09/01/2017
Vincenzo D'Arienzo
3-02676

Per sapere – premesso che: 
l'UNEP, l'ufficio che si occupa di notifiche, esecuzioni e protesti, presso il tribunale di Verona sarebbe a rischio paralisi a causa dell'eccessivo carico di lavoro e della forte carenza di personale in servizio. A causa di tale situazione pare che il dirigente abbia rassegnato le dimissioni dall'incarico, che non sarebbero state accettate; 
nel dettaglio dalla stampa locale si legge che: 
«servono ore, a volte giorni, per depositare una notifica e le pratiche di sfratto vengono spesso eseguite all'ultimo giorno. La situazione è al limite dell'accettabile, sia per gli utenti, ovvero gli avvocati che depositano gli atti, sia per i dipendenti, costretti a turni massacranti e ad una mole di lavoro sempre più pressante. Il tutto in un clima ad altissimo stress»; 
«il problema riguarda la pianta organica, che già rispetto alla media nazionale è sottostimata. Verona, per numero di abitanti e per attività gestisce una mole di pratiche che è tre volte superiore alla media nazionale, ma a questo non corrisponde un maggior numero di personale»; 
«la situazione è già stata segnalata al Ministero e ad oggi non vi sono segnali a favore della soluzione»; 
il disagio è evidente e la situazione è peggiorata notevolmente perché, a causa delle recenti modifiche normative, che hanno coinvolto il Ministero della giustizia, mentre in precedenza gli UNEP di Soave e di Legnago avevano in carico molti paesi ed a Verona era riservato circa il 50 per cento del territorio provinciale, ora, dopo l'accorpamento dei tribunali di Soave e Legnago a quello di Verona, sul NEP sono ricaduti tutti i paesi della provincia, senza però il relativo personale ivi precedentemente impegnato; 
l'UNEP in questione dovrebbe avere in pianta organica 40 dipendenti ma, al momento attuale, ve ne sono solo 27; di questi unicamente 12 unità espletano servizio all'esterno, con un carico di 99 comuni, 268 frazioni, per un totale di 908.492 abitanti su un territorio vasto kmq 3.097,19 (fonte Istat 2009); 
l'emergenza, che dura da anni ed è diventata ormai endemica ed epidemica, si è aggravata per il trasferimento di due ufficiali giudiziari al NEP di Roma e di un altro, proveniente da Legnago, a Venezia; 
in questa situazione emergenziale la corte d'appello di Venezia, con un provvedimento del 24 gennaio 2014 ha anche applicato il dirigente del NEP di Verona al NEP di Padova per due giorni alla settimana; 
ad aprile un ulteriore funzionario giudiziario andrà in pensione ed altri due, in possesso dei requisiti per il pensionamento, ma che avrebbero manifestato la volontà di continuare a lavorare, saranno costretti a pensionarsi, perché impiegati in condizioni proibitive; 
tenendo conto che da anni non vengono indetti concorsi ed il turn over è bloccato da oltre un decennio, è chiaro che l'UNEP di Verona sarà presto al completo collasso; 
i lavoratori in servizio, che non hanno orario d'ufficio (ormai neppure una vita privata), pur operando con sacrifici ed orari disumani, non riescono più a sopperire alla storica inadeguatezza dell'organico a causa dell'enorme mole di lavoro, ad erogare servizi efficienti ed a soddisfare i bisogni dell'utenza, per cui all'UNEP di Verona non vi è più da molto tempo il necessario clima di distensione tra i lavoratori presenti e tra questi e i professionisti, che si rivolgono all'ufficio; 
il clima generale di malessere è aggravato anche dai forti ritardi nel pagamento degli stipendi, se si pensa che a gennaio gli ufficiali giudiziari hanno percepito lo stipendio di novembre 2013 –: 
se non sia urgentissimo risolvere la grave questione segnalata sia in passato sia con questa interrogazione; 
quali progetti siano in essere per favorire la velocità degli adempimenti da svolgere e che caricano quell'ufficio in maniera rilevante; 
se risultano possibili e a breve, pur nella consapevolezza che le soluzioni tampone non siano la soluzione ottimale, spostamenti di personale almeno per risolvere temporaneamente la condizione emergenziale di quell'ufficio; 
quale altra iniziativa possa essere posta in essere al fine di scongiurare la grave eventualità di uno sciopero del personale, magari prolungato nel tempo, che bloccherebbe definitivamente il servizio, già oggi non corrispondente alle esigenze del territorio veronese.

Seduta del 10 gennaio 2017

Risponde Gennaro Migliore, Sottosegretario di Stato per la Giustizia e replica Vincenzo D'Arienzo

Risposta del governo

Grazie signor Presidente. Mediante l'atto di sindacato ispettivo in discussione, gli onorevoli interroganti prospettano criticità degli uffici giudiziari di Verona con riferimento alle dotazioni di personale amministrativo e di magistratura. Chiedono, pertanto, quali iniziative il Ministero intenda assumere per superare le evidenziate carenze. 
Il profondo rinnovamento delle politiche del personale dell'amministrazione della giustizia ha costituito fondamentale obiettivo dell'azione di governo, nella consapevolezza dell'importanza che assume l'apporto di adeguate risorse umane per il funzionamento degli uffici giudiziari e per il supporto alle innovazioni organizzative e tecnologiche necessarie alla modernizzazione dei servizi della giustizia. Come è noto, la cronica carenza di personale amministrativo presso gli uffici giudiziari nazionali – i posti coperti erano 38.549 nel 2011, 37.161 nel 2012 e nel 2013 erano 36.356 – è sostanzialmente dovuta all'impossibilità di attuare il turnover del personale cessato a causa dei vincoli e dei blocchi alle assunzioni che hanno caratterizzato gli interventi normativi degli anni passati. Pure in presenza delle anzidette criticità, il Ministero della giustizia ha fatto ricorso a tutti gli strumenti resi disponibili dalle vigenti disposizioni, legislative e contrattuali, per limitare gli effetti della riduzione del personale sulla base delle norme intervenute a partire dalla seconda metà del 2011 e, segnatamente, di quelle in materia di stabilizzazione finanziaria e sviluppo, a partire dalla legge n. 148 del 2011. 
A seguito dell'attuazione delle procedure di accorpamento degli uffici giudiziari, di cui alla citata normativa per effetto dei decreti legislativi nn. 155 e 156 del 2012 e del conseguente accordo firmato con le organizzazioni sindacali il 9 ottobre 2012, è stato dato impulso ad iniziative volte a conciliare le esigenze di immediata operatività degli uffici giudiziari e contestuale riduzione delle carenze di organico esistenti con quelle personali e familiari dei dipendenti in servizio. Si tratta di procedimenti finalizzati alla redistribuzione sul territorio del personale amministrativo in servizio negli uffici giudiziari, procedure di trasferimento mediante interpello nazionale e distrettuale, stabilizzazione del personale distaccato e copertura delle carenze mediante immissione nei ruoli di personale proveniente da altre amministrazioni per mobilità volontaria, di cui ai relativi bandi. In relazione a queste ultime iniziative, che rispondono essenzialmente all'esigenza di incremento del personale in servizio, si rileva che è stata disposta, a decorrere dallo scorso 1o settembre, l'assunzione in servizio presso gli uffici giudiziari, per mobilità obbligatoria, di 359 nuovi dipendenti, con previsione di risorse destinate proprio ai tribunali. Nell'ambito di tale procedura, presso il tribunale di Verona sono stati immessi in servizio sei unità e segnatamente: un direttore amministrativo, un funzionario contabile, un cancelliere e tre assistenti giudiziari, mentre con i bandi di mobilità dell'anno 2015 erano stati già acquisiti un direttore amministrativo e quattro funzionari giudiziari. È opportuno sottolineare che, relativamente alla formazione del personale transitato in mobilità obbligatoria, si è avviato uno specifico percorso formativo, finalizzato a consentirne l'efficace integrazione nei nuovi contesti professionali. Presso il tribunale di Verona sono presenti allo stato 124 dipendenti, a fronte di una previsione in pianta organica di 153 unità, con una percentuale di scopertura del 18,3 per cento, inferiore alla media nazionale del 21,46 per cento. Tra le presenze effettive sono annoverati, oltre agli impiegati titolari, anche un centralinista telefonico, non programmato in dotazione organica, nonché un operatore giudiziario in posizione di distacco dalla procura della Repubblica di Napoli e un dipendente temporaneamente comandato da altra amministrazione, nella corrispondente figura dell'ausiliario. La situazione rilevata presso l'ufficio del giudice di pace di Verona è di soprannumerarietà organica; sono infatti attive 24 sulle 16 unità previste. Nell'ufficio UNEP di Verona sono invece attualmente presenti 24 dipendenti, a fronte dei 40 previsti, con una percentuale di scopertura organica del 40 per cento, superiore alla media nazionale del 27,17 per cento. 
Il computo dei presenti registra l'assetto conseguente alla prima fase di mobilità avviata ed è destinato a giovarsi delle misure in atto. Infatti, con le fondamentali misure introdotte dal decreto-legge 30 giugno 2016, n. 117, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 agosto 2016, n. 161, si è infatti conseguito il significativo risultato dell'acquisizione di nuove risorse negli uffici giudiziari, mediante procedure di assunzione che apriranno al processo di ringiovanimento e al passaggio di competenze professionali nell'amministrazione giudiziaria da molti atteso. Il citato decreto-legge ha autorizzato il Ministero ad un vero e proprio programma di nuove assunzioni, articolato in più fasi: nell'immediato il bando per il concorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 22 novembre, con il reclutamento a tempo indeterminato di mille nuove unità di personale amministrativo non dirigenziale, a cui potranno aggiungersi ulteriori ancor più significative risorse una volta completate le procedure di mobilità obbligatoria, impiegando le residue unità destinate a quest'ultime. 
Nella legge di bilancio per il 2017 sono state poi destinate risorse per l'immissione nell'amministrazione di ulteriori mille unità. In tal modo si raggiunge non soltanto il fondamentale obiettivo dell'avvio di nuove assunzioni dopo anni di sostanziale stagnazione delle fonti di reclutamento concorsuale, ma si delinea un complessivo quadro di disposizioni legislative che consentirà all'amministrazione di avviare, in modo maggiormente efficace, alcuni degli interventi assolutamente fondamentali per migliorare la qualità dei servizi di giustizia a cui i cittadini hanno diritto. La legge prevede, infatti, la possibilità di introdurre nuovi profili, anche tecnici, e di rimodulare e rivedere i profili professionali relativi ai contingenti esistenti. 
Lo sviluppo delle tecnologie e la diffusione dell'informatizzazione nelle dinamiche processuali, accompagnato alla crescente necessità di revisione dei moduli organizzativi e dei processi di lavoro, conduce necessariamente all'apertura di un percorso di riconsiderazione dei profili professionali esistenti oltre che all'inserimento di nuove figure professionali attualmente non presenti nell'amministrazione della giustizia. Per fare fronte alle attuali criticità peraltro è possibile ricorrere all'applicazione distrettuale di personale da altri uffici dei distretti, ai sensi dell'articolo 4 del contratto collettivo nazionale di lavoro del 16 maggio 2001. L'istituto, regolato dall'articolo 14 dell'accordo sulla mobilità interna del personale del 27 marzo 2007, resta tuttora il più efficace e rapido strumento di redistribuzione delle unità lavorative esistenti nell'ambito del territorio ed è rimesso all'attribuzione degli organi di vertice distrettuale, presidente della corte d'appello e procuratore generale, ciascuno per gli ambiti delle rispettive competenze. 
Nella prospettiva di fornire adeguato sostegno agli uffici veneti in attesa della definizione delle procedure di mobilità in corso, lo scorso 3 novembre il Ministro ha sottoscritto, con il presidente della regione Veneto, il presidente della corte d'appello di Venezia e il procuratore generale della Repubblica di Venezia, un protocollo d'intesa per la temporanea assegnazione di personale della regione Veneto agli uffici giudiziari del distretto. L'accordo nasce, da un lato, dalla considerazione del carattere particolare del territorio della regione, a forte connotazione imprenditoriale e commerciale, con evidenti ripercussioni in termini di investimenti, sviluppo economico e competitività dello stesso; dall'altro, dal fatto che l'efficiente svolgimento dell'azione giudiziaria sul territorio regionale è indispensabile per garantire certezza alle attività economiche e contrattuali e per fronteggiare fenomeni di infiltrazione della criminalità organizzata e di corruzione. Le politiche sulla mobilità sono accompagnate da convergenti misure finalizzate anche all'adeguamento delle dotazioni organiche degli uffici. 
Per quanto riguarda il personale di magistratura, è stato recentemente adottato il decreto ministeriale concernente la determinazione delle piante organiche degli uffici giudicanti e requirenti di primo grado conseguenti alla revisione delle circoscrizioni giudiziarie, che recepisce le esigenze degli uffici secondo la loro dislocazione territoriale. La determinazione delle unità aggiuntive è stata effettuata sulla base di specifici parametri statistici: popolazioni, flussi, cluster dimensionali, integrati da indicatori qualificativi della domanda di giustizia quali il numero di imprese presenti sul territorio e la loro concentrazione per circondario, l'incidenza della criminalità organizzata, l'accessibilità del servizio per i cittadini. Alla stregua dei predetti criteri, al tribunale di Verona sono stati assegnati cinque posti di giudice in incremento alla dotazione prevista.
Il Ministero curerà con la necessaria tempestività gli ulteriori adempimenti, a cui seguiranno conformi iniziative, anche con riferimento al personale amministrativo, che consentano alla riforma della geografia giudiziaria di dispiegare appieno i suoi effetti, raggiungendo il preordinato obiettivo del miglioramento del servizio giustizia. Analogo impegno è riservato ad assicurare il numero delle unità di magistrati in servizio, agevolando anche il processo di ricambio generazionale. 
Allo stato, presso il tribunale di Verona, prestano servizio 38 magistrati rispetto a una dotazione di 46 unità complessive. Come è noto, la copertura delle vacanze è rimessa al Consiglio superiore della magistratura e può essere temporaneamente fronteggiata mediante provvedimenti di applicazione di competenza del presidente della Corte d'appello. Nell'ambito delle attribuzioni del Ministero della Giustizia invece, per sostenere adeguatamente la giurisdizione, sono attualmente in corso due procedure di selezione e reclutamento, rispettivamente di 340 e 350 magistrati ordinari, che consentiranno tra il gennaio 2017 e il gennaio 2018 l'entrata in servizio di 690 nuovi magistrati, anche grazie alla riduzione operata con il decreto-legge n. 168 del 2016, convertito con legge, il 25 ottobre 2016, n.197, del tirocinio formativo per i vincitori di concorsi banditi negli anni 2014 e 2015. Lo scorso 20 ottobre è stato, inoltre, bandito un nuovo concorso per la copertura di ulteriori 360 posti e mi preme sottolineare che si procederà con cadenza annuale all'espletamento di procedure concorsuali per la selezione di 350 magistrati ordinari, come già avvenuto nell'ultimo triennio. Proprio al fine di stabilizzare la permanenza nelle sedi di assegnazione, è stato infine previsto nel decreto-legge citato, e confermato nella legge di conversione, anche l'innalzamento da tre a quattro anni del termine di legittimazione perché i magistrati possano partecipare alle procedure di trasferimento a domanda bandite dal CSM. 
Per quanto attiene invece ai giudici di pace, la competente articolazione ha riferito come a fronte di un organico previsto di 24 unità sono presenti attualmente 6 magistrati essendone decaduti tre per raggiunti limiti di età a seguito dell'entrata in vigore nel decreto legislativo n. 92 del 2016. Anche in tal caso, il prossimo espletamento delle previste procedure di tramutamento ed assunzione dei giudici onorari, consentirà senz'altro di ovviare, se non integralmente, alle temporanee vacanze venutesi a creare e di assicurare più elevati standard di produttività.

Replica

Ringrazio il Presidente e ringrazio il sottosegretario per la cortese risposta. Mi pare sia chiaro che a Verona c’è un problema, in particolare – non ho timori a dirlo, l'ha espresso anche lei nei numeri – manca una parte importante dell'efficacia e della certezza del diritto. Nel momento in cui faccio riferimento agli uffici NEP, all'UNEP, in cui non è possibile la notifica degli atti, si capisce bene che la rappresentazione esterna, la corrispondenza all'esterno dello Stato di diritto viene meno e questo non è possibile. L'ufficio di Verona è sottorganico, così come è stato detto, molto di più di quanto non lo sia la media nazionale, mentre il carico di lavoro è di tre volte superiore alla media nazionale, così come è stato calcolato dai soggetti interessati e, lo si rilevava anche dalla risposta, ciò è determinato dalla dinamicità dell'economia del territorio. 
Vi è anche una forte demotivazione negli uffici UNEP: il pagamento in ritardo degli straordinari, delle trasferte all'esterno, degli stipendi. Vi è una situazione che, a mio modo di vedere, andrebbe trattata anche a sé stante rispetto al complesso ordine dei provvedimenti al quale lei ha fatto riferimento. Esprimo un moderato ottimismo per il fatto che le assunzioni che questo Parlamento ha votato vanno nella direzione di poter rispondere a queste esigenze, purché la ripartizione sia sui carichi di lavoro, non necessariamente sulla pianta organica, perché sui carichi di lavoro l'ufficio NEP di Verona non ha eguali in territorio nazionale, quindi andrebbe corrisposta quell'esigenza. La speranza è che accanto al personale ci possano essere anche delle innovazioni per la velocità dei procedimenti perché anche questo incide sulla possibilità di quei lavoratori, di quegli impiegati, di poter svolgere all'esterno le proprie funzioni; oggi su 24, più o meno, una decina possono andare all'esterno a effettuare notifiche. Quindi effettivamente vi è una criticità che sta determinando anche delle contraddizioni tra lavoratori, tra i lavoratori e gli utenti, in particolare i professionisti. Quindi non vi è neanche quella serenità necessaria per poter svolgere il proprio il proprio lavoro. 
Quindi, ringrazio per la risposta e auspico che una parte importante di quelle assunzioni possa essere destinato all'ufficio NEP di Verona, affinché possa essere ripristinato lo Stato di diritto di cui non solo la nostra città, ma l'Italia, ha bisogno.