21/07/2016
Davide Baruffi
3-02417

Per sapere – premesso che: 
la Commissione europea ha lanciato un'importantissima consultazione pubblica finalizzata a valutare diversi aspetti del ruolo sociale ed economico degli intermediari su internet, anche rispetto alle politiche adottate dagli stessi per combattere i contenuti illeciti, ovvero la presentazione e la vendita di prodotti contraffatti o piratati; 
si tratta di una questione molto rilevante in quanto, in questi anni, si è registrato un sostanziale regime di esenzione di responsabilità di questi grandi player, cui è corrisposta una scarsa, o quantomeno insufficiente, collaborazione relativamente alla tempestiva rimozione dei contenuti illecitamente commercializzati o caricati; il risultato è stata l'esplosione della contraffazione/pirateria sul web; 
l'Italia è sempre stata attenta a questi temi, come bene attesta il paper del Governo sul digital single market del 2015, dove tra l'altro si ribadiva che «per un'efficace tutela del diritto d'autore nell'era digitale occorre bilanciare l'accesso alla conoscenza e all'informazione (...) chiamando ad un ruolo più deciso, anche in termini di responsabilità, gli intermediari/operatori delle reti elettroniche»; 
tale posizione è stata riaffermata con nettezza dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri on. Sandro Gozi nell'audizione del 20 gennaio 2016 presso la Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo nell'ambito dell'indagine in corso sulla «contraffazione via web»; 
il 6 gennaio si è conclusa la Consultazione della Commissione europea sulla responsabilità degli intermediari online (internet provider liability): i primi risultati sintetici, resi noti nei giorni scorsi, testimoniano dell'enorme interesse circa questo dossier, nonché della rilevanza degli interessi coinvolti: in particolare, ben 27 Paesi avrebbero risposto alla consultazione; 
forti dell'autorevole e non ambigua posizione tenuta dal Governo sul tema, tutte le categorie economiche che operano nei settori più esposti (segnatamente audiovisivo, musicale, culturale, e altro) hanno partecipato a tale consultazione, anche coordinandosi al fine di rendere maggiormente efficace il proprio intervento –: 
se il Governo abbia partecipato alla consultazione della Commissione europea richiamata in premessa, quale posizione abbia tenuto e quali proposte concrete abbia avanzato.

Seduta del 26 luglio 2016

Risposta del governo di Sandro Gozi, sosttosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, replica di Davide Baruffi

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Io voglio, anzitutto, ringraziare l'onorevole Baruffi per avere chiesto informazioni in merito a una consultazione della Commissione su un tema così importante, su cui il Governo sta lavorando a stretto contatto con la Commissione, con il vicepresidente Ansip, con il commissario Oettinger e con la commissaria Bienkowska, in particolare. 
La consultazione riguarda il quadro normativo per le piattaforme e gli intermediari on line, i dati, il cloud computing e l'economia collaborativa ed è una consultazione che è stata lanciata dalla Commissione europea negli ultimi mesi dell'anno scorso e chiusa a dicembre 2015. Come correttamente ricordato dall'onorevole interrogante nelle sue premesse, il Governo è sempre stato molto attento a questi temi e li ha seguiti sin dall'inizio a livello europeo, già sia con il programma del semestre di presidenza sia soprattutto con il trio di presidenza, con cui abbiamo dato il nostro contributo nella definizione della nuova strategia europea digitale. 
Come Governo siamo, infatti, convinti che la strategia europea per un mercato unico digitale rappresenti uno strumento fondamentale per migliorare l'efficienza e la competitività globale dell'Unione europea ed è con questo spirito che abbiamo presentato, nel 2015, il position paperitaliano sul mercato unico digitale, in cui abbiamo ribadito che – lo cito, ma poi lascerò agli atti i due documenti del Governo italiano sui temi sollevati dall'onorevole interrogante – per un'efficace tutela del diritto d'autore nell'era digitale occorre bilanciare l'accesso alla conoscenza e all'informazione con la necessità, per gli autori e gli altri titolari di diritti sulle opere dell'ingegno, di ottenere tutela giuridica e un'adeguata remunerazione da parte degli utilizzatori, nel rispetto delle diversità culturali e favorendo la crescita economica, chiamando ad un ruolo più deciso, anche in termini di responsabilità, gli intermediari e gli operatori delle reti elettroniche. Ho avuto personalmente la possibilità di riaffermare questa posizione proprio presso la Commissione parlamentare d'inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo lo scorso 20 gennaio, proprio con riferimento al tema della contraffazione via web ed al ruolo e al regime di responsabilità degli intermediari. 
Mi preme cogliere questa occasione per fornire al Parlamento anche una breve informativa dello stato generale dei lavori legato a questo tema che noi stiamo svolgendo prima che le decisioni vengono prese a Bruxelles, cioè la cosiddetta fase ascendente. L'iniziativa partecipativa della Commissione si inserisce, infatti, nell'ambito della più ampia strategia per il mercato unico digitale, che è anche uno dei temi prioritari nei lavori di due formazioni consiliari. La prima è il Consiglio competitività, soprattutto per la parte del mercato interno, in cui il sottoscritto rappresenta il Governo italiano. La seconda è il Consiglio formazione Telecom, in cui il Governo italiano è rappresentato dall'onorevole Giacomelli. 
Tenuto conto degli impatti orizzontali delle iniziative, noi abbiamo posto sempre, regolarmente all'ordine del giorno delle riunioni mensili del Comitato interministeriale per gli affari europei come tema politico il tema del mercato digitale e anche il tema delle piattaforme e della responsabilità degli intermediari. Abbiamo anche creato un tavolo specifico, proprio per il mercato unico digitale, copresieduto dal sottoscritto e dal sottosegretario Giacomelli, non solo per elaborare le risposte del Governo alle varie consultazioni della Commissione europea in materia digitale, ma anche per definire ex ante la posizione del Governo su tutti i temi e i nodi negoziali e sulle varie proposte legislative che, alla luce e in seguito alle consultazioni, la Commissione europea ha presentato. È in tale contesto che è stata coordinata la risposta sia alla consultazione citata che alla presentazione di documenti di posizioni nazionali su altre otto consultazioni pubbliche lanciate dalla Commissione europea, tra l'altro proprio sui temi del geoblocking, dell’e-government, della protezione della proprietà intellettuale, dei servizi negli audiovisivi. Inoltre, gruppi di lavoro tematici seguono i negoziati sulle prime proposte legislative presentare dalla Commissione e all'esame del Consiglio. Penso, ad esempio, al tema della portabilità transfrontaliera dei contenuti digitali. L'orientamento politico generale su questo importantissimo tema di abbattimento delle barriere e di tutela dei diritti dei consumatori è stato approvato in occasione del Consiglio competitività del 26 maggio scorso e, a detta del vicepresidente della Commissione europea Ansip, è stato decisivo il ruolo del Governo italiano per poter raggiungere un accordo su questo tema, che per noi è un tema prioritario, ossia quello di assicurare la portabilità in tutto lo spazio del mercato unico europeo. Abbiamo adesso i negoziati importanti sul contrasto ai fenomeni di geoblocking, sulla modifica delle norme di tutela transfrontaliera dei consumatori e sul pacchetto vendite on line e vendite di contenuti digitali. 
Sempre in merito al quesito specifico, quello relativo alla partecipazione del Governo alla consultazione della Commissione europea sul tema della responsabilità degli intermediari on line e in merito alla posizione tenuta e alle proposte concrete avanzate, la posizione nazionale è stata trasmessa il 16 maggio 2016, ai sensi dell'articolo 6, comma 2, della legge n. 234 del 2012. Dopo che è stata condivisa dal Comitato interministeriale per gli affari europei del 27 aprile scorso, è stata poi ufficialmente trasmessa alla Commissione europea. Nel partecipare a questa consultazione il Governo italiano ha ricordato che il crescente ruolo economico e sociale delle piattaforme on line ha contribuito a migliorare la circolazione delle informazioni, ampliare la possibilità di scelta dei prodotti e servizi da parte dei consumatori, aumentare la trasparenza su prezzi e offerte, creare nuove opportunità commerciali e, in generale, ridurre i costi di transazione. 
Abbiamo, inoltre, evidenziato che lo sviluppo e la diffusione delle piattaforme ha innovato profondamente il modello di business in alcuni settori economici, facendo venire meno molte barriere che tradizionalmente dividevano specifiche attività. Pertanto, abbiamo auspicato una regolazione europea che valorizzi tutta la filiera dei contenuti creativi, a partire dagli autori dei contenuti stessi. Abbiamo mantenuto una posizione coerente con alcune direttrici fondamentali dell'azione del Governo stesso, quali l'Agenda digitale – parlo di iniziative interne – e l'Agenda per la semplificazione e lo sforzo di creare un business environment più favorevole all'attività di impresa, sulla scorta delle politiche a favore delle start up e delle piccole e medie imprese innovative. 
Quanto alle proposte concrete avanzate, grazie anche l'attività di coordinamento del Dipartimento per le politiche europee, abbiamo trovato un bilanciamento, che consideriamo soddisfacente, tra i vari interessi in gioco e tra le varie posizioni. In particolare, proprio sul ruolo delle piattaforme digitali e della responsabilità degli intermediari abbiamo proposto alla Commissione le seguenti azioni. La prima proposta specifica è quella di classificare le piattaforme per tipologia, in modo che si tenga conto dell'evoluzione dinamica del mercato dei servizi e dell'evoluzione tecnologica nonché delle varie condotte e del ruolo assunto dagli intermediari. La seconda proposta è quella di considerare l'utilità di un registro europeo delle opere audiovisive digitali, ai fini della corretta applicazione, nel contesto digitale delle piattaforme, dell'articolo 14 della direttiva n. 31 del 2000, non aventi in ogni modo natura costitutiva del diritto d'autore. In terzo luogo, abbiamo proposto alla Commissione di sperimentare sistemi tecnici e automatici, ove possibile, in grado di abbattere i tempi di rimozione dei contenuti illeciti (la cosiddetta pratica notice and take down) ed evitare che vengono caricati nuovamente (la cosiddetta pratica stay down). A conclusione del mio intervento, come dicevo, Presidente, deposito una copia delle posizioni italiane relative alle consultazioni che ho citato per facilitare la constatazione immediata e anche perché resti agli atti. Grazie Presidente.

 Replica

Presidente, ringrazio il sottosegretario Gozi e riconosco, nell'ampia risposta data, un'attenzione generale sul tema del mercato unico digitale e il corretto posizionamento del Governo, non occasionale. Ha ricordato anche il sottosegretario come questa attenzione, questa sensibilità si sia espressa non da ultimo proprio nel paper che il Governo presentato sul digital single market, che aveva acceso anche aspettative molto positive da parte degli operatori dell'audiovisivo nel nostro Paese (mi riferisco in particolare a questa parte del mercato); così come questa posizione era stata ribadita – è stato ricordato – correttamente, senza tentennamenti dal sottosegretario Gozi proprio nell'audizione di gennaio in Commissione anticontraffazione: raccogliendo il plauso della Commissione stessa, perché questo è il posizionamento, devo dire, trasversale su cui il nostro Paese è riuscito a costruire un punto avanzato di sintesi. 
Noi, nella missione che abbiamo svolto a Bruxelles il mese scorso, nei contatti avuti con la Commissione, abbiamo raccolto due elementi di fondo; provo a sintetizzarli in questo modo. Da un lato una certa freddezza da parte della Commissione rispetto a questi temi, una maggior attenzione certamente ad altri profili di responsabilità delle piattaforme e degli intermediari, importantissimi: penso alla lotta al terrorismo, alla pedopornografia, eccetera, alla tutela dei minori; ma decisamente minore nel contrasto alla contraffazione e alla pirateria, quantomeno in termini di possibilità di revisione sostanziale delle direttive e dei profili concreti di responsabilità cui chiamare gli Internet service provider. Abbiamo colto invece, com'era naturale che fosse, un atteggiamento più proattivo da parte della nostra delegazione italiana, a dire che la posizione, che è stata anche qui espressa, è maturata e costruita con un lavoro non occasionale da parte del Governo e di chi ci rappresenta in sede comunitaria. 
La posizione italiana contenuta in questo ultimo paper rispetto alla comunicazione a cui facciamo riferimento va quindi nella direzione giusta, contiene alcune proposte concrete che il sottosegretario ha richiamato; si coglie, se posso dire, un elemento in più di prudenza, forse frutto anche della mediazione e delle difficoltà che anch'io ho richiamato. Credo che la strada di provare a definire tipologie per queste piattaforme a seconda del servizio concreto che svolgono, possa essere una soluzione che va nella giusta direzione; così come la sperimentazione di strumenti per abbattere i tempi del take down e provare a promuovere anche uno stay down. Questo è il tema reale con cui si misurano gli operatori, le aziende che lavorano in questo campo, cioè nella rincorsa infinita di illeciti, che vengono magari sanzionati in un tempo non brevissimo: la sanzione più importante per loro è quella appunto di togliere i contenuti dalla rete, al di là dei profili di responsabilità penale, ma poi assistono ad un ripetersi, ad un reiterarsi del ricaricamento degli stessi contenuti sotto altri profili. 
A me pare che la condizione tecnologica oggi suggerisca in questo senso di avere coraggio, in questa direzione, sapendo naturalmente che il nostro Paese non può fare da solo, ma che in altri ambiti ha fatto anche da apripista, dimostrando una sensibilità maggiore di quanto non sia accaduto con gli altri partner europei. Vale per la pirateria, vale più in generale per la contraffazione, non solo sul web: quindi è una sensibilità che non ci accomuna ancora pienamente a tutti i nostripartner. 
Noi incoraggiamo senz'altro il Governo a proseguire in questa direzione, e mi reputo soddisfatto della risposta. Chiediamo certamente un di più di tonicità, anche probabilmente nell'iniziativa interna, per dare il senso che stiamo dalla parte giusta, stiamo dalla parte della legalità, stiamo dalla parte della responsabilità, stiamo dalla parte dalla trasparenza, riconoscendo pienamente il ruolo essenziale che è stato richiamato dal sottosegretario Gozi di sviluppo di questo mercato che gli intermediari hanno svolto e continueranno a svolgere; quindi non c’è una battaglia contro qualcuno, c’è una battaglia per riuscire ad affermare princìpi importanti, che sono anche di sviluppo economico e di ricchezza per il nostro Paese.