21/06/2016
Dario Ginefra
Mongiello, Michele Bordo, Boccia, Ventricelli, Grassi, Losacco, Capone, Mariano, Pelillo, Vico e Di Gioia
3-02327

Per sapere – premesso che: 
nel corso della seconda decade del mese di maggio 2016 si sono avuti in Puglia, in maniera particolare sul territorio della provincia di Bari, eventi meteorici particolarmente intensi con presenza di avversità atmosferiche eccezionali; 
gli effetti della pioggia insistente degli ultimi giorni, dei continui sbalzi termici e delle violente raffiche di vento, che la Puglia ha subito nel predetto periodo di tempo, hanno avuto impatti nefasti soprattutto sul settore cerasicolo regionale; 
tali problematiche si vanno ad aggiungere ad un inverno particolarmente mite e quindi con il mancato freddo si è avuta anche una scarsa produzione di frutti; 
l'organizzazione professionale agricola della Coldiretti pugliese ha stimato che a causa delle piogge torrenziali e delle ulteriori calamità ambientali si sono avuti danni su circa il 60 per cento della produzione di ciliegia Bigarreaux (varietà più precoce e già quantitativamente scarsa nel 2016 a causa degli sbalzi termici che hanno preceduto la raccolta) e sul 40 per cento della produzione di ciliegie Georgia; 
la stessa Coldiretti ha stimato un danno per il mancato raccolto di ciliegie per circa 90 milioni di euro; 
in provincia di Bari trovano occupazione nel settore cerasicolo migliaia di nuclei familiari, cui la produzione di ciliegie offre una consistente fonte di reddito. Il fabbisogno di lavoro per ettaro di ciliegeto specializzato è pari a circa 600 ore, l'85 per cento delle quali assorbite nelle operazioni di raccolta; 
la crisi che si sta aprendo per il mancato raccolto di ciliegie negherà agli imprenditori agricoli baresi la possibilità di recuperare gli investimenti effettuati per questa coltura e di garantirsi gran parte del reddito agricolo della presente annata agraria; 
è anche da fare presente che la scomparsa dal mercato pugliese delle polizze assicurative multirischio, divenute troppo care, ma che coprono simultaneamente dal danno di pioggia, gelo e grandine, ha indotto la stragrande maggioranza dei frutticoltori pugliesi a non assicurarsi, determinandosi così una perdita certa di reddito senza ristoro; 
resta ad ogni modo il fatto che i premi assicurativi per le piccole e le piccolissime aziende sono eccessivamente onerosi; 
vale la pena ricordare che con oltre 47 mila tonnellate di prodotto cerasicolo la provincia di Bari è la prima provincia italiana per produzione di ciliegie raccogliendo il 34 per cento della produzione nazionale, mentre la produzione di ciliegie in Puglia è pari a quasi il 40 per cento del totale nazionale; 
in Puglia sono investiti a cerasicoltura quasi ventimila ettari di superficie agricola (prima regione italiana), di cui oltre diciassettemila ettari fanno capo alla sola provincia di Bari, che in tal senso copre più dell'85 per cento della superficie investita; 
i danni al comparto cerasicolo barese, grande risorsa economica e occupazionale, incideranno pesantemente sull'economia delle comunità interessate e, in particolare, sui settori della commercializzazione e della trasformazione del prodotto –: 
quali iniziative intenda adottare, in raccordo con la regione Puglia, in favore del comparto cerasicolo barese colpito dalle avversità climatiche di cui in premessa e, in particolare, se non intenda attivare le procedure per il riconoscimento della calamità naturale per il predetto settore e far superare al comparto l'attuale grave emergenza; 
se non ritenga necessario valutare l'opportunità di adottare iniziative straordinarie con la consequenziale concessione di benefici di cui al decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, anche per rendere convenienti e fattibili le polizze assicurative, concedendo specifici contributi sui premi assicurativi atti a coprire i danni da calamità naturali sulle colture cerasicole; 
se, in accordo con la regione Puglia, non intenda definire un percorso comune e unitario di interventi urgenti e strutturali accompagnati da misure a sostegno degli agricoltori cerasicoli danneggiati ed in grado di evitare che si arrechino pregiudizi al proseguimento della coltivazione locale delle ciliegie, coltura fondamentale per l'economia e l'occupazione dei territori interessati della provincia di Bari. 
 

Seduta del 21 giugno 2016
 

Risponde Giuseppe Castiglione, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali e replica Ludovico Vico

Risposta del governo

Grazie, Presidente, onorevoli deputati, considerata la questione rappresentata nell'interrogazione, ho ritenuto opportuno rispondere congiuntamente. 
Con riguardo alla segnalata e anomala ondata di maltempo, che nello scorso mese di maggio ha colpito alcuni territori della provincia di Bari provocando danni alle piantagioni di ciliegie, faccio presente che alcuna richiesta di intervento del Fondo di solidarietà nazionale è stata presentata, a tutt'oggi, da parte della competente amministrazione regionale, nei termini e con le modalità previste dall'articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102. Nessuna istanza è pervenuta anche per gli eventi riferiti al mese di maggio 2014, relativamente alle interrogazioni n. 3–02325 dell'onorevole Losacco e n. 3–02326 a prima firma dell'onorevole Matarrese. 
In ogni caso, la regione Puglia ha sessanta giorni di tempo dal verificarsi dell'evento calamitoso, elevabili a novanta in casi di difficoltà nelle operazioni di rilevazione, per formalizzare la proposta. Stante il pochissimo tempo trascorso dall'evento, sarebbe possibile che sia ancora prematuro l'invio della richiesta da parte della citata amministrazione. Qualora detta proposta dovesse pervenire nei termini e con le modalità prescritte, provvederemo rapidamente all'istruttoria di competenza per l'emissione del decreto di declaratoria. 
In tal senso, potranno essere attivate le misure compensative a favore delle imprese agricole, tra cui: contributi in conto capitale fino all'80 per cento del danno della produzione lorda vendibile ordinaria; prestiti ad ammortamento quinquennale per le maggiori esigenze di produzione aziendale nell'anno in cui si è verificato l'evento e in quello successivo; proroga delle rate delle operazioni di credito in scadenza nell'anno in cui si è verificato l'evento calamitoso e l'esonero parziale, fino al 50 per cento, del pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali propri e dei propri dipendenti. 
Con l'occasione, ricordo che gli interventi previsti dal citato decreto legislativo per il sostegno alle imprese agricole colpite da avversità atmosferiche eccezionali possono essere anche attivati a condizione che il danno sulla produzione lorda vendibile risulti superiore al 30 per cento ed esclusivamente per le avversità e le colture danneggiate non comprese nel piano assicurativo annuale per la copertura del rischio, le cui polizze sono agevolate da un contributo statale fino al 65 per cento della spesa premi sostenuta. 
Vorrei, tuttavia, sottolineare che gli strumenti ex ante, come quello assicurativo, si sono dimostrati nel corso del tempo nettamente più efficaci rispetto agli interventi compensativi, assicurando oltre 7 miliardi di euro di produzione agricola lorda vendibile. Peraltro, coloro che sottoscrivono polizze assicurative agevolate in caso di danno incassano gli indennizzi assicurativi in tempi molto più brevi, più celeri e in misura più adeguata rispetto alle perdite subite rispetto agli interventi compensativi di cui abbiamo parlato.

Replica

Grazie, Presidente. La risposta del sottosegretario è largamente soddisfacente a partire dalla considerazione che, a tutt'oggi, come egli ci riferisce, non è pervenuta alcuna richiesta formale per attivare le procedure e le migliori, come lei stesso, sottosegretario, ce ne ha sottoposte due. Cosa a cui, a questo punto, provvederemo come parlamentari, insieme al collega Losacco, anche per verificare se la burocrazia ha funzionato in entrata da questo punto di vista. 

Tuttavia, a valle di questo problema preliminare, che riguarda gli agricoltori e che riguarda anche le associazioni che si sono rapidamente mobilitate in questa direzione, insieme al presidente della regione, ai comuni e ai sindaci dei comuni che sono interessati, sento il dovere e l'obbligo di riproporre attraverso questa interrogazione al sottosegretario e al Ministero che egli rappresenta un'attenzione non di ordine culturale, ma di ordine economico, come ella stesso ci ha riferito e, quindi, la necessità di comporre un tavolo nazionale per il settore cerasicolo, alla luce anche delle aree che sono danneggiate rispetto all’export, di cui tanto vanto e tanta ricchezza ne hanno non solo le regioni produttrici, ma l'insieme del Paese. 
Per cui, mi permetto di concludere con un invito, che è quello che il Ministero sia nelle condizioni, quanto più rapidamente possibile, di fare il punto anche su questo delicato comparto, che, benché colpito, rimane importante per l'economia del Paese.