21/07/2017
Luisella Albanella
Berretta
3-03179

Al Ministro dell'interno, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   come si apprende dagli organi di stampa, da giorni è previsto l'arrivo al porto di Catania della nave C-Star, lunga 40 metri, costruita nel 1975, battente bandiera dello Stato africano di Gibuti;
   tale imbarcazione a quanto risulta sarebbe stata noleggiata dal gruppo dichiaratamente razzista e xenofobo «Generazione Identitaria» al fine di respingere, attraverso azioni paramilitari, i migranti che tentano di attraversare il mar Mediterraneo, intralciando così i preziosi salvataggi delle organizzazioni non governative delle navi umanitarie, sempre più criminalizzate;
   la sosta nel porto di Catania o di altri porti siciliani sarebbe stata funzionale all'imbarco delle provviste necessarie alla «missione» e all'imbarco di «volontari» arruolati nell'operazione paramilitare;
   apparirebbe, dunque, molto grave, come sottolineato in un appello alle autorità competenti firmato da numerose associazioni, se si concedesse l'attracco e l'utilizzo delle infrastrutture pubbliche a organizzazioni che hanno l'intento di compiere azioni paramilitari nel mar Mediterraneo, intercettando imbarcazioni di migranti e arrogandosi il diritto di intervenire consegnando i naufraghi alla guardia costiera libica e violando di fatto l'obbligo di legge che vuole l'accompagnamento verso il porto più sicuro, che non è certo quello libico;
   la città di Catania rappresenta, da anni, un fulcro vivo di contaminazione culturale. È una città in cui le comunità di migranti sono riconosciute, organizzate e danno il proprio contributo per la costruzione di un futuro di pace per questa città. Le finalità di organizzazioni del genere non possono essere avallate, men che meno in un periodo storico in cui la paura del futuro lascia spazio a speculazioni retoriche di movimenti ed organizzazioni reazionarie e nostalgiche che tentano di convincere i cittadini che un futuro dignitoso potrà essere costruito solo se tutti si impegneranno a far soccombere i più deboli –:
   se i Ministri interrogati, nell'ambito delle proprie competenze, non ritengano di dovere mettere in campo tutte le iniziative utili ad impedire l'utilizzo, adesso e nel futuro, delle infrastrutture portuali alla nave C-Star, attualmente nella disponibilità dell'organizzazione «Generazione Identitaria», anche al fine di evitare che la presenza di una nave non coordinata con la Guardia costiera possa ostacolare le operazioni di salvataggio con grave pericolo per i naufraghi e per il personale preposto

 

Seduta di martedì 19 settembre 2017

Risposta del Vice Ministro Filippo Bubbico. Replica di Gea Schirò.

Risposta

Signor Presidente, in relazione alle interrogazioni poste dagli onorevoli Schirò, Albanella, Berretta e Burtone, che si discutono, come già da lei annunciato, congiuntamente, in quanto vertenti su analoga questione, informo che, effettivamente, nei mesi scorsi alcuni sodalizi del circuito identitario europeo, Generazione Identitaria, avevano avviato una mobilitazione con l'asserito fine di difendere l'Europa dall'invasione di centinaia di migliaia di clandestini, a loro dire agevolata dalle organizzazioni non governative che prestano attività di soccorso dei migranti nel Mar Mediterraneo.

L'attività investigativa svolta dalle questure interessate, con il supporto conoscitivo assicurato dal circuito di collaborazione internazionale di polizia, ha consentito di accertare che esponenti del citato circuito identitario avevano, effettivamente, noleggiato una nave, la C-Star, con l'intento di raggiungere, alla fine di luglio, il porto di Catania per imbarcare alcuni militanti e rinnovare la medesima azione dimostrativa che il 12 maggio era stata messa in atto nei confronti della motonave Aquarius, appartenente alla organizzazione SOS Mediterranée. Secondo elementi di informazione provenienti anche da fonti aperte, la C-Star noleggiata in vista di tale azione sarebbe dovuta partire da Gibuti nella seconda metà di luglio, fare scalo a Cipro, per poi approdare a Catania, dove avrebbe dovuto imbarcare alcuni militanti e proseguire il viaggio verso le coste libiche. In realtà, sulla base degli elementi acquisiti, è emerso che la nave non è mai arrivata nel porto di Catania; la capitaneria di porto etnea ha infatti comunicato che non è stata mai inoltrata alcuna comunicazione di prearrivo presso lo scalo etneo della nave C-Star.

La questura ha precisato, inoltre, che, in quei giorni, l'imbarcazione, dopo una iniziale tappa al largo di Creta, si è diretta nei mari prospicienti la Libia, come è emerso dalla localizzazione tramite trasponder, e ha terminato il percorso al largo di Malta.

Rappresento, poi, che il Ministero della giustizia interessato sulla questione ha riferito che il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catania, alla notizia del paventato approdo della nave C-Star, ha avviato immediatamente le opportune indagini di coordinamento con la questura. Preciso, inoltre, che nei giorni 22 e 28 luglio si sono svolti senza alcun problema per l'ordine pubblico la conferenza stampa organizzata dalla rete antirazzista catanese e il presidio nei pressi della prefettura, organizzato da alcune sigle sindacali, con l'obiettivo di rendere pubblicamente nota l'opposizione dei movimenti antirazzisti etnei alla annunciata iniziativa del movimento Generazione Identitaria.

Assicuro, infine, che la situazione continuerà a essere attentamente monitorata, al fine di impedire eventuali azioni di disturbo in mare e, più in generale, per prevenire ogni eventuale turbativa dell'ordine e della sicurezza pubblica.

 

Replica

Grazie, Presidente; signor Vice Ministro, grazie di essere qui. Mi dichiaro parzialmente soddisfatta dalla ricostruzione storica di come possa essere avvenuto il noleggio e in ogni caso di come questi ragazzi, questi ventenni tedeschi siano arrivati a scegliere di noleggiare una barca per compiere un gesto simile. Questo perché mentre gli storici hanno bisogno di fatti emblematici, cioè di un grande fatto che venga spiegato, i sociologi hanno bisogno di fenomeni di massa; noi qui siamo di fronte a due fenomeni di massa che si contrappongono, da una parte, la crescente intolleranza, rappresentata come massima espressione da questo fatto e, dall'altro, il fenomeno migratorio e, quindi, questa migrazione verso il nord del Mediterraneo che, davvero, è diventata la nostra maggiore preoccupazione.

Non possiamo nemmeno, quando analizziamo questi fenomeni, utilizzare il senno di poi, perché il cosiddetto senno di poi - avremmo potuto, avremmo dovuto, cosa avremmo dovuto fare con i migranti o con l'intolleranza - fa travisare sia l'interpretazione dei fatti passati che la lettura di quei fatti. Per cui bisogna reagire subito, immediatamente, non solo stigmatizzando, ma agendo. Non sappiamo esattamente cosa avrebbe fatto la capitaneria di porto di Catania, dalla sua lettura, comunque, al contrario, mi dichiaro soddisfatta e ci dichiariamo soddisfatti, parlo anche a nome dei colleghi, delle politiche marittime di collaborazione costruttiva con la Guardia costiera, anche quella libica, al netto del rispetto del diritto internazionale e del diritto del mare. Ove questi diritti vengano infranti, ovviamente c'è qualcosa che non va.

Siamo ovviamente convinti che questa sia solo una parte del cosiddetto “problema dei migranti”, complementare e non avulso dalla soluzione dei problemi dei migranti, della tratta e del trasporto dalle aree subsahariane. Sono sicura che ciò che per noi è un problema, anzi il principale problema di ordine sociale - siamo sicuri, anzi, non: sono sicura - sia lo stesso per l'Unione africana. Siamo convinti che il futuro prossimo del dramma euro-africano, perché è un dramma che coinvolge a pieno titolo sia l'Europa che l'Africa, debba essere affrontato con un dialogo e una riflessione continua tra gli Stati dell'Unione europea e quelli dell'Unione africana. Da parte nostra dobbiamo continuare incessantemente ad educare e a diffondere la cultura della tolleranza, e una continua lotta all'antisemitismo, e dell'apertura. Questa legislatura ha dimostrato che si possono ampliare sempre di più i diritti, dobbiamo continuare a fare questo lavoro e continuare su questa strada non soltanto con il lavoro poliziesco, ma con una rivoluzione culturale che ci deve continuare ad accompagnare.