05/07/2017
Renzo Carella
Luciano Agostini, Carra, Romanini, Cova, Prina, Terrosi, Ferrari, Ferro, Gadda, Fiano, Fiorio, Mongiello, Pilozzi, Piazzoni, Minnucci e Tidei
3-03142

Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   gli agricoltori, allevatori di bufale ed i componenti della filiera agricola di base dell'allevamento bufalino dell'area di produzione della mozzarella di bufala campana Dop: Lazio, Campania, Puglia, Molise continuano a denunciare alle istituzioni ed alle autorità competenti in merito come il latte di bufala prodotto in Italia, e destinato alla trasformazione di mozzarella di bufala campana Dop sia nettamente inferiore ai quantitativi di mozzarella di bufala, sia DOP e sia non DOP, commercializzata dai caseifici; spesso a prezzi irrisori rispetto al costo di produzione, determinando una alterazione del mercato;
   occorre ricordare che per poter utilizzare la denominazione d'origine protetta, la mozzarella di bufala campana deve essere prodotta solo con latte fresco proveniente dalle seguenti regioni: dal Lazio, province di Roma, Frosinone, Latina, dalla Campania, province di Caserta, Benevento, Napoli e Salerno, dalla Puglia, provincia di Foggia, dal Molise, provincia di Isernia;
   in ogni caso, per contrastare realmente le sofisticazioni e le problematiche connesse e consequenziali, sono necessarie da parte delle Asl e dei Nuclei antisofisticazione azioni permanenti di controllo della filiera della mozzarella di bufala Dop e del sistema di produzione e di commercializzazione dei latticini di latte di bufala non Dop;
   il 4 maggio 2017 l'assemblea del consorzio per la tutela del formaggio mozzarella di bufala campana Dop, ha deliberato una nuova proposta di modifica al disciplinare della predetta mozzarella con designazione di Dop, allo scopo, tra l'altro, di prevedere la possibilità di introdurre, nel metodo di elaborazione della stessa, il condizionamento e la commercializzazione a temperature negative di –18 gradi centigradi (congelamento del prodotto), anche senza liquido di governo con obbligo di effettuare tale processo senza soluzioni di continuità nel corso della sua produzione e nello stesso stabilimento autorizzato;
   tale modifica del disciplinare è stata trasmessa al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per l'approvazione e la ratifica delle modifiche del disciplinare; si rileva che il marchio della mozzarella di bufala Dop è un bene immateriale di proprietà dello Stato italiano e per esso del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, essendo il frutto del lavoro e dell'esperienza degli agricoltori e trasformatori italiani;
   l'iniziativa sopra richiamata costituisce per gli interroganti quindi un non nuovo tentativo di «industrializzare» questo antichissimo prodotto rurale del Mezzogiorno d'Italia, correndo il rischio di banalizzarlo con grave danno soprattutto per gli allevatori di bufale che producono il latte in seno all'areale della suddetta Dop –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto descritto e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano assumere al fine di tutelare realmente i consumatori, gli allevatori ed i trasformatori di filiera contro quella che ad avviso degli interroganti costituisce una alterazione del mercato agro-alimentare della mozzarella di bufala Dop e Non-Dop italiana tuttora in atto;
   se il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali intenda dichiarare ufficialmente la contrarietà alle proposte di modifica del disciplinare di produzione della mozzarella di bufala Dop così come richiesto dal Consorzio di Tutela MBC DOP;
   se il Governo intenda assumere ulteriori iniziative per tutelare il marchio della mozzarella di bufala, anche tenendo conto degli impegni formulati nelle risoluzioni approvate dalla Camera dei deputati il 22 giugno 2016 a seguito dell'esame della Relazione sulla contraffazione nel settore della mozzarella di bufala campana della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo della Camera dei deputati, che hanno impegnato il Governo pro tempore ad intraprendere ogni iniziativa utile per rafforzare i controlli sugli operatori della filiera produttiva della mozzarella di bufala in Italia. 

 

Seduta di martedì 19 settembre 2017

Risposta del Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Andrea Olivero. Replica di Renzo Carella

Risposta

Presidente, onorevoli colleghi, con riferimento al sistema antifrode a tutela della mozzarella di bufala campana DOP, ricordo che il nostro decreto-legge n. 911 del 2014 ha introdotto strumenti che rendono più trasparente l'utilizzo della materia prima nelle fasi di produzione. La norma, infatti, rende obbligatoria la comunicazione dei quantitativi prodotti e lavorati da parte degli allevatori dei caseifici e degli intermediari, per la maggior tracciabilità dell'intero comparto produttivo. È resa, inoltre, obbligatoria la separazione fisica degli spazi di lavorazione del latte proveniente da allevamenti inseriti nel sistema di controllo della mozzarella di bufala campana DOP da quelli dove avviene la lavorazione di latte di altra provenienza. È stata istituita la piattaforma informatica “tracciabilità della filiera bufalina”, dove devono registrarsi allevatori, caseifici e intermediari. Circa poi la modifica del disciplinare della DOP mozzarella di bufala campana, si precisa che ogni modifica deve essere ampiamente giustificata e deve essere in linea con quanto previsto dal regolamento comunitario, mentre assume significativa rilevanza altresì il parere offerto dalle regioni competenti per il territorio, come pure l'evidenza pubblica della proposta di modifica. Il Mipaaf ha ricevuto in data 1° giugno 2017, dal Consorzio di tutela riconosciuto, la richiesta di modifica del disciplinare della mozzarella di bufala campana DOP, e al momento è in attesa dei pareri delle regioni competenti, come previsto dal decreto interministeriale succitato.

Si rassicura l'onorevole interrogante sul fatto che questo Ministero avrà cura di valutare che ogni proposta di modifica non pregiudichi il livello di qualità di uno dei prodotti più rinomati del made in Italy, e che negli ultimi anni sta registrando un trend positivo di crescita. Quanto ai controlli sugli operatori della filiera produttiva della DOP mozzarella di bufala campana, l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione delle frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), di questo Ministero, ha posto in essere cicli di controllo per verificare la corretta applicazione della normativa. Si è controllata l'iscrizione degli operatori al portale informatico, la corretta trasmissione dei dati sulle produzioni e movimentazione di latte bufalino e derivati, e la congruenza dei dati produttivi di allevamento con la consistenza dei capi nelle stalle e delle produzioni casearie con le quantità di latte impiegato.

 

Replica

Presidente, onorevole Olivero, sono parzialmente soddisfatto della risposta, e voglio continuare a rappresentare le preoccupazione degli agricoltori, degli allevatori di bufale e dei componenti della filiera della mozzarella DOP, che riguarda il Lazio, la Campania, la Puglia e il Molise, i quali continuano a denunciare alle autorità competenti come il latte di bufala prodotto in Italia sia nettamente inferiore alla mozzarella commercializzata. Devono essere attivati ulteriormente i controlli da parte delle ASL e dei nuclei antisofisticazione, per controllare la filiera della mozzarella DOP. Il prezzo di un chilogrammo di mozzarella, in alcuni supermercati, addirittura costa meno del quantitativo di latte necessario per produrlo. La cosa grave, a mio avviso, è la delibera che lei richiamava, del maggio 2017, del Consorzio per la tutela del formaggio mozzarella di bufala campana, che chiede la modifica del disciplinare della predetta mozzarella, allo scopo, tra l'altro, di prevedere la possibilità di introdurre nel metodo di preparazione il confezionamento e la commercializzazione a temperature di meno 18 gradi di paste. Questo vuol dire che si cerca di introdurre materiale non riferibile al territorio della DOP.

Tale modifica è stata trasmessa, come lei richiamava, al Ministero delle politiche agricole e alimentari, e io penso che occorra molta attenzione nell'accogliere questa richiesta. La mozzarella di bufala, vorrei ricordare, è un bene straordinario, limitato e prodotto in un preciso territorio, frutto del lavoro e dell'esperienza di agricoltori e allevatori italiani. Noi siamo preoccupati, e la ringrazio per quest'ennesima testimonianza di impegno al controllo, e, a tal fine, richiamo peraltro una risoluzione del Parlamento del giugno 2016, proprio in conseguenza dell'azione della Commissione di inchiesta sulle frodi. Siamo preoccupati dall'ennesimo tentativo di industrializzazione di questo antichissimo prodotto rurale del Mezzogiorno d'Italia: si corre il rischio, signor sottosegretario, di banalizzarlo, creando un danno agli allevatori che producono il latte nell'area della suddetta DOP. Noi chiediamo ancora un impegno straordinario del Governo per tutelare realmente i consumatori, gli allevatori, i trasformatori di filiera, contro quella che, a nostro avviso, costituisce un'alterazione del mercato agroalimentare della mozzarella di bufala DOP.