27/07/2023
Giovanna Iacono
3-00568

Al Ministro dell'interno, al Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, al Ministro della salute, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   il presente atto di sindacato ispettivo riguarda la vicenda di Simona V. vicepresidente della fondazione Mondoaltro, braccio operativo della Caritas Diocesana di Agrigento;

   circa otto anni fa Caritas accoglieva S.R., un problematico ragazzo di circa vent'anni, con divieto di dimora nella città di residenza (Mussomeli, provincia di Caltanissetta), per aver adottato comportamenti violenti nei confronti di alcuni suoi familiari ed è qui che entra in contatto con Simona V., che a quel tempo gestiva la mensa;

   a seguito di una serie di episodi, tra cui anche il danneggiamento di strutture e atti violenti verso operatori Caritas, il ragazzo è stato allontanato ed ha ritenuto che la decisione del suo allontanamento fosse riconducibile proprio a Simona V.;

   da quel momento il soggetto in questione ha avviato attività persecutorie nei confronti della donna, sfociate in un vero e proprio stalking, divenuto poi oggetto di procedimento penale;

   il G.I.P. del tribunale di Agrigento applicava immediatamente la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa, con obbligo di utilizzo del cosiddetto braccialetto elettronico, misura poi aggravata con la custodia cautelare in carcere;

   in data 5 luglio 2023 il tribunale di Agrigento emetteva dunque sentenza con cui assolveva l'imputato, stante la sua acclarata inimputabilità, ma, considerata la sua pericolosità sociale, sostituiva la misura della custodia cautelare in carcere con la misura della libertà vigilata per un anno presso una comunità alloggio da individuarsi a cura dell'Asp di Agrigento, con divieto di allontanarsi dalla struttura senza autorizzazione del giudice ed obbligo di regime terapeutico;

   purtroppo si è registrata la totale assenza di disponibilità di una struttura idonea ad accoglierlo e sottoporlo alle necessarie cure ed è stato ospitato in una comunità alloggio, da cui il ragazzo si allontanava e proseguiva nella sua attività di stalking;

   questo ha portato ad un'ordinanza integrativa di applicazione provvisoria di misura di sicurezza che prescriveva a suo carico: l'obbligo di fissare il proprio domicilio presso altra comunità, di non entrare nel territorio di Agrigento e comunque di mantenere una distanza di 500 metri dalla parte offesa, di non avere contatti telefonici con Simona e di seguire uno specifico programma terapeutico di riabilitazione;

   con ricorso al tribunale del riesame di Palermo il ragazzo ha ottenuto la revoca dell'ordinanza integrativa;

   il soggetto ha incrementato la sua attività di stalking ed è arrivato a creare profili falsi sui social ed a contattare amici di Simona utilizzando fotografie della stessa, rubate dai suoi profili social;

   questo ha indotto la procura di Agrigento ad un nuovo tempestivo provvedimento restrittivo;

   da ultimo, ricevuta la notifica del detto provvedimento in data 23 luglio 2023, il soggetto accedeva agli ambienti esterni di un locale pubblico, del quale Simona è titolare, provocando danni, anche alla macchina;

   un nuovo immediato intervento della procura di Agrigento consentiva la sua carcerazione anche se non è dato sapere per quanto tempo, e comunque rimane, una volta scarcerato, il problema di sicurezza per la donna che ad oggi è molto provata –:

   se i Ministri interrogati intendano adottare iniziative, per quanto di competenza, al fine di scongiurare rischi per l'incolumità della donna, nonché al fine di individuare strutture idonee a conciliare l'esigenza di un'esatta esecuzione di qualsivoglia provvedimento giudiziario con la necessità di assicurare un adeguato trattamento terapeutico nei confronti del ragazzo, poiché fino ad ora la mancanza di questa tipologia di struttura ha aggravato la situazione.