03/10/2016
Mino Taricco
Cova, Zanin
3-02516

Per sapere – premesso che: 
la drosophila Suzukii è un parassita polifago, originario del Sud-est dell'Asia e importato in Nord America. Noto come moscerino dei piccoli frutti, è comparso in Europa ormai dal 2009. Attacca tutte le specie frutticole e viticole, infesta frutti con buccia sottile, in particolare le drupacee (ciliegio dolce, pesco, susino, albicocco), e frutti a bacca (mirtillo, lampone, mora, fragola), ma anche kiwi, cachi, fichi e uva. Inoltre la cerchia di piante ospiti potrebbe ancora estendersi a causa della rapida capacità di adattamento del parassita (come già successo per la vite); 
rispetto al parassita indigeno che attacca la frutta matura, questa specie esotica deposita le uova nei frutti ancora acerbi determinando di fatto l'impossibilità di commercializzazione; 
la stagione 2014 è stata per moltissimi territori la peggiore dal 2011, quando si rese evidente la presenza della drosophila in Piemonte: l'insetto si è diffuso inizialmente lungo la fascia pedemontana dove si coltivano i piccoli frutti tardivi (mirtilli, lamponi, more e fragole rifiorenti) e ha causato gravi danni alle coltivazioni più rappresentative della frutticoltura montana; 
in molti areali la coltivazione dei piccoli frutti è punto di forza dell'economia locale, ed è pertanto evidente la preoccupazione, sia per la repentina diffusione e le conseguenti elevate perdite di prodotto in questa annata, sia per la difficoltà oggettiva ad attuare strategie di difesa efficaci; 
in questi anni si è creata una rete di ricerca che vede in Piemonte il coordinamento di CReSO Centro ricerca per l'ortofrutticoltura e dell'Università di Torino e coinvolge tutte le regioni maggiormente colpite dal problema; 
il Ministero della salute ha emanato nel corso del 2014 decreti per la lotta alla drosophila Suzukii concedendo l'uso eccezionale di vari principi attivi: Fosmet per il controllo del parassita sulla coltura del mirtillo; deltametrina per la lotta sul lampone e mora da rovo; Spinetoram ed altre molecole; 
l'efficacia del controllo del parassita è legata alla tempestività dell'intervento, appare opportuno quindi offrire agli agricoltori la possibilità di disporre di più molecole per poter controllare adeguatamente il parassita; 
gli interventi con insetticidi, sia naturali che di sintesi, hanno però efficacia limitata perché in una situazione siffatta rischiano di avere efficacia quando il danno si è già innescato ed è quindi necessario sviluppare la possibilità di agire sulla prevenzione; 
la crescita e l'allargamento dell'areale colpito dalla drosophila Suzukii sta diventando una vera e propria emergenza fitosanitaria ed economica, con una perdita media stimata del raccolto nei territori interessati nel 2014 tra il 25 e il 35 per cento, cui si aggiunge una ulteriore perdita economica per lo scarto di prodotto nella fase di cernita in magazzino; 
l'emergenza fitosanitaria drosophila Suzukii rischia di penalizzare gravemente la produzione ortofrutticola italiana per la maggior parte destinata all’export e che ha necessità di essere tutelata rispetto alla concorrenza degli altri paesi, soprattutto in considerazione del fatto che le aziende che producono piccoli frutti operano generalmente su territori fragili, dove la permanenza di dette aziende ha una funzione di presidio territoriale e sociale, oltre che ovviamente economica –: 
se e quali iniziative abbia intrapreso o intenda intraprendere per fornire al comparto ed ai territori colpiti dal parassita, strumenti atti ad evitare ulteriori danni alle colture e alle aziende agricole.

 

Seduta del 4 ottobre 2016

Risponde Andrea Olivero, Vice Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, replica Mino Taricco

Risposta del governo

Signor Presidente, onorevoli deputati, preciso innanzitutto che in circostanze eccezionali di emergenza fitosanitaria, qualora si riscontri un pericolo che non possa essere contenuto in alcun altro modo ragionevole, il Ministero della salute può autorizzare, ai sensi dell'articolo 53 del regolamento dell'Unione europea n. 1107 del 2009, l'immissione in commercio di un prodotto fitosanitario per un periodo massimo di 120 giorni e per un'utilizzazione limitate e controllata. In tale contesto, così come previsto da una specifica procedura che abbiamo predisposto con i Ministeri della salute, dell'ambiente e dello sviluppo economico riguardo alla presentazione e valutazione delle istanze di autorizzazione per situazioni di emergenza fitosanitaria, il servizio fitosanitario nazionale, operante presso il MIPAAF, è preposto a fornire al competente Ministero della salute il parere sulla presenza e gravità delle emergenze fitosanitarie segnalate nonché sull'efficacia delle sostanze attive proposte, tenendo in debita considerazione l'indisponibilità di mezzi alternativi per fronteggiare gli eventi. 
In tal senso, per il contenimento della drosophila suzukii il servizio fitosanitario nazionale ha espresso parere favorevole sull'istanza di autorizzazione per l'emergenza fitosanitaria avanzata dai portatori di interesse poi sottoposte dal Ministero della salute alla commissione consultiva per i prodotti fitosanitari. Esperito il prescritto iter, per combattere il parassita in parola il Ministero della salute lo scorso 21 luglio ha autorizzato in via definitiva, e non solo in via eccezionale per 120 giorni, il prodotto Spada 50 WG alla base di phosmet sulla coltura del mirtillo; il successivo 16 agosto, a protezione del lampone ha permesso l'utilizzo del prodotto Decis Evo, a base di deltametrina, e il 3 agosto 2016 ha ammesso definitivamente anche il piretro, a difesa delle colture di ciliegio, susino, albicocco, pesco, vite, fragola, lampone, mora, ribes e mirtillo. Questi elementi li segnalo perché le imprese innanzitutto hanno chiesto di poter avere, appunto, strumenti per poter intervenire rispetto a questa particolare situazione emergenziale. 
Ciò posto, mi preme segnalare che nell'ambito dell'azione ERANET – Euphresco 2, coordinamento della ricerca fitosanitaria in Europa, si è di recente concluso un progetto di ricerca transnazionale sui danni potenziali derivanti da drosophila suzukii e sullo sviluppo di misure fitosanitarie (il progetto cosiddetto «DROSKII»). Al progetto hanno partecipato sei enti di ricerca, tra cui due italiani, cioè il CREA, il centro di ricerca per l'agrobiologia e per la pedologia di Firenze, e la Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige. Sulla base dei risultati scaturiti in tale contesto, è stato avviato un secondo progetto, sempre in ambito Euphresco, denominato «Strategie IPM contro la drosophila suzukii», ancora più orientato alla messa a punto di misure di lotta integrata, i cui principali obiettivi individuati riguardano la messa a punto di un modello previsionale basato sugli andamenti della temperatura, un'indagine riguardante la resistenza al freddo e, quindi, la sopravvivenza degli adulti agli inverni europei, per la definizione di mappe di rischio di insediamento di questa patologia della drosophila suzukii e la messa a punto di trappole più efficaci per il monitoraggio della presenza sempre della drosophila suzukii.
Ci sono, poi, la valutazione di insetticidi selettivi e di altri metodi di controllo e la definizione di protocolli di diagnosi precoce per i Paesi europei ancora non invasi. 
Anche in questo nuovo progetto l'Italia è rappresentata dal CREA-ABP di Firenze e pertanto, appunto, intendiamo proseguire in questa direzione. Naturalmente, a fianco di questa azione di contrasto, che riteniamo essere in questa fase la più importante e più rilevante nell'interesse delle nostre imprese, stiamo valutando, anche con le regioni interessate, quali misure possano essere assunte affinché le imprese, che sono già state colpite e danneggiate da questo parassita, possano avere poi naturalmente gli strumenti concreti per poter agire e, quindi, anche essere tutelate dai danni da questo provocati.

Replica 

Grazie, Presidente. Io ringrazio il Viceministro per l'informativa. Sicuramente è apprezzabile il lavoro che il Ministero ha messo in campo, soprattutto alla luce del fatto che di nuovo quest'anno c’è stata, soprattutto negli ultimi mesi, una recrudescenza molto forte degli attacchi, ormai non più circoscritti solamente a determinate aree ma praticamente in tutto il Paese, anche nelle aree del centro-sud Italia che inizialmente sembravano immuni mentre adesso si stanno verificandosi attacchi e soprattutto preoccupa l'estensione del tipo di colture che sono oggetto di questi attacchi. Infatti, anche l'uva sta cominciando ad essere attaccata e soprattutto vi è un problema per l'uva da tavola, perché i danni che crea sono assolutamente significativi e importanti. 
Mi permetto solo una considerazione. Credo sia sicuramente stato utile il lavoro fatto per dare al mondo produttivo la possibilità di utilizzo di presidi fitosanitari che fossero in grado di contrastare il parassita. Dai risultati che sono segnalati nelle campagne, però la sensazione è che la strada della lotta chimica, come dire, non sia risolutiva sulla partita, così come non è risolutivo l'utilizzo di reti e di altri strumenti che pure alleviano il problema ma senza risolverlo. Credo sia fondamentale insistere sulla ricerca e soprattutto sulla ricerca legata ad antagonisti naturali, perché la soluzione, come già si è verificato per tutta una serie di altri fitofagi che attaccano le nostre colture, probabilmente è da ricercare sugli antagonisti naturali. La sensazione, ancora anche nelle scorse settimane parlando con parecchi produttori, è che, per carità, tutte le cose che si stanno mettendo in campo limitano i danni, ma sicuramente non forniscono la strumentazione necessaria ai produttori per affrontare questo delicato parassita che sta creando, però, dei danni pazzeschi, sull'ordine anche del 25-30-35 per cento alle culture. 
Quindi, da questo punto di vista apprezzamento per il lavoro fatto, ma richiesta di grande lavoro, in sintonia con le regioni, soprattutto sul tema della ricerca.