14/09/2018
Michele Anzaldi
3-00165

Al Ministro dell'interno, al Ministro per la famiglia e le disabilità. — Per sapere – premesso che:

   il 6 settembre 2018 come riportato dagli organi di informazione, in un appartamento alla periferia di Milano, un giovane di 14 anni è stato trovato senza vita;

   l'adolescente secondo quanto riferito dal padre, in una drammatica e dolorosa ricostruzione, si è soffocato con una corda da roccia;

   le autorità hanno dapprima parlato di suicidio per poi invece rivedere tale ipotesi poiché per il genitore non si tratterebbe di questo;

   il ragazzo secondo i genitori potrebbe aver partecipato ad un «gioco» in rete conosciuto come «blackout»;

   tra le ultime pagine della rete visitate dal 14enne e rimaste memorizzate nella cronologia di navigazione vi è proprio una che parla proprio di questo «blackout», o gioco del soffocamento, una sorta di sfida estrema che consisterebbe nello sperimentare una carenza di ossigeno, fin quasi allo svenimento;

   la procura di Milano, secondo quanto riportano i media avrebbe disposto «il sequestro preventivo e d'urgenza dei siti dove vengono pubblicati video, tutorial e messaggi» che il 14enne ha guardato prima di impiccarsi;

   nel frattempo i genitori hanno rivolto proprio in rete un appello agli altri genitori a vigilare sui propri figli in relazione ai rischi che i ragazzi corrono anche in rete e a non sottovalutare qualsiasi elemento, perché non si ripetano tragedie come quella che ha colpito la loro famiglia –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere al fine di contrastare questi fenomeni e per attivare un'adeguata campagna di informazione sui rischi derivanti da questi pericolosissimi giochi. 

 

Seduta del 19 febbraio 2019

Risposta di Carlo Sibilia Sottosegretario di Stato per l'Interno e replica di Michele Anzaldi

 

 

CARLO SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Signori deputati, il 6 settembre 2018, uno studente di 14 anni residente a Milano si è, purtroppo, tolto la vita impiccandosi con una corda da arrampicata fissata alla struttura del letto a castello nella sua camera.

All'esito degli accertamenti tecnici sul contenuto del cellulare sequestrato dai carabinieri intervenuti sul posto, è emerso informalmente che il giovane, nel corso della stessa mattinata, aveva navigato sulla piattaforma web YouTube visionando il video dal titolo “5 challenge pericolosissime che i ragazzi fanno per Internet”.

A tal riguardo, il locale compartimento di polizia postale e delle comunicazioni, in data 14 settembre, ha notificato il decreto di sequestro preventivo emesso dalla procura della Repubblica per la rimozione del video dal link rinvenuto nel dispositivo del giovane ed ha effettuato un mirato monitoraggio della rete Internet, individuando e bloccando altri quindici video relativi a pratiche autolesionistiche simili raggiungibili dall'utenza italiana sulla piattaforma YouTube.

Le indagini relative al tragico episodio, coordinate dalla procura della Repubblica presso il tribunale di Milano e affidate all'Arma dei carabinieri, sono tuttora in corso.

La dolorosa vicenda consente, tuttavia, di sottolineare che c'è una piena consapevolezza da parte del Governo e delle istituzioni della necessità di intraprendere ogni necessaria iniziativa per fornire soprattutto ai ragazzi, ma non solo, un'adeguata informazione sui pericoli e i rischi cui quotidianamente si può andare incontro sul web.

In tale direzione sono molteplici gli interventi di sensibilizzazione e prevenzione già intrapresi o in procinto di essere avviati, sia a livello locale che nazionale. Informo, ad esempio, che il comando provinciale dei carabinieri di Milano promuoverà incontri nelle scuole nell'ambito del progetto di formazione della cultura della legalità, con particolare approfondimenti sulle tematiche inerenti ai pericoli della rete e all'uso distorto della tecnologia.

Inoltre, sempre a livello locale, in relazione alle delicate e complesse problematiche connesse anche al bullismo, al cyberbullismo e al gioco d'azzardo patologico, lo scorso 1° giugno, è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra la prefettura di Milano, l'ufficio scolastico territoriale di Milano, l'Agenzia di tutela della salute di Milano e la città metropolitana di Milano. Il protocollo si pone l'obiettivo di sviluppare forme di collaborazione tra tutti gli attori preposti per garantire, attraverso una strategia coordinata, misure di carattere educativo, preventivo e rieducativo volte a tutelare i minori, con particolare riguardo agli ambiti scolastici.

Su un piano più generale, il Dipartimento della pubblica sicurezza ha intrapreso molteplici attività, sia in ordine alla prevenzione e repressione dei reati commessi sulla rete Internet sia in tema di procedure operative per la migliore gestione dei casi di rischio online per i minori.

Le iniziative vengono attuate anche con la collaborazione di importanti ONG nazionali e internazionali e il coinvolgimento diretto del MIUR in progetti di sensibilizzazione di respiro internazionale, tra i quali va evidenziato “Una vita da social”. Si tratta di una campagna informativa itinerante che sosta nelle piazze delle città italiane, raggiungendo studenti, insegnanti e genitori con lo scopo di sensibilizzare sui rischi e pericoli della rete.

Rammento, inoltre, che con la legge di bilancio per il 2019 è stata aggiornata la finalità, nonché aumentata la dotazione di 100 milioni di euro del Fondo per le politiche della famiglia, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Ministro per la famiglia e la disabilità ha reso noto che, grazie al sensibile aumento delle risorse del predetto Fondo, sono allo studio misure per sostenere percorsi di media education che affrontino il fenomeno del cyberbullismo con il coinvolgimento delle istituzioni, delle agenzie educative e delle famiglie.

Tra le più recenti iniziative intraprese in tale direzione, cito il “Safer Internet day 2019 - contro il cyberbullismo una nuova alleanza tra scuola e famiglia”. Il convegno, tenutosi il 5 febbraio scorso in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza in rete istituita dalla Commissione europea, ha visto il coinvolgimento di studenti, rappresentanti del mondo imprenditoriale, del terzo settore e associazioni familiari. Durante l'incontro è stata presentata la campagna di comunicazione istituzionale Stop cyberbullismo, realizzata dal Dipartimento per le politiche alla famiglia della Presidenza del Consiglio dei ministri, con l'obiettivo di sensibilizzare i giovani sull'uso consapevole della rete. Il progetto prevede la realizzazione di uno spot che verrà diffuso nei canali Web del servizio pubblico radiotelevisivo, accompagnato da Toolkit informativo rivolto ai genitori per sostenere i propri figli nell'uso consapevole della rete.

Ribadisco, in conclusione, che sul tema posto all'attenzione dall'onorevole interrogante vi è la massima e costante attenzione da parte del Governo, delle forze dell'ordine e delle istituzioni. In tal senso continueranno ad essere intraprese specifiche iniziative di informazione e prevenzione dei pericoli del Web, in piena sinergia e collaborazione con il mondo della scuola, delle famiglie e dell'associazionismo.

 

MICHELE ANZALDI: Grazie, Presidente. L'argomento è scottante: si parla di un ragazzo morto. Io sono parzialmente soddisfatto perché il sottosegretario ci dice che il sito è stato oscurato immediatamente, eccetera, che il territorio della Lombardia si è attivato nelle ricerche, però io, purtroppo, devo dire che il problema non è solo lombardo. Se non sbaglio, a febbraio, un altro giovane, a Tivoli, era morto con lo stesso gioco. Poi il sito è stato oscurato, ma io non ho capito: è stato oscurato perché non si poteva fare altro, oppure si poteva capire chi c'era dietro quel sito, se era in Italia, se non era in Italia? È perseguibile? Se la stessa cosa fosse successo in uno dei tanti bar della nostra città, chi aveva istigato questi giovani in questa pratica insulsa, folle e suicida, sarebbe stato indagato, avrebbe passato dei guai. C'è questo mondo parallelo, ormai abitatissimo, molto più abitato del nostro mondo reale, che è la rete, dove succede di tutto e nessuno paga, mentre invece nella vita reale basta parcheggiare male la macchina e uno si ritrova in una serie di guai infiniti.

Chiaramente, non è che io con l'interrogazione volessi scaricare la responsabilità sul Governo, ma vorrei sensibilizzare il Governo su questo mondo parallelo, dove vivono tutti i nostri giovani e non, che va dal sesso, ai giochi estremi, a suggerimenti su come auto medicarsi o a come prodursi alimenti in casa, insomma, si va dalla semplice fregatura a cose dove già due ragazzi - per quello che ne sappiamo, per il fatto che i genitori hanno avuto il coraggio di denunciare e andare a frugare nei cellulari o nel computer del loro figlio - sono morti.

Quindi, secondo me, non bastano, come ha detto il sottosegretario, spot o iniziative, ma servono, come avviene nella vita reale, anche dei provvedimenti che vanno al di là della chiusura o delle reprimende. Occorre qualcosa che faccia capire che i rischi per chi si approfitta della rete e dei nostri giovani sono gli stessi che ci sono nella vita reale