20/07/2016
Giovanni Burtone
Battaglia e Cuomo
3-02412

Per sapere – premesso che: 
le organizzazioni sindacali degli agenti di polizia penitenziaria hanno segnalato un nuovo episodio di violenza all'interno dell'istituto penitenziario di Potenza; 
due detenuti sono stati aggrediti da altri detenuti durante la fruizione del passeggio; 
tutti i coinvolti risultano essere di nazionalità italiana; 
uno degli aggrediti è stato costretto al ricovero presso l'ospedale San Carlo di Potenza; 
si tratta di un ennesimo atto di violenza che suscita preoccupazione dopo diversi episodi che l'interrogante ha già segnalato attraverso atti di sindacato ispettivo ancora in attesa di risposta e che hanno visto coinvolti agenti di polizia penitenziaria; 
le carenze di personale ormai strutturali risultano essere insostenibili e si sono ulteriormente aggravate –: 
anche alla luce dei nuovo episodio di violenza registrato in questi giorni, quali iniziative il Governo intenda assumere, con la massima urgenza, per un potenziamento degli organici in servizio presso la casa circondariale di Potenza ed anche presso gli altri istituti (Matera e Melfi) presenti in Basilicata.

Seduta del 7 febbraio 2017

Risponde Cosimo Maria Ferri, Sottosegretario di Stato per la Giustizia replica Giovanni Mario Salvino Burtone

Risposta del governo

Buongiorno, Presidente. Con gli atti ispettivi in discorso, gli onorevoli interroganti, nel segnalare due eventi critici occorsi all'interno della casa circondariale di Potenza, lamentano la carenza di organico, di polizia penitenziaria presso gli istituti della regione Basilicata, incluso quello potentino, chiedendo di conoscere quali iniziative il Governo intenda assumere per fronteggiarla. Con specifico riguardo al primo episodio, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha riferito che il 21 dicembre del 2015 due detenute hanno aggredito un assistente di polizia penitenziaria e, grazie alla pronta reazione di quest'ultima e del personale occorso in suo aiuto presso la Sezione, le recluse hanno desistito dal tentativo di strangolamento messo in atto. Dopo le prime cure prestate dal sanitario di turno, l'assistente è stata ricoverata presso il locale nosocomio da cui veniva dimessa il 31 dicembre con una prognosi di tre mesi di riposo, cure ed accertamenti periodici. A seguito di tale aggressione, le detenute sono state trasferite una presso l'Istituto di Taranto, l'altra presso l'Istituto di Castrovillari ed è stato loro applicato il regime di sorveglianza particolare. Con riguardo invece all'episodio del 18 luglio 2016, il citato Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha riferito che il detenuto Domenico Leovino è stato aggredito ai cosiddetti passeggi da altri detenuti e che, grazie al tempestivo intervento del personale di sorveglianza, egli è stato immediatamente soccorso ed inviato al locale nosocomio, da dove poco dopo ha fatto rientro con la diagnosi di trauma cranico facciale senza obiettivi di lesione, guaribili in sette giorni e senza necessità del ricovero. Il DAP ha anche riferito che i colpevoli dell'aggressione sono stati individuati e sottoposti a procedimento disciplinare, all'esito del quale sono stati trasferiti dal Provveditorato regionale ad altra sede, al fine di evitare la contrapposizione di diversi clan malavitosi. 
Tanto premesso, in ordine alla riferita presenza presso l'Istituto di Potenza di detenuti con gravi problemi psichiatrici, che contribuirebbe ad aggravare l'impegno della Polizia penitenziaria, va preliminarmente rilevato che tale circostanza si riscontra con frequenza anche presso altri istituti penitenziari del nostro Paese. Tuttavia, con specifico riguardo alla casa circondariale di Potenza, va segnalato che presso tale struttura è garantita dall'ASL competente la presenza di un medico specialista psichiatra per 42 ore mensili. Ciò assicura, non solo un'adeguata gestione dei detenuti affetti da patologie psichiatriche, ma anche la tempestiva segnalazione dei medesimi all'autorità giudiziaria per gli eventuali conseguenti provvedimenti di legge. Merita inoltre segnalare che nella regione Basilicata è già da tempo pienamente operativa la REMS di Tinchi, in provincia di Matera, che offre una disponibilità di dieci posti. La presenza di tale struttura contribuisce infatti ad alleggerire la situazione delle carceri della Basilicata, consentendo di dare ospitalità nei casi consentiti dalla legge a detenuti affetti da patologie psichiatriche. Con specifico riguardo invece alla lamentata carenza di personale di polizia penitenziaria in servizio presso l'istituto della Basilicata, dalle informazioni assunte dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria emerge che, nella casa circondariale di Potenza, a fronte di un organico di 147 unità, ne sono presenti 121, nella casa circondariale di Melfi, a fronte di un organico di 176 unità, ne sono presenti 145, nella casa circondariale di Matera, a fronte di un organico di 120 unità, ne sono presenti 101. 
Va precisato che la carenza di personale, soprattutto nei ruoli degli ispettori dei sovrintendenti, rappresenta una criticità che si ripropone in maniera analoga in tutti gli altri istituti penitenziari. Si rassicura però che il competente Dipartimento segue attentamente, in maniera costante, la situazione, adottando ogni possibile iniziativa atta a migliorare le condizioni di lavoro del personale. A tal fine, provvede tra l'altro da assegnare agli istituti delle ore di straordinario che corrispondono ad un apporto lavorativo di diverse unità di personale al giorno. Con specifico riguardo agli istituti della Basilicata, per l'anno 2015, sono state assegnate 63.400 ore di lavoro straordinario, tutte consumate, e per l'anno 2016 ne sono state assegnate 60.400, anche tutte queste realizzate, di cui 34.000 all'Istituto di Potenza. Tra l'altro, colgo l'occasione, a nome del Ministero, per ringraziare la polizia penitenziaria per il lavoro che sta effettuando con grande professionalità anche negli istituti di tutto il territorio e quindi con grande sacrificio perché, grazie a queste ore di straordinario, si cerca di supplire in qualche modo alla carenza degli organici. 
Preme comunque rassicurare tutti gli onorevoli interroganti che le criticità specificamente rilevate per gli istituti della Basilicata saranno tenute nella più attenta considerazione in occasione delle nuove assegnazioni. Infatti, con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 19 ottobre 2016, l'amministrazione penitenziaria è stata autorizzata ad assumere n. 887 unità di agenti vincitori di concorso e, nell'ambito di tale quadro assunzionale, il decreto-legge n. 244 del 30 dicembre 2016, decreto «milleproroghe» in corso di conversione, ha previsto la proroga sino al dicembre 2017 della validità delle graduatorie dei concorsi banditi, ai sensi dell'articolo 2199 del codice dell'ordinamento militare, pubblicato in data non anteriore al 1o gennaio 2012. Quindi anche questa norma, che riteniamo importante per rispondere a queste esigenze, sarà oggetto in sede di conversione, anche in questo ramo del Parlamento, del decreto «milleproroghe», quindi si ringraziano già in anticipo i signori parlamentari per l'attenzione che vorranno prestare anche a questa norma. La conversione del richiamato decreto-legge n. 244 del 2016 consentirà all'Amministrazione – e questo è un altro aspetto che intendo sottolineare per dimostrare l'impegno del Governo e l'attenzione del Ministero della giustizia a questo tema della carenza del personale anche all'interno del Corpo di Polizia penitenziaria e quindi essenziale nel ruolo per la sicurezza all'interno dei nostri istituti, ma anche per tutta quell'attività di coordinamento e di cooperazione in tema di terrorismo, di rieducazione e di tanti temi trattamentali che ci sono all'interno dei nostri istituti, dove la Polizia affianca gli educatori e il volontariato – di attingere a tali graduatorie per avviare le procedure finalizzate all'assunzione, nell'anno in corso, di 887 donne e uomini che andranno a colmare in parte il vuoto di organico del Corpo di polizia penitenziaria.
Si tratta di un primo passo ma è molto importante per migliorare le condizioni di lavoro nelle nostre carceri, garantirne maggiore sicurezza ed un migliore trattamento per i detenuti e dimostra la costante attenzione riservata dal Governo al personale di polizia penitenziaria. 
Quindi, concludendo, intendo rassicurare gli onorevoli interroganti che questa attenzione continuerà e l'impegno del Ministero sarà concreto e determinato perché crediamo nel ruolo della polizia penitenziaria e di tutti gli operatori che sono all'interno degli istituti e penso anche ad altre figure importanti, come gli educatori, i mediatori e altro personale, che certamente sono essenziali.

Replica

Presidente, io mi dichiaro soddisfatto delle risposte che ha dato il sottosegretario. Sono state puntuali e hanno fatto riferimento ad episodi che si sono verificati in centri penitenziari della Basilicata. Ho apprezzato le indicazioni specifiche che il sottosegretario ha dato. Signor sottosegretario, io oggi ho voluto sottolineare che lei ha dato delle risposte molto serie, ma queste risposte riguardano due episodi. Io potrei aggiungere qui tanti altri episodi che si sono verificati in Basilicata e potrei anche dire che la risposta che lei ha dato apre speranza in quella comunità. Abbiamo parlato di fatti che si sono verificati a Potenza e potrei aggiungere ciò che è accaduto nel giugno 2016 a Matera: due carcerati hanno appiccato il fuoco in una stanza e soltanto il tempestivo intervento di alcune guardie penitenziarie ha evitato che lì si consumasse una tragedia, perché le fiamme si stavano divulgando nella sezione Sirio e ci sarebbe stata veramente una condizione assai grave in quel centro penitenziario. 
Quindi, non c’è dubbio che in quel territorio c’è un problema di sicurezza, ma c’è un problema di sicurezza anche nelle carceri minorili. Faccio riferimento alla fuga di due giovani proprio a Potenza, in quel centro, e dico tutto ciò per sottolineare che, al di là delle due specifiche interrogazioni, c’è un problema serio di sicurezza nelle carceri della Basilicata. Lei ha voluto puntualizzare anche la presenza delle guardie penitenziarie che lì operano. C’è qualche carenza obiettivamente da lei rilevata, però io credo che si debba fare di più, che il Governo debba mandare in quel territorio i propri ispettori per verificare seriamente quali sono le necessità. Lei ha fatto riferimento anche al fatto che ci sono dei carcerati con patologie anche particolari, che vanno curati con professionalità. Io credo, però, che il tema vero, che stamani noi vogliamo sottolineare, è che c’è bisogno di andare avanti anche nel reclutamento di nuove guardie penitenziaria, perché indubbiamente le carenze sono presenti in Basilicata e sono presenti anche in tante altre parti d'Italia. 
Le nostre carceri devono essere più umane, lo sappiamo. C’è bisogno di operare per un miglioramento infrastrutturale, ma se vogliamo veramente che ci sia un processo rieducativo penso che siano necessarie quelle figure da lei richiamate, cioè gli educatori e i mediatori. Però, la certezza della pena richiede che ci siano soprattutto degli assistenti penitenziari che possano fino in fondo assicurare sicurezza in quelle realtà. 
Ecco perché l'auspicio da lei evidenziato, che il problema possa essere risolto con un primo contingente che possa essere assunto con l'approvazione del «mille proroghe», è un auspicio che io apprezzo, così come – e concludo, Presidente – mi associo al ringraziamento che il sottosegretario ha fatto a tutti colori che operano da guardie penitenziarie, a tutti coloro che sono impegnati in questa difficile frontiera perché fanno oltre il proprio dovere. 
Ecco perché mi dichiaro soddisfatto e auspico che ci sia questa ispezione ma anche interventi ulteriori e concreti.