06/08/2014
Susanna Cenni
Oliverio, Fiorio, Zanin, Cova, Luciano Agostini, Carra, Mongiello, Terrosi, Valiante, Ferrari e Tentori
3-00991

Per sapere – premesso che: 
l'agricoltura biologica è un metodo di produzione normato con il regolamento CEE 2092/91, sostituito successivamente dai regolamenti (CE) 834/07 e 889/08 e a livello nazionale con il decreto ministeriale 18354/09; 
come è noto il termine «agricoltura biologica» indica un metodo di coltivazione e di allevamento che esclude l'utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi); 
l'agricoltura biologica si fonda su un modello di produzione sostenibile, che esclude lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare del suolo, che fa uso di solo materiale organico ed evita, ricorrendo ad appropriate tecniche agricole, qualsiasi forma di sfruttamento intensivo; 
anche nella zootecnia si pone la massima attenzione al benessere degli animali, si predilige il libero pascolo e l'alimentazione vegetale biologica, non si utilizzano antibiotici, ormoni o altre sostanze che stimolino artificialmente la crescita e la produzione di latte; 
secondo i dati del sesto censimento Istat sull'agricoltura italiana sono 45.167 le aziende che al 24 ottobre 2010 risultano adottare metodi di produzione biologica per coltivazioni o allevamenti. Esse rappresentano il 2,8 per cento delle aziende agricole totali. Di queste, 43.367 aziende applicano il metodo di produzione biologico sulle coltivazioni (2,7 per cento delle aziende in complesso con SAU) mentre 8.416 lo adottano per l'allevamento (3,9 per cento delle aziende in complesso con allevamenti). Sono invece 6.616 le aziende quelle che utilizzano metodi di produzione biologica sia per le coltivazioni sia per gli allevamenti; 
secondo recenti stime il fatturato in Italia relativo ai prodotti di agricoltura biologica, è pari a circa 3 miliardi di euro annui, con un aumento di circa il 7,3 per cento nel 2012. Durante le stesse audizioni svolte recentemente in XIII Commissione, le associazioni rappresentative del settore hanno parlato di un aumento della produzione biologica nel Paese nel 2013 di circa il 7 per cento. Si tratta di cifre che pongono con tutta evidenza l'Italia ai primi posti nel mondo per tale produzione; 
in questi ultimi anni è cresciuto il livello di fiducia dei consumatori nei confronti dei prodotti da agricoltura e zootecnia biologica, in virtù di tale fiducia ed affidabilità si sono strutturate filiere e piattaforme finalizzate ad incentivare la vendita diretta, l'acquisto di prodotti biologici locali, la fornitura per mense scolastiche, che tali filiere, in virtù di quanto previsto specificamente dai regolamenti garantiscono altresì l'assenza di Ogm; 
il 6 giugno 2013 la Guardia di finanza di Pesaro, con la collaborazione dell'Ispettorato repressioni frodi del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, avrebbe confiscato 800 tonnellate di semi di soia provenienti dall'India e 340 tonnellate di panello e olio di colza turchi, falsamente certificati come «biologici» e contaminati da sostanze fitosanitarie nocive. Tali prodotti, che potevano essere commercializzati su tutto il territorio nazionale da aziende di Cremona, Brescia e Pesaro, sarebbero stati utilizzati per preparare numerosi alimenti, fra cui biscotti, dolciumi, snack, pasta, riso e sostituti del pane; 
questa operazione segue il sequestro, già avvenuto, di 1.500 tonnellate di mais ucraino e 76 tonnellate di soia indiana; 
il 7 giugno 2013 la Guardia di finanza di Cagliari ha individuato una maxi truffa nel mercato biologico pari ad oltre 135 milioni di euro. Tale intervento ha portato a 16 ordinanze di custodia cautelare, nei confronti di una organizzazione, che aveva come vertice una azienda di Capoterra, che avrebbe presentato false certificazioni relative a prodotti biologici, destinati al mercato nazionale ed europeo, senza che i prodotti fossero realmente «bio». Le ordinanze sono state notificate oltre che in Sardegna, nel Lazio, Marche, Emilia Romagna, Veneto e Puglia; 
risulta del tutto evidente come tali frodi, insistendo su produzioni che si caratterizzano per una filiera di alta qualità, sicurezza, certificate di disciplinari e marchi Unione europea, rappresentino un gravissimo danno al settore ed all'intero sistema agroalimentare nazionale; 
secondo quanto dichiarato da alcune associazioni di rappresentanza del settore, questo tipo di reati si ripeterebbe con frequenza perché mancherebbe ancora «a livello europeo e nazionale, quella sicurezza alle frontiere tale da garantire al 100 per cento la certificazione dei prodotti, ed un sistema sanzionatore così severo da scoraggiare questo tipo di frodi»; 
come noto le falsificazioni del Made in Italy e l'azione criminale delle agromafie causano al settore agroalimentare nazionale una perdita annua totale pari a 72,5 miliardi di euro. In particolare, il volume d'affari delle agromafie ammonta oggi a 12,5 miliardi di euro (pari al 5,6 per cento dell'intero business criminale), e gli interessi economici della criminalità organizzata nel settore agroalimentare stanno crescendo ed espandendosi in tutte le filiere produttive; 
questa situazione allarmante, che penalizza il Paese sia dal punto di vista economico e produttivo, viene confermata dai risultati della indagine promossa dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della contraffazione e della pirateria in campo commerciale e agroalimentare, redatta nella scorsa legislatura; 
risulta comunque altrettanto evidente come il sistema dei controlli di cui il nostro Paese si è dotato sta consentendo di portare alla luce e sanzionare importanti situazioni come quelle in oggetto; 
così come è evidente che la volontà del legislatore, delle amministrazioni pubbliche con competenza in materia di agricoltura e di sicurezza alimentare si sia pronunciata chiaramente in direzione di norme certe in materia di tracciabilità ed etichettatura dei prodotti –: 
se, alla luce di quanto esposto in premessa, e considerato che la produzione biologica può rappresentare un settore di mercato con potenzialità di ulteriore crescita, ritenga urgente ed opportuno intraprendere ulteriori provvedimenti utili per prevenire e contrastare le frodi alimentari, per tutelare la salute del consumatore, i livelli occupazionali e produttivi delle aziende del settore, l'immagine dell'intero sistema agroalimentare italiano, anche attraverso un più efficace coordinamento degli attori deputati ai controlli (a livello nazionale e comunitario), e verificando anche unitamente al Ministro competente, iniziative normative per l'inasprimento delle pene previste per tali reati –: 
se non ritenga utile promuovere ulteriormente ed incentivare, come sollecitato dai produttori agricoli del settore, ogni iniziativa utile ad accorciare la filiera nazionale per i prodotti biologici e l'acquisto diretto da parte dei consumatori dai produttori italiani che garantiscono con certezza la provenienza e la certificazione di tali alimenti; 
se non ritenga, al fine di favorire una filiera di proteine vegetali nazionali (soia, pisello proteico, favino) destinate all'alimentazione zootecnica biologica e di qualità, libera da Ogm, di promuovere, anche attraverso gli strumenti dei piani di sviluppo rurale la promozione di un piano nazionale di proteaginose bio di livello nazionale più volte sollecitato da numerose associazioni di rappresentanza agricola.

Seduta del 15 marzo 2016

Risponde Andrea Olivero, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, replica Susanna Cenni

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Onorevoli deputati, il biologico rappresenta un settore sempre più importante nel modello agricolo italiano. Siamo leader in Europa per numero di operatori – oltre 55 mila – e un ettaro su dieci della nostra superficie agricola è condotto con metodo «bio». 
Per rafforzare il binomio sostenibilità e competitività, insieme alle regioni abbiamo stabilito di destinare allo sviluppo del biologico in Italia 1,5 miliardi di euro nei piani di sviluppo rurale (PSR), fino al 2020. 
Anche sul fronte dei controlli l'Italia gioca un ruolo da protagonista, con un sistema di certificazioni e verifiche tra i più avanzati ed efficienti al mondo. Le frodi che scopriamo emergono proprio perché sappiamo indagare nelle situazioni più a rischio. Con l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) – organo tecnico di controllo del MIPAAF –, solo nel 2015, i sopralluoghi effettuati sulle produzioni biologiche sono stati oltre 1.500, i prodotti verificati circa 2.700 e quaranta i sequestri per un valore di oltre 2 milioni e mezzo di euro. 
Altrettanto produttiva è stata la collaborazione con l'Agenzia delle dogane, che ha reso possibile, negli ultimi anni, la definizione di procedure più rigorose per il rilascio in libera pratica dei prodotti biologici importati da Paesi terzi, anche mediante l'introduzione di un codice addizionale specifico per tali prodotti. 
Intervenire con ulteriori miglioramenti sul sistema di controllo del biologico, anche con l'introduzione di fattispecie sanzionatorie speciali, oggi non contemplate, può contribuire a rafforzare la credibilità del comparto, purché si lavori tenendo anche presenti le esigenze di semplificazione. 
In sede europea, abbiamo fortemente sollecitato la Commissione affinché fossero introdotti strumenti di controllo più efficaci alle frontiere europee ed estese ai Paesi terzi le stringenti condizioni previste per il controllo e la vigilanza del settore biologico nei Paesi dell'Unione. Il nostro intervento ha permesso di ottenere importanti traguardi, tra i quali l'implementazione del sistema elettronico «TRACES» per la certificazione dei prodotti biologici importati da Paesi terzi, ora in fase di collaudo, che entrerà in funzione con l'approvazione di un provvedimento di modifica del regolamento n. 1235 del 2008. 
Con il supporto di altri Paesi dell'Unione, inoltre, abbiamo richiesto e ottenuto l'adozione a livello europeo di linee guida per l'applicazione di controlli ufficiali aggiuntivi per i prodotti importati da alcuni Paesi terzi particolarmente a rischio. 
Occorre, poi, tener presente che la Commissione europea, nella nuova proposta di regolamento di base da noi fortemente sostenuta, ha individuato il regime di conformità come principale modalità per l'importazione di prodotti biologici, che concerne, in sostanza, con l'applicazione nei Paesi terzi delle medesime norme produttive di controllo previste nell'Unione europea. 
Riguardo alla necessità di un maggior coordinamento tra gli organi deputati al controllo, ricordo che, a livello europeo, dal 2013, sono state estese le funzionalità del sistema «OFIS» – Organic Farming information system – per la gestione delle irregolarità riscontrate sui prodotti importati. A livello nazionale, invece, con decreto ministeriale 12 marzo 2015, n. 271, abbiamo istituito un'apposita banca dati vigilanza, al fine di garantire un'efficace comunicazione tra Ministero, regioni, pubbliche amministrazioni ed organismi di controllo. 
Circa l'opportunità di accorciare la filiera nazionale dei prodotti biologici, faccio presente che il Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico – Piano che attualmente è all'esame della Conferenza Stato-regioni, che contiamo possa essere promulgato nelle prossime settimane –, prevede anche una specificazione sulle politiche di filiera, con interventi volti, in particolare, a favorire l'aggregazione dell'offerta, anche attraverso la costituzione di «OP» e «OI», per rispondere al problema dell'insufficienza dei mezzi tecnici di qualità, in particolare mangimi e sementi certificati biologici. In tale ambito, devono essere anche considerate specifiche iniziative per il potenziamento della rete logistica nazionale in favore del settore biologico. 
Vorrei, inoltre, segnalare che per il biennio 2015-2016, nell'ambito delle attività della Rete rurale nazionale, sono previste iniziative per la conoscenza e la divulgazione attraverso il web di tutte le aziende italiane certificate per l'agricoltura biologica. Si tratta di un progetto realizzato grazie all'implementazione del Sistema informativo per il biologico su supporto «SIAN», che sarà fruibile attraverso il portale «SINAB», Sistema di informazione nazionale sull'agricoltura biologica. Esso consentirà la diffusione al grande pubblico delle informazioni di ciascuna azienda biologica e sarà accompagnato da uno specifico servizio di verifica della conformità dell'etichetta a disposizione del consumatore che voglia controllare le informazioni sulla certificazione del prodotto biologico acquistato. Un'operazione innovativa e trasparente. 
Evidenzio, infine, che il rafforzamento della filiera delle colture proteaginose per l'alimentazione animale rientra tra le tematiche prioritarie per la ricerca e l'innovazione incluse nel Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico. Pertanto, accanto ai progetti di ricerca, alcuni dei quali attualmente in corso (Valattebio, Zoobio2system e Filavi), saranno previste nuove iniziative di studio sull'argomento.

Replica

Grazie, Presidente. Grazie al Viceministro per la risposta. Voglio solo sottolineare che questa risposta arriva circa due anni dopo il momento in cui è stata presentata l'interrogazione, ma ringrazio comunque per la puntualità e per i contenuti della risposta che mi è stata fornita. 
Io resto convintissima degli sforzi che il Ministero sta svolgendo in questa direzione, quindi, a sostegno dell'agricoltura biologica e, soprattutto, a sostegno di tutte le azioni di contrasto al fenomeno della contraffazione e delle frodi. Noi sappiamo che oggi questo orientamento da parte del Governo è ancora più determinato di quanto non lo sia stato negli anni passati e mi sento di dire che, probabilmente, è cresciuta questa attenzione anche assieme a quanto sia avvenuto in sede di Unione europea, con la recente programmazione di PAC e sviluppo rurale e penso che anche le conclusioni di COP 21 abbastanza recenti significheranno per noi una crescita ulteriore del settore biologico. Proprio per questo, credo che non ci possiamo permettere nessun ambito di possibile incertezza rispetto alla qualità del prodotto. 
Io vorrei ricordare che, anche in una fase di crisi profonda, anche dei consumi alimentari, il settore del biologico ha continuato a crescere: alcuni dati – penso a quelli del 2012 – riportati nell'interrogazione ci parlavano di una crescita di oltre il 7 per cento, quindi, ovviamente, c’è una fiducia dei consumatori che non può essere tradita. Così come è evidente, quindi, la delicatezza legata a questa crescita del consumo, perché è evidente che ogni frode di grandi dimensioni, come quelle che sono citate nell'interrogazione che è stata presentata al Governo, rischia di minare anche la qualità dei prodotti, la credibilità e questo rapporto di fiducia che si è venuto ad instaurare. Aggiungo solo questo, ringraziandola ancora, ovviamente, e dichiarandomi soddisfatta della. 
Noi in queste settimane abbiamo avuto nuovamente una riapertura del dibattito sulla questione ’OGM sì, OGM no’, e io credo che la posizione del Governo continui ad essere ferma e oculatamente giusta nei confronti di questo tema. Voglio ricordare che proprio le produzioni biologiche sono quelle che, più di altre, certificano l'assenza di presenza di OGM lungo tutta la filiera, e credo che lo sforzo che, nella parte finale della sua risposta, il Viceministro ha rappresentato, e cioè un impegno anche a sostenere la filiera della produzione a scopo mangimistico, che è quella più delicata di tutta la filiera, vada in questa direzione. 
Quindi io auspico davvero che i temi che sono stati riportati siano attuati in tempi veloci e che le ulteriori iniziative che verranno messe in campo – come lei, Viceministro, ha ricordato – in materia di contrasto alla contraffazione, possano anche, nell'ambito delle proposte che mi risulta il Ministro Orlando stia mettendo a punto dal punto di vista dei reati ad oggi non previsti, ci aiuteranno ad andare in questa direzione e, quindi, la ringrazio.