27/11/2017
Maria Antezza
3-03389

 

Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

la Conferenza delle regioni e delle province autonome del 22 giugno 2017 ha approvato un ordine del giorno in cui si chiede al Governo di intervenire, promuovendo una modifica dell'articolo 19 della legge n. 157 del 1992, per arginare il fenomeno dell'incremento diffuso di fauna selvatica, in particolare dei cinghiali, che rappresenta una minaccia per le colture agricole e, ormai sempre più spesso, anche per la popolazione;

il fenomeno rende necessario il ricorso sempre più frequente ai piani di controllo, attuati prevalentemente per far fronte ai danni alle produzioni agricole anche nei territori preclusi all'esercizio venatorio;

la sentenza della Corte costituzionale n. 139 del 14 giugno 2017 ha sancito che le sole figure di cui le «guardie venatorie dipendenti delle Amministrazioni provinciali» si possono avvalere nell'attuazione dei piani di controllo di cui all'articolo 19 della legge n. 157 del 1992, siano «tassativamente» quelle riportate nell'elenco dello stesso articolo di legge, ovverosia i proprietari dei fondi su cui si attua l'intervento, le guardie forestali e quelle comunali;

ad avviso delle regioni, i soli soggetti ricompresi nell'articolo 19 della legge n. 157 del 1992 non sono in numero sufficiente a fare fronte ai problemi che il proliferare della fauna selvatica crea anche alla popolazione civile; esse prospettano quindi la necessità di ampliare la platea dei soggetti abilitati all'attuazione dei piani di controllo;

le regioni chiedono in particolare una modifica del richiamato articolo 19 della legge n. 157 del 1992 al fine di introdurre la figura dell’«operatore abilitato», previa frequenza di appositi corsi –:

se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se, per quanto di competenza, ritenga percorribile la strada proposta dall'ordine del giorno approvato dalla Conferenza delle regioni e delle province autonome il 22 giugno 2017 in relazione alla modifica dell'articolo 19 della legge n. 157 del 1992.

 

Seduta del 28 novembre 2017

Risponde Giuseppe Castiglione, sottosegretario per le Politiche Agricole, Replica Massimo Fiorio

Risposta

Signor Presidente, onorevoli colleghi, considerata l'analogia delle questioni che sono state rappresentate dall'onorevole Antezza e dall'onorevole Fiorio, che ringrazio, risponderò congiuntamente alle due interrogazioni.

Rilevo innanzitutto che il Governo è da tempo impegnato ad individuare delle valide soluzioni per sostenere le regioni nel contenimento della fauna selvatica. In tale direzione e anche al fine di elaborare una proposta di modifica alla legge n. 157 del 1992, su richiesta regionale, è stato istituito, in sede di Conferenza unificata, un tavolo di coordinamento di interventi territoriali in materia di danni da fauna selvatica - un tavolo che l'onorevole Fiorio conosce benissimo - a cui partecipano, accanto alle regioni e all'ANCI, anche i Ministeri competenti, il Ministero dell'agricoltura, il Ministero dell'ambiente e il Ministero della salute, oltre che l'istituto di carattere tecnico e scientifico, l'ISPRA.

In esito alle riunioni tenutesi nel corso di quest'anno, il tavolo di coordinamento ha elaborato un testo recante alcune proposte per la modifica dell'articolo 19 sul controllo della fauna selvatica, dell'articolo 18 sulle specie cacciabili e i periodi di attività venatoria della citata legge n. 157, nonché per l'introduzione di un articolo 18-bis sulla gestione faunistico-venatoria degli ungulati. Nello specifico, la modifica proposta per l'articolo 19 citato, in ossequio anche alla sentenza della Corte costituzionale n. 139 del 2017, consente alle regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano di avvalersi per le operazioni di contenimento delle popolazioni faunistiche di operatori abilitati, che abbiano anche l'abilitazione e, soprattutto, previa frequenza di appositi corsi che sono stati validati o saranno validati dall'ISPRA. Il ricorso a tale figure realizzerebbe l'ampliamento, che è soprattutto un ampliamento condiviso al Ministero, dei soggetti che sono preposti al controllo del fenomeno cui fanno riferimento gli interroganti.

Quindi, questa proposta di modifica alla legge è stata esaminata anche in sede di Conferenza Stato-regioni, come ricorderà, il 27 luglio di questo anno, del 2017, anche con parere favorevole della Conferenza Stato-regioni. Si auspica che la questione possa essere sottoposta nel più breve tempo possibile all'esame del dal Parlamento.

 

Replica

Grazie, Presidente. Ringrazio il Governo per la risposta, perché credo che questo sia uno dei problemi che affliggono le aree interne in modo più devastante. I dati rispetto ai danni economici e, quindi, conseguentemente, ai danni sociali relativi alla fauna selvatica e, soprattutto, quelli provocati dagli ungulati, sono in numero crescente.

La scelta delle regioni di avvalersi anche di cacciatori per intervenire rispetto alle attività di selezione della fauna selvatica è stata bloccata, abbiamo visto, dalla sentenza della Consulta. Credo che l'iniziativa del Governo, di accelerare i lavori del tavolo e di consentire di avere una soluzione da portare, poi, nel Parlamento, in questo Parlamento, nel prossimo Parlamento, in modo che si modifichi la legge n. 157, sia una delle urgenze più forti e sentite dalle aree interne e dalle aziende agricole che stanno continuando a subire danni in modo pesante. Quindi ringrazio il Governo per l'attenzione e auspico davvero che il lavoro vada in modo forte in quella direzione.

Altro tema, se mi consentite, è la questione dei danni. In questo momento, sappiamo che è una bozza di decreto presso la Conferenza Stato-regioni e che sarebbe limitata soltanto alle aree protette. Noi crediamo che debba riguardare in modo più ampio tutte le aziende agricole che hanno subito danni devastanti in questi ultimi anni.