14/12/2016
Diego Crivellari
3-02656

Per sapere – premesso che: 
il personale di turno della piattaforma Adriatic Lng di Porto Viro (Rovigo), operando nel terminal situato al largo della costa italiana del Mare Adriatico settentrionale a circa 15 chilometri in direzione nord-est dallo scanno del Palo nel comune di Porto Viro, fa sapere di essere stato impossibilitato a recarsi presso il comune di residenza per motivi lavorativi e, quindi, di fatto, impossibilitato a partecipare al referendum costituzionale che si è tenuto il 4 dicembre; 
le organizzazioni sindacali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, dopo aver segnalato il problema all'azienda, hanno ribadito di trovare «discriminatorio che in un tema così delicato ci fossero discordanze rispetto ad altre realtà del paese», non rendendo di fatto possibile ai lavoratori recarsi alle urne il 4 dicembre; 
i lavoratori della piattaforma Adriatic Lng di Porto Viro chiedono che venga pienamente riconosciuto il loro diritto al voto politico e referendario così come previsto dall'articolo 48 della Costituzione, al pari dei colleghi che operano e lavorano in altre piattaforme italiane e analoghe strutture –: 
se e quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere, anche sul piano normativo, per garantire il pieno diritto di voto dei lavoratori operanti in strutture come quella di cui in premessa. 

Seduta del 21 febbraio 2017

Risponde Gianpiero Bocci, Sottosegretario di Stato per l'Interno e replica Diego Crivellari

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Con l'interrogazione all'ordine del giorno l'onorevole Crivellari segnala la vicenda dei lavoratori della società Terminale GNL Adriatico Srl, impossibilitati a votare presso il comune di residenza, in occasione del referendum costituzionale del 4 dicembre scorso, in quanto impegnati nel turno di servizio in una piattaforma marittima nel comune di Porto Viro, in provincia di Rovigo. Chiede, pertanto, l'adozione di iniziative, anche sul piano normativo, volte ad assicurare l'esercizio del diritto di voto dei lavoratori operanti in strutture simili a quella oggetto dell'atto di sindacato ispettivo.
  Rappresento che, in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre scorso, la società sopra menzionata, che gestisce un impianto di rigassificazione sito al largo della costa del mare Adriatico nel comune di Porto Viro, si è rivolta alla prefettura di Rovigo chiedendo un parere circa la possibilità di considerare il personale in servizio sulla struttura, iscritto ovviamente nelle liste elettorali dei comuni di residenza, alla stregua dei naviganti fuori residenza per motivi di imbarco, per i quali è ammesso il voto presso il comune ove si trovano ai sensi dell'articolo 50 del testo unico. La richiesta era stata supportata altresì da una petizione, avviata dalle organizzazioni sindacali tramite comunicato stampa, con la quale veniva rivendicato, per il suddetto personale, il diritto costituzionale di voto.
  Sulla specifica questione, la prefettura rappresentava alla società richiedente che il personale che lavora sulla piattaforma marina non rientra nelle categorie espressamente indicate dal predetto articolo 50. In particolare, esso non può essere considerato alla stregua dei naviganti per i quali, invece, è ammesso il voto presso il comune ove si trovano, previa certificazione del comandante del porto. In effetti, dal quadro normativo vigente emerge che la possibilità per gli elettori di votare in un seggio diverso da quello di iscrizione nel comune di residenza è espressamente prevista dalla legge per determinate categorie di elettori: militare delle Forze armate, appartenenti ai corpi militari organizzati, alle forze di polizia e al corpo nazionale dei vigili del fuoco, naviganti, aviatori che si trovino fuori residenza per motivi di imbarco, componenti di seggio, rappresentanti dei partiti o dei comitati promotori, in caso di referendum, degenti in case di cura, detenuti e, solo in occasione del referendum costituzionale dello scorso dicembre, anche i cittadini sfollati dai comuni colpiti dagli eventi sismici noti.
  Trattandosi di un elenco tassativo e non essendo possibile, quindi, un'interpretazione analogica, l'ampliamento di tali categorie di soggetti richiede un intervento legislativo che deve,  però, contemperare l'esigenza di consentire l'esercizio del diritto di voto con quella di garantire la regolarità delle consultazioni.
  Comunque, in considerazione della peculiarità del caso, la questione segnalata sarà oggetto di un opportuno approfondimento di carattere tecnico anche alla luce della legge che è stata approvata – della proposta di legge – la settimana scorsa alla Camera che, appunto, affronta, per le consultazioni referendarie, la possibilità di allargare la platea di coloro che possono votare fuori dal comune di residenza, nella fattispecie prendendo, ad esempio, come riferimento la effettiva situazione dei lavoratori che si trovano fuori dal comune di residenza.

Replica

Presidente, ringrazio il sottosegretario Bocci anche per la risposta avuta. Mi dichiaro, quindi, almeno parzialmente soddisfatto, nel senso che accolgo positivamente quell'invito ad approfondire una questione che, come ha ricordato bene il sottosegretario, è molto particolare, è molto peculiare. Infatti, la piattaforma che veniva ricordata, al largo della costa polesana, del comune di Porto Viro, è un'infrastruttura economica di particolare rilievo e, come veniva ugualmente ricordato, questa questione è stata sollevata in occasione dell'ultima tornata referendaria. Si tratta per quanto riguarda questi lavoratori di numeri limitati – è vero; però, quando parliamo di diritto di voto e di garantire questo diritto al voto anche per questo tipo di lavoratori, credo che non si possa sottovalutare un problema di questa portata.
  Per cui, ben venga l'invito ad approfondire questa specifica tematica, tenendo conto anche della recente modifica legislativa che veniva ricordata e credo, insomma, che si possa e che si debba fare anche tutto il necessario perché questo approfondimento poi possa andare anche nella direzione di garantire questo diritto ai lavoratori che l'hanno chiesto anche attraverso il tramite delle forze sociali a livello locale.