21/02/2017
Andrea De Maria
3-02800

Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   la Società Fercam avrebbe dovuto acquisire l'azienda Artoni, attraversata da una difficile e complicata situazione finanziaria che avrà conseguenze drammatiche dal punto di vista occupazionale con la perdita di 586 posti di lavoro diretti e circa 2500 dipendenti di altrettante aziende in appalto;
   l'esame congiunto previsto dalla normativa vigente, articolo 47 della legge n. 428 del 1990, svoltosi il 10 febbraio 2017 è stato infruttuoso, ma non conclusivo, a causa di una posizione del tutto inusuale della società Fercam;
   infatti, la Fercam dichiarava al tavolo sindacale che il fitto di ramo e la successiva cessione, contrariamente alle comunicazioni di rito, avrebbe riguardato 400 unità lavorative e 22 filiali, anziché 39, stravolgendo di fatto la procedura che riguardava tutti i 586 dipendenti dell'intero perimetro aziendale e le 39 filiali operative, lasciando 170 lavoratori in balia delle onde quindi senza lavoro e senza salario;
   le segreterie nazionali di Filt/Cgil, Filt/Cisl e Uiltrasporti e l'intera delegazione presente al tavolo hanno insistito confermando il nulla osta per traguardare, con le tutele previste dalla norma, ex articolo 2112 c.c., tutti i 586 lavoratori dipendenti di Artoni e, nel contempo, si sono rese disponibili ad affrontare, a seguito della presentazione di un piano industriale da parte di Fercam, gli eventuali problemi legati alle eccedenze di personale;
   la posizione di rigidità assunta dalla Fercam ha fatto assumere una ulteriore proposta da parte del sindacato, consistente in una richiesta di congruo incentivo all'esodo per quei lavoratori non interessati al passaggio, e di ammortizzatori sociali conservativi per la restante parte;
   la società Fercam ha respinto tale proposta dichiarando la disponibilità ad erogare qualche mensilità e licenziare di fatto 170 lavoratori;
   nei giorni successivi si è appreso dalla stampa che la Fercam scaricava sulle organizzazioni sindacali tutte le responsabilità del mancato accordo, pur in assenza di una definitiva conclusione della procedura aperta;
   il 14 febbraio 2017 è stato convocato un incontro per il giorno 15 da Artoni per il prosieguo dell'esame congiunto, ma all'incontro le organizzazioni sindacali hanno constatato l'assenza della Fercam/Artoni srl, società che avrebbe dovuto assumere in fitto il ramo d'azienda;
   le stesse organizzazioni sindacali hanno dichiarato ad Artoni la volontà di addivenire ad un accordo sulla procedura, purché si rendesse disponibile a richiedere la cassa integrazione guadagni straordinaria per i restanti 170 lavoratori;
   le segreterie nazionali di Filt/Cgil, Filt/Cisl e Uiltrasporti, al fine di evitare ulteriori conseguenze negative per gli oltre 3.000 lavoratori, diretti ed indiretti, e l'aggravarsi della situazione sociale per la perdita del lavoro, hanno richiesto al Ministro dello sviluppo economico la urgente convocazione di un incontro di tutti i soggetti interessati per determinare un percorso condiviso e salvaguardare i livelli occupazionali e la condizione sociale delle maestranze interessate –:
   se il Ministro sia informato della grave situazione determinatasi nella vertenza in questione e quali iniziative di competenza intenda assumere in merito per tutelare i diritti e la dignità di tutti i lavoratori.