03/11/2016
Anna Rossomando
3-02607

Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: 
da notizie di stampa pubblicate in questi giorni, si apprende che vi sono state segnalazioni di episodi di violenza nel carcere di Ivrea, in particolare risulterebbe che il 14 ottobre 2016, un gruppo di detenuti aveva incendiato rotoli di carta e rotto suppellettili nelle celle per protestare contro le condizioni di vita all'interno del carcere; 
l'ultimo episodio, risalente ad una settimana fa, ha riguardato la denuncia di un recluso sul sito « Infoout» dove il detenuto racconta che, nella notte del 25 ottobre «le guardie hanno usato violenza indiscriminata... chiamata la squadra di supporto da Vercelli e riuniti in forza armati di idranti e manganelli hanno distrutto dei compagni detenuti riducendone due quasi in fin di vita», facendo seguire l'elenco dei detenuti picchiati, con nomi e cognomi; 
in relazione a ciò, da notizie di stampa, lo stesso Garante dei detenuti eporediese avrebbe affermato, pur con tutta la prudenza del caso, che: «Sono stato in carcere nei giorni successivi e ho incontrato uno dei due detenuti che denunciano di essere stati malmenati. Effettivamente ho visto lividi e ferite al naso»; 
la direttrice del carcere di Ivrea, successivamente, con una nota, ha smentito «l'intera dinamica dei fatti fantasiosamente ricostruiti nella lettera di un detenuto riportata da alcuni organi di informazione», aggiungendo che «non è mai avvenuto presso questo istituto alcun pestaggio»; 
il garante regionale dei detenuti del Piemonte ha sottolineato come «la situazione di Ivrea emerge in questo periodo come una delle più delicate (...) le segnalazioni su quel carcere sono ricorrenti e preoccupanti»; 
infine, si apprende ancora da notizie di stampa che, nei prossimi giorni, l'amministrazione penitenziaria compirà un sopralluogo a Ivrea per accertare quale sia l'esatta dinamica dei fatti al centro delle inchieste e che la procura ha fatto sapere che «Ci sono fascicoli per lesioni contro ignoti aperti a seguito di esposti presentati dai detenuti e dal garante – Non si tratta di un'indagine al momento. Gli accertamenti sono in corso» –: 
quali iniziative intenda adottare per fare chiarezza sull'accaduto e su tutti i fatti riportati, quali siano i provvedimenti sin ora assunti e quali iniziative intenda adottare per affrontare la situazione di criticità del carcere di Ivrea. 

Seduta del 7 febbraio 2017

Risponde Cosimo Maria Ferri, Sottosegretario di Stato per la Giustizia replica Anna Rossomando

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Anche questo atto di sindacato ispettivo si riferisce a due episodi critici occorsi presso il penitenziario di Ivrea e riportati dagli organi di stampa. Tra l'altro, anche nei giorni scorsi sempre la stampa ha posto di nuovo all'attenzione dell'opinione pubblica la situazione del carcere di Ivrea. Quindi, questa interrogazione dell'onorevole Rossomando dà l'occasione per riepilogare e anche evidenziare l'impegno e l'attenzione che comunque il Ministero e il Dipartimento stanno prestando in modo tempestivo, cercando di risolvere le questioni che sono emerse. 

Venendo all'interrogazione, il primo episodio è relativo ad un atto di protesta posto in essere da alcuni detenuti il 14 ottobre 2016, con danneggiamento di suppellettili e incendio di rotoli di carta. Il secondo, che è quello su cui più diffusamente si concentra l'atto ispettivo, è relativo, invece, ad atti di violenza asseritamente perpetrati dal personale di polizia penitenziaria nella notte del 25 ottobre 2016 e successivamente denunciati sul sito Infoaut da uno dei ristretti. Su tali premesse e considerato anche l'intervento del garante regionale dei diritti dei detenuti, anch'esso riportato dagli organi di stampa, l'onorevole Rossomando chiede di conoscere quali iniziative il Ministro intenda assumere per fare chiarezza sui fatti illustrati e per affrontare la situazione di criticità del carcere di Ivrea. 
Orbene, dagli elementi acquisiti dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria emerge quanto segue: all'indomani dei fatti occorsi la notte del 25 ottobre – che è il secondo episodio – il provveditorato regionale ha disposto tempestivamente un'indagine amministrativa. Da una prima ricostruzione dei fatti e in attesa degli esiti degli accertamenti che verranno compiuti dall'autorità giudiziaria, che anch'essa è stata investita della vicenda, è emerso che i detenuti coinvolti risultano essere quattro, tre dei quali sono stati già trasferiti presso altre sedi su disposizione dello stesso provveditorato regionale. La protesta, messa in atto dai citati detenuti e volta alla rivendicazione dell'uso del televisore in cella, si è manifestata in forma violenta ed ha richiesto l'uso della forza da parte del personale di polizia penitenziaria, anche con il ricorso a strumenti di protezione. Uno dei detenuti si è barricato in cella mentre gli altri, due in particolare, hanno distrutto delle suppellettili, vi hanno dato fuoco, le hanno gettate in corridoio e le hanno utilizzate cercando di colpire il personale. 
L'amministrazione penitenziaria inoltre ha comunicato che i quattro detenuti coinvolti nella protesta del 25 ottobre proprio in quel giorno iniziavano a scontare la sanzione disciplinare dell'esclusione dalle attività in comune per 15 giorni, loro applicata in relazione ad analoga protesta contraddistinta sempre da lancio di oggetti incendiati avvenuta il 14 ottobre 2016, la stessa che è stata richiamata nell'atto ispettivo. Al riguardo, è stato accertato che per tali fatti del 14 ottobre il consiglio di disciplina dell'istituto si è tenuto solo il 20 ottobre e solo il 25 ottobre si è data attuazione alle sanzioni disciplinari. In ragione di ciò sono stati disposti accertamenti, tuttora in corso, volti a verificare le ragioni per cui le sanzioni disciplinari sono state eseguite a distanza di 10 giorni dai fatti.
L'amministrazione penitenziaria ha infine comunicato in relazione ai fatti del 25 ottobre che solo all'esito delle indagini dell'autorità giudiziaria saranno compiute le doverose valutazioni in sede disciplinare, stante la pregiudiziale penale di cui all'articolo 9 del decreto legislativo n.449 del 1992. 
Come sopra precisato, l'episodio critico è anche all'attenzione dell'autorità giudiziaria e a tal proposito lo stesso procuratore della Repubblica di Ivrea interpellato sul punto ha comunicato quanto segue: il 28 ottobre 2016 la casa circondariale di Ivrea ha trasmesso alla procura una nota inerente la protesta avvenuta il 25 ottobre ad opera di alcuni distretti della sezione detentiva posta al quarto piano dell'istituto; il successivo 2 novembre la polizia penitenziaria ha depositato una denuncia nei confronti di cinque detenuti per reati di resistenza e danneggiamento, evidenziando che alle ore 21,30 del 25 ottobre i detenuti posti in isolamento al quarto piano della casa circondariale procuravano un incendio con stracci e libri lanciati nel corridoio. Nonostante l'intervento del personale adoperatosi per estinguere il fuoco, la protesta proseguiva con lancio di suppellettili e pezzi di sanitari. Avvisato il direttore, il personale interveniva quindi con mezzi di protezione personale tra cui scudi e caschi, ma senza ricorso allo sfollagente. La protesta collettiva terminava alle ore 1,30 del giorno successivo e tutti i detenuti coinvolti erano refertati con prognosi tra i due e quattro giorni, mentre gli agenti di polizia penitenziaria riportavano lesioni refertate con prognosi tra i 5 e i 15 giorni. Il procuratore della Repubblica ha acquisito quindi la relazione sull'indagine amministrativa la quale ha evidenziato che i comportamenti dei detenuti Dolce Marco, Grottini Angelo, Pena Arce e Surco Eduardo, hanno legittimato l'uso della forza mediante il contenimento e l'intervento di strumenti di protezione, anche se viene precisato che la ricostruzione dei fatti appare lacunosa sia nei rapporti che nelle stesse dichiarazioni rilasciate agli ispettori. 
In relazione ai fatti sopra esposti è stato aperto il procedimento n.282/17, mi riferisco al modello 21 del registro generale delle notizie di reato, a carico dei detenuti sopra indicati oltre che del detenuto Mohammed Benjallab per i reati di cui agli articoli 81 capoverso, 337, 635 e 674 del codice penale in danno degli agenti di polizia penitenziaria Francesco Ventafrida, Daniele Chiavetta e Vincenzo Macchione. Il 4 novembre anche il garante dei diritti dei detenuti di Ivrea ha presentato denuncia in relazione ai medesimi fatti, riferendo in particolare una violenta aggressione da parte di più agenti di polizia penitenziaria che avrebbero colpito ripetutamente i detenuti al volto e in altre parti del corpo. Sulla scorta di tale denunzia in pari data veniva aperto il procedimento penale n. 10530/2016 RG modello 44, a carico di ignoti, per i reati di cui agli articoli 110, 582 e 572 del codice penale in danno del predetto Grottini, fascicolo che è tuttora nella fase delle indagini preliminari, e veniva delegata alla sezione di polizia giudiziaria l'acquisizione di tutti i referti medici dei detenuti indicati dal garante nella denuncia. 
Si è provveduto inoltre tramite la polizia scientifica ad effettuare dei rilievi fotografici sul detenuto che si era rivolto al garante che hanno evidenziato lievi escoriazioni ai fianchi e un leggerissimo arrossamento al braccio destro, ma nessun particolare segno al volto. Dal referto medico rilasciato nell'immediatezza dei fatti, emerge: «tumefazione allo zigomo destro con prognosi di due giorni» e il soggetto viene descritto: «in stato di evidente ebbrezza alcolica»; ho riportato la parte del referto medico. Il procuratore di Ivrea ha inoltre comunicato che, testualmente riporto: «le indagini preliminari avviate sulla base delle denunce suindicate proseguono, ma sin d'ora si può precisare che quanto riportato sul sito Infoout relativo a: le guardie hanno distrutto dei compagni detenuti riducendone due quasi in fin di vita» non trova alcun riscontro negli atti di indagine”. Da ultimo, ha comunicato di essere titolare di diversi procedimenti alcuni dei quali relativi a denunce presentate dal garante dei detenuti iscritti a carico di ignoti per reati di lesioni o nel registro modello 45, mentre altri relativi a lettere manoscritte dai singoli detenuti del carcere che chiedono di essere ascoltati e sono iscritti a modello 45. Tali procedimenti, per cui riferisce che sono stati disposti accertamenti, tra cui l'assunzione di sommarie informazioni dai detenuti, attengono a contrasti tra i detenuti e non riguardano i fatti relativi alla protesta del 25 ottobre 2016. 
Quindi, sulla scorta di quanto rappresentato emerge che viene prestata la massima attenzione al caso e se ne seguiranno gli sviluppi sul versante delle indagini amministrative. Il Ministero ovviamente terrà conto di tutto quello che verrà posto all'attenzione del capo dipartimento. Quindi sia sul piano giudiziario, la cui competenza e autonomia è della Procura di Ivrea, sia sul piano interno, l'attenzione è massima e ho cercato di riportare tutti i vari passaggi. Più in generale, sulla situazione dell'istituto di Ivrea, si rileva che dai dati comunicati dal dipartimento dell'amministrazione penitenziaria emerge che alla data del 3 febbraio risultano presenti numero 241 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 197 posti. Va tuttavia rilevato che, nonostante l'esubero, risultano rispettati tutti i parametri previsti dalla CEDU. È inoltre assicurato un costante monitoraggio degli eventi critici, in particolare, come comunicato dal DAP, l'ufficio comando dell'istituto archivia in cartelle mensili ogni evento di siffatta natura corredato anche dalle relazioni del personale; sistema facilmente consultabile e di pronto utilizzo ferma restando la piena operatività del sistema informatizzato in uso al DAP che consente di conoscere in tempo reale tutti gli eventi critici che si verificano presso gli istituti penitenziari. Si garantisce in questo modo la massima trasparenza. 
Parimenti, sempre l'ufficio comando dell'istituto archivia in carattere mensili ogni consiglio di disciplina comprensivo della relativa documentazione di supporto e pur non trattandosi di un registro vero e proprio tale sistema risulta comunque di facile consultazione. 
Da ultimo, l'istituto di Ivrea, come comunicato dal DAP, non dispone di un registro informatizzato relativo ai rapporti disciplinari del personale di polizia penitenziaria, tuttavia il registro cartaceo è custodito presso l'ufficio di segreteria ed è facilmente consultabile per tutti coloro che ne hanno diritto. Il DAP ha, inoltre, comunicato che la direzione dell'istituto anche alla luce delle segnalazioni del garante nazionale dei diritti dei detenuti, all'indomani dei fatti del 25 ottobre, ha assicurato che a breve provvederà ad eseguire una serie di interventi volti a rendere più vivibili gli spazi della struttura penitenziaria; in particolare le opere riguarderanno il reparto isolamento, il rifacimento del bagno, il risanamento della finestra, la ritinteggiatura della stanza detentiva e la sala di attesa prospiciente l'infermeria, con ripristino della finestra e del termosifone. Sul versante della polizia penitenziaria in servizio presso l'istituto l'amministrazione ha comunicato che alla data del 3 febbraio risultano in servizio numero 184 unità a fronte di un organico di numero 221 unità. Ha comunicato altresì che il ruolo di comandante dell'istituto non è stabilmente coperto ed è stato esercitato da personale appartenente al ruolo degli ispettori. I due vicecommissario assegnati all'istituto con provvedimento del 29 aprile 2014 per assumere le funzioni di vicecomandante sono stati collocati in aspettativa sindacale. In assenza dei due funzionari, il provveditorato regionale ha disposto però l'avvicendamento di una pluralità di funzionari del corpo presso l'istituto di Ivrea per svolgere temporaneamente le funzioni di comandante di reparto. Quindi anche qui è intervenuto tempestivamente. È tuttora in atto una ricognizione da parte del provveditore volto a verificare la disponibilità di funzionari in servizio presso gli istituti ricompresi nel provveditorato ad essere provvisoriamente assegnate all'istituto di Ivrea. Va tuttavia rilevato che nell'ambito dell'ultima mobilità a domanda dei funzionari del corpo indetta l'8 agosto del 2013 nessuno di questi ha concorso per la sede di Ivrea. 
Tanto rappresentato, preme rilevare che la carenza di personale soprattutto nel ruolo degli ispettori e dei sovrintendenti rappresenta una criticità che si ripropone in maniera analoga purtroppo anche in altri istituti penitenziari.
Si rassicura che il competente dipartimento segue attentamente in maniera costante la situazione, adottando ogni possibile iniziativa finalizzata a migliorare le condizioni di lavoro del personale. A tal fine provvede tra l'altro ad assegnare all'istituto le ore di straordinario che corrispondono ad un rapporto lavorativo di diverse unità di personale al giorno e, con specifico riguardo all'Istituto di Ivrea, per l'anno 2016 sono state assegnate 1.095 ore di lavoro straordinario e ne sono state consumate 1.046. Si rassicura comunque l'onorevole Rossomando che le criticità specificamente rilevate per tale istituto saranno tenute nella più attenta considerazione in occasione delle nuove assegnazioni. Infatti, con il DPCM 19 ottobre 2016 l'Amministrazione penitenziaria è stata autorizzata ad assumere 887 unità di agenti vincitori di concorso e nell'ambito di tale quadro assunzionale il decreto-legge numero 244 del 30 dicembre 2016 (Decreto Milleproroghe, in corso di conversione) ha previsto la proroga sino al 2017 della validità delle graduatorie dei concorsi banditi ai sensi dell'articolo 2199 del codice dell'ordinamento militare, pubblicate in data non anteriore al 1o gennaio 2012. La conversione del citato decreto-legge consentirà dunque all'Amministrazione di attingere a tali graduatorie per avviare le procedure finalizzate all'assunzione nell'anno in corso di 887 donne e uomini, che andranno a colmare in parte il vuoto di organico del Corpo di polizia penitenziaria. Si tratta di un primo passo, ma molto importante, per migliorare le condizioni di lavoro delle nostre carceri, garantirne maggiore sicurezza ed un miglior trattamento per i detenuti e dimostra comunque la costante attenzione riservata dal Governo al sistema penitenziario. Grazie.

Replica

Grazie, Presidente. Sono ovviamente soddisfatta per la completezza, la puntualità della risposta del Governo, perché nella risposta c’è il risultato di più di una indagine – diciamo così – conoscitiva messa in campo e quindi puntualmente sono stati esaminati tutti gli elementi di criticità. Mi limito però a fare tre osservazioni. 
Naturalmente abbiamo avuto non sono la conferma, ma anche alcune risposte che vengono dalla stessa Procura della Repubblica di Ivrea. C’è un'indagine in corso e credo che sarà poi importante e necessario un aggiornamento alla luce degli esiti dell'indagine in corso e degli accertamenti che saranno effettuati. Però, parallelamente e in un qualche modo indipendentemente, giustamente è stata fatta una a verifica che ha visto il Provveditorato, che ha visto il DAP e che ha visto il Garante nazionale. Cosa emerge da questa verifica fatta, sulla quale appunto – ripeto – sono state date oggi una serie di risposte di alcuni provvedimenti presi, alcuni, non tutti, anche per la difficoltà e impossibilità di parte di essi  ? Che comunque c’è una situazione molto critica in questo istituto di pena, derivante dalla concomitanza di una serie di condizioni, alcune delle quali sono comuni a molti degli istituti di pena ed è esattamente il terreno su cui è impegnato il Governo costantemente, avendo già ottenuto dei risultati con provvedimenti in itinere; altre, però, materialmente ci segnalano che c'era troppa concomitanza di situazioni. 
Io registro con soddisfazione che sono state date disposizioni immediate per quanto riguarda la sospensione dell'uso della cosiddetta «stanza liscia» da un lato e della stanza d'attesa dell'infermeria, le cui condizioni il Garante nazionale dei detenuti ha tratteggiato puntualmente, ma dalla relazione del Garante nazionale dei detenuti il quadro certamente non era rassicurante sotto questo profilo. Vedo che, oltre alla sospensione dell'uso di queste due stanze, fintanto che non verranno ristrutturate e non verranno ripristinate delle condizioni consone al rispetto della dignità della persona, registro con soddisfazione che si indica anche di provvedere in linea più complessiva e generale alla ristrutturazione e all'adeguamento delle stanze di isolamento risultate assolutamente non adeguate. 
Registro anche che il tema della nomina del comandante è stato preso in esame. Ho capito, poi rileggerò, che ci sono – come dire – delle condizioni oggettive e concrete e anche di natura di regolamentazione amministrativa, però, sottosegretario, qui bisognerà monitorare e vedere come evolve la situazione. Perché, certamente, le situazioni delle carceri sono complessivamente difficili, si sta provvedendo con normative e provvedimenti che riguardano il tutto, poi ci sono delle situazioni individuate e critiche, nelle quali bisogna individuare dei provvedimenti puntuali. In questo caso, la nomina o la permanenza di un comandante con carattere non di provvisorietà, di non precarietà, che possa prendere in carico una situazione che sicuramente è critica, è una situazione critica e che necessita di una risposta immediata, che in parte è stata data, ma necessita di un governo della situazione per il superamento di questa situazione, che – voglio sottolineare, sto certamente concludendo – riguarda ovviamente non soltanto chi sconta una pena nelle carceri, ma anche il personale che vi lavora, il fatto che vi sia un comandante con un carattere di stabilità avrebbe sicuramente degli effetti anche per quanto riguarda la serenità e migliori condizioni di lavoro per tutti gli agenti operanti e per il personale amministrativo. 
Mi sembra di aver capito che vi sono ancora una serie di accertamenti che hanno a che vedere anche con come è stato gestito il procedimento disciplinare tutto, nella tempistica, perché anche la tempistica è importante; anche nella risposta del Governo si evince un'attenzione da questo punto di vista. 
Quindi, soddisfazione per il fatto che c’è stata una verifica molto seria – e da questo punto di vista credo che sia stato opportuno aspettare anche qualche giorno rispetto alla data della presentazione della interrogazione –, appuntamento a ulteriori verifiche per vedere se effettivamente e come verranno superate tutte le criticità, perché questi sono provvedimenti necessari, improrogabili, urgenti, ma ve ne sono altri di natura più strutturale che pure sono molto necessari. Grazie.