04/09/2018
Alberto Losacco
3-00149

Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'interrogante in data 30 dicembre 2017, a seguito dell'uccisione della signora Anna Rosa Tarantino a Bitonto vittima incolpevole di un regolamento di conti tra malavitosi, sollecitò il Governo a promuovere una riunione specifica del competente Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico per affrontare le delicate questioni di sicurezza del comprensorio bitontino;

   la riunione si tenne e partecipò il Ministro dell'interno pro tempore Minniti che assicurò il potenziamento degli organici delle forze dell'ordine di stanza a Bitonto;

   si apprende anche attraverso la stampa che 75 poliziotti di quel contingente inviato a Bitonto sarebbero stati dirottati a Bari per fronteggiare la situazione del quartiere Libertà;

   il sindaco di Bitonto ha manifestato tutta la sua preoccupazione per questa decisione che indebolirebbe l'azione di controllo del territorio addirittura paventando le proprie dimissioni;

   al di là della provocazione di cui in premessa è evidente la necessità di assicurare al territorio bitontino adeguata copertura da parte delle forze dell'ordine;

   la politica degli annunci si rivela una maldestra operazione di spostamenti all'interno degli stessi numeri –:

   se corrisponda al vero ciò di cui in premessa e quali iniziative intenda assumere per assicurare il mantenimento dell'attuale contingente di forze dell'ordine di stanza a Bitonto e per inviare altre risorse per affrontare le criticità presenti al quartiere Libertà di Bari. 

Seduta del 6 novembre 2018

Risposta del governo di Giusepe Gaietti, sottosegretario di Stato per l'Interno, replica di Alberto Losacco

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, a seguito dell'omicidio dell'anziana signora Annarosa Tarantino, vittima incolpevole di un conflitto a fuoco avvenuto a Bitonto il 30 dicembre del 2017, che aveva come obiettivo un pregiudicato del luogo rimasto ferito, lo Stato ha posto in essere una risposta improntata alla massima durezza nei confronti di un crimine così efferato ed inaccettabile. Oltre che sul piano dell'azione investigativa, volta ad assicurare alla giustizia gli autori del grave fatto di sangue, il Ministero dell'Interno dispose nella circostanza il potenziamento degli organici delle forze dell'ordine operanti in quel comprensorio, con invio a Bitonto di un congruo numero di uomini.

Sotto il primo profilo, lo scorso 17 marzo, al termine di un'articolata attività investigativa sull'omicidio della signora Tarantino, sviluppata di concerto tra le squadre mobili della questura di Bari, il commissariato di pubblica sicurezza di Bitonto ed il reparto investigativo dell'Arma dei carabinieri di Bari, è stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del locale tribunale su conforme richiesta della DDA, nei confronti degli esecutori materiali, mandanti ed organizzatori del grave fatto di sangue, tra cui Domenico Conte, capo dell'omonimo clan, inizialmente sfuggito alla cattura, ma poi tratto in arresto il 27 maggio successivo.

Per quanto attiene, invece, alla strategia adottata per conferire maggiore incisività all'attività di prevenzione e contrasto di ogni forma di illegalità sul territorio, piuttosto che incrementare la forza in organico diluendola presso i singoli presidi delle forze territoriali, si è preferito puntare su massicci servizi interforze di controllo straordinario del territorio, spesso nella modalità cosiddetta “alto impatto”, programmati e coordinati settimanalmente con turnazione sulle 24 ore, anche con l'impegno di reparti speciali di tutte le forze di Polizia.

Il risultato di tale scelta e del rafforzamento del dispositivo in atto è stato particolarmente efficace, ed appare evidente se si raffrontano i dati dell'impegno dei reparti prevenzione crimine, che hanno fatto registrare la realizzazione di 265 interventi nei primi nove mesi di quest'anno, a fronte dei 31 del medesimo periodo dell'anno precedente.

L'efficacia di tale modello di intervento è stata peraltro testimoniata dall'aumento considerevole, nell'intero comprensorio di Bitonto, del numero delle persone identificate, arrestate, indagate in stato di libertà e controllate in quanto sottoposte a misure di prevenzione, oltre che dall'aumento di sequestri di droga, armi ed automezzi: attività che hanno portato ad una generale riduzione della delittuosità nei primi otto mesi dell'anno in corso rispetto all'analogo periodo del 2017, riduzione che si attesta complessivamente al meno 16,9 per cento, con diminuzione particolarmente significativa per gli omicidi volontari, le rapine e i furti in abitazione.

Sulla base di quanto fin qui descritto, se da un lato pare comprensibile il disappunto espresso dal sindaco di Bitonto in merito alla riduzione del contingente interforze operativo in quel comprensorio, dall'altro va rilevato che la situazione in quello specifico contesto territoriale appare al momento recuperata sotto il profilo dell'ordine e della sicurezza pubblica.

Per tale motivo, confermo che, in ragione delle nuove pressanti criticità nel frattempo emerse nella città di Bari, ferma restando l'attenzione riservata al comune di Bitonto attraverso il coordinamento e l'attento monitoraggio operato dalle forze dell'ordine localmente dislocate, è stata effettivamente disposta la riduzione del contingente interforze inizialmente assegnato al presidio di quel territorio, garantendo l'impegno del 25 per cento della forza inizialmente dislocata, e destinando il restante 75 per cento al potenziamento dell'azione di controllo presso i quartieri di Bari, dove si è registrata nell'ultimo periodo una particolare recrudescenza dei fenomeni criminali.

La rimodulazione delle aliquote interforze ha comunque garantito un adeguato livello di controllo ed un'attuale dislocazione in quel comprensivo di complessivi 93 agenti tra Polizia di Stato, Arma dei carabinieri e Guardia di finanza, a fronte di una previsione tabellare di 103 unità.

In tale quadro, nell'assicurare che il Ministero continuerà a riservare la massima attenzione alla situazione di quel comprensorio, sottolineo che un ulteriore segnale in tale direzione sarà rappresentato dal previsto piano di potenziamento delle forze dell'ordine sull'intero territorio nazionale, che lo stesso Ministro Salvini si è impegnato a realizzare, e che servirà a rivalutare anche per il territorio di Bitonto l'adeguatezza del suo contingente di uomini e mezzi.

Replica

Presidente, ringrazio il sottosegretario per aver chiarito almeno alcuni punti. Il prossimo 30 dicembre sarà trascorso un anno dall'uccisione della signora Anna Rosa Tarantino a Bitonto, vittima incolpevole di un regolamento di conti tra malavitosi, lei usata come scudo umano, di ritorno dalla messa mattutina: un episodio drammatico, che portò all'attenzione dei media nazionali la tragica situazione dell'ordine pubblico e dell'aggressività di clan criminali nella città di Bitonto.

Da deputato della XVII legislatura presentai un'interrogazione all'allora Governo Gentiloni per chiedere il potenziamento delle forze dell'ordine di stanza Bitonto e promuovere una riunione specifica del competente Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, per affrontare le delicate questioni di sicurezza del comprensorio bitontino, un comprensorio che comprende 60 mila abitanti e oltre. La riunione si tenne a gennaio, e partecipò il Ministro dell'interno Minniti, che assicurò il potenziamento dell'organico delle forze dell'ordine di stanza a Bitonto e assicurò anche una gestione diretta, assicurò la disponibilità a seguire direttamente tutte le riunioni e le istanze che venivano da quel territorio.

La risposta a questo atto di sindacato ispettivo giunge dopo diversi mesi, e siamo rimasti sorpresi e preoccupati quando abbiamo appreso dalla stampa che 75 poliziotti di quel contingente inviato a Bitonto dal Governo Gentiloni sarebbero stati dirottati a Bari per un'altra emergenza, per fronteggiare la situazione del quartiere Libertà, registrando lo sconcerto del sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, che addirittura aveva minacciato le proprie dimissioni.

Non mi unisco al coro di chi ha sottolineato come questo spostamento di forze evochi alla memoria altri periodi storici, con cui si riscontrano affinità: allora, lo si faceva con i carri armati, oggi con le forze di polizia.

Ma appunto, senza cadere in questa sterile polemica, è chiaro e scontato che la politica degli annunci porti inevitabilmente a situazioni di questo tipo, e abbia in ogni caso come corollario quello di mettere in atto operazioni quantomeno maldestre.

Riteniamo che la sicurezza sia una condizione essenziale per le nostre comunità: Bitonto, Bari, come l'intera area metropolitana del capoluogo pugliese, hanno bisogno di certezze sui numeri dei contingenti delle forze di polizia.

Questo vale per tutte le specialità: vale per la Polfer, per la Polizia postale, che proprio pochi giorni fa ha compiuto un'importante operazione, salvando un adolescente barese da un possibile suicidio per quel pericoloso gioco su Internet; vale per l'Arma dei carabinieri, per la Guardia di Finanza e per la Polizia penitenziaria.

Sappiamo le difficoltà, perché non siamo abituati a speculare in termini politici, ma al tempo stesso sappiamo quanto sia delicata la questione sicurezza, in modo particolare per questo territorio.

Spostare il contingente da Bitonto a Bari avrebbe avuto il sapore della beffa, e di uno schiaffo alla memoria della signora Tarantino. Non è sufficiente una passeggiata con selfie del Ministro Salvini a risolvere i problemi che riguardano la sicurezza dei territori: serve un patto tra istituzioni, serve un patto che coinvolga anche la scuola, la Chiesa e tutte le centrali educative. Serve un patto perché non possiamo assistere attoniti alla performance in rete proprio in quel quartiere Libertà di Bari di quel ragazzino che inneggiava alla malavita e che si fa chiamare “Giovanni Malavita”, insultando la Polizia. Ma attenzione, perché se a mancare di parola per primo è lo Stato, allora siamo davvero in procinto di condannare questi territori senza possibilità di recupero.