26/05/2023
Toni Ricciardi
3-00432

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:

   nella giornata di giovedì 25 maggio 2023, il territorio compreso tra i comuni di Forino, Montoro e Contrada in provincia di Avellino è stato duramente colpito da una ondata di maltempo con pioggia e grandine;

   in pochissimi minuti si è abbattuta una vera bomba d'acqua di potenza eccezionale che ha provocato purtroppo anche una vittima sorpresa dalle precipitazioni mentre andava in montagna;

   il territorio in questione già in passato è stato colpito da fenomeni di questa intensità, da ultimo nel novembre 2022;

   enti locali e cittadini chiedono da tempo interventi risolutivi per la messa in sicurezza del territorio a fronte di questa sistematica esposizione al rischio idrogeologico –:

   quali iniziative intenda assumere con la massima tempestività e urgenza al fine di porre in essere interventi di messa in sicurezza del territorio dei comuni in questione, e la mitigazione del rischio idrogeologico considerata la sua estrema fragilità.

Seduta del 24 ottobre 2023

Risposta del Ministro per la Protezione civile e le potlitiche del mare, replica  di TonI Ricciardi

NELLO MUSUMECI, Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare. Grazie, signor Presidente. Nel primo pomeriggio del 25 maggio scorso, il territorio del comune di Forino è stato interessato da un intenso fenomeno meteorologico, caratterizzato da abbondanti precipitazioni piovose e da una grandinata di particolare violenza. A seguito di tali accadimenti, già nelle prime ore pomeridiane, il comando provinciale dei Vigili del fuoco è stato interessato per interventi di soccorso che hanno riguardato persone bloccate nelle proprie abitazioni o nelle autovetture.

Il nubifragio ha interessato anche i comuni viciniori di Montoro e Contrada. In particolare, alla frazione Petruro di Montoro si sono registrati molti allagamenti e la strada di collegamento tra i suddetti comuni è stata temporaneamente chiusa al traffico.

Poco prima, un uomo di 45 anni è rimasto vittima di un incidente in un castagneto nel comune di Contrada, dove è stato travolto dalla propria vettura durante i lavori in un fondo agricolo; il decesso non pare riconducibile al fenomeno temporalesco che successivamente si è abbattuto sull'intera zona. La vicenda è, comunque, al vaglio dell'autorità giudiziaria.

La regione Campania, allo stato, non ha trasmesso la richiesta di deliberazione dello stato di emergenza in relazione agli eventi di cui stiamo parlando.

Le criticità idrogeologiche e idrauliche della frazione Celzi sono state da tempo attenzionate anche dalla prefettura di Avellino, che ha costantemente sensibilizzato l'amministrazione comunale a porre in essere, in ragione dei profili di rischio dell'area, tutte le iniziative necessarie per la soluzione della problematica. La stessa direzione generale della Protezione civile della regione Campania - che, già nel 2019- ha stanziato notevoli risorse per interventi di somma urgenza nei versanti critici - ha ripetutamente sollecitato l'ente a definire i progetti, da inserire sulla piattaforma dedicata, Rendis, per risolvere la problematica, evitando così gli interventi tampone. Tuttavia, secondo la direzione regionale, la soluzione che consentirebbe di scongiurare definitivamente una criticità così acuta, in ragione della conformazione geomorfologica della frazione Celzi, che si ripresenta periodicamente, resterebbe la delocalizzazione della popolazione che ivi risiede.

Da ultimo, il comune di Forino ha inteso avvalersi dei fondi del PNRR, in particolare relativi alla Missione 2, Componente 4, per interventi volti a mitigare e prevenire il rischio connesso a tali eventi.

Per quanto riguarda, infine, il comune di Contrada, l'amministrazione ha informato che la provincia di Avellino ha provveduto ad approvare la fattibilità tecnico-economica del progetto di carattere complessivo di messa in sicurezza e regimentazione delle acque meteoriche sulla strada provinciale 88 per l'importo di circa 700.000 euro, che, ove finanziato, ad avviso dell'ente comunale potrebbe contribuire in modo significativo alla soluzione dei fenomeni di allagamento in quel comune e in quel territorio.

TONI RICCIARDI, Grazie, Presidente. Signor Ministro, io, in tutta onestà, pur comprendendo la gravità, e non a caso ci troviamo qui per questa ragione, non mi reputo soddisfatto. Non mi reputo soddisfatto perché ella stessa ha ricordato che le questioni del disagio territoriale in questo pezzo di territorio di una provincia interna della Campania costituiscono una storia arcinota ormai da decenni.

La fattispecie accaduta nel maggio di quest'anno era stata preceduta nel novembre 2022 e, purtroppo, anche in anni precedenti. In tutta onestà, signor Ministro, mi colpisce - pur comprendendo la difficoltà, sia chiaro - che l'unica soluzione che prevede sia lo spostamento coatto di persone, che tecnicamente potrebbe anche essere una soluzione, l'abbiamo già vissuta con i terremoti. Anzi, chi più della provincia di Avellino ha vissuto, con il tragico evento del 1980, uno spostamento di popolazione, come è accaduto a Conza della Campania o come è accaduto in provincia di Salerno, a Laviano? E potrei continuare. Tuttavia, signor Ministro, per fare questo servirebbero progetti, servirebbe l'assistenza e la vicinanza alle amministrazioni comunali, ma soprattutto risorse. E le risorse, paradossalmente, signor Ministro, ci sono. Noi abbiamo il PNRR. Io capisco che si faccia fatica, ed ella stessa ha tutta la mia e la nostra solidarietà rispetto alle difficoltà che, da meridionale - perché lei è un meridionale -, sta vivendo nel vedersi spostare ingenti risorse o, quantomeno, rispetto a una definizione poco chiara su come si voglia intervenire sul Mezzogiorno, a partire dalla definizione unica della ZES e quant'altro, ma andrei oltre il tema di oggi.

A me verrebbe da citare, signor Ministro, lei sicuramente avrà sentito e letto - e ne è anche profondo conoscitore - Giustino Fortunato, quando parlava di sfasciume pendulo di questi territori. Noi stiamo parlando di territori marginalizzati, territori delle aree interne, territori che morfologicamente soffrono da sempre di frane e di problemi di dissesto idrogeologico. Però, io credo che noi, di fondo, dovremmo affrontare una questione, Ministro. Ed ella, Ministro, per il ruolo che ricopre, dovrebbe esserne profondamente consapevole. La prima: noi non possiamo più continuare a trattare - questo vale per il Mezzogiorno, ma vale per tutte le aree interne del Paese da Nord a Sud - il problema del dissesto idrogeologico come mera emergenzialità, noi abbiamo la necessità di fare prevenzione. Noi siamo anche quel Paese che è uscito stancamente da quella narrazione kafkiana di qualche anno fa, quando d'emblée si decise di cancellare e azzerare le comunità montane. Lei se lo ricorderà, Ministro: un forestale per albero. Benissimo, un forestale per albero, ma vorrei capire chi cura la montagna e chi cura questi alberi. Noi ci saremmo attesi da lei delle risposte concrete. Il comune di Montoro ha progettato interventi per 10 milioni di euro, il comune di Forino interventi tra i 2 ed i 3 milioni di euro e altrettanto il comune di Contrada. Ora questi sindaci, che hanno anche affidato progetti esecutivi, necessitano del sostegno immediato. Io capisco la difficoltà - e lei ha introdotto un altro tema sul quale riflettere e mi affido anche a lei per questa riflessione -, ma non so se eventi del genere non ci diano poi la testimonianza che probabilmente il ricorso all'autonomia differenziata, che rischia di svuotare e smembrare la capacità di attenzione delle regioni meridionali, non sia un grave danno. Probabilmente, Ministro - visto anche il partito nel quale milita e vista l'esperienza storica che ha -, forse sarebbe il caso di ricostruire delle cabine centrali di gestione emergenziale e forse non sarebbe tanto sbagliato - e chiudo Presidente - immaginare di ripristinare la tanto vituperata e mal raccontata Cassa per il Mezzogiorno perché, se andiamo a rileggere la sua storia - le professionalità che c'erano, le opere di recupero, di riqualificazione e di prevenzione che almeno trent'anni di quella storia hanno messo a terra, soprattutto nelle aree interne del Mezzogiorno -, forse, con il passato, qualche risposta migliore a queste comunità saremmo in grado di darla.