21/02/2017
Vanna Iori
3-02797

 Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   in una società sempre più «informatizzata» sono in costante aumento i crimini via web, soprattutto in danno dei minorenni, quali diffusione della pedopornografia e della pedofilia online, l'adescamento, il cyberbullismo, le minacce, lo stalking, le diffamazioni sulla rete, le truffe e la pirateria informatica, i furti di identità ed altri;
   l'evoluzione tecnologia ha portato e porterà in futuro alla nascita di nuove fattispecie criminose attuate tramite la rete internet;
   la ricerca svolta nel febbraio 2014 da Ipsos per Save The Children su un campione di ragazzi dai 12 ai 17 anni mette in luce una diffusione capillare degli strumenti informatici fra i minori, oltre a rilevare che per ben il 72 per cento degli adolescenti il cyberbullismo è il fenomeno sociale più pericoloso del proprio tempo;
   la polizia postale svolge un ruolo indispensabile, essendo l'unica forza dell'ordine addetta allo studio, alla prevenzione, alla repressione e al contrasto dei reati commessi tramite la rete internet, in particolare quando le vittime sono minorenni;
   proprio in questi giorni in Senato è stata approvata una proposta di legge sul cyberbullismo (la proposta di legge 3139 che sta per arrivare alla Camera in quarta lettura) in cui si prevede che vengano privilegiati gli aspetti educativi e rieducativi, stanziando fondi specifici proprio per il lavoro nelle scuole della polizia postale nel triennio 2017-2019;
   in questa prospettiva la specialità della polizia postale e delle comunicazioni, oltre alla repressione ed al contrasto dei crimini perpetrati tramite la rete internet, attua un'attività di prevenzione e formazione, rivolta ai ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori italiane, per fornire agli studenti ed alle famiglie, oltre che agli insegnanti, conoscenze idonee a garantire una navigazione in rete consapevole e sicura;
   questo ruolo educativo è previsto anche dalla legge n. 107 del 2015 (la cosiddetta «buona scuola») laddove si premette l'importanza di prevenire i rischi e i pericoli della rete, attraverso collaudati progetti di sensibilizzazione e formazione degli insegnanti e workshop gratuiti presso le scuole che ne fanno richiesta;
   già nel 2014 era stata presentata dall'interrogante al Ministro dell'interno una interrogazione parlamentare per evitare la soppressione di 74 sezioni provinciali di polizia postale e delle comunicazioni, la cui chiusura venne poi evitata;
   ora si ripresenta questa evenienza, difficilmente comprensibile, anche in una logica di contenimento della spesa, poiché tale specialità consente di intercettare reati e prevenire conseguenze e costi anche molto pesanti;
   la razionalizzazione delle risorse umane, a cui è finalizzata detta chiusura, vanifica in gran parte l'esperienza e la professionalità acquisita nel corso degli anni dal personale specializzato delle sezioni di polizia postale e delle comunicazioni destinate alla chiusura;
   infine, gli uffici delle sezioni di polizia postale sono sovvenzionati da Poste Italiane, che assume sul proprio bilancio i costi di gestione, non gravando quindi su quelli del Ministero dell'interno –:
   se il Ministro non ritenga opportuno evitare la soppressione delle sezioni di polizia postale e delle comunicazioni di cui in premessa che porterebbe al depotenziamento di una specialità resa sempre più necessaria dalla crescente esigenza di prevenzione e contrasto dei reati informatici commessi tramite la rete internet, soprattutto a danno dei minorenni;
   se non ritenga il Ministro interrogato di assumere iniziative affinché tale specialità sia potenziata, implementata e dotata dei migliori e più avanzati mezzi tecnologici per prevenire, contrastare e reprimere i reati via web, in particolare considerando che le sezioni presenti sul territorio, oltre alla prevenzione e al contrasto del fenomeno, garantiscono un rapporto diretto con i cittadini attraverso la quotidiana attività per acquisire denunce, esposti e richieste sui reati online. 

 

Seduta del 20 giugno 2017

Risponde Filippo Bubbico, Vice Ministro dell'Interno, replica Vanna Iori

Risposta del governo

Signor, Presidente come già annunciato, rispondo congiuntamente alle interrogazioni degli onorevoli Molea, Iori, Fabbri e Ricciatti, che, unitamente ad altri deputati, richiamano l'attenzione sulla ventilata chiusura di una serie di sezioni della Polizia postale e delle comunicazioni sul territorio nazionale, tra le quali quelle di Pesaro, Forlì-Cesena, e altre quattro di quelle ubicate in Emilia-Romagna.
Rilevo che le interrogazioni degli onorevoli Molea e Fabbri sono state presentate diverso tempo fa, risalgono infatti al 2014, ma ritengo che la risposta possa ancora essere di loro interesse, in quanto il tema trattato nei rispettivi atti mantiene tuttora caratteri di stretta attualità, dopo essere rimasto aperto per tutti questi anni anche in forza di sopravvenienze normative, di cui parlerò fra un attimo, che ne hanno condizionato l'evoluzione.
La questione della chiusura di alcune sezioni dalla Polizia postale e delle comunicazioni è legata, al pari della proposta di soppressione di altri uffici di Polizia sul territorio nazionale, all'attuazione di un piano di razionalizzazione, sottoposto al parere delle autorità provinciali di pubblica sicurezza nei primi mesi del 2014.
Il piano è ancora in attesa di definizione, anche a causa dell'approvazione della legge n. 124 del 2015, con cui il Parlamento ha delegato il Governo ad adottare importanti misure di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche.
Per quanto attiene, in particolare, al riordino del sistema della pubblica sicurezza, il legislatore ha chiarito che il nuovo assetto organizzativo dovrà essere volto ad evitare duplicazioni e sovrapposizioni dispersive nell'esercizio delle funzioni di polizia, nonché favorire la gestione associata dei servizi strumentali in adesione ai principi di efficienza della spesa pubblica.
Tali principi sono stati recepiti dall'articolo 3 del decreto legislativo n. 177 del 2016, con cui è stato stabilito che la razionalizzazione della dislocazione delle forze di polizia sul territorio sarà determinata, con decreto del Ministro dell'Interno, privilegiando l'impiego della Polizia di Stato nei comuni capoluogo e dell'Arma dei carabinieri nel restante territorio, fatte salve specifiche deroghe per particolari esigenze di ordine e sicurezza pubblica.
Per giungere alla compiuta definizione di tale disegno di valenza strategica, sono stati istituiti presso il Dipartimento della pubblica sicurezza appositi gruppi interforze, che non hanno ancora terminato la loro attività.
Tanto detto in linea generale, rappresento che anche la Polizia postale e delle comunicazioni è coinvolta nel riordino in questione, essendo evidente la necessità di adeguarne l'organizzazione alle notevoli trasformazioni registratesi nel settore.
Infatti, alle tradizionali mansioni di scorta e tutela di beni e servizi postali se ne sono affiancate e sostituite altre del tutto differenti, caratterizzate da spiccate connotazioni di alta specializzazione tecnologica e orientate al contrasto del crimine informatico nelle sue forme più variegate.
Muovendo da tale constatazione, il piano di razionalizzazione punta a concentrare le più spiccate e qualificate risorse professionali nei compartimenti dei capoluoghi regionali e nelle sezioni provinciali in cui operano procure distrettuali con ampia competenza in tema di reati informatici.
Sottolineo, comunque, che le professionalità attualmente in servizio presso le sezioni continueranno ad operare sul territorio, prevedendo con tale rimodulazione un loro impiego nei reparti investigativi delle locali questure.
Assicuro fin d'ora che il nuovo assetto organizzativo della Polizia postale e delle comunicazioni sarà ispirato alle esclusive esigenze di efficientamento e di adeguamento alla trasformazione tecnologica del Paese, senza che ne venga a soffrire la qualità del “prodotto” sicurezza né la prossimità con i luoghi di residenza dei nostri cittadini.

Replica

Presidente, volevo ringraziare il Viceministro per le sue affermazioni, per le parole che ha espresso, di apprezzamento per il lavoro svolto da un corpo della polizia, che è diventato sempre più importante nel nostro tempo, che è un presidio rispetto ai reati informatici, che sono in aumento e che vanno dalle truffe informatiche, dalle frodi, dalla clonazione dati, fino ai reati più gravi, che arrivano agli atti persecutori, all'odio razziale e anche al terrorismo; senza dimenticare tutta l'importanza dell'attività svolta nei confronti dei reati che riguardano i minori. Mi riferisco al cyberbullismo, ma non solo: alla pedopornografia, all'adescamento online. Credo che queste mie tre interrogazioni, susseguitesi nel tempo, nascessero proprio dall'importanza di questo corpo di polizia e dalla preoccupazione che venisse depotenziato in qualche modo: una preoccupazione che ho raccolto anche in numerosi incontri che ho svolto sul territorio nazionale, dove ho visto ovunque il lavoro prezioso svolto dalla Polizia postale, in collaborazione con le scuole, in collaborazione con la formazione anche dei genitori, quindi l'importanza anche educativa.
Sono molto contenta di apprendere che c'è attenzione e che saranno presidiate adeguatamente le competenze acquisite. Sono competenze di prevenzione ai cyber-reati; sono competenze che però, nello stesso tempo, rassicurano i cittadini: io provengo da Reggio Emilia e in Emilia-Romagna si era appunto ventilata l'ipotesi che venissero chiuse troppe sezioni della Polizia postale. Voglio ricordare che nel 2016, per esempio, a Reggio Emilia, pur con un esiguo numero di personale (soltanto quattro persone), sono state svolte delle attività importanti e consistenti: sono stati trattati 580 fascicoli, 100 denunce, e ogni giorno decine e decine di risposte informatiche via e-mail o di risposte telefoniche.
Credo, quindi, che sia importante che il patrimonio di competenze acquisito da questo personale non vada disperso. Sono molto contenta di sentire che questo investimento continuerà ad esserci, che il supporto all'ambito educativo continuerà ad essere esercitato; tra l'altro, in questo momento ancora più importante per l'approvazione della legge sul cyberbullismo, che prevede uno specifico coinvolgimento della Polizia postale nella formazione dei referenti di istituto per il contrasto al cyberbullismo.
Esprimo, quindi, la mia soddisfazione per questa valorizzazione; confido in un intervento del Ministro perché possa al più presto rivedere questo piano di organizzazione, tenendo conto della valorizzazione specifica di questo personale.