predisposto lo schema di decreto per la definizione dell'ammontare delle risorse per il Fondo per il diritto al lavoro dei disabili e per la corresponsione dell'incentivo ai datori di lavoro. Siamo in attesa del concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze. Arrivo alla conclusione evidenziando che il Ministero del lavoro e delle politiche sociali continuerà ad operare nel solco del rafforzamento del collocamento mirato e della promozione di buone pratiche di inclusione lavorativa, affinché la condizione di disabilità di tanti cittadini del nostro Paese sia rappresentata nella sua interezza e per il suo valore, non solo come un problema assistenziale confinato entro il perimetro delle politiche del welfare, ma come imprescindibile ambito di tutela dei diritti che investe la politica e l'amministrazione in tutte le sue articolazioni, nazionali, regionali e locali.

Replica

Grazie, Presidente, ringrazio la sottosegretaria. Ovviamente, siamo contenti della risposta; siamo meno contenti del fatto che queste linee guida in materia di collocamento delle persone con disabilità avrebbero dovuto uscire entro 180 giorni dal 14 settembre del 2015, e quindi praticamente siamo ad un anno di ritardo. Noi abbiamo anche visto una bozza preliminare per questa discussione sulle linee guida. Diciamo che la bozza preliminare è una buona bozza, e quindi ci auguriamo che diventi operativa nel più breve tempo possibile, anche perché noi viviamo un periodo difficile da un punto di vista occupazionale. 
La disoccupazione giovanile è purtroppo a livelli assolutamente inaccettabili, la disoccupazione delle donne è ancora a livelli inaccettabili, e dobbiamo anche dire con molta forza che la parte più importante, secondo noi, della delega lavoro era proprio la parte legata ai servizi all'impiego. Quindi, nella risposta la sottosegretaria ci dice che c’è una forte intenzione di potenziare i servizi all'impiego; noi siamo assolutamente convinti che quella sia la parte più importante per combattere, ovviamente, la disoccupazione, per favorire l'incontro domanda-offerta, ma, per quanto riguarda i disabili, ci teniamo a dire che il diritto al lavoro è un diritto costituzionalmente protetto. L'articolo 4 della Costituzione, in proposito, recita esplicitamente che la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. 
Per le persone con difficoltà, con disabilità, abbiamo avuto la legge n. 482 del 1968, che si chiamava collocamento obbligatorio; poi l'abbiamo modificata con la legge n. 68, passando, quindi, da un concetto di collocamento obbligatorio ad un concetto di collocamento mirato, proprio per studiare effettivamente per ogni disabilità, per ogni persona disabile, quale possa essere l'occupazione migliore. Vediamo però, purtroppo, che alcuni giornali, e cito il giornale La Verità del 29 gennaio 2017, addirittura ha un titolo: «Il Governo trasforma i disabili in una nuova tassa sulle imprese. Il Jobs Act cambia le norme e da febbraio scatta l'obbligo di assunzione automatica di un handicappato – ancora una formula offensiva anche per definire queste situazioni – per le aziende con più di 14 dipendenti. Sanzioni fino a 3 mila euro al mese in caso di irregolarità». I disabili trasformati in tassa. Ovviamente, se questa deve essere la sensibilità che viviamo rispetto a questo, che è un problema reale, noi chiediamo veramente e speriamo, e anche queste nostre interrogazioni dimostrano che, per quanto riguarda il Parlamento, i deputati, riuscire a far lavorare le persone con disabilità è per noi una priorità. 
E, quindi, vogliamo e speriamo che il Governo riesca in tempi brevi a far uscire queste linee guida e, ovviamente, che dei servizi per l'impiego efficienti possano garantire un reale incontro domanda-offerta, una possibilità di occupazione per i giovani, per le donne, ma con una particolare attenzione anche alla disabilità, perché il livello di civiltà si misura anche rispetto alla capacità di includere queste persone nel lavoro. Quindi, assistenza sicuramente, ma il lavoro è il modo vero per dare una risposta a persone con difficoltà.