09/05/2016
Silvia Fregolent
3-02239

Per sapere – premesso che: 
nel luglio 2014 il settore fitosanitario regionale del Piemonte, in collaborazione con l'Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del lago Maggiore, ha predisposto un piano di monitoraggio del Popillia japonica, un pericoloso fitofago, al fine di verificare l'area interessata dall'infestazione; 
sono state rinvenute intere colonie dell'insetto nei comuni del Piemonte e la Lombardia quali Pombia, Marmo Ticino, Oleggio, Bellinzago, Cameri e Galliate, in provincia di Novara, su diverse essenze vegetali, quali olmo, pioppo, vite, nocciolo, gelso, quercia, soia, pomodoro, iperico, rovo, ortica, luppolo, rosa canina e malva; 
il Popillia japonica, conosciuto come coleottero scarabeide del Giappone, è un insetto esotico originario del Giappone, caratterizzato da una spiccata polifagia; 
i danni che produce alle colture sono costituiti da erosioni a carico delle foglie, dei fiori e dei frutti, mentre le larve si nutrono delle radici, preferibilmente di graminacee, costituendo un ennesimo attacco all'ecosistema; 
il focolaio è in una delle aree agricole più importanti del Paese dove si producono cereali per il consumo umano e per la zootecnia, oltre che vini, fiori e frutta e rappresenta un'altra grave problematica fitosanitaria, paragonabile per importanza alla crisi provocata dalla Xilella fastidiosain Salento, mettendo a rischio anche la commercializzazione dei prodotti vivaistici per i quali l'Unione europea potrebbe imporre il blocco della commercializzazione delle zone colpite; 
il problema non riguarda quindi solo il Piemonte e la Lombardia, ma assume dimensioni nazionali in considerazione della velocità di propagazione del contagio; 
il piano di contrasto predisposto da Piemonte e Lombardia è quantificabile in alcuni milione di euro per i prossimi tre anni per i quali diventa indispensabile reperire rapidamente risorse per sostenere sia i costi diretti per le attività di contenimento della diffusione dell'insetto, che per rimborsi ai produttori a compensazione dei danni subiti; 
il decreto-legge n. 51 del 2015, convertito dalla legge n. 91 del 2015, presenta anche «Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale»; 
nello specifico l'articolo 5 di tale decreto autorizza le aziende agricole, non coperte da polizze assicurative agevolate, a richiedere contributi compensativi a carico del Fondo di solidarietà nazionale in agricoltura qualora siano state colpite da infezioni di organismi nocivi ai vegetali negli anni 2013, 2014 e 2015 con priorità a quelle legate alla diffusione del batterio Xylella fastidiosa, del cinipide del castagno e della flavescenza dorata; 
per gli interventi a favore delle imprese danneggiate dalla diffusione del batterio della Xylella fastidiosa la dotazione del Fondo di solidarietà viene incrementata di 1 milione di euro per il 2015 e di 10 milioni di euro per il 2016 mentre gli interventi relativi alle altre fitopatologie è stata prevista un'integrazione del medesimo fondo per un importo di 10 milioni per il 2016 –: 
quali iniziative intenda assumere per contrastare con tempestività ed efficacia l'infezione causata dal fitofago Popillia japonica, prima che tale calamità assuma una rilevanza catastrofica in tutte le regioni del nostro Paese; 
se intenda assumere iniziative specifiche e prevedere stanziamenti economici mirati per indennizzare le aziende coinvolte; 
se non ritenga conseguentemente di assumere iniziative per inserire l'infestazione determinata dal Popillia japonica tra le infezioni degli organismi nocivi «prioritari» e previste dall'articolo 5 del decreto-legge n. 51 del 2015 citato in premessa. 
 

Seduta del 10 maggio 2016

Risponde Giuseppe Castiglione, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali, replica Silvia Fregolent

Risposta del governo

Signor Presidente, onorevoli colleghi, stiamo affrontando con tutti gli strumenti a disposizione la questione relativa alla diffusione nel nostro territorio dell'organismo nocivo da quarantena Popillia japonica. Nel nostro Paese la presenza di Popillia japonica è stata segnalata nel mese di luglio del 2014 nel Parco del Ticino, in un'area ricadente tra la regione Lombardia e la regione Piemonte. I competenti servizi fitosanitari regionali si sono prontamente attivati per condurre monitoraggi intensivi nelle aree colpite, sia sulle larve nel terreno che sugli adulti, al fine di definire l'estensione dell'infestazione e definire le misure fitosanitarie prioritarie da adottare. Sulla base dei dati di cattura delle trappole posizionate in tutta l'area, i predetti servizi hanno istituito ufficialmente una zona delimitata, costituita da una «zona infestata» e una «zona cuscinetto» circostante, e avviato un'attività di divulgazione. Considerato l'elevato rischio fitosanitario, la problematica è stata più volte discussa anche in ambito di comitato fitosanitario nazionale, dove sono state identificate le misure fitosanitarie da adottare in via prioritaria per contrastare il diffondersi dell'insetto, e rappresentata in ambito europeo, in particolare al Comitato fitosanitario permanente, il 27 e 28 ottobre del 2014. Pertanto, per rendere uniforme la disciplina su tutto il territorio nazionale e predisporre un monitoraggio capillare in tutte le regioni, abbiamo predisposto uno specifico decreto ministeriale relativo alle misure fitosanitarie di emergenza, condiviso nel comitato fitosanitario nazionale che ha espresso il parere favorevole nella seduta del 24 febbraio 2016. Il decreto ministeriale è attualmente in registrazione presso la Corte dei conti. Nello specifico, per le attività vivaistiche che ricadono nelle aree infestate sono state previste disposizioni fitosanitarie per lo spostamento dei vegetali e dei tappeti erbosi, in modo da evitare il trasporto passivo di larve dell'insetto presenti nel terreno associato alle radici. Peraltro, per definire le modalità di intervento più idonee in relazione alle dimensioni della popolazione di insetto nelle varie aree è stato concordato anche con le regioni interessate l'istituzione di uno specifico gruppo di lavoro tecnico-scientifico dove parteciperanno esperti, oltre che del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, dei servizi fitosanitari regionali e del mondo accademico. Allo stato attuale per le misure di supporto finanziario relative al contenimento dell'organismo nocivo è possibile intervenire attraverso i piani di sviluppo rurale delle regioni interessate, mediante interventi conformi all'articolo 18 del Regolamento comunitario UE n.1305/2013 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale. In particolare, tra le tipologie di supporto che la misura può coprire sono previsti, tra l'altro, gli investimenti per il ripristino del suolo agricolo e il potenziale produttivo di aree colpite da disastri naturali, da condizioni climatiche avverse, ma anche da eventi catastrofici. Faccio presente, inoltre, che il citato regolamento (articolo 21, comma 1, lettera c), e articolo 24) introduce anche misure di sostegno in campo forestale. Pertanto, considerando che le aree colpite dal parassita rientrano nell'ambito delle aree naturali protette annoverate nella Rete Natura 2000, tali misure potrebbero essere applicate anche al caso in esame e al caso in questione.

Replica

Grazie, signor Presidente, ringrazio il sottosegretario. Sì, la risposta è molto dettagliata ed esaustiva e ha colto molto bene il punto presente nell'interrogazione e sottoscritto da alcune colleghe e colleghi. Mi riferisco al dramma che sta vivendo la zona per la presenza di questo insetto che in un anno – nel 2014 erano stati stimati 26.000 esemplari adulti, nel 2015, 800 milioni – ha visto un diffondersi rapido, veramente devastante; si tratta di una zona di pregio, nel Parco del Ticino, tra due regioni, la regione Piemonte e la regione Lombardia che, effettivamente, si sono subito attivate al fine di poter risarcire i vivaisti e gli agricoltori che avevano subito un danno. Di questo ringrazio, in particolare, l'assessore Ferrero della regione Piemonte che ci ha sollecitato a intervenire con un'interrogazione per sensibilizzare il Governo che, però, vedo essere già attivato nel monitoraggio e in un tentativo di trovare la soluzione. Il vero problema della diffusione così rapida consta nel fatto che vicino, come lei ben sa, sottosegretario, c’è l'aeroporto di Malpensa che, probabilmente, attraverso i suoi voli, i suoi atterraggi, ha facilitato il diffondersi così rapido di questo insetto, perché non ci sono altre possibilità. Il fatto di aver previsto un'azione così capillare, di aver trovato una soluzione, sicuramente fa piacere a tutti gli agricoltori vivaisti che stando in una zona di parco hanno una zona di pregio e che vedrebbero, invece, in questo caso, le proprie culture deprezzarsi e venire meno. Soprattutto, c’è un interrogativo che però mi sembra di aver colto anche nella sua risposta; ormai sono sempre di più i casi di elementi patogeni, di insetti provenienti da Paesi tropicali o, comunque, non autoctoni del nostro Paese che danneggiano le nostre culture di pregio, le nostre foreste e le nostre piante e, quindi, probabilmente bisognerà, in quel tavolo che lei diceva, sottosegretario, oltre che affrontare il problema contingente di questo caso specifico, fare un'attività vera di prevenzione nei confronti di patologie che stanno insistendo, in particolare, in Italia, ma non solo, con insetti che non provengono da nostro Paese e che danneggiano in maniera profonda e immediata le nostre culture per la persistenza e per l'aggressività che questi hanno. Lei ricordava, effettivamente, come, in questo caso, addirittura, bisogna andare anche nel terreno, non soltanto nelle piante, per l'aggressività di questo insetto che effettivamente si ciba delle radici, delle foglie e delle cortecce delle piante. 
Pertanto, io la ringrazio per la sua puntuale risposta, so che, quindi, potrò dire alla regione Piemonte, grazie anche al fatto che farà parte del tavolo, che ho appreso che sicuramente ci sarà un monitoraggio continuo e costante con le regioni e sicuramente le chiederò, poi, in seguito all'emanazione del decreto, di vedere il risultato di questo decreto, alla fine, per la soluzione definitiva del totale debellamento dell'insetto.