05/02/2024
Augusto Curti
Vaccari, Simiani, Ascani, Manzi, D'Alfonso
3-00960

Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

   la serie di calamità che si è abbattuta sul comparto agricolo rischia di segnare un drammatico punto di non ritorno. I cambiamenti climatici, tra alluvioni, prolungate siccità, piogge tropicali e violente grandinate, stanno generando ricadute disastrose sulle colture e sulla sopravvivenza delle aziende;

   il quadro generale, già fortemente compromesso, contempla quest'anno un'ulteriore piaga: quella delle malattie funginee, favorite dalle enormi precipitazioni registrate sui territori;

   nello specifico, per quel che concerne il comparto vitivinicolo, le piogge intense, persistenti e prolungate verificatesi nell'ultimo periodo di maggio e nei primi giorni di giugno hanno favorito il diffondersi di uno dei funghi più aggressivi per la vite, la peronospora;

   la peronospora, causata dal patogeno «Plasmopara viticola», è la patologia crittogamica più grave della vite, a causa della capacità di attaccare con drammatica efficacia le foglie, i germogli e i grappoli, causando di conseguenza ingenti danni;

   le precipitazioni, oltre che favorire lo sviluppo del fungo, non hanno consentito agli operatori di intervenire tempestivamente attraverso l'utilizzo di prodotti antiparassitari. Ciò in quanto l'accesso ai vigneti, mediante mezzi meccanici, risultava pregiudicato dalla precarietà di terreni divenuti inagibili a causa delle piogge;

   secondo le ultime stime si registreranno perdite di produzione su tutto il territorio nazionale, con particolare riguardo per le regioni del centro e del medio e basso Adriatico (Marche, Umbria, Abruzzo) dove questa patologia farà registrare decrementi tra il 50 per cento e il 60 per cento con punte anche del 100 per cento per alcune aziende le cui coltivazioni insistono su arenili particolarmente martoriati. Tale deficit si traduce in un danno economico notevole che deve essere necessariamente indennizzato;

   occorre considerare che moltissime aziende agricole, già pesantemente vessate dall'incremento dei costi e dall'andamento dei tassi di interesse, si trovano a dover far fronte all'impegnativo rimborso di mutui e finanziamenti;

   è inoltre particolarmente urgente intervenire a sostegno delle aziende impegnate sul fronte delle coltivazioni biologiche. Queste infatti, nonostante siano autorizzate a compensare il calo di raccolto con acquisto di prodotto all'esterno fino a un massimo del 50 per cento, avendo subito perdite superiori, non sono in condizione di ammortizzarle;

   lo stato di fatto colloca pertanto questa emergenza su un piano di tale straordinarietà, che strumenti quali le assicurazioni agricole agevolate e i fondi di mutualizzazione non sono sufficienti a compensare danni e perdite;

   appare dunque improcrastinabile l'adozione di misure eccezionali e di immediato ausilio, quali la corresponsione di indennizzi congrui e sostanziali per il risarcimento dei danni subiti, la sospensione temporanea dei mutui e la deroga, a favore delle aziende del biologico, rispetto al limite del 50 per cento dell'acquisto di prodotto esterno –:

   se il Ministro interrogato risulti a conoscenza di quanto rappresentato in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere, con somma urgenza, al fine di sostenere il comparto vitivinicolo nazionale, con particolare riguardo per le regioni del centro e del medio e basso Adriatico, considerando anche l'importanza e la qualità delle produzioni.

Seduta del 6 febbraio 2024

Risponde il Sottosegretario di Stato per l'Interno, replica Augusto Curti

NICOLA MOLTENI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, signor Presidente. Onorevoli deputati, considerata l'analogia degli argomenti trattati nelle interrogazioni degli onorevoli Iacono e Curti, rispondo in maniera congiunta, rappresentando quanto segue.

La peronospora della vite, causata dal patogeno Plasmopara viticola, è la malattia crittogamica più grave della vite poiché è in grado di attaccare tutti gli organi verdi della pianta, principalmente le foglie, i germogli e i grappoli, causando ingenti danni.

Affinché si verifichino le infezioni primarie, è necessario che in 24-48 ore cadano almeno 10 millimetri di pioggia, che vi sia un velo d'acqua sulla foglia per diverse ore e che i tralci siano lunghi almeno 8-10 centimetri. Iniziata l'infezione, si ha un periodo di incubazione di 4-15 giorni, a seconda dell'andamento climatico, dopo il quale compaiono i primi sintomi.

Per avviare le infezioni secondarie non è necessario che avvengano delle precipitazioni, ma sono sufficienti anche poche ore di bagnatura, specialmente con temperature medie elevate (23-24 gradi).

Il contrasto alla peronospora si basa sulla difesa chimica e su interventi agronomici mirati a ridurre i fattori predisponenti alla malattia. Ad esempio, è importante scegliere i vitigni poco sensibili al patogeno e ambienti sfavorevoli al suo sviluppo, tenere la vegetazione distante dal suolo, dove è presente una maggiore umidità, nonché evitare eccessi di concimazione azotata, che rendono più suscettibili gli organi vegetali.

L'inerbimento del suolo contribuisce alla riduzione del livello di umidità rispetto a terreni diserbati o lavorati in maniera convenzionale.

Com'è noto, i cambiamenti climatici degli ultimi anni hanno portato nel nostro Paese all'alternarsi di periodi di grande siccità e periodi di piogge intense e fuori stagione. In particolare, l'andamento climatico dell'ultimo periodo, caratterizzato da piogge intense e persistenti, ha creato le condizioni per l'ottimale sviluppo dell'organismo nocivo e non ha permesso l'accesso delle macchine nei vigneti per i trattamenti fitosanitari, determinando un aumento della pressione infettiva di uno dei funghi più aggressivi per la vite in diverse areali del territorio nazionale.

Ciò premesso, ricordo che, con l'articolo 11 del decreto legge 10 agosto 2023, n. 104, convertito con modifiche dalla legge 9 ottobre 2023, n. 136, recante “Disposizioni urgenti a tutela degli utenti in materia di attività economiche e finanziarie e investimenti strategici”, sono stati attivati gli aiuti del Fondo di solidarietà nazionale, di cui al decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, a favore delle imprese agricole danneggiate. Le modifiche apportate dalla legge di conversione hanno permesso di disporre per gli interventi di sostegno di una spesa complessiva di 7 milioni di euro per l'anno 2023.

Le regioni interessate (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana e Umbria) hanno proceduto alla delimitazione del territorio, predisponendo le proposte di declaratoria a questo Ministero che, con l'emanazione dei relativi decreti, ha provveduto al riconoscimento formale di eccezionalità dell'evento.

A seguito della pubblicazione dei provvedimenti in Gazzetta ufficiale, gli agricoltori danneggiati potranno presentare le domande di aiuto che saranno precompilate a cura di Agea, la quale, una volta ricevute le domande, potrà procedere con l'istruttoria ed erogare le provvidenze previste dal Fondo di solidarietà nazionale a favore delle imprese agricole danneggiate, dando priorità alle imprese che, in coerenza con le buone pratiche agricole, dimostrano di aver sostenuto costi finalizzati a trattamenti preventivi di contrasto agli attacchi in questione. Oltre ai contributi in conto capitale, fino all'80 per cento del danno della produzione lorda vendibile ordinaria, le misure compensative del Fondo di solidarietà nazionale prevedono anche la proroga delle rate delle operazioni di credito in scadenza nell'anno in cui si è verificato l'evento calamitoso e l'esonero parziale fino al 50 per cento dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali propri e dei propri dipendenti.

Il Fondo di solidarietà nazionale, tuttavia, rappresenta una soluzione parziale per garantire la continuità dell'attività imprenditoriale in caso di emergenza, sia per le complesse procedure attuative, sia perché vengono presi in considerazione solo i rischi di emergenze prevedibili. Per questo motivo, con l'ultima legge di bilancio, al comma 443, il Governo ha previsto l'istituzione presso il MASAF di un nuovo Fondo per la gestione delle emergenze in agricoltura, con una dotazione di 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026 per sostenere gli investimenti delle imprese colpite da tipi di calamità non prevedibili. Si tratta di risorse che il Ministero dell'Agricoltura potrà attivare tempestivamente attraverso una procedura snella ed efficace al verificarsi di ogni nuova emergenza, che costituisca un pericolo per il settore agricolo, agroalimentare, zootecnico e della pesca.

Con uno o più decreti del Ministero dell'Agricoltura, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano sono definite le condizioni di crisi, i beneficiari, i criteri e le modalità di erogazione delle risorse. Il Fondo emergenze in agricoltura consentirà dunque di dare risposte immediate alle nostre imprese agricole e della pesca grazie ad un affidabile sistema di protezione.

Vorrei sottolineare che questo nuovo strumento va ad integrare le misure di gestione del rischio in agricoltura già esistenti. Mi riferisco in particolare alle assicurazioni agevolate e al Fondo di mutualità nazionale AgriCat. A tale ultimo Fondo è stata assegnata una dotazione finanziaria pari a 2,87 miliardi di euro, dei quali 1,28 miliardi di risorse unionali.

AUGUSTO CURTI, Grazie, Presidente. Pur ringraziando ovviamente il Sottosegretario per la risposta, evidenzio come questa non possa essere considerata soddisfacente. Ritengo opportuno intanto focalizzare l'attenzione, in primo luogo, sulle tempistiche attraverso le quali il Governo ha avviato un'azione in realtà operativa. Ricordo, infatti, che la calamità ha colpito le aziende agricole fin dal mese di maggio del 2023. Faccio, inoltre, presente come questo quesito giaceva inascoltato già dal 31 agosto scorso in Commissione.

Si tratta, a mio avviso, di un tempo di risposta che, purtroppo, è del tutto sovrapponibile a quello impiegato dall'Esecutivo per approntare strumenti e misure adeguati a favore delle aziende agricole colpite.

Il tempo purtroppo non è il migliore degli alleati per le aziende agricole che - come è noto - si confrontano con l'inesorabile susseguirsi dei cicli stagionali, senza soluzione di continuità. Dunque, bene la sospensione dei mutui, bene gli sgravi contributivi, ma purtroppo, a distanza di mesi, siamo ancora alla fase dell'emanazione dei provvedimenti. Occorre invece transitare finalmente dall'enunciazione delle misure alla rapida messa a terra di queste misure. Giova anche ricordare come il settore della viticoltura in Italia sia fortemente rappresentativo dell'economia nazionale: con 674.000 ettari e un valore totale di oltre 56 miliardi di euro, siamo al cospetto di un comparto che necessita di politiche adeguate, certamente in termini di sviluppo, ma soprattutto anche dal punto di vista delle tutele: si tratta di un settore infatti ad elevatissimo potenziale, che tuttavia deve confrontarsi con un ecosistema complesso, sempre più soggetto alle minacce dei cambiamenti climatici che impattano su un territorio fisiologicamente fragile. Tutto questo ci impone, a mio avviso, anche un'ulteriore riflessione. Credo infatti sia giunto il momento che l'Italia si doti di una legge capace di disporre una serie di risposte automatiche alle emergenze che purtroppo si susseguono in agricoltura. Serve, per capirci, una sorta di codice delle emergenze in agricoltura, in grado di tutelare e sostenere le imprese, garantendone la loro necessaria continuità operativa. E chiudo proprio con il capitolo più importante ovviamente di questa interrogazione, che era proprio quello legato ai tempi e alle risorse perché, tornando un po' al focus della questione odierna, ho accennato come la regione Marche abbia dichiarato 62 milioni di euro di danni da peronospora, ma poi, se andiamo oltre Le Marche - tante regioni le citava anche il Sottosegretario, senza magari dire gli importi che sono stati dichiarati da queste regioni -, la regione Abruzzo ha dichiarato 210 milioni di euro, il Molise ha dichiarato 15 milioni di euro, la Puglia 60 milioni di euro, la Basilicata 30 milioni di euro, la Sicilia addirittura 350 milioni di euro ed infine la Campania 72 milioni di euro. Fermando il computo solo a queste 7 regioni, che ovviamente non rappresentano la totalità dei territori colpiti, è necessario confrontarsi con una cifra già di per sé enorme, pari a poco meno di 800 milioni di euro. Dunque è chiaro come il tema fondamentale, oltre alla celerità, sia anche quello della congruità delle risorse stanziate a supporto dei piani di intervento e credo che la risposta che ci ha dato oggi il Sottosegretario, con i 7 milioni, più i 100 milioni – oltretutto, da quello che ho capito, stanziati per le nuove emergenze, quindi non vi rientrerebbero quelle accadute nell'anno 2023, perché, da come ha detto il Sottosegretario, le risorse sono stanziate per il 2024, per il 2025 ed il 2026 per le nuove emergenze - dimostri che siamo in ritardo con i tempi per dare quelle poche, pochissime risorse, ma soprattutto che le risorse sono totalmente insufficienti a fronte di un danno di oltre 800 milioni di euro.