12/09/2018
Elena Carnevali
Bazoli, Berlinghieri
3-00153

Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da giorni i mezzi di informazione hanno acceso i riflettori in merito ai numerosissimi casi di polmonite che si stanno registrando nell'area della bassa bresciana orientale in particolare nei comuni di Carpenedolo, Montichiari, Calvisano, Visano, Acquafredda e Remedello diventata una «zona rossa»;

   si parla di circa 150 persone contagiate e si registra un aumento di persone ricoverate presso le locali strutture sanitarie;

   molte persone si stanno curando a casa, ma in numerosi casi, soprattutto quelli relativi a persone non più giovani, si è dovuto ricorrere al ricovero negli ospedali di Montichiari, Manerbio, Desenzano, Gavardo, Asola e Castiglione delle Stiviere e Mantova;

   i contagi risaltano essersi verificati nel giro di pochi giorni, in particolare nel periodo tra il 2 e il 7 settembre 2018 e ancora non è stata identificata la fonte dell'epidemia su cui stanno effettuando approfondimenti il personale dell'Agenzia di tutela della salute di Brescia con il supporto dell'Istituto superiore di sanità;

   la procura di Brescia avrebbe, sulla base di quanto riportano i media, aperto un'inchiesta per il reato di epidemia colposa sui casi di polmonite con i carabinieri del Nas chiamati a raccogliere i dati relativi ai contagi;

   il personale del dipartimento di veterinaria della competente azienda sanitaria ha proceduto a prelevare le carcasse di 25 anatre presso la Fossa Magna di Carpenedolo, uno dei paesi epicentro dell'ondata anomala di infezioni alle vie respiratorie, a seguito della moria di volatili registrate nei giorni scorsi per verificare un eventuale nesso;

   ha stupito e preoccupato, sino ad ora, il silenzio assordante da parte del Governo in merito a una epidemia che oggettivamente allarma l'opinione pubblica e che con l'apertura delle scuole pone una serie di ulteriori problemi per quanto riguarda prevenzione e la tutela della salute –:

   quali siano state le iniziative sino ad ora poste in essere dal Ministro in merito a suddetti casi di infezione e se non ritenga di promuovere, con la massima urgenza, un'azione più incisiva di coordinamento delle autorità competenti al fine di individuare al più presto le cause di suddetta infezione e assicurare la massima tutela della salute delle popolazioni interessate, anche con una capillare attività di informazione. 

Seduta del 29 gennaio 2019, Risposta del governo di Luca Coletto, Sottosegretario di Stato per la Salute, replica di Alfreo BazoIi

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Preliminarmente, desidero ricordare che il Ministero della Salute ha già avuto modo di illustrare a questa Aula, nel corso dell'informativa del 23 ottobre 2018, le numerose e complesse iniziative che da anni sono state condotte per far fronte ad un fenomeno, quello connesso alle forme morbose causate da legionella, sul quale è stata riposta, costantemente negli anni, la massima attenzione.

Ometto, dunque, in questa sede di illustrare nuovamente le iniziative per concentrarmi sugli episodi specifici segnalati nell'odierno atto ispettivo. Do notizia brevemente, innanzitutto, dei fatti e delle prime misure assunte in ambito territoriale.

In seguito alle segnalazioni di un numero anomalo di accessi per polmonite al pronto soccorso di alcuni presidi ospedalieri nelle aree interessate, l'Agenzia di tutela della salute di Brescia ha deciso, in data 7 settembre 2018, l'avvio di una campagna di prelievi di acqua presso i punti diretti degli acquedotti nei comuni nei quali si era verificata la maggioranza dei casi, al fine di effettuare una ricerca mirata del batterio della legionella, ipotizzata quale agente eziologico delle polmoniti.

Nelle giornate dell'8, 9 e 10 settembre 2018 sono stati conferiti al laboratorio di sanità pubblica ed analizzati complessivamente 119 campioni, di cui 63 prelevati presso abitazioni private e 56 in punti significativi delle reti acquedottistiche. Inoltre, poiché soprattutto nei primi giorni del manifestarsi dell'evento alcune persone che presentavano sintomi di polmonite sono state assistite a domicilio dal proprio medico di base, l'Agenzia di tutela della salute di Brescia, il 13 settembre 2018, ha dato indicazione ai medici degli ambiti territoriali di Montichiari e Leno di invitare i propri assistiti, con diagnosi di polmonite ed esame radiografico positivo, a sottoporsi ad approfondimenti diagnostici per la ricerca sui liquidi biologici degli antigeni di agenti patogeni per la polmonite, quali l'antigene urinario della legionella e l'antigene urinario dello pneumococco e la ricerca sierologica per la legionella.

Contestualmente, a partire dall'11 settembre, è stato anche avviato il prelievo di campioni d'acqua presso alcune ditte aventi torri di raffreddamento; dunque presso tre ditte site nei comuni di Montichiari, Calvisano e Carpenedolo, nei giorni 11 e 12 settembre 2018, sono stati prelevati complessivamente 10 campioni d'acqua dalle torri di raffreddamento e 59 campioni da altri punti di utilizzo di acqua. Le indagini ambientali sono proseguite nei giorni successivi in altre ditte.

In considerazione della distribuzione geografica dei casi di polmonite, che si sono concentrati lungo l'ansa del fiume Chiese, l'Agenzia di tutela della salute di Brescia ha deciso anche di campionare l'acqua del fiume in vari punti del suo corso e di alcuni vasi irrigui da esso derivanti.

Alla data del 28 settembre 2018, i campioni complessivamente posti in semina nel laboratorio della sanità pubblica dell'Agenzia di tutela della salute di Brescia erano 493 e i casi complessivi di polmonite giunti al pronto soccorso erano 651 e per il 74,2 per cento dei casi si è reso necessario il ricovero, cioè 483 casi.

Bisogna rimarcare che da tale attività di indagine risultava l'assenza di positività in tutti i campioni di acqua prelevati da acquedotti e punti di rete, mentre gli esiti riguardanti le torri di raffreddamento, positivi in 9 casi su 10, hanno determinato le locali Agenzie di tutela della salute a chiedere ai sindaci dei comuni coinvolti l'emissione di un'ordinanza contingibile e urgente a carico delle ditte per un intervento di sanificazione degli impianti.

Preme far presente che, in tutte le summenzionate attività, le Aziende per la tutela della salute di Brescia e Val Padana sono state supportate dall'Istituto superiore di sanità, che, in conformità alle indicazioni e alle linee-guida vigenti, ha confermato le diagnosi, la tipizzazione degli isolati ed ha partecipato a due teleconferenze che avevano come obiettivo la consultazione e la condivisione delle informazioni e dei dati disponibili.

In tali occasioni, l'Istituto superiore di sanità ha fornito alle Agenzie e alla regione Lombardia i suggerimenti tecnici di carattere epidemiologico e microbiologico per il proseguo dell'indagine, nonché in merito alle attività epidemiologiche rivolte all'identificazione della fonte dei casi di legionellosi.

Dai dati attualmente disponibili, l'Istituto segnala, dunque, che non è ancora possibile identificare la fonte che ha determinato l'evento. Di converso, dal novembre 2018, il numero di casi di legionellosi nel territorio delle citate agenzie, è tornato di nuovo quello atteso.

In effetti, ad esclusione della correlazione osservata tra i ceppi di origine umana appartenenti al sottotipo ST 1455 con i ceppi di origine ambientale isolati nel fiume Chiese, i ceppi isolati dalle altre possibili fonti di contagio sono diversi tra loro e non hanno alcuna correlazione con i ceppi isolati nei pazienti.

In conclusione, si ha ragione di ritenere che l'evento epidemico in esame sia molto complesso poiché più fonti hanno concorso al verificarsi dei casi di legionellosi e dei casi di polmonite di diversa eziologia, per di più in un contesto meteorologico tale da favorire la dispersione di legionellosi nell'ambiente.

Anche per tali motivi, l'Istituto superiore di sanità ha, da ultimo, suggerito alla regione Lombardia di effettuare di nuovo i campionamenti presso i siti risultati negativi, prelevando quantità maggiori di acqua, circa due litri, in quanto nell'ipotesi che gli impianti siano stati disinfettati, la legionella potrebbe essere in bassa carica.

L'Istituto ha anche proposto di effettuare indagini su impianti di depurazione delle acque e di verificare come le acque reflue vengono smaltite o eventualmente riutilizzate. Tali indagini sono tuttora in corso.

Concludo dando piena assicurazione in merito all'impegno, che continuerà ad essere garantito, al prosieguo delle iniziative che sono state illustrate e che testimoniano un proficuo livello di coordinamento tra le autorità sanitarie locali e l'Istituto superiore di sanità, cui tutti riconoscono un profondo patrimonio scientifico ed esperienziale, tra gli altri, nello specifico campo della sorveglianza epidemiologica della legionellosi.

Replica

Grazie Presidente, sono un po' preoccupato dalla risposta, che attesta l'attività che è sta fatta dalle Aziende locali e anche dall'Istituto superiore sanità, ma che, come temevo, non ci fornisce una risposta sulla causa di questa epidemia di polmonite che si è registrata nel bresciano nel settembre scorso.

Il sottosegretario ha citato un po' di numeri, ma credo che, per far capire la dimensione del fenomeno, sia il caso di sottolinearne alcuni altri, perché l'epidemia ha riguardato una porzione di territorio abbastanza limitata, cioè l'area sud-orientale della provincia di Brescia e l'alto mantovano, ma la cosa particolare di questa epidemia è che ha riguardato, in particolare, sette comuni della provincia di Brescia, della bassa bresciana sudorientale, nei quali si sono registrati in totale 363 casi di polmonite, contro una media di circa 20, 30, 40, negli stessi periodi corrispondenti.

Quindi c'è stata un'epidemia improvvisa e della quale ancora, come purtroppo la risposta all'interrogazione ci ha testimoniato, non conosciamo le cause, nonostante l'impegno profuso. Ricordo che una settimana dopo che si registrò questa epidemia l'assessore al welfare di regione Lombardia fece una dichiarazione molto imprudente e incauta, perché disse che la causa era da ricercarsi nelle torri di raffreddamento di alcune aziende limitrofe al territorio. Oggi ci viene confermato, invece, che probabilmente non è lì che si annida la causa dell'epidemia, cioè non è dentro quelle torri che si annida il batterio che ha causato poi questa epidemia. E però, detto che lì non c'è la causa, ancora non sappiamo quali sono le cause prossime di un'epidemia che ha generato una vasta preoccupazione, ovviamente, nei territori interessati, che ha causato numerose patologie, anche con grandi conseguenze a carico di chi è stato colpito, perché c'è stato almeno un decesso che è certamente dovuto a questa epidemia.

Ed è preoccupante il fatto che ancora oggi non abbiamo alcuna certezza. Qualcuno ha detto che è stato un caso unico al mondo, e quindi, probabilmente, anche questo testimonia dell'eccezionalità dell'evento, ma il fatto che ad oggi, dopo molti mesi dall'evento, ancora le autorità non siano in grado di indicarci qual è la causa ovviamente non rassicura le popolazioni interessate, anzi, desta ulteriore preoccupazione. E non vorremmo che nelle attività anche di indagine e di verifica dell'Istituto superiore di sanità avesse inciso anche il fatto che in questi mesi l'istituto è stato interessato, da un lato, dall'azzeramento del Consiglio superiore, dall'altro lato, dalle dimissioni dei vertici, che, probabilmente, non hanno aiutato anche a svolgere al meglio il suo compito.

Quindi, noi prendiamo per buono l'impegno che è stato testimoniato e ribadito qui dal sottosegretario, però ci teniamo a ribadire che per questi territori è fondamentale riuscire a arrivare in tempi brevi a una verifica puntuale, a un accertamento puntuale delle cause, perché questo consentirebbe di rasserenare la popolazione e anche di avere qualche elemento in più per capire come prevenire ulteriori episodi come questi.