27/03/2017
Veronica Tentori
3-02905

Per sapere – premesso che:
   il 5 giugno 2014 il Governo pro tempore rispondeva in VIII commissione alla Camera, all'interrogazione n. 5-02937 in cui si chiedeva conto delle cause dei clamorosi ritardi connessi alla già programmata opera di realizzazione della pista ciclopedonale lungo la strada statale 36 tra Lecco e Abbadia Lariana. Il Governo rispondeva che l'esecuzione dell'opera sarebbe ripresa solo a seguito dell'esito dei giudizi pendenti;
   l'interrogante, considerato il persistere dello stato di abbandono dei lavori e la conseguente situazione di pericolo dovuta a suddetto stato di abbandono e all'assenza di percorsi ciclo-pedonali alternativi, con ulteriore atto di sindacato ispettivo n. 5/05037 il 13 marzo 2015 chiedeva nuovamente conto dei tempi e delle modalità di completamento dell'opera, senza però ad oggi aver ricevuto alcuna risposta;
   in queste ore si apprende da notizie di stampa di un'ennesima interruzione dei lavori di completamento dell'opera probabilmente causata dalla presenza di una variante al progetto in attesa di revisione. Sempre da notizie di stampa sembra che vi siano complicazioni nella realizzazione delle fondazioni per i piloni che dovrà o sostenere la struttura;
   è nota la valenza strategica dell'opera in questione per la viabilità del territorio lariano e la messa in sicurezza della stessa strada statale 36, considerata anche la pericolosa promiscuità di traffico e la assoluta mancanza di strade alternative in grado di congiungere tutto il versante del Lario orientale alla città capoluogo;
   inoltre l'opera si configura di primaria importanza per lo sviluppo turistico del territorio rivierasco e la fruizione delle sponde del lago, assumendo quindi una grande rilevanza di natura economica e ambientale –:
   se sia a conoscenza degli ultimi accadimenti, quali siano le motivazioni che ostano al completamento di un'opera bloccata da anni, che avrebbe già dovuto essere conclusa da tempo, e quali siano i tempi previsti per la conclusione dei lavori.

 

Seduta del 28 marzo 2017

Risponde Umberto Del Basso De Caro, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti, replica Veronica Tentori

Risposta del governo

Grazie, Presidente. Rispondo congiuntamente alle interrogazioni dell'onorevole Tentori in quanto vertono su analogo argomento.

Come è noto, il tema della ciclabilità è particolarmente seguito dal Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti e, infatti, come in più occasioni evidenziato dal Ministro Delrio, la ciclabilità deve uscire dalla sua marginalità. Bisogna che il nostro Paese rifletta sulle infrastrutture cicloturistiche: la bicicletta deve essere il mezzo principale con cui si muovono le nostre città; occorre sempre più agevolare l'utilizzo della bicicletta, affinché si inserisca in una politica per la mobilità sostenibile e, come si dice, dolce, che cambi il modo di spostarsi nelle città italiane.

Ricordo, poi, che il sistema nazionale di ciclovie turistiche è stato inserito nella legge di stabilità 2016 (articolo 1, comma 640): per il triennio 2016-2018 al settore sono stati assegnati 91 milioni di euro.

Quanto allo specifico quesito sulla tempistica e le modalità di completamento della passerella ciclopedonale Abbadia-Lecco sulla strada statale 36, la società ANAS ha riferito precisamente che la regione Lombardia, con decreto n. 11637 del 15 novembre 2016, ha stabilito l'esigenza di provvedere alla variazione del piano delle fondazioni di detta passerella. Si rende, dunque, necessario realizzare una variante al progetto esecutivo con una riduzione numericamente significativa dei punti di appoggio dei piloni sulla costa.

Inoltre, il citato decreto regionale ha recepito le prescrizioni del parere favorevole vincolante espresso dal sovrintendente di Milano nell'ambito della procedura di rinnovo dell'autorizzazione paesaggistica n. 33071 del 9 novembre 2016.

Pertanto, la prescritta rivisitazione progettuale influirà sia sulla tempistica che sulle modalità di completamento dell'opera. Tuttavia, ANAS ha evidenziato di aver sollecitato l'impresa esecutrice a riprendere immediatamente tutte le attività necessarie al completamento delle lavorazioni non interessate dalla suddetta variante.

Replica

Grazie, Presidente. Io ringrazio il sottosegretario per la risposta. Non me ne voglia, ma non posso dichiararmi soddisfatta, anche perché, occupandomi di questo caso dal 2013, ovvero da quando ho cominciato il mio mandato parlamentare, e avendolo sottoposto già per quattro volte con atti di sindacato ispettivo al Governo, apprendere oggi che ancora non ci sia una soluzione a questo problema e che ancora, dopo otto anni dall'inizio dei lavori, quest'opera non ha una prospettiva di chiusura e dei tempi certi per il completamento dei lavori, logicamente io non posso dichiararmi soddisfatta.

Oggi non solo siamo davanti a una situazione in cui i lavori sono stati eseguiti solo in parte risibile di quello che era il progetto originario, siamo di fronte ad un cantiere in abbandono - l'ho verificato anche personalmente attraverso un sopralluogo che ho svolto con un natante per andare a visionare lo stato dell'arte del cantiere -, siamo alla terza impresa esecutrice che si sussegue per problemi di cui adesso non sto qui a fare la cronistoria, perché appunto la conosciamo molto bene, permane un pericolo dovuto alla promiscuità anche del traffico tra pedoni, ciclisti, automobilisti e mezzi pesanti, perché questo tratto di strada è l'unico che connette la città capoluogo con il litorale lacustre.

Oggi apprendiamo che vi è una perizia di variante pendente per problemi di realizzazione tecnica, che non è ancora stata risolta e, quindi, non si può proseguire l'opera. Ma non abbiamo neanche una data definitiva per la chiusura dei lavori.

Già nel 2014, nella risposta che mi era stata data a un precedente atto di sindacato ispettivo, era stato detto che l'opera sarebbe ripresa al termine di giudizi pendenti, che appunto erano in corso in quel momento con l'impresa esecutrice. Oggi penso che non sia più accettabile ricevere ancora una risposta così poco chiara in merito a queste tempistiche.

Gli enti locali hanno richiesto più volte, attraverso anche delle missive, chiarimenti sia ad ANAS che al Governo e non ne hanno ricevute. Nessuno vuole pensare ovviamente che non ci sia la volontà di portare a termine quest'opera strategica, anche perché è stato evidenziato che sul cicloturismo si sta investendo – peraltro, questa parte di tratto ciclopedonale si inserisce proprio in una ciclovia turistica, che è quella dell'Adda e, quindi, che ha una valenza strategica anche a livello economico e turistico, non soltanto viabilistico -, però se c'è questa volontà non si riesce a capire come mai ancora, dopo otto anni, non si trovino le soluzioni per superare gli ostacoli che impediscono di completare l'opera.

Come mai questa variante è ancora in sospeso, mi chiedo. Come possiamo spiegare ai nostri cittadini che, per problemi burocratici, per problemi prima giudiziari e ora legati a una perizia di variante in sospeso, un cantiere di una pista ciclopedonale sia ancora bloccato senza prospettive di soluzione?

Io penso che potrò dichiararmi soddisfatta soltanto quando avrò una data di chiusura lavori per questo cantiere e potrò tornare dai cittadini lecchesi dicendogli che questa infrastruttura sarà per loro fruibile ed operativa a tutti gli effetti. Grazie.