29/01/2019
Lucia Ciampi
3-00464

Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   le tecnologie dell'informazione e della comunicazione sono il settore che, più di ogni altro, dà impulso e sostiene lo sviluppo di un paese: le reti di nuova generazione a banda ultra larga contribuiscono infatti fattivamente, alla crescita economica, sociale ed occupazionale dei territori;

   l'infrastruttura di nuova generazione rappresenta quindi una priorità di investimento perché contribuisce a sviluppare quell’«ecosistema digitale» necessario per recuperare produttività, attrarre investimenti, rivitalizzare l'attività e la competitività delle imprese e creare nuova occupazione qualificata;

   il Ministero dello sviluppo economico cura l'attuazione del piano nazionale strategico per la banda ultralarga (Bul), il quale punta a raggiungere l'85 per cento della popolazione con infrastrutture in grado di veicolare servizi a velocità pari e superiori a 100 Mbps e garantire accesso ad almeno 30 Mbps al 100 per cento dei cittadini;

   per raggiungere questo obiettivo, il Governo e gli operatori di telecomunicazioni hanno avviato in questi anni ingenti piani infrastrutturali (con un finanziamento complessivo di 5,3 miliardi di euro) che prevedono una diffusione capillare delle reti in fibra ottica;

   il 3 giugno 2016 è stato pubblicato il primo bando di gara per lo sviluppo della nuova rete pubblica per la diffusione della banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato di 6 regioni italiane (Abruzzo, Molise, Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana, Veneto);

   rispetto alla base di asta di circa 1,4 miliardi di euro, Open Fiber si è aggiudicata la gara offrendo, a titolo di prezzo della concessione, un totale di circa 675 milioni di euro;

   la diffusione della banda ultralarga sta registrando notevoli ritardi, soprattutto in alcune zone della Toscana ed in particolare nei comuni medio piccoli. Ad oggi, la copertura ha infatti raggiunto circa il 51,8 per cento della superficie totale e le previsioni per raggiungere il 100 per cento vanno oltre l'anno 2021;

   per sopperire a questi ritardi che, oltre ad ostacolare lo sviluppo sociale ed economico dei territori interessati e la crescita della qualità della vita dei cittadini residenti, compromettono anche la regolare attività delle imprese, alcune amministrazioni comunali della Toscana (tra cui il comune di Calcinaia in provincia di Pisa) hanno espresso la volontà di confrontarsi con altre aziende private con la volontà di anticipare Open Fiber e garantire all'utenza la possibilità di accedere alla fibra ottica in tempi rapidi e certi;

   nel caso del comune di Calcinaia va registrato come l'azienda privata Tim, interessata a tale intervento, non abbia potuto portare a termine i lavori per la banda larga a causa di un contenzioso con il Governo;

   appare evidente che la mancanza di informazioni certe sulla copertura della banda larga stiano creando gravissime difficoltà non solo ai cittadini interessati, una soprattutto alle aziende che sono nell'impossibilità di programmare attività ed investimenti. Appare altrettanto evidente che il cronoprogramma di Open Fiber debba essere attentamente monitorato e che vengano previste, in caso di perdurate e gravi inadempienze, altre opzioni per ottenere una copertura della banda ultralarga in tempi certi –:

   quale sia ad oggi lo stato di avanzamento del piano per la banda ultralarga citato in premessa in Toscana e, in particolar modo, nei comuni medio-piccoli e se il Governo non ritenga necessario, qualora vengano appurati gravi ritardi attribuibili al soggetto titolare della gara d'appalto, promuovere apposite iniziative al fine di velocizzare la realizzazione della copertura telematica nelle aree interessate.