23/01/2017
Magda Culotta
3-02717

Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che: 
il 16 dicembre 2016 veniva siglato un accordo fra Anas, Mibact, Mit e Agenzia del demanio per la valorizzazione delle case cantoniere in funzione del turismo sostenibile; 
lo stesso accordo prevedeva la selezione di 30 case cantoniere pilota per la riconversione in strutture a vocazione turistica, di fornitura di servizi e di valorizzazione dei prodotti artigianali ed enogastronomici dei territori su cui insistono gli immobili; 
come da patto, l'Anas si impegna alla ristrutturazione delle case cantoniere individuate, riservandosi la definizione e la garanzia degli standard dei «servizi base» (ospitalità e ristorazione); 
tra le 30 aree pilota individuate, vi sono l'alta Lombardia, la via Francigena, il tracciato dell'Appia Antica, ed in seguito quella del Cammino di San Francesco e di San Domenico; 
sulla base di criteri per la standardizzazione dei servizi base (ristorazione ed ospitalità) e dei servizi specifici (vendita di prodotti di eccellenza enogastronomica e artigianale del territorio) vengono individuati i giovani come soggetti principali per la gestione delle case cantoniere; 
in Sicilia sono presenti ben 149 case cantoniere su 1244 del totale nazionale, ben il 12 per cento; 
la Sicilia ha una distribuzione delle case cantoniere sia lungo le dorsali marittime che nelle zone interne e diverse sono in importanti snodi in cui sono localizzati grandi attrattori culturali; 
la Sicilia ha una fortissima vocazione turistica e una carenza di strutture ricettive e di servizi al cliente nonché una percentuale di giovani disoccupati al di sopra della media nazionale; 
le aree sperimentali sopra citate hanno avuto una fase di start up fino al 30 giugno 2016 con degli obiettivi da raggiungere: 
definire le case cantoniere oggetto di riqualificazione e business plan progetto pilota; 
definire il modello di rete di servizi diffusa sul territorio; 
individuare una o più tipologie di progetto da realizzare (turismo e cultura, accoglienza, enogastronomia e altro); 
definire e avviare le procedure necessarie per rendere operativi i progetti pilota; 
monitorare i risultati dei progetti pilota, per verificare opportunità e fattibilità dell'estensione degli immobili interessati fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati –: 
quali siano stati i risultati raggiunti in questa fase sperimentale; 
se tali risultati possano da subito portare ad un ulteriore allargamento del patto per la valorizzazione delle case cantoniere nel Sud del Paese e in Sicilia. 

Seduta del 24 gennaio 2017

Risposta del governo di Umberto del Basso de Caro, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti, replica di Magda Culotta.

Risposta del governo

Grazie, Presidente. In merito a quanto richiesto con l'interrogazione dell'onorevole Culotta la società ANAS ha riferito che, con il protocollo del 16 dicembre 2015, in collaborazione con il Ministero delle infrastrutture e i trasporti, il Ministero dei beni ambientali e culturali e del turismo e l'Agenzia del demanio, ha dato avvio al progetto di valorizzazione e riutilizzo delle case cantoniere per creare nuove opportunità imprenditoriali nell'ambito turistico-ricettivo, con l'obiettivo di innescare un processo virtuoso di sviluppo territoriale ed occupazionale anche attraverso il potenziamento dei servizi per la clientela stradale. Il protocollo ha definito, tra l'altro, le linee guida del progetto di valorizzazione delle case cantoniere, oltre a costituire un tavolo tecnico-operativo formato dai rappresentanti degli enti istituzionali coinvolti che, entro il termine prefissato del 30 giugno 2016, ha espletato le seguenti attività: predisposto un apposito piano di lavoro, definendo il cronoprogramma delle attività da avviare per la strutturazione dei progetti innovativi di recupero; individuato gli immobili da destinare alle rifunzionalizzazione, attraverso la strutturazione di specifici progetti pilota; definito ed avviato le procedure necessarie per rendere operativi tali progetti pilota; definito, infine, il modello di rete e di servizi diffusi sul territorio. Inoltre, sono stati conclusi protocolli d'intesa tra l'ANAS ed i sindaci dei comuni interessati dal progetto pilota per promuovere le iniziative preliminari al rilascio delle autorizzazioni amministrative e l'impegno all'eventuale cambio di destinazione d'uso per l'espletamento delle nuove attività di gestione delle case cantoniere. 
Il 15 luglio 2016 è stato quindi pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando di gara per l'affidamento in concessione a terzi di 28 case cantoniere oggetto del progetto pilota, il cui termine è scaduto il 15 novembre 2016. ANAS sta procedendo ad espletare la verifica della documentazione amministrativa, per la quale è stato necessario attivare il soccorso istruttorio al fine di ricevere l'integrazione della documentazione amministrativa richiesta nel bando. Al termine di questa fase si procederà con l'apertura e l'analisi delle offerte tecniche e, solo successivamente, delle offerte economiche. 
Il modello proposto da ANAS prevede che la fase di ristrutturazione dell'immobile ed i relativi costi saranno a carico della stessa ANAS, mentre il soggetto aggiudicatario della concessione, che sarà di durata decennale, avrà il compito di sviluppare le attività business proposte nel progetto vincitore del bando, garantendo i servizi base definiti quali: il pernottamento, il bar e il ristoro, il free wi-fi, le postazioni di ricarica per i veicoli elettrici e l’infopoint. Le nuove attività imprenditoriali saranno lo strumento per far conoscere ed apprezzare gli aspetti naturalistici, storici, culturali ed enogastronomici del territorio in cui si trova la casa cantoniera. 
ANAS dispone, su tutto il territorio nazionale, di 1.244 case cantoniere. Di queste, attualmente, 594 sono utilizzate dalla medesima società per finalità istituzionali; le restanti 650 possono essere destinate a progetti di riqualificazione. 
Secondo un primo studio, in considerazione della posizione e delle caratteristiche dell'immobile, 150 case cantoniere possono essere destinate a progetti turistico-culturali. Tra queste ultime, quindi, è stato individuato il primo gruppo di 28 case cantoniere su cui far partire il citato progetto pilota, dando priorità a quegli immobili posizionati in prossimità dei circuiti culturali turistici e della cosiddetta mobilità dolce (cammini, ciclovie), tra i quali l'alta Lombardia, le vie del nord, la Valle d'Ampezzo, la Via Francigena ed il tracciato dell'Appia Antica. Qualora il modello di valorizzazione proposto da ANAS per le 28 case cantoniere dovesse avere successo e riscuotere il consenso degli operatori economici, sarà interesse della stessa società, attraverso la definizione di una seconda fase di progetto, estendere l'iniziativa alle altre realtà territoriali con particolare riguardo alla Sicilia e alla Sardegna, dove Anas possiede rispettivamente 149 e 189 case cantoniere. 
Più in generale, il Ministero dei beni e delle attività culturali interessato al riguardo informa che con la sottoscrizione del citato accordo del 16 dicembre si è voluto da un lato sottolineare il fatto che le case cantoniere distribuite lungo tutto il territorio nazionale costituiscono una memoria storica nazionale, ma anche che esse rappresentano un formidabile brand per promuovere in tutto il mondo quel turismo sostenibile necessario allo sviluppo sociale, economico e culturale dei tanti territori ricchi di arte, di tradizioni enogastronomiche e di bellezze paesaggistiche che l'Italia possiede. L'iniziativa si colloca nell'ambito di quanto disposto al decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83; in particolare, il comma 3 dell'articolo 11 prevede, al fine di favorire la realizzazione di ulteriori percorsi pedonali, ciclabili, equestri, mototuristici, fluviali e ferroviari, che l'Agenzia del demanio avvii iniziative di valorizzazione attraverso le quali affidare in concessione d'uso gratuito non superiore a nove anni, a imprese, cooperative e associazioni, costituite in prevalenza da giovani, immobili pubblici minori quali le case cantoniere, i caselli, le stazioni ferroviarie o marittime, le fortificazioni, i fari, ed altri immobili in disuso. Inoltre, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, informa che il recente Piano strategico del turismo ha rimesso il turismo al centro del modello di sviluppo quale fattore in grado di contribuire alla gestione durevole e sostenibile delle risorse culturali e naturali, e di produrre benessere economico e sociale dei territori. Tale Piano è stato elaborato sulla base di un'approfondita analisi dello scenario esistente e a questo scenario viene riconosciuto un ampio potenziale di crescita del prodotto e dell'occupazione nel turismo e nelle filiere produttive ad esso collegate. Contribuendo alla conoscenza e alla valorizzazione del suo patrimonio, il turismo contribuisce anche alla generale capacità di attrazione del nostro Paese non solo di visitatori, ma di imprese, di competenze, di investimenti. Lo sviluppo del turismo è così in grado di produrre benessere economico e sociale anche in territori secondari, di generare coesione sociale, di contribuire alla identità culturale di città e di territori in modo durevole nel tempo. Per il perseguimento di tale visione, il Piano riconosce che le politiche dirette a questi scopi hanno una natura profondamente trasversale ed intersettoriale. L'attrazione turistica infatti è la risultante di fattori molteplici come la disponibilità delle infrastrutture e dei servizi, l'accessibilità dei luoghi e la qualità territoriale in senso ampio, la regolazione delle imprese e della concorrenza, le condizioni di lavoro. Integrare le politiche è una esigenza che comporta la cooperazione permanente ed organizzata delle istituzione e delle agenzie che ai diversi livelli ne sono titolari. Si tratta quindi di sostenere la qualità ed il dinamismo della intera filiera delle attività e dei servizi che al turismo sono inscindibilmente collegati. Per tale ragione, la costruzione del Piano avviene esclusivamente attraverso il contributo e la condivisione di strategie e di linee di intervento da parte di tutti gli attori a vario titolo coinvolti nella elaborazione e attuazione delle sopracitate politiche e l'accordo richiamato nell'atto parlamentare in discussione ben si colloca in questa logica.

Replica

 Grazie Presidente. Grazie sottosegretario, sicuramente posso ritenermi soddisfatta della risposta che mi è stata fornita. Una risposta che è abbastanza puntuale, minuziosa, che guarda sicuramente a quelle che sono state le domande poste nella stessa interrogazione, che ovviamente fa una panoramica più ampia di quelli che sono gli obiettivi che attraverso questo protocollo, firmato appunto il 16 dicembre, si vogliono raggiungere. È bene che non ci siano state delle battute d'arresto rispetto al cronoprogramma che i vari attori hanno stabilito. Questo ci fa parecchio piacere e ci auguriamo che tutto l'iter legato adesso alla gara possa essere espletato in tempi rapidi, in modo da dare a chi avrà fornito il miglior progetto queste case cantoniere, per far sì che possano diventare luoghi di occupazione, oltre che di interesse storico, culturale nel nostro Paese e che da lì a poco si possa replicare questa esperienza e questa iniziativa in regioni come la Sicilia, la Sardegna e in tutto il resto della Mezzogiorno del nostro Paese che sicuramente, in diverse sue aree, ha una spiccata connotazione di carattere culturale e turistico. 

Noi questo ce lo auguriamo anche perché questa iniziativa è stata salutata positivamente anche da diversi giovani che hanno deciso di rimanere sui nostri territori e di fare in quei territori una loro possibilità di vita. Peraltro, quest'iniziativa ben si colloca anche in quella che è la strategia nazionale per le aree interne portata avanti da questo Governo volta a far uscire dal gap che si registra in queste aree più depresse del Paese dove, comunque, al suo interno, sono collocati diversi attrattori culturali. Penso per esempio all'area delle Madonie dove si ha un fortissimo attrattore culturale nella zona di Isnello con il polo astronomico delle Madonie, il più importante in Europa. 
Vado a chiudere dicendo che ce lo auguriamo anche perché nei nostri territori sicuramente abbiamo le percentuali di disoccupazione ancora più elevate rispetto al resto del Paese e questa può essere un'iniziativa che ben va ad integrarsi con quelle che il sottosegretario nella sua risposta ha elencato, ma anche con quello che è un disegno di legge che proprio oggi va in discussione in quest'Aula, che è l'utilizzo delle ferrovie in disuso ad uso turistico, che ovviamente accompagna tutto un percorso di crescita culturale del nostro Paese.